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La società accademica canadese si impegna inoltre a sostenere i diritti protetti di studenti e studiosi di impegnarsi nella ricerca e di discutere in pubblico sulla Palestina, sullo Stato di Israele e a sostegno del movimento BDS.
La Society for Socialist Studies (Società per gli Studi Socialisti) (SSS) si è unita alla Campagna palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele quando il 31 maggio, alla sua assemblea generale annuale, ha approvato una mozione per sostenere il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane.
La mozione, approvata all'unanimità, afferma che la Società "sostiene e onorerà l'appello della società civile palestinese per un boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane" e "sostiene i diritti protetti di studenti e studiosi di tutto il mondo di impegnarsi nella ricerca e nella discussione pubblica parlando della Palestina e dello stato di Israele e a sostegno del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) ".
L'Università Kasetsart di Bangkok chiude la collaborazione con l'Università di Ariel in occasione della conferenza di studi sulle donne prevista in giugno 2018.
La Campagna BDS (Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni) Tailandia e la Campagna tailandese di solidarietà con la Palestina (PSC) accolgono favorevolmente la decisione di principio dell’Università Kasetsart di Bangkok e del Centro internazionale per la ricerca e lo sviluppo (ICRD) di mettere fine alla collaborazione con l'università israeliana di Ariel in relazione all'imminente Conferenza internazionale sul genere e studi sulle donne.
La Campagna BDS Tailandia e la PSC Tailandia sono state informate poche settimane fa da alcuni accademici che l'Università di Ariel era partner della conferenza programmata dal 29 giugno al 30 giugno 2018 presso l'Università Kasetsart.
Oltre questa partnership ufficiale, la professoressa Mally Shechory-Bitton, vice rettore, capo del dipartimento di criminologia dell'Università di Ariel, era indicata come "presidente accademico della conferenza" e anche come principale "relatore ospite" e membro del "comitato scientifico internazionale" della conferenza.
Con il sostegno degli accademici e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI), la Campagna BDS Tailandia e la PSC Tailandia hanno contattato le autorità dell’Università Kasetsart e il Centro internazionale per la ricerca e lo sviluppo (ICRD) per chiedere loro di ritirarsi dalla partnership con l'Università di Ariel e di revocare l'invito alla professoressa Mally Shechory-Bitton. Il movimento BDS si rivolge non agli individui [ma] alle istituzioni per la loro complicità nell'oppressione israeliana dei palestinesi. Nel caso della professoressa Mally Shechory-Bitton, la richiesta di ritirare il suo invito era giustificata dal suo ruolo come rappresentante di una università in un insediamento coloniale impegnata in gravi violazioni del diritto internazionale.
Foto: Saad Eddin Ibrahim mentre parla all'Università di Tel Aviv
Membri attuali e anziani dell'American University del Cairo condannano una nota figura politica egiziana per "trasgressioni professionali, morali e politiche".
[La seguente dichiarazione è stata rilasciata dai seguenti firmatari in risposta alla partecipazione di Saad Eddin Ibrahim a una conferenza accademica organizzata e ospitata dal Moshe Dayan Center dell'Università di Tel Aviv.]
Il 3 gennaio 2018 il professore di sociologia in pensione Saad Eddin Ibrahim, dell'American University del Cairo (AUC), ha scelto di tenere un discorso in una conferenza al centro Moshe Dayan (Ministro della Difesa israeliano durante la guerra del 1967) dell’Università di Tel Aviv. Qualunque siano gli scopi o le motivazioni alla base della sua decisione, la sua mossa comporta trasgressioni professionali, morali e politiche.
Noi, dell'università di Birzeit, chiediamo alla comunità universitaria di protestare contro le vessazioni che il governo israeliano opera nei confronti di studenti e colleghi internazionali che si recano in Palestina per studiare o lavorare in istituzioni universitarie palestinesi.
In questi ultimi anni numerosi sono stati gli studenti e docenti universitari internazionali arrestati, interrogati e/o espulsi dai servizi di sicurezza israeliani mentre cercavano di entrare in Palestina attraverso i punti d'ingresso controllati da Israele.
Tali misure eccessive violano la libertà accademica, il diritto all'istruzione e il libero scambio di studenti e accademici. Tali azioni sono spesso portate avanti senza alcun capo d'imputazione e comprendono tecniche di interrogatorio, tra le quali molte comprendono l’aggressione verbale. Questa è l'ennesima palese violazione dei diritti umani fondamentali ad opera dell'occupazione israeliana.
Leggi: Lettera aperta degli accademici dell’Università di Birzeit in Palestina
di Ali Abunimah
Docenti universitari palestinesi stanno esortando i loro colleghi europei a porre fine alla loro collaborazione con un progetto dell’Unione Europea che finanzia i torturatori israeliani.
La Federazione Palestinese dei Sindacati dei Docenti ed Impiegati Universitari ed il PACBI, la campagna palestinese per il Boicottaggio accademico e culturale di Israele, stanno sollecitando l’università belga di Lovanio e l’istituto di ricerche portoghese INESC-ID ad uscire dal programma “LAW-TRAIN” finanziato dall’UE.
Gli organi di governo studenteschi di un crescente numero di università hanno appoggiato il disinvestimento dalle imprese che traggono profitti dall’occupazione militare israeliana.
Il 9 aprile il senato studentesco della Tuft University (università privata vicino a Boston, ndtr.) ha approvato una risoluzione che invita l’università a disinvestire dalle imprese coinvolte nell’occupazione israeliana e nella violazione dei diritti umani dei palestinesi.
Leggi: Gli studenti della Tufts University votano per il disinvestimento dall’occupazione israeliana
Gli studenti hanno interrotto una conferenza di Brand Israel all'Università di New York, tenendo una protesta silenziosa mentre l'ex ambasciatore israeliano Ido Aharoni chiudeva il forum di venerdì scorso con un riassunto delle tecniche di promozione applicabili allo Stato ebraico.
Leggi: Attivisti cambiano il nome della conferenza Brand Israel in “Brand Apartheid”
Soldati israeliani appartenenti alla unità dell’IDF (Forze di difesa israeliane) Sky Rider durante un'esercitazione di formazione presso la base militare Tze'elim, 5 agosto 2013. La Sky Rider Unit utilizza veicoli aerei senza equipaggio prodotti dalla Elbit Systems. (Miriam Alster / Flash90)
Un nuovo corso universitario presso il Technion Institute of Technology di Israele insegna agli studenti come valorizzare e commercializzare a un pubblico globale l'industria israeliana della difesa.
Leggi: Università israeliana di punta commercializza nel mondo l’industria delle armi
Riportiamo il testo scritto da una dottoressa di ricerca torinese in cui spiega le ragioni che recentemente l'hanno portata a rifiutare un lavoro di ricerca in collaborazione con l'Università israeliana di Tel Aviv:
La necessità di scrivere queste righe sorge da un episodio, sicuramente non straordinario, che mi ha portata a confrontarmi con la natura politica delle scelte personali di chi lavora in ambito accademico. Mi sono chiesta come rendere pubblica una scelta personale che è, per l’appunto, estremamente politica nelle sue ragioni, sperando di renderne politici anche gli effetti.
Per chi, come me, ha da poco concluso il dottorato in Italia, una delle poche opportunità di lavoro retribuito (si intende come attività di ricerca all'interno dell'università) è rappresentata dalla partecipazione a progetti finanziati da fondi europei/internazionali. Nello specifico, mi è stato proposto una collaborazione di ricerca all'interno di un progetto finanziato dal fondo europeo Horizon 2020 – piattaforma di cui parleremo più avanti. Senza scendere eccessivamente nel dettaglio – non mi interessa farne una narrazione personalistica, ma vorrei sottolineare il carattere sistemico di questa esperienza – si sarebbe trattato di un lavoro nell'ambito della ricerca energetica/green/smart/quello-che-va-di-moda in collaborazione con, tra gli altri, l'università israeliana di Tel Aviv.
Nello sgomento e incredulità delle persone che mi stavano proponendo come “persona giusta per il progetto”, che ritenevano si trattasse per me di un'opportunità imperdibile, ho rifiutato l'offerta perdendo di conseguenza il lavoro e – con ogni probabilità – qualsiasi velleità di carriera accademica in Italia.
Leggi: Perché ho rifiutato un lavoro di ricerca in collaborazione con l’Università di Tel Aviv
Gli accademici e artisti sollecitano il loro governo a terminare la partecipazione a un progetto in collaborazione con la polizia nazionale israeliana finanziato dall’ue
In Belgio 482 docenti e ricercatori e più di 190 artisti hanno scritto una lettera aperta invitando le loro autorità a ritirarsi dalla partecipazione a un progetto di ricerca finanziato dall'Unione Europea denominato Law Train, in cui il Belgio e la Spagna cooperano con la polizia nazionale israeliana.
Il progetto Law Train di Horizon 2020, che sviluppa la tecnologia per unificare i metodi degli interrogatori della polizia, sta incontrando crescente opposizione. Il progetto è coordinato da Israele e include come partner il Ministero della Pubblica Sicurezza israeliano/ Israeli National Police, il Servizio Pubblico Federale di Giustizia del Belgio e il Ministero degli Interni della Spagna / Guardia Civile.
Leggi: Centinaia di accademici e artisti belgi: No al progetto UE con la polizia israeliana