Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
Il BDS funziona! Grazie al vostro sostegno, la nostra lotta per porre fine al genocidio per mano di Israele contro i palestinesi di Gaza sta dando i suoi frutti.
Per quanto dolorosi e devastanti siano i massacri in corso, il fallimento del genocidio in diretta streaming da parte di Israele per costringere i palestinesi ad arrendersi, unito al suo crescente isolamento a livello mondiale, è un segno che il suo regime di colonialismo e apartheid, durato 76 anni, sta vacillando e che siamo più vicini alla liberazione. Con miracolosa fermezza e determinazione, il popolo palestinese continua a lottare per la giustizia, la liberazione e i nostri diritti inalienabili.
L'impatto del movimento BDS nel combattere la complicità statale, aziendale e istituzionale con l'apartheid israeliano è cresciuto immensamente in questi tempi di carneficina. Di seguito è riportato solo un breve esempio degli oltre 100 impatti del BDS nella seconda metà del 2024. Con la nostra agenzia collettiva, la vostra solidarietà, le nostre coalizioni intersezionali, possiamo e dobbiamo risorgere. Dobbiamo porre fine a tutto questo. Mettiamo fine a tutto questo!
1. La pressione del BDS per un cambiamento delle politiche - anche includendo l'analisi del regime di colonialismo, apartheid e occupazione militare di Israele e l'obbligo di imporre sanzioni - ha iniziato a mostrare un impatto reale:
- Nel luglio 2024, oltre 30 esperti di diritti umani delle Nazioni Unite hanno invitato gli stati a rispettare la sentenza della Corte internazionale di giustizia che dichiara illegale l'occupazione israeliana, imponendo sanzioni e un embargo militare a Israele.
- A settembre, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato a stragrande maggioranza per l'imposizione di sanzioni a Israele per la prima volta in 42 anni.
- A novembre, 52 Stati hanno chiesto un embargo militare su Israele, un'iniziativa poi adottata dal vertice congiunto dell'Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) e della Lega degli Stati Arabi.
- Sempre a novembre, l'Organizzazione della Cooperazione Islamica, il Sudafrica e il Belize, tra gli altri, hanno chiesto la ricostituzione del Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l'apartheid, che è una richiesta del movimento BDS dal 2020.
- A novembre, la Commissione africana per i diritti umani e dei popoli ha risposto agli appelli del BDS e ha adottato la prima risoluzione sulla Palestina in 24 anni, chiedendo agli Stati africani di porre fine alla complicità e di garantire che Israele risponda delle sue responsabilità.
2. A settembre, il presidente dell'Istituto israeliano per le esportazioni ha dichiarato che: “Il BDS e i boicottaggi hanno cambiato il panorama commerciale globale di Israele”. Ha aggiunto: “I boicottaggi economici e le organizzazioni BDS rappresentano sfide importanti e in alcuni paesi siamo costretti a operare sottotraccia”. Il tasso di crescita annuale del PIL di Israele previsto per il 2024 è dello 0% secondo la principale agenzia di rating S&P.
3. In risposta alle richieste palestinesi di cessare tutti i trasferimenti di energia verso Israele, il governo colombiano ha emesso in agosto un decreto che vieta l'esportazione di carbone verso Israele. La Colombia era il maggior esportatore di carbone verso Israele.
4. La Chiesa Unita del Canada, la seconda denominazione più grande del Canada, a novembre ha adottato strategie BDS, "rifiutando il sistema di apartheid di Israele".
5. Le aziende complici stanno sentendo la pressione del BDS più che mai, cancellando o sospendendo i progetti che aiutano e beneficiano dell'apartheid israeliana:
- Chevron, un obiettivo prioritario del movimento BDS, ha interrotto l'espansione da 429 milioni di dollari di un giacimento di gas fossile rivendicato da Israele, a causa del genocidio in corso a Gaza e dei brutali bombardamenti in Libano, Siria e oltre da parte di Israele.
- Le vendite globali di McDonald's, uno dei principali obiettivi del BDS, "sono diminuite dell'1,5% tra luglio e settembre, il più grande calo degli ultimi quattro anni, più del doppio di quanto previsto dagli analisti. Ha seguito un calo dell'1% nel periodo aprile-giugno". "McDonald's ha affrontato boicottaggi e proteste per la sua posizione percepita come filo-israeliana e per i presunti legami finanziari con il Paese".
- Carrefour ha chiuso tutte le filiali in Giordania a causa delle pressioni del BDS. Il partner di Carrefour nella maggior parte del mondo arabo, il Gruppo Majid Al Futtaim, ha reagito alle pressioni di boicottaggio di BDS Jordan interrompendo ogni legame commerciale con il rivenditore francese in Giordania.
- In seguito alle incessanti campagne BDS in tutto il mondo, l'azienda tedesca PUMA è stata costretta a porre fine alla sua complicità con il regime di apartheid di Israele e al suo #GazaGenocide.
6. L'USS, il più grande fondo pensione privato del Regno Unito, ha disinvestito oltre 100 milioni di dollari da attività israeliane, tra cui le obbligazioni israeliane, in seguito alle pressioni sostenute dai suoi membri e dal sindacato accademico UCU.
7. Il boicottaggio accademico ha continuato a crescere ad un ritmo impressionante:
- L'Associazione americana dei professori universitari ha rovesciato la sua posizione di lunga data contro il boicottaggio accademico.
- Il National Tertiary Education Union, che rappresenta 27.000 lavoratori universitari in Australia, ha votato a favore del boicottaggio delle università israeliane complici.
- Decine di università, associazioni accademiche e sindacati di facoltà hanno adottato misure per porre fine alla complicità con il genocidio in corso a Gaza e con il regime di apartheid di Israele.
- L'American Sociological Association ha deciso di disinvestire dai produttori di armi su proposta dei Sociologi per la Palestina.
- L'Olimpiade internazionale di informatica ha votato con oltre il 67% per non riconoscere le future delegazioni israeliane. La Società italiana per gli studi sul Medio Oriente ha votato con il 96% per adottare il boicottaggio accademico.
8. Oltre 1.000 scrittori e personalità dell'editoria, tra cui Sally Rooney, Rachel Kushner e Arundhati Roy, hanno chiesto in ottobre di boicottare le istituzioni culturali complici di Israele e si sono impegnati a non lavorare con editori, festival o pubblicazioni "complici con di violazione dei diritti dei palestinesi". Poche settimane dopo, altri 5.000 scrittori si sono uniti a questa iniziativa di boicottaggio culturale.
9. Ad agosto, il movimento BDS ha scoperto che la nave MV Kathrin viaggiava dal Vietnam con 8 container di esplosivi destinati ad essere utilizzati da Israele nel suo genocidio contro i palestinesi. La campagna #BlockTheBoat, parte della nostra campagna globale di embargo militare, ha mobilitato gruppi di solidarietà internazionale dalla Malesia alla Slovenia e ha causato ritardi significativi alla nave, dato che per oltre due mesi la MV Kathrin non ha potuto attraccare da nessuna parte. Dalla Namibia all'Angola, dal Montenegro a Malta, vari stati si sono rifiutati di essere complici. Alla fine la MV Kathrin ha dovuto abbandonare la bandiera portoghese. Gli sforzi motivanti della relatrice speciale delle Nazioni Unite per i Territori palestinesi occupati, Francesca Albanese, hanno svolto un ruolo importante. Questo è stato solo l'inizio di una campagna che continua a colpire i trasferimenti marittimi militari ed energetici verso Israele.
Questi impatti del BDS sono solo un'istantanea della situazione attuale. Grazie per aver agito e per continuare a essere solidali con la nostra lotta nonviolenta contro il genocidio, l'apartheid, il colonialismo d'insediamento e l'occupazione e per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza del popolo palestinese!
Parte 7 della serie #ShutDownNation (Nazione in fallimento)
A parte l'intensificarsi della fuga di capitali e la diminuzione degli investimenti stranieri nell'alta tecnologia israeliana, nel maggio 2024 130 economisti israeliani di alto livello hanno inviato al premier israeliano un "chiaro ed appassionato avvertimento" sull'"alta probabilità" che l'economia e la società israeliana cadano in una "spirale di collasso".
L'importante economista israeliano Dan Ben-David sostiene che "entro quattro anni Israele....collasserà", a meno che le politiche governative non subiscano drastici cambiamenti.
Il debito di Israele è salito a circa 340 miliardi di dollari nella seconda metà del 2024, con un aumento del 20% rispetto alla fine del 2022, a causa del genocidio a Gaza sempre in corso. Con un rating vicino alla definizione "spazzatura", secondo Moody's, e un tasso di crescita stimato a ZERO nel 2024, secondo S&P, Israele è costretto a pagare tassi di interesse enormi per pagare il suo debito in crescita.
Tra i molti segnali che indicano che Israele sta diventando una #ShutDownNation, Intel ha dovuto chiudere Granulate, una start-up israeliana che aveva acquisito per 650 milioni di dollari nel 2022, dopo non essere riuscito per mesi a trovare un acquirente. Nel giugno 2024, Intel è stata costretta ad abbandonare un progetto da 25 miliardi di dollari che aveva pianificato di costruire non lontano da Gaza.
In Cina, il principale produttore mondiale di auto elettriche dichiara che "c'è una crescente preoccupazione per le auto dotate di tecnologia israeliana" dopo il "massacro tramite cercapersone" per mano di Israele in Libano. "I sistemi di sicurezza sviluppati in Israele potrebbero essere all’origine di incidenti automobilistici a causa della possibile presa di controllo a distanza da parte di agenti israeliani", hanno dichiarato fonti cinesi.
"Diverse delle maggiori società finanziarie europee hanno ridotto i loro legami con le società israeliane o con quelle che hanno legami con il Paese, come risulta da un'analisi della Reuters, mentre cresce la pressione di attivisti e governi per porre fine alla guerra a Gaza".
Il fondo sovrano norvegese, il più grande al mondo, ha venduto tutte le sue azioni di Bezeq, la più grande società di telecomunicazioni israeliana, a causa dei suoi "servizi alle colonie israeliane nella Cisgiordania occupata". La Norvegia ha adottato una posizione "più dura" nei confronti delle imprese coinvolte nell'occupazione a seguito della decisione della Corte internazionale di giustizia che, nel luglio 2024, ha dichiarato illegale l'intera occupazione israeliana di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
Storebrand, uno dei maggiori investitori della regione nordica, ha venduto le sue partecipazioni in Palantir Technologies perché teme che "il suo lavoro per Israele possa mettere l'asset manager a rischio di violazione del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani". Palantir è accusata di aver consapevolmente favorito il genocidio per mano di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza.
"La decisione della società giapponese Yokohama di chiudere la fabbrica di pneumatici Alliance di Hadera, che impiegava quasi 500 lavoratori... solleva interrogativi sul futuro dell'intera industria manifatturiera israeliana".
Le vendite globali di McDonald's, uno dei principali obiettivi del BDS, "sono diminuite dell'1,5% tra luglio e settembre, il più grande calo in quattro anni, più del doppio di quanto previsto dagli analisti. Dopo un calo dell'1% nel periodo aprile-giugno". "McDonald's ha affrontato boicottaggi e proteste per la sua posizione percepita come filo-israeliana e per i suoi presunti legami finanziari con il Paese".
"7-Eleven ha chiuso tutti i suoi otto negozi in Israele", un altro indicatore della fuga di capitali e imprese dall'economia che sta gradualmente "collassando".
Gli esperti israeliani prevedono che il 2024 sarà segnato come "l'anno in cui il turismo in Israele è morto". "Tutti coloro che parlano della situazione del turismo in Israele sembrano pronunciare un elogio funebre su una tomba aperta". I media israeliani riportano che di recente cinque ristoranti hanno chiuso i battenti a Tel Aviv in una sola settimana.
I 130 economisti israeliani hanno dichiarato che: "Molti di coloro che sopportano il peso preferiranno emigrare da Israele. I primi a partire saranno [le persone altamente qualificate] con opportunità all'estero". Attribuendo la colpa agli Haredim, hanno aggiunto: "La popolazione rimanente di Israele sarà meno istruita e meno produttiva, aumentando così il peso sulla popolazione produttiva rimanente. Questo, a sua volta, incoraggerà un'ulteriore emigrazione da Israele".
Hanno concluso che "I crolli non avvengono quando la situazione è completamente deteriorata, ma prima, quando una quota sufficientemente ampia di individui prevede che il declino sia irreversibile. Una volta che la popolazione che sostiene Israele giunge alla conclusione che il Paese ha imboccato una strada definitivamente irreparabile, il collasso nazionale seguirà inevitabilmente".
Ad aumentare le difficoltà di Israele ci sono anche i mandati di arresto della Corte penale internazionale contro i leader israeliani che hanno deteriorato la posizione internazionale dello Stato. Essi "potrebbero anche portare a richieste di sanzioni economiche o boicottaggi contro Israele, che danneggerebbero l'economia. Gli investitori internazionali potrebbero vedere un aumento dei rischi nel fare affari con Israele, con conseguente riduzione degli investimenti esteri e della crescita economica".
Un avvocato senior di uno dei maggiori studi legali israeliani afferma che i mandati di arresto della Corte penale internazionale "sono sicuramente un'aggiunta negativa". Nell'ultimo anno, ha aggiunto, "abbiamo assistito a una crescente preoccupazione delle aziende internazionali di essere identificate con investimenti in Israele. Le aziende, soprattutto quelle pubbliche o che dipendono da fondi pubblici, temono reazioni negative, come manifestazioni contro di loro e mosse da parte di dipendenti o investitori, per cui alcune transazioni non si sono affatto concretizzate".
Gli esperti israeliani si aspettano che l'incriminazione di Netanyahu da parte della Corte penale internazionale "incida sulle transazioni nell’ambito della sicurezza della vendita di armi a Israele".
Il genocidio israelo-statunitense in corso da quasi 14 mesi contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza sta distruggendo centinaia di migliaia di vite e mezzi di sostentamento palestinesi. Sembra che stia anche accelerando la discesa del regime israeliano di colonialismo e apartheid lungo 76 anni in una "spirale al collasso".
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Il movimento BDS ha ufficialmente stretto una partnership con Boycat, una piattaforma/applicazione di shopping etico innovativa, per consentirvi di aderire alle campagne BDS incentrate sui consumatori in modo più efficace.
Dall'inizio del genocidio per mano di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata, gli appelli a boicottare le aziende complici dei crimini di Israele non sono mai stati così popolari. Ora, l'applicazione Boycat rende più facile che mai identificare correttamente gli obiettivi prioritari del BDS. Grazie a l'applicazione gli utenti possono controllare regolarmente questi obiettivi aggiornati, scansionare i prodotti, conoscere le aziende, costruire il proprio profilo di acquisto etico, unirsi ai team locali e sostenere direttamente le campagne prioritarie, assicurando che i loro acquisti contribuiscano a un più ampio movimento per la giustizia.
Un elemento chiave della nostra collaborazione con Boycat è il sistema di classificazione dell'applicazione, che ordina le aziende in base al livello di coinvolgimento nei crimini di Israele e alle priorità del movimento BDS. Questo vi permette di concentrarvi sulle campagne strategiche del movimento BDS e allo stesso tempo di saperne di più e di agire contro altre aziende complici coinvolte nel genocidio, nell'apartheid e nell'occupazione illegale di Israele.
Ora potete essere informati in tempo reale sulle campagne e sulle strategie prioritarie del BDS. Ad esempio, se lanciamo il boicottaggio di un'azienda a causa della sua complicità con i crimini israeliani, Boycat vi informerà immediatamente, offrendovi le informazioni più recenti, gli appelli all'azione e le informazioni per assicurarvi di essere informati e pronti ad agire.
Mentre la causa della liberazione della Palestina sta prendendo uno slancio senza precedenti, milioni di persone di coscienza in tutto il mondo sono desiderose di saperne di più e di sostenere il movimento BDS guidato dai palestinesi. Scaricate Boycat su IOS, Android e Web Extension e intensificate tutte le campagne BDS per mettere le aziende di fronte alle loro responsabilità in caso di complicità con le gravi violazioni del diritto internazionale di Israele e per sostenere la nostra lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza.
Insieme, poniamo fine al genocidio a Gaza per mano di Israele e smantelliamo il suo decennale regime di apartheid coloniale.
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia
Foto : bombardamento di Tel Al Sultan, « Massacro della tendopoli di Rafah » 26 maggio 2024
ULTIME NOTIZIE: Una nuova indagine mostra che AXA finanzia produttori di armi che appoggiano direttamente il genocidio in corso per mano di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza e i suoi massacri in Libano.
Un nuovo rapporto mostra che al 30 giugno 2024, il gigante assicurativo multinazionale francese AXA detiene 150,43 milioni di dollari - 78,87 milioni di dollari in azioni e 71,56 milioni di dollari in obbligazioni - in undici società che vendono armi a Israele permettendo il genocidio in corso a Gaza per mano di Israele. Si tratta di: Rolls-Royce, GE Aerospace (ex General Electric), Honeywell Technologies, Textron, Boeing, Lockheed Martin, General Dynamics, Northrop Grumman, RTX (ex Raytheon Technologies), L3Harris Technologies e BAE Systems.
Il rapporto si basa su ricerche del gruppo di responsabilità aziendale Ekō e dell'American Friends Service Committee (AFSC), nonché su dati richiesti all'organizzazione di ricerca indipendente Profundo dalla coalizione Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid.
Secondo il rapporto, AXA detiene investimenti per 173,62 milioni di dollari in almeno 14 aziende produttrici di armi, di cui 134,91 milioni assegnati a 13 aziende che producono armi controverse come l'uranio impoverito, le armi nucleari e il fosforo bianco.
Nel rapporto sono evidenziati gli investimenti di AXA in Boeing e General Dynamics, il quarto e il quinto produttore di armi al mondo. Entrambe le aziende hanno fornito armi a Israele dall'inizio del genocidio, nell'ottobre 2023, e le loro armi sono state direttamente collegate agli attacchi israeliani contro i palestinesi di Gaza, comprese le uccisioni di massa, come il bombardamento del campo profughi di Tel al-Sultan a Rafah, il 26 maggio, e il recente bombardamento del 10 settembre contro i palestinesi che si rifugiavano ad al-Mawasi, luogo designato da Israele come "zona sicura".
Il Procuratore della Corte penale internazionale, l'Ufficio dell'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite e Amnesty International hanno concluso che questi attacchi costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità.
AXA potrebbe incorrere in responsabilità legali ai sensi del diritto internazionale, compresa l'esposizione a procedimenti giudiziari per aver favorito crimini di guerra, genocidio e violazioni dei principi dei diritti umani delineati dal Global Compact delle Nazioni Unite e dalle Linee guida dell'OCSE. Secondo un parere legale di esperti recentemente pubblicato e commissionato dall'organizzazione palestinese per i diritti umani Al Haq e dal Centro di ricerca sulle multinazionali SOMO, AXA potrebbe essere ritenuta penalmente responsabile per la violazione del diritto internazionale come società, ma anche i suoi membri del consiglio di amministrazione, i dirigenti e i dipendenti di alto livello potrebbero essere ritenuti responsabili.
L'appello al boicottaggio di AXA continua. #BoycottAXA
Dopo anni di campagne, il 21 agosto 2024, la coalizione internazionale Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid ha annunciato un'importante traguardo per quanto riguarda la responsabilità delle aziende: la pressione popolare ha costretto AXA a vendere i suoi investimenti in tutte le principali banche israeliane e in Elbit Systems, la più grande azienda militare israeliana.
La coalizione è stata però chiara: in mezzo al genocidio in diretta streaming di Israele a Gaza, AXA non era fuori dai guai.
AXA non può nascondersi, finanzia il genocidio, ora lo sappiamo.
Con questa nuova rivelazione sul ruolo spudorato di AXA nel consentire i crimini atroci di Israele contro i palestinesi, il movimento BDS continua a chiedere di boicottare AXA fino a quando non disinvestirà completamente dalle aziende coinvolte nel genocidio a Gaza.
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia
Riassunto: È una vittoria molto importante per il movimento BDS e le/gli attivist* per i diritti dei palestinesi e una vittoria per le pressioni dei movimenti di base della società civile per porre fine alla vergognosa complicità di grandi società finanziarie come AXA nel regime di colonialismo di insediamento, apartheid e genocidio di Israele, che dura da 76 anni.
In un'importante vittoria per il movimento BDS e le/gli attivist* per i diritti umani contro le istituzioni finanziarie complici del regime israeliano di 76 anni di colonialismo di insediamento, apartheid e ora genocidio, la multinazionale francese AXA è stata costretta a vendere i suoi investimenti in tutte le principali banche israeliane, come confermato da questo nuovo rapporto. Queste banche sono considerate la spina dorsale del progetto israeliano di colonizzazione illegale delle terre occupate e rubate ai palestinesi.
La campagna globale Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid ha preso di mira gli investimenti di AXA nelle banche israeliane e in Elbit Systems per la loro complicità nelle colonie illegali di Israele nella Cisgiordania occupata, che costituiscono crimini di guerra secondo il diritto internazionale, e per altre gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi. Per anni AXA è stata sottoposta a una campagna di boicottaggio dei consumatori e a pressioni per il disinvestimento e ha subito danni alla reputazione.
Nell'assemblea degli azionisti di AXA nell'aprile 2024, l’amministratore delegato di AXA è stato costretto ad annunciare che AXA “ha zero investimenti nelle banche israeliane, diretti o indiretti."
Ekō, un’organizzazione che indaga sulla responsabilità delle imprese e fa parte della campagna Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid, ha commissionato una ricerca a Profundo - un'ente di ricerca indipendente – che ha confermato che aveva venduto tutte le azioni di banche israeliane, con quote residue rimanenti in Bank Leumi.
Questa vittoria è vostra. Siete stati in migliaia a chiedere di disinvestire da AXA e di boicottare AXA - #AXADivest e #BoycottAXA - recedendo dai contratti con l’azienda. Avete protestato fuori dagli uffici di AXA e organizzato azioni creative dirompenti a ogni riunione degli azionisti di AXA. Avete inviato migliaia di tweet, e-mail e lettere agli amministratori delegati di AXA, denunciando l'ipocrisia di AXA.
Tuttavia, il movimento BDS sottolinea che per AXA non è ancora finita. Mentre continua il genocidio in diretta streaming di Israele contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza, la coalizione continuerà a monitorare gli investimenti di AXA per assicurarsi che non sia complice del genocidio in corso.
Il movimento BDS, con le sue partnership intersettoriali in tutto il mondo, chiede di intensificare la pressione su tutte le istituzioni finanziarie che traggono profitto dall'oppressione e dall'ingiustizia. Investire nell'apartheid israeliano è sempre stato immorale e illegale. Con l'economia israeliana in costante declino, ora è anche davvero avventato.
È più che mai evidente che la pressione del BDS funziona. La conferma del disinvestimento di AXA da tutte le banche israeliane e da Elbit Systems è un'importante pietra miliare per il movimento, che giunge dopo anni di campagne strategiche del movimento BDS.
Il 19 luglio, la Corte internazionale di giustizia ha dichiarato Israele colpevole del crimine di apartheid nei confronti dei palestinesi, ribadendo che l'occupazione militare e l'annessione del territorio palestinese sono illegali. Ciò significa che tutti gli stati, i governi locali, le società e le istituzioni hanno l'obbligo legale di porre fine immediatamente a tutte le forme di complicità che consentono direttamente o indirettamente a Israele di mantenere la sua occupazione militare illegale, e che devono anche porre fine alla complicità nel brutale genocidio di Israele a Gaza e alla causa principale di tutto questo: Il regime israeliano di colonialismo d’insediamento e di apartheid che dura da 76 anni.
Le aziende criminali cercano di instillare nella nostra coscienza l'impossibilità di prevalere su di loro, ma il BDS funziona e abbiamo prevalso su AXA e su molte altre aziende ancora più grandi. Sicuramente potremo prevalere in molte altre lotte collettive per ricordare alle aziende che devono rispondere delle loro azioni e per il perseguimento della libertà, della giustizia e dell'uguaglianza.
Cronologia di questa vittoria:
La campagna Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid è stata lanciata nel 2016. All'epoca, AXA deteneva azioni di tre banche israeliane complici (Bank Hapoalim, BankLeumi, Mizrahi Tefahot Bank), oltre a Elbit Systems. AXA, attraverso la sua controllata al 100% AXA Investment Managers (AXA IM) e la sua quota del 64% in AXA Equitable Holdings (AXA EHQ), aveva inoltre investito in tutte e cinque le principali banche israeliane (Bank Hapoalim, Bank Leumi, First International Bank of Israel, Israel Discount Bank, Mizrahi Tefahot Bank).
Nel corso degli anni AXA ha adottato una serie di decisioni di investimento e di disinvestimento, e la campagna Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid non ha mai smesso di fare pressione su AXA affinché ponesse fine al suo sostegno alle violazioni dei diritti umani della popolazione indigena palestinese da parte di Israele, una volta per tutte. Questi sforzi hanno portato a importanti traguardi nella campagna:
AXA è stata costretta a disinvestire da Elbit Systems, parzialmente nel dicembre 2018 e nel marzo 2019, e completamente entro la fine del 2019.
AXA ha inoltre venduto quasi tutte le sue azioni di AXA EHQ, mantenendo solo una piccola quota dello 0,07%, in un processo che ha portato Equitable Holdings a separarsi dal gruppo madre di AXA e a riprendere il suo nome originale EHQ.
La campagna è riuscita anche a spingere AXA a disinvestire da due banche israeliane (Bank Mizrahi-Tefahot e First International Bank of Israel) entro la fine del 2022. Il nuovo rapporto conferma che al 30 settembre 2023 AXA non aveva reinvestito in queste due banche, ma aveva ancora più di 20 milioni di dollari di azioni investite in altre tre grandi banche israeliane: Bank Hapoalim, Israel Discount Bank e Bank Leumi.
Durante l'assemblea generale annuale di AXA dello scorso aprile 2024, l'amministratore delegato di AXA ha dovuto rispondere a un azionista e per la prima volta ha riconosciuto chiaramente che AXA aveva “zero” investimenti diretti o indiretti in banche israeliane.
Il rapporto conferma che, in seguito alle crescenti pressioni dell'opinione pubblica, al 24 giugno 2024 AXA ha effettivamente disinvestito da TUTTE le banche israeliane.
Per una cronologia completa della campagna #AXADivest clicca qui.
La Corte internazionale di giustizia dichiara che Israele è colpevole di apartheid contro i palestinesi e che l'occupazione militare e l'annessione dei territori palestinesi sono illegali
Il movimento BDS chiede di massimizzare la pressione su tutti gli stati affinché impongano immediatamente sanzioni mirate contro l'Israele dell'apartheid, compreso un embargo militare completo.
Palestina occupata, 19 luglio 2024 - La Corte internazionale di giustizia (CIG), dopo aver confermato la plausibilità del genocidio israeliano contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza a gennaio, ha appena dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale. La CIG ha ordinato a Israele di porre completamente fine all'occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est.
La sentenza odierna della CIG afferma senza ombra di dubbio l'obbligo legale per tutti gli stati di porre fine alla loro complicità con l'occupazione illegale da parte di Israele e alle gravi violazioni di diritti umani e di agire per garantire il rispetto del diritto internazionale. Ciò richiede l'imposizione di sanzioni mirate e immediate contro Israele, a partire da un embargo militare completo.
Ora gli stati non hanno più scuse per ignorare il loro obbligo legale di garantire che le società, le banche, i fondi di investimento e le istituzioni, come le università, domiciliate sotto la loro giurisdizione pongano fine a ogni complicità con l'apartheid e l'occupazione illegale da parte di Israele.
La sentenza del tribunale più importante del mondo conferma ciò che era stato proposto dalla maggioranza degli Stati membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA), ovvero che l'occupazione militare di Israele è un sistema discriminatorio dal punto di vista razziale, equivale all'annessione e all'aggressione contro il popolo palestinese, negandogli il diritto inalienabile all'autodeterminazione.
Saleh Hijazi, coordinatore del movimento BDS per le politiche libere dall'apartheid:
"La storica sentenza della Corte internazionale di Giustizia che ritiene Israele colpevole di apartheid e annessione, affermando che la sua occupazione è illegale e che deve smantellare i suoi insediamenti coloniali, fornire risarcimenti e permettere ai rifugiati di tornare al loro luogo di residenza originario, è un passo cruciale per porre fine al regime israeliano di colonialismo e apartheid che dura da 76 anni e che ora anche sta anche commettendo un genocidio.
Dobbiamo continuare a esercitare la nostra azione collettiva, il nostro potere popolare, per indurre gli stati a porre fine alla loro complicità con il regime genocida di apartheid di Israele e a imporre sanzioni mirate e significative contro di esso. Dobbiamo intensificare la nostra lotta ovunque per spingere a sospendere Israele da tutti i forum internazionali come le Nazioni Unite, la FIFA e le Olimpiadi, come è stato fatto contro il Sudafrica dell'apartheid. Dobbiamo anche intensificare la pressione su tutte le aziende e le istituzioni complici per far sì che mettano fine alla propria complicità.
Alla luce del genocidio in corso da parte di Israele, trasmesso in diretta streaming e abilitato dall'Occidente, contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza, le popolazioni autoctoni della Palestina credono più che mai che per esercitare il nostro diritto inalienabile all'autodeterminazione, al ritorno dei nostri rifugiati e per ottenere giustizia, l'intero regime di oppressione coloniale di Israele debba essere smantellato. Porre fine alle complicità statali, aziendali e istituzionali con questo regime è la forma più efficace e significativa di solidarietà internazionale con la lotta di liberazione palestinese".
Maren Mantovani, rappresentante per le relazioni internazionali di Stop the Wall all’interno del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC), guida del movimento BDS globale:
"Questa è la seconda sentenza incriminante della CIG contro Israele quest'anno, dopo aver confermato la plausibilità del genocidio a gennaio e aver fatto scattare l'obbligo legale degli stati di prevenire il genocidio. Si tratta della terza sentenza contro Israele in totale, poiché già nel 2004 la Corte internazionale di giustizia aveva confermato l'illegalità del Muro e degli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati, stabilendo per la prima volta gli obblighi vincolanti degli stati terzi e delle Nazioni Unite di porre fine alle violazioni del diritto internazionale da parte di Israele.
Se gli stati non vogliono relegare la CIG nell'oblio o trasformarla nell'ennesimo strumento dell'Occidente coloniale per governare, saccheggiare e sottomettere i popoli del Sud globale, è fondamentale che la maggioranza mondiale garantisca che le sentenze della CIG siano rispettate e applicate in modo coerente e completo."
Il movimento BDS chiede che venga esercitata la massima pressione dal basso e dalla società civile su tutti gli stati, le Nazioni Unite e gli organismi regionali per:
- Imporre immediatamente un embargo militare completo su Israele, che comprenda l'esportazione, l'importazione e il trasferimento di armi, equipaggiamento militare e prodotti a duplice uso, nonché la fine di tutte le altre forme di cooperazione militare (addestramento, ricerca congiunta, investimenti, ecc.).
- Imporre sanzioni mirate e legali contro Israele, di cui sanzioni diplomatiche, economiche e finanziarie.
- Porre immediatamente fine a tutte le altre forme di complicità con l'occupazione militare illegale da parte di Israele, il genocidio sempre più brutale a Gaza e la causa principale di tutto questo: il regime di colonialismo e apartheid di Israele che dura da 76 anni.
- Riattivare il Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l'apartheid per contribuire a sradicare il regime di apartheid di Israele e indicare i responsabili.
- Sospendere Israele dalle Nazioni Unite e privarlo dei suoi privilegi e diritti di membro, proprio come è stato fatto con il Sudafrica dell'apartheid.
- Sospendere Israele dalle Olimpiadi, dalla FIFA e da tutti i forum ed eventi internazionali e regionali di questo tipo.
Background
In totale, 57 Paesi hanno presentato alla Corte memorie scritte e, nel corso di sei giorni di udienze, 49 stati hanno presentato oralmente le loro posizioni sulle conseguenze legali dell'occupazione israeliana della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme Est. La maggior parte degli interventi ha sostenuto l'illegalità dell'occupazione e ha analizzato le conseguenze per Israele. 25 interventi hanno incluso un'analisi, o almeno un riferimento, all'apartheid e/o alla discriminazione sistematica o alla politica discriminatoria.
I seguenti Paesi hanno usato la parola apartheid, alcuni hanno fornito una lunga analisi dell'applicabilità del quadro dell'apartheid: Giordania, Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC), Unione Africana, Bangladesh, Cile, Libano, Lega degli Stati Arabi, Sudafrica, Kuwait, Gambia, Belize, Bolivia, Cuba, Qatar, Palestina, Pakistan, Yemen, Indonesia, Namibia, Cina. Brasile, Francia e Spagna hanno fatto riferimento alla discriminazione.
Fonte: BNC
Traduzione BDS
Escludere dagli appalti le aziende che violano diritti umani e diritto internazionale.
Aziende coinvolte in violazioni di diritti umani e diritto internazionale non devono trarre profitti dagli appalti pubblici.
Mentre il Comune di Bologna conferma il suo impegno per l’adozione di procedure per appalti etici, emergono già, nei consorzi che hanno vinto appalti pubblici con questa amministrazione, i nomi di alcune imprese coinvolte in violazioni di diritti umani e diritto internazionale.
Una di queste è il gruppo industriale francese Alstom, che opera nel settore della costruzione di treni e infrastrutture ferroviarie, attualmente impegnato nella costruzione delle linee del tram a Bologna.
Alstom Ferroviaria S.p.A. e Alstom Transport S.A. infatti fanno parte del raggruppamento temporaneo di imprese (RTI) che si è aggiudicato l’appalto per la Linea Rossa (Borgo Panigale-Fiera Michelino-Facoltà di Agraria), con C.M.B. Società Cooperativa (capofila) e Pavimental S.p.A. Allo stesso raggruppamento di imprese è stata affidata la realizzazione della Linea Verde (Via dei Mille-Corticella).
Alstom S.A. è inclusa dal 2020 nel database delle Nazioni Unite, la lista nera che elenca 112 imprese convolte in attività economiche nelle colonie israeliane nei Territori Palestinesi Occupati, illegali ai sensi del diritto internazionale. Nello specifico, l’azienda è inclusa in quanto società madre di Bombardier Transportation Israel Ltd., acquistata nel 2021, ed è coinvolta in relazione a due categorie di attività illegali evidenziate nel database: “la fornitura di servizi e utenze a sostegno del mantenimento e dell'esistenza di insediamenti, compresi i trasporti”, e “l’utilizzo di risorse naturali, in particolare acqua e terra, a fini commerciali”.
Secondo il rapporto di Don’t Buy into Occupation (DBIO), una coalizione di 25 organizzazioni della società civile di Belgio, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia, Palestina, Spagna e Regno Unito, Alstom è coinvolta nella Jerusalem Light Rail (JLR), che collega le colonie illegali nella parte orientale occupata di Gerusalemme con la parte occidentale della città. Nel 2019, Alstom si era ritirata da una gara d'appalto dopo una significativa pressione da parte della società civile. Tuttavia, nel luglio 2021, Alstom è entrata a far parte di uno dei consorzi selezionati per partecipare alla gara d'appalto delle linee Blu e Viola per la Jerusalem Light Rail, che collegheranno le colonie illegali nel sud e nel nord della città, insieme a imprese israeliane incluse nella lista nera delle Nazioni Unite, come Electra Group Ltd. (nota anche per l’accordo di franchising con il gruppo francese della grande distribuzione Carrefour che ha aperto supermercati nelle colonie e offerto pacchi alimentari ai soldati dell’IDF impegnati nel genocidio a Gaza).
Inoltre, attraverso Bombardier Transportation Israel Ltd., sta collaborando con Israel Railways al collegamento ferroviario tra Tel Aviv e Gerusalemme. Il treno attraversa la linea verde nella Cisgiordania occupata in due aree, utilizza illegalmente terreni palestinesi pubblici e privati nei territori occupati per un progetto di trasporto israeliano a beneficio esclusivo dei cittadini israeliani.
Alstom ha diversi altri contratti in Israele. Tra questi la costruzione delle linee di metropolitana leggera Haifa - Nazareth e Linea Verde di Tel Aviv, sempre in consorzio con Electra Group Ltd.
Naturalmente, con l’ipocrisia che contraddistingue la maggior parte delle imprese, Alstom nel suo Codice Etico afferma di rispettare i Principi Guida delle Nazioni Unite in materia di imprese e diritti umani e la legislazione internazionale sui diritti umani.
Il caso di Alstom è un esempio di come, in assenza di politiche etiche di appalto e di impegno a rispettarle, aziende notoriamente coinvolte in violazioni di diritti umani e diritto internazionale possano impunemente trarre profitto da appalti pubblici, finanziati dalle tasse dei cittadini.
Sicuramente Alstom non è l’unica impresa con questo background ad avere appalti con amministrazioni pubbliche, come il Comune di Bologna o la Regione Emilia-Romagna. Per questo è urgente che Comune e Regione introducano misure adeguate per l’attuazione dell’ordine del giorno votato dal Consiglio Comunale il 22 aprile e della risoluzione approvata dall’Assemblea Legislativa Regionale l’11 giugno.
In attesa che tali misure siano attivate al più presto per gli appalti futuri, Comune e Regione dovrebbero prendere in considerazione azioni per interrompere i contratti in essere con aziende che risultassero coinvolte nelle violazioni di diritti umani e diritto internazionale.
Da parte nostra, continueremo a denunciare i crimini e le complicità di queste aziende e a chiedere che vengano escluse dagli appalti.
BDS Italia
Un passo importante verso l’esclusione di aziende complici del genocidio a Gaza e del sistema di oppressione israeliano. Un esempio da seguire in ogni città.
Nella seduta del 22 aprile il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato all’unanimità dei presenti un ordine del giorno che “invita il sindaco e la giunta ad adottare una politica di appalti etici (PAE) che tenga conto del coinvolgimento degli offerenti e dei membri della sua entità economica in gravi violazioni dei diritti umani e/o del diritto internazionale (ad esempio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità) e che consenta quindi al Comune di Bologna di escludere tali soggetti” e “a portare questa posizione in sede di discussione del rinnovo del Protocollo Appalti.”
Questo ordine del giorno, mettendo al centro la necessità che le aziende coinvolte negli appalti del Comune di Bologna, di qualsiasi nazionalità e dovunque operino, rispettino i diritti umani e il diritto internazionale, è un primo passo importante verso l’esclusione di aziende complici del regime israeliano di colonialismo, occupazione militare e apartheid, responsabile del genocidio in corso a Gaza e di violazioni che durano da oltre 75 anni, nell’impunità più assoluta.
Bologna così si unisce a diverse città in Europa e nel mondo, incluse Gent, Verviers e Liège (Belgio), Oslo, Barcellona, Bélem (Brasile), Derry e Strabane (Irlanda), Hayward (USA), che hanno già adottato misure simili che puntano a colpire le complicità con i crimini di Israele.
L’adozione di politiche etiche di appalto costituisce una scelta di principio giuridicamente fondata da parte delle amministrazioni pubbliche, in linea con le norme indicate nei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani che descrivono il ruolo e le responsabilità delle imprese per evitare di causare o contribuire a impatti negativi sui diritti umani attraverso le proprie attività, e per prevenire o attenuare impatti negativi sui diritti umani direttamente legati alle loro attività e causati da loro partner commerciali. Queste stesse norme richiedono che gli stati e le amministrazioni pubbliche, compresi i consigli comunali, promuovano il rispetto dei diritti umani da parte di tutte le imprese con cui conducono transazioni commerciali.
Ora si tratta di intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché procedure etiche di appalto vengano effettivamente introdotte in tempi brevi nel Protocollo degli Appalti del Comune di Bologna e vigilare perché nessuna azienda complice dei crimini di Israele sia ammessa a partecipare ad appalti.
Questo ordine del giorno, promosso dai consiglieri comunali di Coalizione Civica con il sostegno di altri consiglieri di maggioranza, risponde a una sollecitazione di Omar Barghouti, co-fondatore del movimento internazionale nonviolento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, fatta nel corso degli incontri a Bologna il 20 febbraio e alle precise richieste in questo senso avanzate dal Coordinamento Campagna BDS Bologna e rilanciate da “Bologna per la Palestina”, un coordinamento cittadino di cui fanno parte oltre 40 associazioni.
Richieste di introduzione di politiche etiche sugli appalti sono state avanzate anche all’Università di Bologna, nell’ambito delle mobilitazioni in corso di studenti, personale accademico e personale tecnico-amministrativo per interrompere i rapporti con le università israeliane e con istituzioni e aziende complici dei crimini di Israele, e alla Regione Emilia-Romagna, che finora vergognosamente non è riuscita nemmeno a esprimersi sulla necessità di un cessate il fuoco.
Questo primo risultato è frutto di un percorso di confronto avviato da attivist* e associazioni per i diritti dei palestinesi con alcuni consiglieri sensibili a questo tema, che ha portato in dicembre all’approvazione di un ordine del giorno a favore del cessate il fuoco a Gaza, con la conseguente affissione di uno striscione con questa richiesta in Piazza Maggiore, e successivamente all’organizzazione da parte dei gruppi consigliari di maggioranza di un incontro con Omar Barghouti e Elian Weizman, oggetto di pesanti attacchi e tentativi di censura da parte dei sostenitori di Israele.
Invitiamo gruppi e associazioni solidali con la lotta del popolo palestinese a intraprendere percorsi simili in tutta Italia, coinvolgendo rappresentanti di istituzioni locali e amministrazione pubbliche, per introdurre misure che mettano fine alle complicità con i crimini di Israele e impongano il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
Per informazioni e materiali sulle politiche etiche di appalto scrivete a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il ritiro del colosso tecnologico è un altro forte indicatore del drammatico calo di fiducia nell’economia israeliana.
Samsung Next, il braccio innovativo del gigante tecnologico coreano Samsung, sta chiudendo le sue attività a Tel Aviv, un altro forte indicatore del drammatico calo di fiducia nell’economia israeliana.
Ritirandosi da Israele, Samsung Next, che fino ad oggi aveva investito in circa 70 start-up israeliane, è l’ultimo fondo a disinvestire dal settore hi-tech israeliano, un tempo fiorente, che rappresenta oltre il 50% delle esportazioni. Molte aziende tecnologiche statunitensi e israeliane si sono già ritirate. Nel 2023, gli investimenti nelle aziende tecnologiche israeliane sono crollati del 56% rispetto al 2022.
Il ritiro delle imprese da Israele riflette la crescente consapevolezza da parte delle aziende globali di due rischi principali:
(a) La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia secondo cui Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza pone un serio rischio di responsabilità legale per complicità.
(b) L'economia israeliana è in chiaro e costante declino, come ha dovuto infine ammettere anche Moody's, a causa dei problemi strutturali neoliberisti, delle riforme giudiziarie avviate dal governo di estrema destra e del crescente impatto del BDS.
Già nel luglio 2023, il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid scriveva: “Israele non è più la nazione delle start-up. È una nazione in crisi. È una crisi politica, sociale e internazionale, ma i suoi effetti saranno economici. … Alcuni dei danni [economici] causati di recente richiederanno anni per essere riparati". Ma dall’inizio del genocidio di Gaza in Israele, l’impatto del BDS è cresciuto drasticamente, quasi in proporzione all’aumento della ferocia e della depravazione della “fabbrica di assassinio di massa” di palestinesi da parte di Israele e del suo uso della fame come arma di guerra. Molte aziende del settore hi-tech israeliano, in particolare nel campo della sicurezza informatica, sono “nate dall’esercito”. I finanziamenti per il settore della sicurezza informatica israeliana nel 2023 hanno toccato il minimo degli ultimi 5 anni , probabilmente a causa di un’emergente perdita di fiducia nelle capacità di Israele riguardo alla sicurezza, un tempo invidiate.
Investire nel regime coloniale di insediamento e apartheid di Israele, in vigore da 76 anni, è sempre stato immorale e verosimilmente illegale. Ora è anche finanziariamente irresponsabile.
#ShutDownNation
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia
Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea
Charles Michel, Presidente del Consiglio europeo
Roberta Metsola, Presidente del Parlamento europeo
Alessandro De Croo, Primo ministro del Belgio, Presidenza del Consiglio dell'Unione Europea
Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Primi ministri di tutti gli Stati membri dell’UE
Jonas Gahr Store, Primo ministro della Norvegia
Gentili signore/signori,
Noi, sindacati europei firmatari, chiediamo all’UE e ai paesi europei di sospendere l’accordo di associazione con Israele nonché i trattati bilaterali alla luce delle gravi violazioni dei diritti umani da parte del Governo israeliano, in violazione dell’articolo 2 dell’UE – Accordo di associazione con Israele.
Il conflitto a Gaza e le gravi restrizioni aggiuntive imposte dal Governo israeliano in Cisgiordania hanno avuto un impatto devastante sui lavoratori palestinesi e su coloro che sostengono. L'ILO ha riferito a dicembre che dal 7 ottobre sono andati perduti il 66% dei posti di lavoro a Gaza e il 32% in Cisgiordania.
Venerdì 26 gennaio 2024, la Corte internazionale di giustizia (CIG) ha ritenuto plausibile che gli atti commessi da Israele possano equivalere a un genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata. L’CIG ha inoltre emesso sei misure provvisorie, ordinando a Israele di prevenire atti di genocidio a Gaza.
Quando la sentenza della Corte internazionale di giustizia è stata emessa, diversi paesi europei hanno deciso di sospendere i finanziamenti all'UNRWA, a seguito di accuse non ancora provate, complicando ulteriormente la fornitura di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Chiediamo che questi aiuti vengano ripristinati, per evitare ulteriori morti a causa della mancanza di risorse per l'assistenza alla popolazione civile.
Da quando i giudici hanno emesso la loro sentenza, la situazione è ulteriormente peggiorata. Oltre 30.000 palestinesi sono morti, 1,7 milioni di persone sono sfollate, il 93% si trova ad affrontare livelli critici di carenza alimentare. La devastazione è innegabile. La sentenza della Corte internazionale di giustizia ha implicazioni più ampie per tutti gli stati, poiché tutti sono obbligati sia ad astenersi dal commettere un genocidio, sia a prevenirlo e punirlo ovunque si verifichi. Ricordiamo a tutti gli stati parti della Convenzione che hanno l'obbligo legale di garantire l'attuazione delle "misure provvisorie", di prevenire il genocidio e di garantire che non siano complici del genocidio.
Nel febbraio 2023 Irlanda e Spagna hanno chiesto una “revisione urgente” dell’accordo di associazione UE-Israele – e un intervento nel caso in cui si scoprisse che Israele ha violato i suoi obblighi di “rispetto dei diritti umani e dei principi democratici” che “costituiscono la base stessa dell’accordo di associazione".
Le mutilazioni e l’uccisione di decine di migliaia di civili, la morte per fame della popolazione deliberatamente provocata e la distruzione di tutti i mezzi di sopravvivenza suggeriscono infatti che Israele non stia rigorosamente rispettando i diritti umani e le norme democratiche a Gaza.
L’UE è il principale partner commerciale di Israele, con un volume di scambi pari a oltre 46 miliardi di Euro nel 2023. Il commercio è regolato dall’accordo di associazione UE-Israele, che include una clausola sui diritti umani sugli “elementi essenziali”. “Ciò significa che entrambe le parti possono sospendere unilateralmente l’accordo in risposta a gravi violazioni dei diritti umani.
Israele partecipa anche a Horizon Europa, il programma di ricerca e innovazione da 95 miliardi di Euro nell’ambito del quale le istituzioni israeliane possono richiedere finanziamenti. Anche l’accesso a questo redditizio programma dovrebbe essere immediatamente sospeso fino a quando Israele non garantirà il rispetto dei suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale.
Il 23 febbraio un gruppo di esperti delle Nazioni Unite ha lanciato un appello urgente per fermare immediatamente l'esportazione di armi verso Israele. Inoltre, il 12 febbraio 2024 la corte d’appello olandese ha ordinato ai Paesi Bassi di sospendere l’esportazione di parti di aerei da caccia F-35 verso Israele. La corte ha ritenuto che esistesse un “chiaro rischio” che le parti venissero utilizzate per commettere o agevolare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, poiché “ci sono molte indicazioni che Israele ha violato il diritto umanitario di guerra in un numero non trascurabile di casi”.
Sosteniamo queste dichiarazioni e invitiamo l’UE e i Paesi europei a imporre un embargo militare e a fermare il trasferimento di armi attraverso i loro paesi, come richiesto dai sindacati palestinesi.
Cordiali saluti,
Rete sindacale europea per la giustizia in Palestina
Co-firmato da:
ACV-CSC (Belgio)
Pancyprian Federation of Labour PEO (Cipro)
Union Syndicale Solidaires (Francia)
Irish Congress of Trade Unions (Irlanda)
La Centrale Générale-FGTB (Belgio)
Métallos-FGTB (Belgio)
CNE-CSC (Belgio)
ACV Puls (Belgio)
CGSP-ALR Bruxelles / ACOD-LRB Brussel (Belgio)
CGT-FNSCBA (Francia)
CGT-FDSP (Francia)
Fédération Syndicale Unitaire (Francia)
Fórsa (Irlanda)
Communication Workers Union (Irlanda)
Irish National Teachers Organisation (Irlanda)
Teachers’ Union of Ireland (Irlanda)
Mandate Trade Union (Irlanda)
UNISON (Irlanda del Nord)
NIPSA (Irlanda del Nord)
Fagforbundet (Norvegia)
Industri Energi (Norvegia)
CGT - Confederación General del Trabajo (Spagna)
ELA (Paese Basco)
Solidaritat Obrera (Catalogna)
IAC-Intersindical alternativa de Catalunya (Catalogna)
Confederación Intersindical Galega (CIG) (Galicia)
Intersindical Valenciana (Paese Valenciano)
SAT-PDI-US (Spagna)
Craigavon Trades Council (Irlanda)
Dundee Trades Union Council (Scozia)
Cork Council of Trade Unions (Irlanda)
NUJ Dundee Branch (Scozia)
Unite Retired Members Branch Dundee (Scozia/RU)
Dublin Council of Trade Unions (Irlanda)
Federation CGT des Services Publics (Francia)
CGT FDSP (Francia)
Syndicat CGT retraités de Morsang sur Orge UCR CGT (Francia)
Comité des syndicats CGT ville de Paris (Francia)
CGT Territoriaux Strasbourg Eurométropole (Francia)
CGT Territoriaux de Saint-Nazaire (Francia)
Coordination Syndicale Départementale CGT des Services Publics de Seine Maritime (Francia)
Section retraités service public ville de Tarbes et TLP (Francia)
UFICT CGT TX IVRY (Francia)
Fonte: European Trade Unions
Traduzione di BDS Italia