Una docente dell’Università del Piemonte Orientale ritira la sua partecipazione al TGLFF a causa della collaborazione del festival con l'ambasciata israeliana

Perché non sarò presente all'incontro del ciclo "Punti di vista" su omofobia e bullismo di venerdì 6 maggio

Come in molte altre occasioni, ho dato volentieri la mia disponibilità a partecipare ad un incontro su omofobia e bullismo in Università, inserito in un ciclo di incontri che è presentato come parte integrante delle attività del TGLFF (Torino Gay Lesbian Film Festival). Da molti anni sono impegnata in momenti di confronto e discussione sulle diseguaglianze di diritti e riconoscimento vissute da lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, transgender, queer, e altre minoranze sessuali, convinta della loro importanza per trasformare una società fondata sul privilegio eterosessuale in una società più giusta per tutt*.

Non credo vada nella direzione di costruire una società più giusta per tutt* l'operazione di "pinkwashing" del governo israeliano, che utilizza il sostegno a iniziative culturali LGBT per presentare un'immagine positiva internazionale mentre perpetua ed inasprisce le diseguaglianze di diritti e riconoscimento su base religiosa, etnica, di cittadinanza, all'interno dei territori occupati e di Israele.

Come parte della campagna a livello internazionale BDS (Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni) si sta sviluppando globalmente un'attenzione a rendere visibile questa operazione, e si sta diffondendo la scelta di singoli e organizzazioni di prenderne le distanze.

Quando si è saputo della collaborazione del TGLFF con l'ufficio culturale dell'ambasciata israeliana, questo hanno fatto le organizzazioni studentesche LGBT dell'Università di Torino. Questa è la ragione per cui non sarò presente all'incontro di venerdì.

Chiara Bertone