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di Shahd Abusalama
I rappresentanti degli studenti presso l'Università di Manchester hanno votato a favore del sostegno all'appello palestinese per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) contro Israele.
Una mozione del BDS è stata approvata la scorsa settimana dal 60% del senato dell'unione degli studenti presso l'Università britannica.
La decisione rappresenta una sfida coraggiosa nei confronti dei responsabili dell'Università, che negli ultimi anni hanno sviluppato forti legami con Israele.
Nel 2013, l'Università di Manchester ha firmato un patto di collaborazione con il Technion, l’istituto di tecnologia israeliano.
Il Technion lavora in collaborazione con un certo numero di produttori di armi israeliani e ha anche contribuito a sviluppare una funzione di comando a distanza per i bulldozer D9, che Israele usa per demolire le case palestinesi.
Leggi: Gli studenti di Manchester votano a favore della rottura dei legami con Israele
Si riaccende la polemica sulle collaborazioni dell'Università di Torino con il Technion, l'ateneo israeliano finito già l'anno scorso nel mirino degli attivisti pro Palestina. Questa volta a scatenare le proteste degli studenti è la partecipazione al consorzio europeo Eit Food, che a partire dal 2017 avvierà progetti di ricerca sui temi legati all'agroalimentare, e nel quale i ricercatori di via Verdi dovranno collaborare con quelli di Haifa. “Unito si fa di nuovo complice di discriminazioni e violazioni dei diritti umani collaborando con Israele all’interno del progetto europeo” è il duro attacco degli “Studenti contro il Technion” la sigla che riunisce diverse realtà dell'ateneo piemontese che aveva lanciato un appello per il boicottaggio dell'istituto e diverse azioni nelle sedi anche del Politecnico.
Nei prossimi sette anni saranno avviati progetti per centinaia di migliaia di euro su dieta mediterranea e nuove tecnologie legate alla produzione di cibo. “Tra gli obiettivi più importanti del progetto c’è lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi alimentari più salutari e sostenibili, ponendo alla base la dieta mediterranea. Israele si può permettere di parlare di “piacere di un’alta qualità gastronomica” e condurre ricerca sui “benefici di un cibo salutare” mentre dall’altra parte del muro in West Bank o nella Striscia di Gaza oltre il 70 percento dei palestinesi non ha nemmeno accesso ad un’alimentazione adeguata, che porta così ad un alto tasso di malnutrizione, malattie e mortalità infantile” scrivono ancora gli attivisti che ribadiscono la richiesta “di interrompere ogni accordo tra l'Università di Torino e il Technion”, promettendo nuove contestazioni.
Leggi: Sulla collaborazione tra Università di Torino e Israele scoppia di nuovo la polemica
di Andrìa Pili
L’oppressione del popolo palestinese ad opera dello Stato d’Israele – espressa nel colonialismo, nel regime di apartheid e nei crimini contro l’umanità commessi dai sionisti – chiama in causa ogni individuo cosciente, ovunque si trovi, perché prenda posizione. Le periodiche esercitazioni militari israeliane in Sardegna sono il legame più concreto e diretto tra noi e il genocidio dei palestinesi; ma la lotta contro le basi militari non è l’unico contributo che i sardi possono dare all’emancipazione della Palestina. Tra i mezzi validi a tal fine c’è anche il boicottaggio di ogni tipo nei confronti dell’entità sionista, compreso quello accademico.
Leggi: Boicottaggio accademico di Israele: un anno di lotte a Cagliari
Contatto: Dylan Fahoome, Palestine Legal - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. | 312-212-0448
La University of California Berkeley (Cal) ha ripristinato questa mattina un corso sulla Palestina gestito dagli studenti in seguito alle proteste suscitate dalla sua sospensione arbitraria la scorsa settimana. La sospensione, decisa apparentemente come risposta alle pressioni dei gruppi di difesa di Israele, è stata ampiamente condannata - da studenti, da professori e da osservatori - come una scioccante e ingiustificabile violazione della libertà accademica.
Leggi: L'università UC Berkeley ripristina il corso sulla Palestina
Lettera di risposta di Ghassan Hage all’invito a tenere il discorso di apertura in occasione della conferenza dell’Israeli Anthropological Association .
Caro …
mi ci è voluto un po’ di tempo per scrivere questa lettera che può risultare un po’ formale. Non era questa la mia intenzione, ma il fatto è che voglio essere il più chiaro possibile circa le mie ragioni.
Ho sinceramente apprezzato il tuo invito a tenere il discorso di apertura in occasione della conferenza dell’Israeli Anthropological Association. E mi rendo conto che si tratta di un invito fatto in buona fede, che scaturisce dal tuo desiderio di aprire l’associazione a voci che sono fortemente critiche verso Israele come ce ne sono oggi nel mondo e che, come dici tu, non sono abbastanza sentite.
Temo di dover rifiutare l’invito. Non posso dire che sono felicissimo di declinarlo. Come ti ho già detto, per temperamento sono incline e disponibile al dialogo sempre, ma ho pensato molto su che cosa la mia presenza avrebbe comportato e mi sono convinto che alla fine il risultato sarebbe negativo e non positivo. Ma nel pensare a cosa sia positivo e cosa negativo penso a come questo incida sulla lotta del popolo palestinese per liberarsi dal colonialismo e non alla lotta portata avanti da antropologi israeliani per rendere la loro società più aperta e ricettiva.
Leggi: Ghassan Hage declina l’invito ricevuto dall’Israeli Anthropological Association
Una università israeliana ha ospitato un hackathon di hasbara, che ha visto gli studenti riunirsi per creare nuovi modi per migliorare l'immagine di Israele e minare la campagna per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS).
La manifestazione 'iHack', che si è tenuta presso l'Istituto Technion-Israel of Technology, è l'ultimo esempio di auto-reclutamento di studenti israeliani e istituti di istruzione superiore nella offensiva globale di Israele (attraverso il sistema, n.d.t.) delle pubbliche relazioni.
Secondo gli organizzatori, l'evento ha cercato di "riunire una comunità di individui creativi, tecnici e appassionati, per lavorare insieme in team per creare media, contenuti, campagne e applicazioni per la difesa di Israele."
Il tema è stato "sviluppare prodotti per promuovere" tre obiettivi: "rendere la difesa di Israele più accessibile al pubblico", "contrastare il movimento BDS" e "dare di Israele un marchio positivo".
Gli studenti della Technion dietro il progetto sono tutti parte dello schema 'Israel Fellowship' gestito dalla organizzazione di difesa israeliana StandWithUs.
Leggi: Il Technion e un’impresa di armamenti tengono un hackathon di hasbara
di Ali Abunimah
Il vice-presidente della Rete Internazionale di studiosi del genocidio si è chiamato fuori dalla conferenza di gruppo presso l'Università Ebraica di Gerusalemme, a seguito degli appelli di attivisti di solidarietà con la Palestina
BDS Sud Africa, un'organizzazione che sostiene l'appello palestinese al boicottaggio di Israele, ha annunciato che il professore Mohamed Adhikari dell'Università di Città del Capo aveva informato di aver ritirato la sua presentazione dalla conferenza.
Anche lo studioso britannico del genocidio Martin Shaw ha annunciato che sta per ritirarsi dalla conferenza, che inizia Domenica.
Leggi: Studiosi del genocidio si ritirano dalla conferenza in Israele
Sessanta docenti e ricercatori universitari italiani e la ministra dell'istruzione Giannini attesi in Israele il 2 giugno per manifestare appoggio allo Stato ebraico e opposizione al Bds. Nel frattempo l'astrofisico e docente palestinese Imad Barghouti è in prigione da due mesi senza processo
di Michele Giorgio
Chissà se, in nome della libertà accademica che invoca l’ambasciatore italiano a Tel Aviv, Francesco Talò, i 60 docenti e ricercatori universitari italiani attesi in Israele il 2 giugno, chiederanno la liberazione dell’astrofisico palestinese Imad Barghouti da due mesi in carcere, senza processo, a causa di alcuni post sul suo profilo di Facebook, nonostante una corte militare ne abbia decretato la scarcerazione immediata. Barghouti, che in passato ha lavorato per la Nasa, è autore di una teoria che spiega come gli ioni di ossigeno si propaghino dalla crosta terrestre nello spazio. I suoi studi, conosciuti a livello internazionale, però non contano per le autorità israeliane che lo considerano soltanto un palestinese vicino al movimento islamico Hamas.
In una lettera alla Rete Internazionale degli Studiosi del Genocidio (International Network of Genocide Scholars - INoGS), 270 accademici di 19 Paesi hanno chiesto la cancellazione della quinta "Conferenza Globale sul Genocidio", prevista dal 26 al 29 giugno all'Università Ebraica di Gerusalemme.
La lettera, inviata agli organizzatori della conferenza il 3 maggio, punta il dito contro l'ipocrisia di tenere la conferenza in Israele nel momento in cui le azioni israeliane sono "sempre più viste alla luce della pulizia etnica e del genocidio legato al colonialismo di insediamento." I firmatari chiedono agli studiosi e ai professionisti di boicottare la conferenza se non dovesse essere annullata.
Leggi: Centinaia di accademici chiedono il boicottaggio della conferenza sul genocidio in Israele
Catherine Hall rifiuta un premio di 300.000 euro a causa della complicità dell'Università di Tel Aviv nell'occupazione.
di Haggai Matar
La nota storica e femminista britannica Catherine Hall ha annunciato di non voler accettare, per motivi politici, un prestigioso premio conferitole dall'Università di Tel Aviv. La studiosa e docente universitaria aveva ricevuto un premio di 300.000 euro dalla Fondazione Dan David, che avrebbe dovuto ricevere durante una cerimonia tenutasi sabato all'università. Il movimento BDS ha chiesto a lei e ad altri studiosi premiati di rifiutare il premio a causa della complicità dell'Università di Tel Aviv nell'occupazione.
Leggi: Nota storica e femminista britannica rifiuta prestigioso premio israeliano