LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Tre organizzazioni palestinesi della società civile e una basata negli USA hanno raccomandato al Ministero delle Finanze norvegese di reintrodurre un divieto agli investimenti del fondo pensione Global del governo norvegese in due aziende israeliane - Africa Israele e Danya Cebus - a causa della loro attività di costruzione di case in corso nella colonia israeliana di Gilo.  La richiesta è stata fatta in una lettera firmata da rappresentanti di Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee (BNC) (Comitato nazionale palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni), Adalah-NY: The New York Campaign for the Boycott of Israel (Campagna di New York per il boicottaggio di israele), The Civic Coalition for Palestinian Rights in Jerusalem (Coalizione civica per i diritti palestinesi a Gerusalemme) e Palestinian Anti-Apartheid Wall Campaign (Campagna palestinese contro il Muro dell'apartheid), e mandata per posta elettronica al Consiglio etico il 4 settembre.

Queste organizzazioni ritengono che la decisione norvegese dell'agosto 2013 di ritirare il divieto sia stata basata su informazioni fuorvianti fornite da Africa Israel, che negavano che fosse in corso la costruzione di colonie.  Il testo completo come inviato al Consiglio etico si può leggere qui. Foto e video che mostrano l'attuale attività di costruzione della Africa Israel e della Danya Cebus a Gilo si possono vedere qui. Segue il testo della lettera:

 

Scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione per il fatto che il Ministero delle finanze norvegese abbia ritirato il suo divieto del 2010 all'investimento di fondi del Fondo pensioni norvegese Global nell'azienda israeliana Africa Israel e nella sua controllata nel ramo edile Danya Cebus.  Il ritiro del divieto era fondato su dichiarazioni dell'aprile 2013 dell'azienda Africa Israel di Lev Leviev, che suggerivano falsamente che l'azienda non fosse coinvolta nella costruzione di colonie illegali israeliane nel territorio palestinese occupato.  Tuttavia, come il progetto "Who profits" della Coalition of Women for Peace (Coalizione delle donne per la pace) della società civile israeliana ha nuovamente documentato con foto, video ed un opuscolo appena informate della decisione norvegese, Africa Israel e Danya Cebus attualmente stanno costruendo case nella colonia illegale israeliana di Gilo.  Lo stanno facendo da più di due anni.

Chiediamo al Ministero delle finanze norvegese di reimporre rapidamente il divieto di investimenti su Africa Israel e Danya Cebus.  Nel 2010 il Ministero osservò correttamente che "queste ditte contribuiscono o sono esse stesse responsabili di attività manifestamente immorali".  Il Ministero dovrebbe aderire agli stessi canoni che portarono alla decisione del 2010 di disinvestire dalle due aziende a causa della loro lunga storia di costruzione di colonie nel territorio palestinese occupato in violazione della legge internazionale.  Senza una veloce azione pubblica correttiva c'è un rischio significativo che altri attori possano seguire l'esempio ben pubblicizzato della Norvegia ed autorizzare i reinvestimento in queste aziende, ancora sulla base di informazioni false.

Come osservò il Ministero delle finanze norvegese nella decisione del 2010 "la comunità internazionale è unanime nel considerare che l'area a est della linea del 1967 sia un territorio occupato e come tale ricada nella competenza della quarta Convenzione di Ginevra".

La colonia di Gilo, con una popolazione di circa 30.000 coloni ebrei, si trova al bordo meridionale di Gerusalemme est, occupata e annessa da Israele, su terra confiscata alle comunità palestinesi di Beit Jala, Sharafat e Beit Safafa.  La grande colonia israeliana separa i palestinesi della Gerusalemme est occupata, dai palestinesi nel resto della Cisgiordania e collega ad Israele le colonie israeliane nella Cisgiordania meridionale.  Israele continua ad espandere la colonia di Gilo a causa del suo ruolo strategico per la creazione di una popolazione a maggioranza ebraica nella Gerusalemme palestinese occupata e l'annessione di fatto a Israele del suo cosiddetto blocco di insediamenti di Gush Etzion nella Cisgiordania meridionale.

Inoltre, siamo preoccupati del fatto che il Consiglio etico abbia mancato di applicare la dovuta diligenza consultandosi con la società civile palestinese presente nella Cisgiordania occupata e con organizzazioni come le nostre, o con Who Profits, ognuna delle quali segue attentamente il coinvolgimento delle aziende nelle violazioni israeliane dei diritti umani ed hanno fornito la documentazione di estese edificazioni nelle colonie che hanno contribuito al disinvestimento del 2010 della Norvegia da Africa Israel e Danya Cebus.

Un riesame dei nostri siti web, o di Who Profits, avrebbe rivelato la continuativa costruzione di colonie a Gila di Africa Israel.  Inoltre, un'altra ditta appartenente a Leviev, Leader Management and Development, continua a sviluppare la colonia israeliana di Zufim sul terreno del villaggio palestinese di Jayyous in Cisgiordania, e Leviev ha fatto donazioni a organizzazioni di coloni.

Nell'aprile 2013 Africa Israel disse al Consiglio etico "La Africa Israel Investments Ltd. e le sue controllate non hanno progetti di costruzione in corso riguardanti insediamenti israeliani in Cisgiordania, e al momento non hanno piani per attività del genere in futuro".  Africa Israel emise una dichiarazione ufficiale molto simile per Who Profits nel novembre 2010 che, come quella del 2013, era fuorviante, perché nell'ottobre 2010 Africa Israel aveva annunciato che avrebbe costruito "121 appartamenti di cinque stanze in tre edifici di 10-11 piani, un quarto edificio a 12 piani, e un garage a due piani" nella colonia di Gilo.  Who Profits ha documentato questa costruzione sul suo sito web con foto del giugno 2010 e Adalah-NY ha divulgato le notizie delle costruzioni a Gilo nel 2012.  Un rappresentante di Africa Israel disse a Who Profits che le costruzioni a Gilo continueranno fino al maggio 2014.

Questo caso ed altri dimostrano che non si può fare affidamento sulle dichiarazioni di aziende coinvolte nel sostegno alle violazioni israeliane dei diritti umani e delle leggi internazionali.  Oltre alle due dichiarazioni pubbliche clamorosamente ingannevoli di Africa Israel, altre aziende sotto osservazione, incluse Ahava, Dexia Bank, SodaStream e Veolia, hanno seriamente falsificato le loro attività ed il rispettivo coinvolgimento nel trarre profitto dall'occupazione israeliana, incluso il muro illegale e il sistema di colonizzazione.

Fonte: BDS Movement

Traduzione di BDS Pisa