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Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

L'impresa ingengeristica Royal HaskoningDHV, con sede in Olanda, ha annunciato che si ritirerà dal progetto di trattamento di acque nere nella Gerusalemme Est occupata.

L'azienda ha rivisto i suoi progetti di partecipazione nella pianificazione di un impianto fognario dopo che il governo olandese ha scoraggiato l'azienda a favorire gli inseidamenti israeliani, a seguito di dure critiche delle organizzazioni palestinesi. Il progetto risulta ancora nella sua fase embrionale.

Alla vigilia del Giorno dell'Indipendenza del Brasile, una vasta coalizione di gruppi della società civile palestinese si è appellata alle autorità brasiliane affinchè queste rinuncino al progetto in collaborazione con Israele del valore di 35 mln di $, durante un incontro con Paulo França, console brasiliano a Ramallah.

Le delegazione del Comitato Palestinese per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BNC), una larga coalizione di partiti politici palestinesi, reti e campagne della società civile palestinese hanno incitato il Brasile ad assicurarsi, come minimo, che i soldi erogati per il progetto non siano indirizzati alle compagnie israeliane che sono implicate nelle violazioni dei diritti umani e delle leggi internazionali.

Tre organizzazioni palestinesi della società civile e una basata negli USA hanno raccomandato al Ministero delle Finanze norvegese di reintrodurre un divieto agli investimenti del fondo pensione Global del governo norvegese in due aziende israeliane - Africa Israele e Danya Cebus - a causa della loro attività di costruzione di case in corso nella colonia israeliana di Gilo.  La richiesta è stata fatta in una lettera firmata da rappresentanti di Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee (BNC) (Comitato nazionale palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), Adalah-NY: The New York Campaign for the Boycott of Israel (Campagna di New York per il boicottaggio di israele), The Civic Coalition for Palestinian Rights in Jerusalem (Coalizione civica per i diritti palestinesi a Gerusalemme) e Palestinian Anti-Apartheid Wall Campaign (Campagna palestinese contro il Muro dell'apartheid), e mandata per posta elettronica al Consiglio etico il 4 settembre.

Queste organizzazioni ritengono che la decisione norvegese dell'agosto 2013 di ritirare il divieto sia stata basata su informazioni fuorvianti fornite da Africa Israel, che negavano che fosse in corso la costruzione di colonie.  Il testo completo come inviato al Consiglio etico si può leggere qui. Foto e video che mostrano l'attuale attività di costruzione della Africa Israel e della Danya Cebus a Gilo si possono vedere qui. Segue il testo della lettera:

La multinazionale francese Veolia sta cercando partner finanziari, nello specifico qualche banca europea d'investimento per supportare l'espansione in Israele delle sue attività, nei campi dell'energia, dell'acqua e dell'ambiente.

All'assemblea generale degli azionisti a Parigi il 17 Maggio 2011, il presidente della multinazionale Veolia aveva dichiarato che le crescenti politiche dell'azienda riguardanti i palestinesi dei Territori Occupati, cresciute sull'onda degli Accordi di Oslo, avevano portato a “poter fornire lavoro ai palestinesi.”

G4S: Complice della repressione israeliana in Palestina

A 17 anni, il palestinese Emad al-Ashhab è stato arrestato dalle forze israeliane e trattenuto per quasi un anno, senza mai esser stato processato. Il giorno che fu arrestato, soldati israeliani gli coprirono la testa con un sacco, gli ammanettarono mani e piedi, lo percossero su tutto il corpo e gli bruciarono le mani con sigarette. Emad  fu rinchiuso nel carcere Ofer in Cisgiordania, dove opera la società di sicurezza G4S.

Nel febbraio 2013, il palestinese Arafat Jaradat è morto a causa delle ripetute torture subite nel carcere israeliano Megido e Kisho. G4s fornisce l’equipaggiamento di vigilanza e sicurezza usati in entrambi i centri di detenzione.

La società britannico/danese di sicurezza G4S è presente in oltre 120 paesi, tra questi ci sono Israele e i territori occupati palestinesi. Lì, G4S opera diverse attività repressive che lo stato d’Israele ha deciso di privatizzare; a causa di questa complicità con l’apartheid israeliana, organizzazioni sociali palestinesi e internazionali hanno promosso una ampia, e sempre con maggiori risultati, campagna di boicottaggio contro la G4S.

Norwegian People’s Aid ( NPA) e l'Unione norvegese dei dipendenti comunali e generali (NUMGE) applaudono la decisione di Nordea Bank di escludere Cemex dal suo portafoglio di investimenti a causa di attività di estrazione da parte della società di risorse naturali non rinnovabili dai Territori palestinesi occupati. 

L’estrazione da parte di Israele delle risorse naturali non rinnovabili della Cisgiordania occupata crea utili per le industrie dell'estrazione e della costruzione di Israele, danneggiando gli interessi della popolazione palestinese locale.

“Norwegian People’s Aid e l'Unione norvegese dei dipendenti comunali e generali avevano già sollecitato Nordea ad escludere Cemex dal suo portafoglio di investimenti. Con questa decisione, Nordea mostra che prende sul serio la responsabilità sociale. La NPA e NUMGE sperano che altre banche e investitori seguiranno l'esempio di Nordea e disinvestiranno da Cemex”, ha detto Liv Torres, segretario generale del NPA.

Alcuni ambasciatori israeliani riferiscono che almeno cinque paesi europei hanno redarguito aziende e imprenditori le cui attività oltre la Linea Verde violano la legge

In base al report ricevuto dal ministro degli Esteri israeliano, almeno cinque paesi europei hanno recentemente lanciato un primo ammonimento alle aziende e agli imprenditori: questi non dovrebbero intraprendere attività nelle colonie israeliane in quanto rischiano di infrangere leggi nazionali e internazionali.

A quanto riportato dal quotidiano Yedioth Ahronoth, tra le nazioni menzionate dagli ambasciatori israeliani ci sarebbero Gran Bretagna, Germania, Danimarca, Olanda e Svezia.

Secondo uno dei report, il ministero degli Esteri di un paese europeo ha comunicato a un’azienda impegnata in attività commerciali oltre la Linea Verde di volare in questo modo le normative nazionali e internazionali, secondo cui le colonie sono illegali. L’azienda in questione sta ora valutando se ritirarsi dal progetto, ma sta subendo pressioni da Israele per continuare le proprie attività.

Le nuove linee guida dell'Unione Europea riguardanti gli insediamenti israeliani hanno impedito la partecipazione dell'impresa di cosmetici Ahava ad un progetto di ricerca. La compagnia israeliana inoltre non riceverà più finanziamenti dallEuropa in quanto il suo impianto produttivo si trova in una colonia vicina al Mar Morto.

Ahava non otterrà quindi gli 8,25 mln di $ dall'Unione Europea che si aspettava per un progetto di trattamento della pelle, poiché le nuove regole stabilite sugli insediamenti illegali israeliani entreranno in vigori dal 2014, secondo quanto riportato da Jonathan Ferziger e David Wainer a Bloomber. Il progetto, nominato SuperFlex [1] e intenzionato a creare una linea di prodotti cosmetici per la pelle indirizzata a consumatori della terza età, era finanziato per 2/3 dall'Europa e avrebbe dovuto iniziare il mese prossimo.

di David Cronin

Ogni volta che c'è stata tensione tra Israele e l'Unione europea nel corso degli ultimi anni, un italiano soave, dai capelli argentati, è venuto in soccorso.

Antonio Tajani, il supereroe in questione, è tornato ai suoi vecchi trucchetti ancora una volta. Nella sua qualità di Commissario europeo per l'industria e l'imprenditoria, Tajani ha in programma di visitare Tel Aviv nel mese di ottobre, accompagnato da numerosi uomini d'affari intraprendenti. Lo scopo ufficiale della sua "missione per la crescita" - come è stata pubblicizzata - è quello di sottolineare che l'Unione europea e Israele sono felici di collaborare.

Vi è quasi certamente anche uno scopo tacito. A giudicare dalle sue azioni nel passato, Tajani spera di distogliere l’attenzione dalle polemiche sorte sulle recenti linee guida dell’UE per evitare che sussidi vengano concessi alle imprese e enti di ricerca basati negli insediamenti israeliani nella Cisgiordania occupata.

Il movimento BDS francese dà il benvenuto alla sentenza legale arrivata il 14 Agosto dall'Alta Corte del tribunale di Perpignano, che va ad assolvere i tre attivisti accusati.

Dopo tre anni di precimdenti e di rinvii, Jeanne, Yamina e Bernard furono accusati il 20 Giugno 2013 per “incitamento all'odio, discriminazione e violenza”; accuse riportate da varie agenzie apertenti alle lobby francesi pro Israele, come l' “Ufficio Nazionale di Vigilanza contro l'Antisemitismo”.

Le accuse maturarono in seguito ad un'azione BDS in un supermercato della catena Carrefour a Perpignano, in cui gli attivisti denunciavano le politiche coloniali israeliane e chiedevano ai consumatori di boicottare le merci prodotte illegalmente negli insediamenti ed esportate da Israele.