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I palestinesi plaudono all'apassionata mobilitazione degli studenti di tutto il mondo contro il genocidio di Gaza e l'apartheid coloniale di Israele.
Studenti e docenti di tutto il mondo - dagli Stati Uniti all'Australia, dal Regno Unito alla Francia - si stanno sollevando in quella che si sta rapidamente trasformando in una mobilitazione globale che si concentra sul genocidio perpetrato da Israele, con il favore dell'Occidente, ai danni di 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata e, soprattutto, sulla complicità delle istituzioni. È un'ondata urgente di sfida e determinazione di una nuova generazione che rifiuta un mondo di brutalità, impunità, razzismo e oppressione, sia che si tratti di palestinesi che di qualsiasi altra comunità oppressa.
Non si tratta di un movimento performativo che si accontenta di gesti simbolici o di vuoti slogan. Ha richieste strategiche, prima fra tutte quella di porre fine alla complicità delle istituzioni accademiche nel genocidio di Israele e nel suo regime di colonialismo e apartheid, che dura da 76 anni, disinvestendo dalle aziende che permettono questo regime.
Costruita sulla base di mesi, anni e decenni di organizzazione studentesca, l'attuale ondata di presidi e occupazioni nei campus sta sconvolgendo l'ordine mondiale dominato dall'Occidente, in cui il genocidio in diretta streaming di Israele è normalizzato e le vittime e i sopravvissuti palestinesi gravemente disumanizzati. Mentre i governi sono direttamente complici o troppo timidi per intraprendere le azioni necessarie a fermare il continuo tentativo di Israele di eliminare i palestinesi e a sostenere il diritto internazionale, gli studenti stanno gridando al mondo che dobbiamo porvi fine ora e stanno iniziando con richieste efficaci e strategiche che chiamano in causa la complicità delle loro stesse istituzioni.
Il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC), l’ampia coalizione palestinese che guida il movimento BDS globale, plaude a tutti coloro che, mentre affrontano la repressione, continuano a costruire una potente rivolta contro il business-as-usual, l'apatia razzista e la totale complicità. La loro determinazione disinteressata nel cercare di liberare i loro campus dai legami con il regime di apartheid e genocidio di Israele contro milioni di palestinesi, di fronte alla vergognosa repressione delle amministrazioni universitarie e della polizia, ci dà speranza.
Sono passati due decenni da quando il movimento anti-apartheid guidato dai palestinesi ha lanciato l'appello del PACBI del 2004 per il boicottaggio accademico e culturale e, un anno dopo, ha chiesto boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni (BDS) completi contro Israele. Ora i gruppi studenteschi di tutto il mondo, sostenuti in molti casi da facoltà e sindacati, stanno diffondendo la richiesta palestinese di disinvestimento, di boicottaggio accademico, di porre fine a tutte le complicità statali, aziendali e istituzionali nel regime di 76 anni di colonialismo e apartheid di Israele. Il canto "Disclose, Divest, We will not stop, We will not rest" è diventato virale in tutto il mondo.
Il coro segue le orme degli storici movimenti di protesta che hanno segnato, tra gli altri, i tempi del movimento anti-apartheid sudafricano degli anni '80 e delle proteste contro la guerra degli anni '60.
Durante il genocidio di Gaza, in corso da quasi sette mesi e trasmesso in diretta streaming, Israele ha drammaticamente inasprito la sua politica di lunga data di scolasticidio, la distruzione sistematica dell'istruzione palestinese, o uccisione dell’apprendimento. Ogni singola università di Gaza è stata bombardata, 548 scuole sono state distrutte o danneggiate, insegnanti e professori sono stati assassinati.
Mentre siamo determinati e abbiamo imparato da tempo a studiare sulle macerie delle nostre scuole e a tenere lezioni clandestine, traiamo ispirazione e speranza dalla rivolta globale di studenti e docenti che sfidano la complicità delle loro istituzioni. Essi incarnano lo spirito delle parole del defunto Rev. Desmond Tutu:
Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia, hai scelto la parte dell'oppressore
Chiediamo agli studenti e ai docenti di tutto il mondo di continuare a mobilitarsi, unirsi e far crescere questa mobilitazione senza precedenti per la liberazione della Palestina. Organizzate proteste, presidi, sit-in, walkout, occupazioni, teach-in e altre forme di interruzione pacifica del business-as-usual per chiedere azioni concrete per porre immediatamente fine al genocidio di Israele a Gaza e a tutte le forme di complicità.
Come parte o a sostegno delle proteste nelle università:
- Chiedete alla vostra università di rendere noti i suoi investimenti e di disinvestire da tutte le aziende complici del genocidio di Israele e del regime di apartheid che ne è alla base, come è stato fatto nella lotta contro il Sudafrica dell'apartheid.
- Fate pressione a favore del boicottaggio accademico, affinché le università, i dipartimenti e i programmi taglino tutti i legami istituzionali con le università e le istituzioni israeliane complici, che sono un pilastro del regime coloniale.
- Presentate mozioni all'interno delle associazioni studentesche, dei sindacati universitari e delle associazioni accademiche che sostengono il movimento BDS palestinese e in particolare l'appello del PACBI per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici.
- Fate del vostro campus, o della vostra organizzazione studentesca, uno spazio libero dall'apartheid israeliano (SPLAI), escludendo dai contratti, come minimo, tutte le aziende israeliane e internazionali complici presenti nella lista BDS, nella lista AFSC Investigate o nel database delle Nazioni Unite.
Unitevi e rafforzate le proteste di solidarietà con la Palestina nei campus di tutto il mondo e fate sapere ai palestinesi e agli studenti e docenti che anche mentre stanno affrontando una dura repressione non sono soli.
Ovunque vi troviate, la vostra mobilitazione è fondamentale!
Questo è il momento di lottare per la nostra comune umanità, in Palestina e ovunque.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
I membri del MESA hanno approvato con una maggioranza dell'80% il sostegno all'appello palestinese per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici dell'apartheid israeliano.
La campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) è profondamente incoraggiata dalla storica dimostrazione di sostegno ai diritti dei palestinesi da parte dei membri della Middle East Studies Association (MESA).
Con un enorme margine di vantaggio dell'80%, gli studiosi del Medio Oriente hanno appoggiato l'appello palestinese per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici del regime israeliano di occupazione militare, colonialismo e apartheid.
Con questo voto gli studiosi, come molti fecero nel corso la lotta contro l'apartheid in Sud Africa, sostengono il proprio rifiuto di restare a guardare mentre Israele esercita una pulizia etnica nei confronti dei palestinesi, ruba la nostra terra, ci assedia e nega i nostri diritti fondamentali, compreso il diritto all’istruzione.
Il voto arriva mentre sta crescendo il consenso internazionale, ultimo intervento quello di Amnesty International, sul fatto che Israele è colpevole del crimine contro l'umanità di apartheid e che sono urgentemente necessarie misure atte a renderne conto.
In risposta all'invasione illegale dell'Ucraina da parte della Russia, che dura da settimane, università e associazioni accademiche negli Stati Uniti e altrove hanno recentemente adottato boicottaggi contro le istituzioni russe. Tuttavia, non hanno saputo porre fine alla loro complicità con il pluridecennale regime israeliano di occupazione militare e apartheid.
Esortiamo le associazioni accademiche a seguire l'esempio del MESA e, in precedenza, delle centinaia di associazioni e sindacati accademici, dipartimenti e corsi universitari, nell'appoggiare il BDS contro le istituzioni accademiche fortemente complici di Israele. Ciò costituirebbe la forma più efficace di solidarietà con la nostra lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.
Siamo profondamente incoraggiati dal voto storico di @MESA_1966 (80%) in sostegno all'appello palestinese a boicottare le istituzioni accademiche israeliane complici dell'apartheid israeliano.
Esortiamo le associazioni accademiche a seguire questo esempio. BDS è la forma più efficace di solidarietà con la nostra lotta di liberazione.
Fonte: Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI)
Traduzione di BDS Italia
Nel proseguire nel suo impegno pluridecennale rivolto a "eliminare le disuguaglianze e correggere le ingiustizie", RLSC sceglie di sostenere il movimento BDS e il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici.
N.Y.U. Review of Law & Social Change: dichiarazione di impegno a favore del movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni
Il consiglio di amministrazione e gli editori del N.Y.U. Review of Law & Social Change 2021-22
N.Y.U. Review of Law & Social Change (RLSC) (Rivista giuridica e sui cambiamenti sociali dell’Università di New York, NdT) esprime il proprio fermo impegno a favore del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS) e la propria solidarietà con i palestinesi che lottano insieme verso la liberazione.
Il BDS è un movimento diretto dai palestinesi che chiede degli interventi rivolti a fare pressione su Israele affinché ponga fine alla sua occupazione e colonizzazione della terra palestinese, alla discriminazione contro i cittadini palestinesi e alla negazione del diritto dei rifugiati palestinesi di tornare nelle proprie case.
Le istituzioni accademiche sono una parte fondamentale dell'impalcatura ideologica e istituzionale del regime di occupazione, colonialismo e apartheid israeliano contro il popolo palestinese. Fin dalla sua fondazione, l'accademia israeliana ha legato il suo destino all'establishment politico-militare egemonico in Israele e, nonostante gli sforzi di un piccolo gruppo di accademici di spicco, il mondo accademico israeliano è profondamente coinvolto nel sostenere e perpetuare la sistematica negazione dei diritti dei palestinesi da parte di Israele.
Con un piccolo passo collettivo per combattere questa complicità, RLSC si impegna pienamente negli obiettivi delle campagne di boicottaggio commerciale e accademico del BDS. Il boicottaggio accademico prende di mira le istituzioni complici, non gli individui.
RLSC si unirà al boicottaggio commerciale mirato da parte del Comitato nazionale BDS palestinese. RLSC non acquisterà prodotti realizzati da o che utilizzano servizi offerti da società israeliane e/o internazionali implicate nella violazione dei diritti dei palestinesi. Queste società includono, tra le altre, Hewlett-Packard, Sodastream, Sabra e Pillsbury.5
Boicottaggio accademico delle istituzioni complici
Il boicottaggio istituzionale di RLSC includerà "eventi, attività, accordi o progetti che coinvolgono istituzioni accademiche israeliane o che promuovono in altro modo la normalizzazione di Israele nel mondo accademico globale, che mascherano le violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti dei palestinesi o violano le linee guida del BDS". In particolare, RLSC boicotterà:
- Eventi accademici organizzati o co-sponsorizzati da Israele, da istituzioni israeliane complici o con il sostegno di queste e di gruppi di pressione;
- Finanziamenti da parte di Israele o dai suoi gruppi di pressione per sostenere attività e progetti accademici;
- Discorsi e conferenze in sedi internazionali da parte di funzionari statali israeliani o rappresentanti ufficiali delle istituzioni accademiche israeliane;
- Speciali onorificenze o riconoscimenti accademici concessi a funzionari israeliani, rappresentanti di istituzioni accademiche israeliane o istituti accademici o di ricerca israeliani; e
- Attività accademiche, progetti o pubblicazioni “basate sulla falsa premessa di simmetria/parità tra oppressori e oppressi o che affermano che sia i colonizzatori che i colonizzati sono ugualmente responsabili del “conflitto” . . . .” Riteniamo che tali tentativi siano "forme di normalizzazione intellettualmente disoneste e moralmente riprovevoli" che devono essere boicottate.
Il boicottaggio accademico è un boicottaggio istituzionale "ancorato ai precetti del diritto internazionale e dei diritti umani universali" che "rifiuta per principio il boicottaggio di individui basato sulla loro identità (come cittadinanza, razza, genere o religione) o opinione." "La semplice affiliazione di studiosi israeliani" o studenti "a un'istituzione accademica israeliana non è quindi motivo per applicare il boicottaggio". Tuttavia, se "un individuo rappresenta lo Stato di Israele o un'istituzione israeliana complice (come un preside, un rettore o un presidente), o viene incaricato/reclutato per partecipare ai tentativi di Israele di 'cambiare la propria etichetta', allora le (sue) attività sono soggette al boicottaggio istituzionale richiesto dal movimento BDS”.
BDS alla NYU
RLSC riconosce che le università di tutto il mondo sono complici del regime di apartheid coloniale israeliano. Le università oscurano, legittimano e perpetuano la profonda violenza che Israele infligge ai palestinesi.
RLSC riconosce e denuncia la particolare complicità della NYU nell'apartheid israeliana. Appoggiamo l'Assemblea del governo studentesco e di più di cinquanta organizzazioni studentesche della NYU nell'impegno a favore del movimento BDS e ci uniamo al GSOC-UAW Local 2110 (Unione dei dipendenti laureati dell’Università di New York, NdT) nell’invitare la NYU a:
- Disinvestire i propri fondi dalle istituzioni statali israeliane e dalle società internazionali complici della continua violazione dei diritti umani palestinesi;
- Rifiutare di condurre in futuro affari con tali istituzioni e società; e
- Cessare i suoi programmi all'Università di Tel Aviv.
RLSC è orgogliosa di sostenere il movimento BDS e di essere solidale con i palestinesi che resistono alla loro oppressione.
Fonte: BNC Questo articolo è ripubblicato da N.Y.U. Review of Law & Social Change, qui l'articolo originale.
Traduzione di BDS Italia
160 accademici, beneficiari passati e attuali di prestigiosi finanziamenti per la ricerca dell'Unione Europea, esortano l'UE a escludere tutte le istituzioni accademiche israeliane complici delle gravi violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi dai suoi finanziamenti e programmi di ricerca.
- 160 accademici, beneficiari passati e attuali di prestigiosi finanziamenti per la ricerca dell'Unione Europea, esortano l'UE a escludere tutte le istituzioni accademiche israeliane complici delle gravi violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi dai suoi finanziamenti e programmi di ricerca.
- I firmatari elogiano il divieto esistente da parte dell'UE di finanziare entità degli insediamenti illegali israeliani, ma chiedono che la complicità sia il fattore determinante per l'esclusione, piuttosto che la sola posizione geografica.
- La lettera esorta l'UE a garantire l'adempimento del suo mandato di generare conoscenze scientifiche eque, responsabili e inclusive attraverso misure efficaci
- L'iniziativa fa parte della crescente tendenza globale di studiosi che prendono posizione contro la complicità con le istituzioni accademiche israeliane e per i diritti dei palestinesi
160 accademici di 21 paesi esortano l'UE a escludere tutte le istituzioni accademiche israeliane complici delle gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele dai suoi programmi di ricerca finanziati dai contribuenti. Gli accademici sono beneficiari passati e attuali di alcuni dei più prestigiosi programmi di finanziamento della ricerca dell'Unione europea, tra cui il Consiglio europeo della ricerca e la Marie Skłodowska Curie Fellowship.
Si tratta della prima iniziativa internazionale dei beneficiari di finanziamenti dell'UE che chiedono alle istituzioni dell'UE di interrompere il finanziamento delle istituzioni accademiche israeliane complici fino a quando non cesseranno la loro comprovata e sistematica complicità nelle violazioni dei diritti umani dei palestinesi e del diritto internazionale da parte di Israele.
La lettera è stata lanciata in seguito alla recente escalation di violenza da parte di Israele contro i palestinesi a Gerusalemme, Gaza, nel resto del territorio palestinese occupato e nell'attuale Israele. I firmatari riconoscono l'ultimo round di violenza di Israele come parte della sua "campagna di repressione pluridecennale" contro "i palestinesi che sono un popolo occupato e apolide sotto un regime coloniale e di apartheid".
Gli accademici elogiano l'attuale politica dell'UE che, in linea con il mandato dell'UE di generare una conoscenza scientifica equa, responsabile e inclusiva, vieta l'assegnazione di fondi per la ricerca a entità israeliane situate nei Territori palestinesi occupati (TPO) o per la ricerca ivi svolta. La Commissione UE ha recentemente ribadito che le attività di ricerca e innovazione finanziate dall'UE devono rispettare principi etici ed essere conformi al diritto internazionale, anche se in diverse occasioni non è stato così.
I firmatari, a prescindere da questo, esortano l'UE ad estendere "il divieto dei fondi di ricerca europei per includere le istituzioni israeliane complici delle violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele, indipendentemente da dove si trovino".
I firmatari inoltre rilevano e forniscono prove del "rapporto tra le istituzioni accademiche israeliane e le pratiche statali sistematiche di colonialismo di insediamento e di crimini di apartheid e persecuzione".
La lettera sottolinea il "consenso emergente tra alcune delle più importanti organizzazioni per i diritti umani", tra cui Human Rights Watch e l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem, che le violazioni e i crimini di guerra (incluso il crimine di apartheid) perpetrati da Israele fanno parte di un regime unico dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo.
I firmatari esortano l'UE a esercitare il suo "potere e a garantire che il rapporto con le istituzioni accademiche israeliane si basi sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani".
Chiedono all'UE di "modificare le linee guida sulla politica di Horizon 2020 riguardo alla partecipazione delle entità israeliane per escludere da Horizon 2020, Horizon Europe e da tutti i programmi quadro di ricerca dell'UE, tutte le istituzioni accademiche israeliane che sono complici delle gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, fino a quando non si atterranno al diritto internazionale e ai diritti umani e cesseranno la loro collaborazione e complicità sistematica nel regime di occupazione militare, colonialismo e apartheid di Israele”.
L'iniziativa fa parte di una crescente tendenza globale di studiosi che prendono posizione contro la complicità con le istituzioni accademiche israeliane e in solidarietà con i diritti dei palestinesi. Nelle ultime settimane, quasi 350 dipartimenti accademici, programmi, sindacati e associazioni e oltre 23.000 docenti universitari, personale amministrativo e studenti hanno approvato dichiarazioni a sostegno dei diritti dei palestinesi, la maggior parte impegnandosi a o chiedendo misure di responsabilizzazione per porre fine alla complicità nelle violazioni dei diritti dei palestinesi da parte di Israele.
Fonte: BNC
Questo articolo è ripubblicato da Coordinamento Europeo di Comitati e Associazioni per la Palestina (ECCP), clicca qui per leggere l'articolo originale.
Traduzione di BDS Italia
L'educatrice di Seattle e membro del sindacato Emma Klein afferma: "Educatori e istituzioni di tutto il mondo si sono fatti avanti come parte di un attivo e crescente movimento internazionale che si oppone alla colonizzazione e all'apartheid israeliana. Chiediamo agli altri di unirsi a noi”.
La Seattle Education Association (SEA) ha approvato una risoluzione che esprime solidarietà con la Palestina e sostiene il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS). La risoluzione chiede anche la fine della collaborazione tra il dipartimento di polizia di Seattle e l'esercito israeliano.
Nella risoluzione si dichiara: “La dirigenza della SEA utilizzerà tutti i mezzi di comunicazione esistenti (e-mail, Facebook, SMS e qualsiasi altro social media utilizzato dal sindacato) per incoraggiare tutti i membri della SEA e i loro sostenitori all'interno della società a informarsi su questi problemi e incoraggiare le persone a manifestare, nelle loro comunità, solidarietà con il sindacato e con le persone oppresse in Palestina”.
"Come educatrice ebrea, sono orgogliosa di essere un membro della SEA", ha dichiarato in una nota l'educatrice di Seattle e membro del sindacato Emma Klein. “La nostra Assemblea dei rappresentanti ha preso una posizione coraggiosa e aperta contro l'ingiustizia da Seattle alla Palestina e ha richiamato l'attenzione sull'ingiustificabile rapporto tra la polizia di Seattle e l'esercito e la polizia israeliani. L'ammonimento non costituisce un'azione isolata. Educatori e istituzioni di tutto il mondo si sono fatti avanti come parte di un attivo e crescente movimento internazionale che si oppone alla colonizzazione e all'apartheid israeliana. Chiediamo agli altri di unirsi a noi”.
Le ha fatto eco Cameron Payne, un educatore palestinese-americano e membro del sindacato. "È meraviglioso vedere che il nostro sindacato sostiene queste posizioni quando si tratta dei nostri fratelli e sorelle palestinesi a cui viene negata un'istruzione accessibile ed equa a Gaza e in Cisgiordania, compresa Gerusalemme", ha affermato Payne. "Spero che questa mobilitazione continui perché per noi questo è solo l'inizio".
Hanno approvato recentemente analoghe risoluzioni l’associazione United Educators di San Francisco e i presidenti delle sezioni United Teachers di Los Angeles. Queste mosse hanno portato a una brusca reazione da parte dei gruppi pro-Israele. Una coalizione di organizzazioni (tra cui la Coalition for Jewish Values e Alliance for Constructive Ethnic Studies) ha recentemente inviato una lettera al presidente della Federazione americana degli insegnanti Randi Weingarten chiedendogli di prendere dei provvedimenti contro i sindacati.
“Questo è un messaggio orribile da inviare in un momento in cui sono necessarie chiarezza e leadership, - si legge nella lettera - abbiamo visto ancora una volta nelle ultime settimane come la disonesta retorica anti-israeliana, se non combattuta, possa degenerare in attacchi fisici agli ebrei. È inaccettabile che il sindacato degli insegnanti che lei dirige comprenda affiliati che utilizzano il nome e le infrastrutture dell'AFT per promuovere questo tipo di retorica odiosa”.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Il congresso dei soci del CUNY, che rappresenta 30.000 membri in tutto il sistema universitario, ha approvato una risoluzione che definisce Israele uno stato di insediamento coloniale e di apartheid e si impegna a tenere sezioni di approfondimento sul BDS nell'autunno 2021.
Giovedì sera l'Assemblea dei delegati del Professional Staff Congress (PSC) – il sindacato CUNY che rappresenta 30.000 membri in tutto il sistema universitario – ha approvato una forte risoluzione a sostegno del popolo palestinese. Oltre a condannare la recente escalation di violenza, la risoluzione definisce Israele uno Stato di insediamento coloniale e di apartheid. Inoltre, afferma che il sindacato "favorirà" delle sezioni di approfondimento sul BDS nell'autunno 2021!
Questa è una vittoria importante per il BDS nei campus universitari degli Stati Uniti. Congratulazioni a tutti i membri della comunità CUNY, compresi i comitati Anti-Racism, International e Academic Freedom del PSC, ai delegati, ai soci accademici ed attivisti, agli studenti e alle organizzazioni del campus, che hanno lavorato duramente per far sì che ciò accadesse. Questa risoluzione apre la strada a un serio lavoro di organizzazione sindacale e di educazione politica intorno al BDS in autunno. Ma questa vittoria è solo l'inizio! Questa risoluzione ci dà la responsabilità di cui abbiamo bisogno per approvare nel 2022 una risoluzione ancora più incisiva sul BDS.
Siamo particolarmente entusiasti della terminologia, che è stata introdotta nella risoluzione come emendamento grazie alla nostra capacità di convincere i delegati ad abbracciare una critica radicale di Israele. Anche la terminologia richiede un impegno concreto da parte del PSC in modo da potersi mettere in relazione con il BDS.
“Considerando che il modello e la pratica di espropriazione ed espansione degli insediamenti coloniali di Israele risalenti alla sua fondazione nel 1948 come Stato di insediamento coloniale sono stati riconosciuti come illegali secondo il diritto internazionale, che organizzazioni internazionali per i diritti umani come Human Rights Watch e B'tselem hanno definito queste pratiche di Israele come "apartheid" e come regime di discriminazione razziale legalizzata perpetrata contro il popolo palestinese e che la Corte Penale Internazionale ha aperto un'indagine su queste pratiche…”.
“Si stabilisca quindi che il PSC-CUNY favorisca, nell'autunno 2021, l'approfondimento presso tutte le sezioni dei contenuti di questa risoluzione, valuti l'opportunità che il PSC sostenga l'appello del 2005 per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni da parte del BDS, un movimento fondato da 170 sindacati, reti di rifugiati, organizzazioni femminili, associazioni professionali e altre organizzazioni della società civile palestinese, che invita "le persone di coscienza della comunità internazionale" ad agire come hanno fatto contro l'apartheid in Sudafrica "nello spirito di solidarietà internazionale, coerenza morale e resistenza all'ingiustizia e all'oppressione” e entro la fine del 2022 riferisca sull'esito di tali dibattiti all'Assemblea dei delegati.
Si stabilisca di conseguenza che il PSC-CUNY chieda all'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden di fermare tutti gli aiuti che finanziano le violazioni dei diritti umani e un'occupazione illegale secondo il diritto internazionale.”
Gli studenti del CUNY sono stati protagonisti di questa vittoria. In un video realizzato appositamente per i delegati del PSC gli studenti hanno espresso il loro sostegno alla risoluzione e hanno esortato il sindacato a prendere una posizione ferma sul BDS. Inoltre, da settimane studenti, docenti e personale organizzano petizioni e proteste. Si sono anche dichiarati solidali con il popolo palestinese in diversi forum del CUNY sia all'interno che all'esterno del PSC. Il loro impegno a lungo termine per la causa del popolo palestinese ha posto le basi per questa vittoria. Lavorando in una coalizione con studenti e gruppi organizzativi tra campus come CUNY4Palestine e Rank & File Action, siamo stati in grado di organizzare un ampio sostegno, elaborare strategie efficaci e, infine, convincere i delegati del PSC sulle azioni appropriate necessarie per prendere una posizione ferma su questo problema. Non vediamo l'ora di crescere e rafforzare questa coalizione mentre continuiamo questa battaglia!
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Dichiarazioni a sostegno dei diritti dei palestinesi, molte delle quali sostengono il BDS, sono state approvate da oltre 300 dipartimenti accademici, programmi, centri, sindacati e società e hanno raccolto 15.000 firme da studiosi, ricercatori, studenti e personale universitario di tutto il mondo.
In un'ondata di solidarietà senza precedenti, più di 300 dipartimenti accademici, programmi, centri, sindacati e società in tutto il mondo hanno approvato dichiarazioni a sostegno dei diritti dei palestinesi in risposta ai violenti attacchi di Israele contro i palestinesi questo mese. Dichiarazioni simili di singoli studiosi, ricercatori, personale universitario, studenti ed ex allievi hanno raccolto più di 15.000 firme.
Le dichiarazioni esprimono solidarietà alla lotta di liberazione palestinese e condannano l'assalto militare israeliano a Gaza assediata, che ha ucciso più di 247 palestinesi, compresi 66 bambini, e i violenti attacchi contro palestinesi in tutta la Cisgiordania occupata, in particolare a Sheikh Jarrah, e nell’attuale Israele. La maggior parte delle dichiarazioni riconosce il regime coloniale di insediamento e di apartheid di Israele come la causa principale della violenza.
I firmatari di molte dichiarazioni rifiutano i termini igienizzanti di "conflitto" e di "scontri" per descrivere decenni di espropriazione israeliana dei palestinesi. Rifiutano anche la narrativa delle "due parti" che oscura l'intrinseca asimmetria di potere tra Israele come grande potenza coloniale militare e i palestinesi che resistono alla sua violenza coloniale strutturale. Le dichiarazioni sottolineano anche la necessità di mettere al centro gli studi e le voci palestinesi.
I firmatari si impegnano per misure di responsabilità o le chiedono per porre fine alla complicità nelle violazioni dei diritti palestinesi da parte di Israele, compresa la fine dei finanziamenti militari e del commercio di armi con Israele, il disinvestimento delle università da società complici dell'apartheid israeliana e, in molti casi, il sostegno al movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) a guida palestinese, compreso il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici.
Negli Stati Uniti, 120 dipartimenti e programmi sugli studi di genere hanno affermato che la Palestina è una questione femminista e che “rifiutano di normalizzare o accettare il ruolo finanziario, militare, diplomatico e politico degli Stati Uniti nell’espropriazione palestinese.” Più di 3000 gli studiosi hanno fatto appello per una pressione sulle istituzioni accademiche per porre fine "alla complicità e al partenariato con le istituzioni militari, accademiche e legali coinvolte nel rafforzamento delle politiche israeliane".
Anche le facoltà di Harvard, Yale, Princeton, Brown, Stanford, Georgetown, la City University di New York e l'Università della California Berkeley e Davis hanno rilasciato dichiarazioni. Lo United Educators of San Francisco, che rappresenta 6.200 insegnanti e personale amministrativo, è diventato il primo sindacato degli insegnanti ad approvare il BDS.
Nei Paesi Bassi, più di 40 dipartimenti e programmi universitari, musei e centri culturali hanno affermato la loro “responsabilità di parlare” contro le violazioni dei diritti umani da parte di Israele e hanno chiesto “azioni collettive” in solidarietà con la lotta palestinese. Quasi 600 accademici nei Paesi Bassi si sono impegnati a sostenere il boicottaggio delle università israeliane complici.
In Belgio, 24 dipartimenti accademici, gruppi di ricerca, sindacati, organizzazioni studentesche e 1.300 docenti e personale amministrativo dell'Università di Gand hanno raccomandato il sostegno al boicottaggio e alle sanzioni contro Israele come "opzione concreta" per esprimere solidarietà ai palestinesi.
Nel Regno Unito, 1600 docenti, personale, studenti e alunni hanno esortato l'Università di Cambridge a “troncare i legami e le partnership formali” con le società e le istituzioni che perpetuano le ingiustizie di Israele contro i palestinesi. La University and College Union ha invitato il governo del Regno Unito a "lavorare per sostenere i diritti inalienabili del popolo palestinese".
Dichiarazioni sono state rilasciate anche dalla Middle East Studies Association (MESA), dalla Middle East Librarians Association , dal Just Mathematics Collective , dalla UC Press e dai redattori del Middle East Journal of Culture and Communication.
L' American Anthropological Association (AAA) ha rilasciato una dichiarazione in cui riconosce che decenni di "letteratura antropologica ha dimostrato empiricamente le molte forme di violenza strutturale e quotidiana imposte dal governo israeliano alla popolazione palestinese" e ha invitato il governo degli Stati Uniti a prendere posizione.
Più di 130 antropologi in Australia hanno chiesto la fine della "collusione australiana" nel commercio di armi "omicida" con Israele. 500 accademici in tutta l'Australia hanno esortato il governo a sospendere la cooperazione militare e il commercio e a rivalutare gli accordi commerciali con Israele. I rami della National Tertiary Education Union presso l'Università di Sydney e l'Università del New South Wales hanno approvato mozioni a maggioranza schiacciante che richiamano l'attenzione dei membri sul boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici.
Più di 2.800 operatori sanitari, studiosi, ricercatori e studenti in Canada hanno denunciato la "distruzione delle strutture mediche" da parte di Israele e l'uccisione di medici e operatori sanitari palestinesi a Gaza e hanno invitato il Canada a "porre fine al suo sostegno militare a Israele".
In Sudafrica, più di 600 professionisti della salute, accademici e studenti hanno denunciato l'apartheid sanitaria israeliana contro i palestinesi e hanno approvato "l'appello per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele", esortando le istituzioni accademiche sudafricane a "tagliare tutti i legami con l'apartheid israeliana".
Il Centro irlandese per i diritti umani presso la National University of Ireland, Galway, ha chiesto sanzioni nei confronti di Israele e la rete irlandese per gli studi sul Medio Oriente e il Nord Africa (INMENAS) si è impegnata a "rifiutare qualsiasi collaborazione con la Ariel University", un'università israeliana con sede in un insediamento illegale israeliano.
In Danimarca, i docenti hanno invitato le università danesi a porre fine alle "collaborazioni istituzionali con le università e gli istituti di ricerca israeliani complici dell'occupazione e del militarismo israeliani".
La Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) chiede il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici a causa del ruolo chiave che svolgono nella pianificazione, attuazione, mascheramento e giustificazione delle politiche israeliane di occupazione militare e di apartheid e la loro stretta relazione con l'establishment militare e di sicurezza israeliano e con i produttori di armi di Israele.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
I docenti dell'Università di Brasilia in Brasile hanno espresso la loro ferma opposizione a qualsiasi accordo tra l'università e le società israeliane complici.
Accogliamo con piacere la decisione dell'Associazione dei Docenti dell'Università di Brasilia (ADUnB) di rifiutare la collaborazione della loro università con società israeliane complici. Lunedì 22 marzo, nel corso della sua Assemblea Generale, l'ADUnB ha espresso l'80% di voti a favore della mozione.
A febbraio l'Ufficio del Rettore ha reso noto un incontro con l'ambasciatore israeliano in cui sono state discusse proposte di cooperazione, come "il rafforzamento del rapporto con le aziende israeliane" attraverso una [loro] presenza nel Parco Scientifico e Tecnologico dell'Università Nazionale di Brasilia. In risposta, un gruppo di professori e studenti ha inviato una lettera di protesta al rettore.
La mozione approvata dall'associazione dei docenti rileva che l'amministrazione universitaria non è stata in grado di comunicare al mondo accademico quali istituzioni e società israeliane fossero coinvolte e chiede chiarimenti sulla loro complicità all’interno del regime israeliano di occupazione militare e di apartheid.
"Siamo contrari alla partnership proposta perché implica la cooperazione con Israele, uno Stato di apartheid, un fatto ampiamente noto e recentemente ribadito nel rapporto della ONG israeliana per i diritti umani B'Tselem", afferma la lettera dell'ADUnB stilata dai professori Odete Messa Torres, Muna Muhammad Odeh, Thiago Melo, Claudio Lorenzo e Carolina Calvo.
La mozione è stata approvata in assemblea con 35 voti favorevoli, due contrari e sei astensioni.
La mozione conclude: "(noi) siamo fermamente contrari a qualsiasi cooperazione con lo Stato israeliano di apartheid, in quanto ciò violerebbe dei principi fondamentali, come i diritti umani e le convenzioni internazionali. Pertanto, ribadiamo il nostro invito al rettore a non macchiare il buon nome dell'università, ma a preservarla come uno spazio libero dall'apartheid ".
L'Associazione dei Docenti dell'Università di Brasilia ha assunto una posizione di principio in solidarietà con l'appello di accademici, studenti e società civile palestinesi, rifiutandosi di restare a guardare mentre la loro università collabora con l'apartheid israeliano che opprime milioni di palestinesi.
Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC) chiede il boicottaggio delle società israeliane e internazionali che sono complici nelle violazioni dei diritti dei palestinesi. Praticamente tutte le compagnie israeliane sono in una certa misura complici del sistema israeliano di occupazione e apartheid.
La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) invita gli accademici in tutto il mondo ad impegnarsi per la cancellazione di tutte le forme di cooperazione con le istituzioni accademiche israeliane complici, che svolgono un ruolo chiave nella pianificazione, attuazione e giustificazione del regime di occupazione, colonialismo di insediamento e apartheid israeliano.
Fonte: PACBI
Traduzione di BDS Italia
377 studiosi e artisti di oltre 30 paesi hanno sottoscritto una protesta contro le verifiche e le interferenze politiche da parte di istituzioni, comuni e funzionari pubblici tedeschi rivolte a tacitare i sostenitori dei diritti dei palestinesi ai sensi delle leggi internazionali.
I firmatari si impegnano a non far parte di giurie, commissioni di concorso o comitati per le assunzioni accademiche in Germania ogni volta che esistano "elementi convincenti che le loro decisioni possano essere soggette a interferenze o valutazioni ideologiche o politiche".
Leggi: 350+ studiosi e artisti si impegnano contro le ingerenze politiche in Germania
Bambini palestinesi tengono le loro lezioni all'interno di una tenda dopo che le forze israeliane hanno demolito una scuola elementare a Hebron, in Cisgiordania, l'11 aprile 2018 [Agenzia Mamoun Wazwaz / Anadolu]
Venti scienziati, tra cui il premio Nobel 2018 per la chimica George P. Smith, hanno scritto una lettera aperta agli organizzatori della prossima Olimpiade internazionale di fisica per contestare la scelta di Israele come sede della competizione, a causa della sua negazione dei diritti umani, incluso il diritto all'istruzione, nei confronti dei palestinesi.
Noi sottoscritti protestiamo contro l'organizzazione della prossima International Physics Olympiad (IPhO) a Tel Aviv, Israele, dal 7 al 15 luglio 2019.
Il comitato organizzatore afferma che lo scopo delle Olimpiadi internazionali della Scienza è di piantare «i semi della cooperazione e dell'amicizia tra studenti di tutto il mondo». Nelle circostanze attuali, ai cittadini di molti paesi viene di fatto impedito l'ingresso in Israele e la partecipazione all'IPHO, per non parlare degli studenti palestinesi della Cisgiordania e di Gaza.