I palestinesi plaudono all'apassionata mobilitazione degli studenti di tutto il mondo contro il genocidio di Gaza e l'apartheid coloniale di Israele.

Studenti e docenti di tutto il mondo - dagli Stati Uniti all'Australia, dal Regno Unito alla Francia - si stanno sollevando in quella che si sta rapidamente trasformando in una mobilitazione globale che si concentra sul genocidio perpetrato da Israele, con il favore dell'Occidente, ai danni di 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata e, soprattutto, sulla complicità delle istituzioni. È un'ondata urgente di sfida e determinazione di una nuova generazione che rifiuta un mondo di brutalità, impunità, razzismo e oppressione, sia che si tratti di palestinesi che di qualsiasi altra comunità oppressa.

Non si tratta di un movimento performativo che si accontenta di gesti simbolici o di vuoti slogan. Ha richieste strategiche, prima fra tutte quella di porre fine alla complicità delle istituzioni accademiche nel genocidio di Israele e nel suo regime di colonialismo e apartheid, che dura da 76 anni, disinvestendo dalle aziende che permettono questo regime.

Costruita sulla base di mesi, anni e decenni di organizzazione studentesca, l'attuale ondata di presidi e occupazioni nei campus sta sconvolgendo l'ordine mondiale dominato dall'Occidente, in cui il genocidio in diretta streaming di Israele è normalizzato e le vittime e i sopravvissuti palestinesi gravemente disumanizzati. Mentre i governi sono direttamente complici o troppo timidi per intraprendere le azioni necessarie a fermare il continuo tentativo di Israele di eliminare i palestinesi e a sostenere il diritto internazionale, gli studenti stanno gridando al mondo che dobbiamo porvi fine ora e stanno iniziando con richieste efficaci e strategiche che chiamano in causa la complicità delle loro stesse istituzioni.

Il Comitato Nazionale Palestinese BDS (BNC), l’ampia coalizione palestinese che guida il movimento BDS globale, plaude a tutti coloro che, mentre affrontano la repressione, continuano a costruire una potente rivolta contro il business-as-usual, l'apatia razzista e la totale complicità. La loro determinazione disinteressata nel cercare di liberare i loro campus dai legami con il regime di apartheid e genocidio di Israele contro milioni di palestinesi, di fronte alla vergognosa repressione delle amministrazioni universitarie e della polizia, ci dà speranza.

Sono passati due decenni da quando il movimento anti-apartheid guidato dai palestinesi ha lanciato l'appello del PACBI del 2004 per il boicottaggio accademico e culturale e, un anno dopo, ha chiesto boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni (BDS) completi contro Israele. Ora i gruppi studenteschi di tutto il mondo, sostenuti in molti casi da facoltà e sindacati, stanno diffondendo la richiesta palestinese di disinvestimento, di boicottaggio accademico, di porre fine a tutte le complicità statali, aziendali e istituzionali nel regime di 76 anni di colonialismo e apartheid di Israele. Il canto "Disclose, Divest, We will not stop, We will not rest" è diventato virale in tutto il mondo.

Il coro segue le orme degli storici movimenti di protesta che hanno segnato, tra gli altri, i tempi del movimento anti-apartheid sudafricano degli anni '80 e delle proteste contro la guerra degli anni '60.

Durante il genocidio di Gaza, in corso da quasi sette mesi e trasmesso in diretta streaming, Israele ha drammaticamente inasprito la sua politica di lunga data di scolasticidio, la distruzione sistematica dell'istruzione palestinese, o uccisione dell’apprendimento. Ogni singola università di Gaza è stata bombardata, 548 scuole sono state distrutte o danneggiate, insegnanti e professori sono stati assassinati.

Mentre siamo determinati e abbiamo imparato da tempo a studiare sulle macerie delle nostre scuole e a tenere lezioni clandestine, traiamo ispirazione e speranza dalla rivolta globale di studenti e docenti che sfidano la complicità delle loro istituzioni. Essi incarnano lo spirito delle parole del defunto Rev. Desmond Tutu:

Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia, hai scelto la parte dell'oppressore

Chiediamo agli studenti e ai docenti di tutto il mondo di continuare a mobilitarsi, unirsi e far crescere questa mobilitazione senza precedenti per la liberazione della Palestina. Organizzate proteste, presidi, sit-in, walkout, occupazioni, teach-in e altre forme di interruzione pacifica del business-as-usual per chiedere azioni concrete per porre immediatamente fine al genocidio di Israele a Gaza e a tutte le forme di complicità.

Come parte o a sostegno delle proteste nelle università:

- Chiedete alla vostra università di rendere noti i suoi investimenti e di disinvestire da tutte le aziende complici del genocidio di Israele e del regime di apartheid che ne è alla base, come è stato fatto nella lotta contro il Sudafrica dell'apartheid.

- Fate pressione a favore del boicottaggio accademico, affinché le università, i dipartimenti e i programmi taglino tutti i legami istituzionali con le università e le istituzioni israeliane complici, che sono un pilastro del regime coloniale.

- Presentate mozioni all'interno delle associazioni studentesche, dei sindacati universitari e delle associazioni accademiche che sostengono il movimento BDS palestinese e in particolare l'appello del PACBI per il boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane complici. 

- Fate del vostro campus, o della vostra organizzazione studentesca, uno spazio libero dall'apartheid israeliano (SPLAI), escludendo dai contratti, come minimo, tutte le aziende israeliane e internazionali complici presenti nella lista BDS, nella lista AFSC Investigate o nel database delle Nazioni Unite.

Unitevi e rafforzate le proteste di solidarietà con la Palestina nei campus di tutto il mondo e fate sapere ai palestinesi e agli studenti e docenti che anche mentre stanno affrontando una dura repressione non sono soli.

Ovunque vi troviate, la vostra mobilitazione è fondamentale!

Questo è il momento di lottare per la nostra comune umanità, in Palestina e ovunque.

Fonte: BNC

Traduzione di BDS Italia