160 accademici, beneficiari passati e attuali di prestigiosi finanziamenti per la ricerca dell'Unione Europea, esortano l'UE a escludere tutte le istituzioni accademiche israeliane complici delle gravi violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi dai suoi finanziamenti e programmi di ricerca. 

  • 160 accademici, beneficiari passati e attuali di prestigiosi finanziamenti per la ricerca dell'Unione Europea, esortano l'UE a escludere tutte le istituzioni accademiche israeliane complici delle gravi violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi dai suoi finanziamenti e programmi di ricerca. 
  • I firmatari elogiano il divieto esistente da parte dell'UE di finanziare entità degli insediamenti illegali israeliani, ma chiedono che la complicità sia il fattore determinante per l'esclusione, piuttosto che la sola posizione geografica.
  • La lettera esorta l'UE a garantire l'adempimento del suo mandato di generare conoscenze scientifiche eque, responsabili e inclusive attraverso misure efficaci
  • L'iniziativa fa parte della crescente tendenza globale di studiosi che prendono posizione contro la complicità con le istituzioni accademiche israeliane e per i diritti dei palestinesi

160 accademici di 21 paesi esortano l'UE a escludere tutte le istituzioni accademiche israeliane complici delle gravi violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele dai suoi programmi di ricerca finanziati dai contribuenti. Gli accademici sono beneficiari passati e attuali di alcuni dei più prestigiosi programmi di finanziamento della ricerca dell'Unione europea, tra cui il Consiglio europeo della ricerca e la Marie Skłodowska Curie Fellowship.

Si tratta della prima iniziativa internazionale dei beneficiari di finanziamenti dell'UE che chiedono alle istituzioni dell'UE di interrompere il finanziamento delle istituzioni accademiche israeliane complici fino a quando non cesseranno la loro comprovata e sistematica complicità nelle violazioni dei diritti umani dei palestinesi e del diritto internazionale da parte di Israele.

La lettera è stata lanciata in seguito alla recente escalation di violenza da parte di Israele contro i palestinesi a Gerusalemme, Gaza, nel resto del territorio palestinese occupato e nell'attuale Israele. I firmatari riconoscono l'ultimo round di violenza di Israele come parte della sua "campagna di repressione pluridecennale" contro "i palestinesi che sono un popolo occupato e apolide sotto un regime coloniale e di apartheid".

Gli accademici elogiano l'attuale politica dell'UE che, in linea con il mandato dell'UE di generare una conoscenza scientifica equa, responsabile e inclusiva, vieta l'assegnazione di fondi per la ricerca a entità israeliane situate nei Territori palestinesi occupati (TPO) o per la ricerca ivi svolta. La Commissione UE ha recentemente ribadito che le attività di ricerca e innovazione finanziate dall'UE devono rispettare principi etici ed essere conformi al diritto internazionale, anche se in diverse occasioni non è stato così.

I firmatari, a prescindere da questo, esortano l'UE ad estendere "il divieto dei fondi di ricerca europei per includere le istituzioni israeliane complici delle violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele, indipendentemente da dove si trovino".

I firmatari inoltre rilevano e forniscono prove del "rapporto tra le istituzioni accademiche israeliane e le pratiche statali sistematiche di colonialismo di insediamento e di crimini di apartheid e persecuzione".

La lettera sottolinea il "consenso emergente tra alcune delle più importanti organizzazioni per i diritti umani", tra cui Human Rights Watch e l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem, che le violazioni e i crimini di guerra (incluso il crimine di apartheid) perpetrati da Israele fanno parte di un regime unico dal fiume Giordano al Mar Mediterraneo.

I firmatari esortano l'UE a esercitare il suo "potere e a garantire che il rapporto con le istituzioni accademiche israeliane si basi sul rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani".

Chiedono all'UE di "modificare le linee guida sulla politica di Horizon 2020 riguardo alla partecipazione delle entità israeliane per escludere da Horizon 2020, Horizon Europe e da tutti i programmi quadro di ricerca dell'UE, tutte le istituzioni accademiche israeliane che sono complici delle gravi violazioni del diritto internazionale da parte di Israele, fino a quando non si atterranno al diritto internazionale e ai diritti umani e cesseranno la loro collaborazione e complicità sistematica nel regime di occupazione militare, colonialismo e apartheid di Israele”.

L'iniziativa fa parte di una crescente tendenza globale di studiosi che prendono posizione contro la complicità con le istituzioni accademiche israeliane e in solidarietà con i diritti dei palestinesi. Nelle ultime settimane, quasi 350 dipartimenti accademici, programmi, sindacati e associazioni e oltre 23.000 docenti universitari, personale amministrativo e studenti hanno approvato dichiarazioni a sostegno dei diritti dei palestinesi, la maggior parte impegnandosi a o chiedendo misure di responsabilizzazione per porre fine alla complicità nelle violazioni dei diritti dei palestinesi da parte di Israele.

Fonte: BNC 

Questo articolo è ripubblicato da Coordinamento Europeo di Comitati e Associazioni per la Palestina (ECCP), clicca qui per leggere l'articolo originale.

Traduzione di BDS Italia