LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Finché Israele potrà contare su un assegno in bianco da parte della comunità internazionale, continuerà a rimuovere i Palestinesi, a maltrattarli e a limitare i loro diritti.

di Rafeef Ziadah*

La decisione di Stephen Hawking di ritirarsi dalla conferenza del Presidente israeliano (Shimon Peres, NdT) è un grosso colpo arrecato al tentativo di Israele di mascherare i suoi crimini e di presentarsi come una democrazia liberale tecnologicamente avanzata. Questa decisione mette in luce il consenso crescente che ritiene che l'oppressione dei Palestinesi da parte di Israele sia intollerabile. Inoltre Stephen Hawking ha dato un contributo molto rilevante alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzione (BDS) contro Israele, campagna che nel corso degli anni ha ricevuto il supporto di musicisti, artisti, sindacati, comunità religiose e persone di tutto il mondo.

Queste forme molto efficienti di solidarietà sono benvenute di fronte all'inazione del governo (britannico NdT). Una sentenza della Corte Internazionale di Giustizia del 2004 che dichiarava illegali il Muro israeliano e le colonie insediate nei Territori Occupati non è riuscita a spingere i governi occidentali ad agire contro le violazioni continue della legislazione internazionale da parte di Israele. Infatti i crimini perpetrati da Israele contro il popolo palestinese avvengono per via del continuo supporto finanziario, militare e diplomatico dei paesi occidentali.

Oberlin, Ohio (USA): In un momento storico, domenica 5 maggio, il consiglio studentesco di Oberlin College ha votato per disinvestire da sei aziende che traggono profitti dall'occupazione e dall'oppressione dei palestinesi. L’associazione Students for a Free Palestine (SFP) di Oberlin College ha presentato una risoluzione per il disinvestimento e una petizione a sostegno. Dopo una seduta plenaria di tre ore, il consiglio studentesco ha votato a maggioranza per sostenere la risoluzione con diverse modifiche.

"Siamo entusiasti del fatto che questa risoluzione sia stata approvata. Siamo orgogliosi del fatto che il nostro consiglio studentesco abbia deciso di stare dalla parte della giustizia", dice Lucia Kalinosky, OC '13, e attivista di SFP.

La Palestine Society accoglie con favore la decisione dell’Accommodation and Campus Services (ACS) dell'Università di Sheffield di non rinnovare il loro contratto per la gestione dei rifiuti con Veolia Environmental Services. Ciò avviene dopo un anno di azioni coordinate e proteste da parte della Palestina Society e del corpo studentesco contro la presenza della Veolia nel campus, nell’ambito della campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) dell'Unione degli Studenti contro i perpetratori di crimini di guerra nei Territori palestinesi occupati.

L’unione degli Studenti dell'Università di Sheffield è uno dei centri più importanti di attivismo studentesco pro-palestinese. Lo scorso ottobre è diventato il primo delle università del Russell Group ad approvare la campagna globale BDS (http://www.shef.ac.uk/union/you-run-us/policies/current/#israeli), un anno dopo essere diventato la prima università del paese a stabilire legami con un università di Gaza. Entrambe queste adesioni sono state approvate, a larga maggioranza, in referendum aperti a tutto il corpo studentesco. Dato questo livello d’impegno con la causa palestinese, la presenza di una società come Veolia nel nostro campus era semplicemente inaccettabile.

Risposta della campagna Stop G4S all'articolo pubblicato sul Financial Times "G4S to quit key contracts in Israel"

Attiviste e attivisti della campagna Stop G4S continueranno a premere per responsabilizzare la G4S

Non è certo una sorpresa che la G4S abbia dichiarato di voler ritirarsi nel 2015 da alcuni contratti di sicurezza israeliani nella Cisgiordania occupata illegalmente. È ciò che stanno dicendo da molti mesi, quindi questo ri-annuncio di vecchie notizie non cambia nulla.

Con la pubblicazione questa settimana del loro vacuo rapporto sulla responsabilità aziendale del 2012, ancora una volta siamo testimoni dei vani tentativi della G4S di distrarci dalle loro attività in corso in Israele dove forniscono servizi per le carceri israeliane utilizzate per detenere illegalmente e torturare i prigionieri palestinesi, compresi i bambini. Inoltre, tuttora sostengono che i loro contratti di sicurezza negli insediamenti illegali non favoriscono violazioni del diritto internazionale!

Il Sud Africa torna a regolare le esportazioni di beni prodotti in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati. Ieri il governo sudafricano ha imposto nuove normative in merito all'etichettatura dei prodotti provenienti dai Territori: "Siamo tutti d'accordo che tali beni debbano indicare con chiarezza da dove provengono, così che i consumatori possano compiere scelte informate. Secondo la nostra legge sulla protezione dei consumatori, questi hanno il diritto di conoscere l'origine dei beni che acquistano", ha detto Sidwell Medupe, portavoce del Dipartimento del Commercio e l'Industria.

Ovvero, nella pratica, le nuove etichette apposte sui prodotti delle colonie non riporteranno "Made in Israel", ma specificheranno l'esatta origine. Alcuni esempi: i beni provenienti da Gaza saranno etichettati come "Made in Gaza-Israel", quelli dalla Cisgiordania come "West Bank-Israel" e quelli da Gerusalemme Est "East Jerusalem-Israel". Un modo per riconoscere i beni prodotti da compagnie e aziende palestinesi, secondo il governo, e per non confonderli con quelli di compagnie israeliane.

Questo video, del MA'AN Development Center, svela un fenomeno estremamente inquietante presente nei Territori palestinesi occupati: il lavoro minorile palestinese nelle piantagioni degli insediamenti israeliani nella Valle del Giordano. Contiene interviste ai ragazzi stessi, ad un intermediario palestinese e a numerosi funzionari ed esperti del settore.

Comunicato stampa della Presidente della Camera

In oltre un'ora di conversazione molto cordiale, la Presidente Boldrini ha ribadito il suo sostegno al rafforzamento delle relazioni tra Italia ed Israele, che vantano una consolidata tradizione di rapporti bilaterali tra le rispettive assemblee parlamentari, nonché il suo fermo impegno contro ogni forma di intolleranza e di discriminazione. "L'antisemitismo non deve e non può esistere al giorno d'oggi", ha affermato la Presidente. "Spero che il Parlamento potrà presto esaminare anche le proposte di modifiche legislative che inaspriscono le sanzioni contro chi predica l'odio e l'intolleranza".

Si moltiplicano le affermazioni secondo le quali le colonie sarebbero un bene per i palestinesi, da parte di chi forse confonde l'occupazione lavorativa con l'occupazione militare

di Stephanie Westbrook

Gli ultimi mesi hanno visto un aumento degli appelli per misure contro il commercio con gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi occupati, tra questi: la relazione dei capi missione dell’UE a Gerusalemme e Ramallah, la richiesta degli europarlamentari per la sospensione dell’Accordo UE-Israele, il rapporto della missione d’inchiesta del Consiglio per i diritti umani dell’ONU e l’annuncio del governo olandese di nuove linee guida per l’etichettatura dei prodotti degli insediamenti.

Allo stesso tempo, si vanno moltiplicando le affermazioni secondo le quali gli insediamenti sarebbero un bene per i lavoratori palestinesi, da parte di chi forse confonde l’occupazione lavorativa con l’occupazione militare.

Nuova questione palestinese in medio oriente. Stavolta, però, in chiave vitivinicola. Pare, infatti, che l'Unione Europea stia pressando i produttori israeliani del territorio per etichettare i loro vini con la dicitura "Israeli product of the Occupied Palestinian Territories" (prodotto israeliano dei territori palestinesi occupati). L'etichetta Made in Israel non basterebbe, quindi. Ma come si può immaginare i produttori non hanno preso troppo bene questa richiesta e i vigneti si preannunciano come un nuovo campo di battaglia (economico) nel conflitto tra israeliani e palestinesi: "Questo è razzismo puro", dice Yaakov Berg, fondatore di Psagot Winery a pochi Km da Gerusalemme (la cantina nata nel 2003 e che in un decennio è passata da 3mila bottiglie a 100mila) "io non ho ucciso nessuno per prendere questa terra. L'ho pagata. E offro buoni posti di lavoro ai palestinesi che guadagnano tre o quattro volte quello che potrebbero guadagnare altrove".

AKRON, Pennsylvania (USA). Il consiglio di amministrazione del Mennonite Central Committee (Comitato centrale mennonita, MCC [organizzazione di volontariato delle chiese anabattiste]) degli USA ha deciso all'unanimità che il MCC USA non investirà in aziende di cui sia consapevole che beneficino di prodotti o servizi usati allo scopo di perpetrare atti di violenza contro palestinesi, israeliani o altri gruppi di persone.

Questa decisione, presa alla riunione del consiglio del 16 marzo ad Akron, trae origine da un appello di partner in Palestina e Israele, incluse chiese locali, e segue un processo di discernimento con le guide delle denominazioni che sostengono il MCC.

Il personale del MCC nel Medio oriente aveva trasmesso il messaggio da parte di chiese ed altri partner in una lettera resa pubblica circa un anno fa. Il MCC ha collaborato con partner in Palestina e Israele per più di sessanta e quaranta anni, rispettivamente.