Sessanta docenti e ricercatori universitari italiani e la ministra dell'istruzione Giannini attesi in Israele il 2 giugno per manifestare appoggio allo Stato ebraico e opposizione al Bds. Nel frattempo l'astrofisico e docente palestinese Imad Barghouti è in prigione da due mesi senza processo

di Michele Giorgio

Chissà se, in nome della libertà accademica che invoca l’ambasciatore italiano a Tel Aviv, Francesco Talò, i 60 docenti e ricercatori universitari italiani attesi in Israele il 2 giugno, chiederanno la liberazione dell’astrofisico palestinese Imad Barghouti da due mesi in carcere, senza processo, a causa di alcuni post sul suo profilo di Facebook, nonostante una corte militare ne abbia decretato la scarcerazione immediata. Barghouti, che in passato ha lavorato per la Nasa, è autore di una teoria che spiega come gli ioni di ossigeno si propaghino dalla crosta terrestre nello spazio. I suoi studi, conosciuti a livello internazionale, però non contano per le autorità israeliane che lo considerano soltanto un palestinese vicino al movimento islamico Hamas.

Con ogni probabilità i ricercatori ed accademici italiani che verranno in Israele non hanno mai sentito parlare di Imad Barghouti. Ufficialmente sono parte di una delegazione al seguito della ministra dell’educazione e della scienza Stefania Giannini che a Gerusalemme avrà colloqui con la controparte israeliana e altri esponenti dello Stato ebraico. In realtà la visita va ben oltre i rapporti tra i due Paesi nel settore dell’istruzione. Giannini e soprattutto gli accademici italiani che verranno con lei, sono impegnati nello scontro globale tra oppositori e sostenitori del Bds, il boicottaggio di Israele in risposta alle sue politiche di negazione dei diritti dei palestinesi. Nei mesi scorsi, riferiscono al manifesto fonti europee a Gerusalemme, Israele ha chiesto al governo Renzi di rispondere con passi concreti e immediati all’appello firmato da circa 300 accademici italiani volto ad annullare gli accordi con il Technion di Haifa e altre università israeliane che, spiegano, partecipano attivamente all’occupazione militare e allo sviluppo di armi poi usate contro i palestinesi.

In programma per il 2 giugno ci sono 10 conferenze scientifiche (dalla robotica alla cardiologia) ed altre iniziative tra università israeliane e italiane. Al Centro Peres per la Pace a Tel Aviv saranno firmati tre accordi di cooperazione in campo scientifico tra i due Paesi. In discussione ci sono anche nuove collaborazioni in campo medico e in economia. «È uno sforzo senza precedenti – ha detto al quotidiano Haaretz l’ambasciatore Talò – per rispondere concretamente ad un dossier molto delicato…Crediamo che la ricerca e le università debbano essere libere, aperte al dialogo e allo scambio…La migliore risposta deve essere l’azione: fare concretamente l’opposto di ciò che alcuni ci chiedono di fare e portare un significativo numero di ricercatori e accademici italiani in Israele. Tutti sono liberi di dire quello che vogliono ma noi risponderemo con le azioni». Il governo Renzi è il più attivo in Europa contro il Bds. Un anno fa, nel suo discorso alla Knesset, il presidente del consiglio affermò con particolare enfasi che «chiunque boicotta Israele, sta boicottando se stesso» e «tradendo il suo futuro».

Fonte: il manifesto