Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
I ministri sudafricani non visitano Israele, ha detto il Ministro per le Relazioni Internazionali, Maite Nkoana - Mashabane.
"I nostri amici palestinesi non ci hanno mai chiesto il nostro disimpegno da Israele [attraverso la sospensione di relazioni diplomatiche]. Ci hanno chiesto in riunioni formali di non impegnarci con il regime", ha detto durante una riunione del comitato per le relazioni internazionali del Congresso dei Sindacati Sudafricani (COSATU).
"I ministri del Sudafrica attualmente non fanno viaggi in Israele. Anche il Consiglio dei Deputati ebraici, con cui abbiamo rapporti, conosce il perché i nostri ministri non vanno in Israele".
Attivisti in solidarietà con la Palestina a St. Louis, nel Missouri, stanno festeggiando la vittoria dopo che la Veolia Water del Nord America si è ritirata da un accordo di consulenza, per il valore di 250.000 dollari, con la divisione idrica della città.
La Veolia Water del Nord America, con sede a Chicago, è una filiale della multinazionale francese Veolia per i servizi municipali. Quest'ultima è stata oggetto di proteste in tutto il mondo e di appelli al boicottaggio a causa del suo trarre profitto partecipando all'occupazione israeliana delle terre palestinesi.
Più di 150 persone di sono ritrovate ieri Mercoledì 30 Ottobre di fronte al Palazzo di Giustizia di Parigi, in solidarietà coi 4 attivisti BDS francesi sotto processo. Questo presidio di successo è stata un’ulteriore opportunità per informare la gente sulle campagne BDS, firmare petizioni all’attenzione della dirigenza della Orange affinchè la compagnia di telecomunicazione interrompi i suoi rapporti con Israele e distribuire opuscoli contro le compagnie agricole israeliane che traggono profitto dalle politiche coloniali e di apartheid. Il processo non è entrata nel merito poiché gli avvocati difensori degli attivisti hanno presentato un’istanza per il suo annullamento all’inizio dell’udienza.
Leggi: Processo BDS a Parigi: resoconto della mobilitazione del 30 Ottobre
VIDEO: Netanyahu a Roma. Verso la manifestazione nazionale contro il vertice Italia-Israele a Torino
Roma, 22 ottobre 2013, ore 19.00. A Palazzo Chigi il Premier israeliano Netanyahu incontra il Primo Ministro italiano Letta. L'incontro, cui la stampa nazionale ha dato poco rilievo, ha la funzione di ribadire l'amicizia "stretta in ogni campo" tra Israele e l'Italia poche ore prima del colloquio, ospitato a Roma, tra lo stesso Netanyahu e il segretario di Stato USA John Kerry.
Il Gruppo BDS Roma decide di presenziare l'evento, con lo scopo di informare i cittadini romani, tramite volantinaggio e interviste ai passanti (tra cui F. Mussi e A. Occhetto, volti noti della sinistra italiana), di cosa sta accadendo a Palazzo Chigi.
Il periodo della storia d’Israele che più di ogni altro ha visto la maggior crescita economica è stato quello relativo ai sei anni successivi alla guerra dei Sei Giorni. E che innovazioni agricole, industriali, o hi-tech ci sono state intorno al 1967-1973? Nessuna degna di menzione. Più di ogni altra cosa, il fattore determinante è stata la creazione dell’impresa Occupazione-Insediamenti.
Di Dr. Assaf Oron
Questa settimana, la dottoressa Karnit Flug è diventata la prima donna nella storia di Israele a essere nominata governatrice della Banca Centrale d’Israele - una posizione analoga a quella del Capo della Federal Reserve americana. Il processo che ha portato alla sua nomina è stato identico a quanto avvenuto in America poco tempo prima.
In entrambi i casi, il governatore/capo uscente aveva fortemente raccomandato come successore il suo secondo in comando, una donna. In entrambi i casi, il governo ha inizialmente scartato il candidato di sesso femminile corteggiamento invece candidati di sesso maschile con scheletri negli armadi. E in entrambi i casi, alla fine il buon senso ha prevalso.
Leggi: Cosa c'è dietro il più grande boom economico di Israele? L'occupazione
Le relazioni tra Unione Europea e Israele e le sue politiche di occupazione non sono affatto chiare. La UE non riconosce le colonie come parte legittima di Israele, ma le compagnie europee continuano a fare affari con l’economia dell’occupazione e dell’assedio.
di Carolin Smith
Catherine Ashton, l’Alto Rappresentante agli Affari Esteri, ripete continuamente, in ogni evento pubblico, il rifiuto della UE nel riconoscere le colonie israeliane: “La posizione europea sulle colonie, compresa Gerusalemme Est, è chiara: sono illegali secondo il diritto internazionale e un ostacolo alla pace”. Tuttavia, quando arriva il momento di assumere misure concrete contro l’occupazione, il ruolo della UE è debole.
Un esempio recente sono le linee guida pubblicate dalla Commissione Europea lo scorso luglio. Quando la UE ha annunciato che non avrebbe più sostenuto le colonie israeliane, l’Washington Post ha titolato “L’Europa agisce”, mentre la maggior parte dei quotidiani europei ha deciso di focalizzare l’attenzione sulla reazione irosa del premier israeliano Netanyahu, che minacciava una crisi diplomatica nel caso le linee guide fossero state implementate.
Secondo la UE, le istituzioni e le organizzazioni israeliane situate nei Territori o attive oltre i confini del 1967 non potranno più ottenere finanziamenti, prestiti, premi per progetti di ricerca dalla UE, a partire dal 2014. Inoltre, Bruxelles stabilisce che in ogni futuro accordo con la UE, Israele dovrà formalmente dichiarare che Cisgiordania, Gerusalemme Est e Alture del Golan non sono parte dello Stato di Israele.
Ci sono sempre più segnali che indicano che Israele ed Unione Europea stiano per risolvere la mini-crisi creata dalla pubblicazione delle nuove linee guida che limiterebbero i finanziamenti europei agli enti israeliani che hanno attività al di là della Linea Verde, e che sanciscono nuove più severe regole riguardo l’uso di borse di studio e premi finanziari europei.
Alcuni iniziali report dei media non sono stati accurati nel spiegare la natura delle linee guida, le quali, da quanto si dice, non hanno mai davvero inteso forzare le istituzioni israeliane che ricevono finanziamenti dall’Unione a cessare le loro attività nei Territori Occupati. Tuttavia, gli sforzi europei finalizzati ad aggiustare le relazioni con il governo di destra israeliano dicono: se l’Europa voleva mandare un monito contro le colonie e a favore della soluzione a due Stati, il messaggio di ‘tutto come prima’ da Bruxelles sta avendo l’effetto opposto, dimostrando che la destra israeliana aveva ragione nel dichiarare che il mondo non avrebbe mai affrontato Israele sulla questione dell’occupazione.
Leggi: Ammettere che Europa e Stati Uniti, nei fatti, supportano l'occupazione militare israeliana
Il vice Ministro degli Esteri israeliano, Zeev Elkin, ha affermato che il suo paese e l’Unione Europea continueranno ad allontanarsi se non sarà trovato un compromesso sui nuovi criteri dell’Unione riguardanti le colonie israeliane nei Territori Palestinesi Occupati.
Elkin ha aggiunto che le divergenze sugli insediamenti potrebbero andare ad inficiare le relazioni commerciali e la cooperazione nel campo della ricerca tra le due parti.
Parlando a Reuters lo scorso Venerdì, Elkin ha affermato: “Se non riusciamo a risolvere questo problema, la future direzione che si intraprenderà sarà una sorta di separazione tra Israele e l’Unione Europea. Siamo una nazione emergente, sarebbe un grande errore per l’Europa annullare le sue relazioni con noi.”
Leggi: Israele teme il futuro delle proprie relazioni con l'Unione Europea
Il giorno scorso è stata data notizia che le autorità del pubblico trasporto di Boston avevano tolto i cartelloni pubblicitari che mostravano la perdita di terra palestinese per opera di Israele a partire dalla creazione dello stato ebraico. Ebbene, la Massachusetts Bay Transportation Authority (MBTA, autorità dei Trasporti della Baia del Massachusetts) è stata accusata di censura, e li ha riappesi su.
La relazione di Lisa Wangsness e Martine Powers al Boston Globe, sottolinea quanto poco ci sia voluto per far sì che l’agenzia pubblicitaria censurasse la pubblicità – dalle prove ottenute, giusto una chiamata da parte dell’Anti-Defamation League, che è stata successivamente stata informata che le pubblicità stavano per essere tolte. L’MBTA ha impacciatamente detto al Globe che “c’è stata una breccia nelle nostre procedure stabilite per la gestione delle lamentele nei confronti di specifiche pubblicità”.
Leggi: Agenzia pubblicitaria di boston toglie cartelloni riguardanti la perdita di terra palestinese
In attesa del vertice bilaterale tra Italia e Israele previsto a Torino il 2 Dicembre 2013, al MAE di Roma si è svolto un incontro preparatorio tra i rappresentanti dei due paesi, al fine di identificare i punti di forza della collaborazione internazionale italo-israeliana. L'ICE Tel Aviv, al fine di agevolare le imprese italiane che vogliono investire in Israele, ha quindi ritenuto opportuno divulgare un risoconto [sic] dell'incontro, sottolineando i settori maggiormente remunerativi per il business made in Italy.
Tra questi troviamo:
ENERGIE RINNOVABILI- GAS
Il settore energetico è considerato come prioritario negli interscambi economici tra Italia e Israele sopratutto tenendo conto delle recenti scoperte di nuovi immensi giacimenti di gas nelle acque territoriali israeliane. A breve, infatti, Israele potrebbe produrre il doppio dell'energia che consuma, e si trova ad affrontare il problema di trasformare ed esportare il proprio gas in eccesso. Oggetto principale della collaborazione tra i due paesi potrebbero quindi essere la costruzione di pipeline, porti, impianti per la liquefazione e la rigassificazione.
Tra gli accordi in divenire anche la possibilità di utilizzare la Trans Adriatic Pipeline (TAP), anche se al momento ci sono particolari difficoltà logistiche. Sempre nell'ambito energetico, un altro settore di interesse per gli israeliani è la cd. metanizzazione del parco veicoli del governo israeliano.
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