Un passo importante verso l’esclusione di aziende complici del genocidio a Gaza e del sistema di oppressione israeliano. Un esempio da seguire in ogni città.
Nella seduta del 22 aprile il Consiglio Comunale di Bologna ha approvato all’unanimità dei presenti un ordine del giorno che “invita il sindaco e la giunta ad adottare una politica di appalti etici (PAE) che tenga conto del coinvolgimento degli offerenti e dei membri della sua entità economica in gravi violazioni dei diritti umani e/o del diritto internazionale (ad esempio, crimini di guerra e crimini contro l'umanità) e che consenta quindi al Comune di Bologna di escludere tali soggetti” e “a portare questa posizione in sede di discussione del rinnovo del Protocollo Appalti.”
Questo ordine del giorno, mettendo al centro la necessità che le aziende coinvolte negli appalti del Comune di Bologna, di qualsiasi nazionalità e dovunque operino, rispettino i diritti umani e il diritto internazionale, è un primo passo importante verso l’esclusione di aziende complici del regime israeliano di colonialismo, occupazione militare e apartheid, responsabile del genocidio in corso a Gaza e di violazioni che durano da oltre 75 anni, nell’impunità più assoluta.
Bologna così si unisce a diverse città in Europa e nel mondo, incluse Gent, Verviers e Liège (Belgio), Oslo, Barcellona, Bélem (Brasile), Derry e Strabane (Irlanda), Hayward (USA), che hanno già adottato misure simili che puntano a colpire le complicità con i crimini di Israele.
L’adozione di politiche etiche di appalto costituisce una scelta di principio giuridicamente fondata da parte delle amministrazioni pubbliche, in linea con le norme indicate nei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani che descrivono il ruolo e le responsabilità delle imprese per evitare di causare o contribuire a impatti negativi sui diritti umani attraverso le proprie attività, e per prevenire o attenuare impatti negativi sui diritti umani direttamente legati alle loro attività e causati da loro partner commerciali. Queste stesse norme richiedono che gli stati e le amministrazioni pubbliche, compresi i consigli comunali, promuovano il rispetto dei diritti umani da parte di tutte le imprese con cui conducono transazioni commerciali.
Ora si tratta di intraprendere tutte le iniziative necessarie affinché procedure etiche di appalto vengano effettivamente introdotte in tempi brevi nel Protocollo degli Appalti del Comune di Bologna e vigilare perché nessuna azienda complice dei crimini di Israele sia ammessa a partecipare ad appalti.
Questo ordine del giorno, promosso dai consiglieri comunali di Coalizione Civica con il sostegno di altri consiglieri di maggioranza, risponde a una sollecitazione di Omar Barghouti, co-fondatore del movimento internazionale nonviolento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni, fatta nel corso degli incontri a Bologna il 20 febbraio e alle precise richieste in questo senso avanzate dal Coordinamento Campagna BDS Bologna e rilanciate da “Bologna per la Palestina”, un coordinamento cittadino di cui fanno parte oltre 40 associazioni.
Richieste di introduzione di politiche etiche sugli appalti sono state avanzate anche all’Università di Bologna, nell’ambito delle mobilitazioni in corso di studenti, personale accademico e personale tecnico-amministrativo per interrompere i rapporti con le università israeliane e con istituzioni e aziende complici dei crimini di Israele, e alla Regione Emilia-Romagna, che finora vergognosamente non è riuscita nemmeno a esprimersi sulla necessità di un cessate il fuoco.
Questo primo risultato è frutto di un percorso di confronto avviato da attivist* e associazioni per i diritti dei palestinesi con alcuni consiglieri sensibili a questo tema, che ha portato in dicembre all’approvazione di un ordine del giorno a favore del cessate il fuoco a Gaza, con la conseguente affissione di uno striscione con questa richiesta in Piazza Maggiore, e successivamente all’organizzazione da parte dei gruppi consigliari di maggioranza di un incontro con Omar Barghouti e Elian Weizman, oggetto di pesanti attacchi e tentativi di censura da parte dei sostenitori di Israele.
Invitiamo gruppi e associazioni solidali con la lotta del popolo palestinese a intraprendere percorsi simili in tutta Italia, coinvolgendo rappresentanti di istituzioni locali e amministrazione pubbliche, per introdurre misure che mettano fine alle complicità con i crimini di Israele e impongano il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
Per informazioni e materiali sulle politiche etiche di appalto scrivete a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.