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L’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite parla a 1.500 partecipanti, lodando gli studenti statunitensi come "la Cupola di ferro dello Stato di Israele."
In un vertice internazionale di studenti sui modi per combattere il movimento BDS organizzato dalla Ambasciata di Israele alle Nazioni Unite, e tenuto nella sede dell’Onu, il rappresentante permanente di Israele presso l’Onu Danny Danon ha ripreso le parole di Winston Churchill, promettendo di combattere il movimento BDS nei campus, nei tribunali e nelle stanze delle Nazioni Unite, ma ha anche usato il podio presso la sala dell'assemblea generale per attaccare l’Onu.
di Kevin Squires
Assestando un altro colpo alla campagna israeliana per criminalizzare l'attivismo in solidarietà con la Palestina, il governo irlandese ha affermato che il movimento internazionale per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) rappresenta un mezzo "legittimo" di protesta, "che ha lo scopo di esercitare pressione su Israele per porre fine all'occupazione."
Giovedì [26 maggio 2016] nel parlamento irlandese il ministro degli Esteri Charles Flanagan ha affermato che "benché il governo non appoggi questa posizione politica," il movimento BDS esprime "un punto di vista politico legittimo" e che il governo " non condivide i tentativi di demonizzare chi sostiene questa posizione politica."
Un secondo colpo in una settimana
Questa è la seconda importante battuta d'arresto che Israele ha subito questa settimana nella sua campagna per delegittimare e criminalizzare il movimento internazionale nell'Unione Europea e in altri Stati dell'Occidente.
Quello irlandese è il terzo governo dell'UE ad aver fatto una simile dichiarazione negli ultimi mesi.
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di Ingrid Colanicchia
Non si contano gli attacchi subiti, negli ultimi mesi, dai sostenitori del movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro l’apartheid e l’occupazione israeliane.
A dare il polso della situazione basterebbe il convegno interamente dedicato alla repressione del BDS organizzato in marzo dal maggiore quotidiano israeliano, Yedioth Ahronoth: dal palco sul quale si davano il cambio personaggi di primo piano, come il presidente della Repubblica Reuven Rivlin, nonché ministri e membri dell'opposizione, si sono infatti sprecate le minacce agli aderenti al movimento. Oppure il trattamento riservato a uno dei co-fondatori del BDS, il palestinese Omar Barghouti, che subisce continue provocazioni e insulti da parte del governo e dei media e che all’inizio di maggio si è visto rifiutare il rinnovo del documento di viaggio necessario per recarsi all’estero. Barghouti, che vive ad Acri con le figlie e la moglie, una palestinese con cittadinanza israeliana, non ha infatti il passaporto israeliano ma un permesso di residenza permanente e per viaggiare ha bisogno di una sorta di lasciapassare. Il mancato rinnovo del documento potrebbe peraltro essere il preludio alla revoca della residenza annunciata proprio durante il convegno di marzo dal ministro dell’Interno Arye Deri.
Ma la questione non è circoscritta ai confini della Palestina storica, così come non lo è il movimento BDS che in 10 anni di vita ha inanellato una serie crescente di successi a livello internazionale.
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L’Olanda ha affermato che l’attivismo in favore del boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele è una forma di libertà di espressione.
Rispondendo ad interrogazioni parlamentari poste dal deputato della Sinistra Verde Rik Grashoff, il ministro degli esteri olandese Bert Koenders ha detto che “le affermazioni o le riunioni relative al BDS sono protette dalla libertà di espressione e dalla libertà di riunione, come sancito dalla costituzione olandese e dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani.”
Koenders ha anche detto che il governo olandese discute periodicamente con Israele sul BDS ed ha chiarito ad Israele che “si oppone al boicottaggio di Israele, ma che appoggiare il BDS rientra nella libertà di espressione.”
Le parole del ministro degli esteri olandese sono un duro colpo contro gli incessanti tentativi di Israele di criminalizzare il BDS e tacitare i sostenitori dei diritti dei palestinesi.
Su pressione di Israele, i governi di USA, Regno Unito, Francia, Canada ed altri stanno introducendo leggi antidemocratiche e altre misure repressive per indebolire il movimento BDS.
Israele recentemente ha imposto un divieto di viaggio de facto al cofondatore della campagna BDS e difensore dei diritti umani palestinesi Omar Barghouti e sembra intenzionato a revocargli il permesso di residenza.
Israele ha anche affermato di utilizzare i propri servizi di intelligence per spiare gli attivisti BDS all’estero.
Leggi: Il governo olandese afferma che il movimento BDS è una forma di libertà di espressione
Due relazioni molto critiche del presidente dell’organo di controllo dello stato riportano dettagliatamente come la creazione, nel 2009, di nuovi ministeri a scapito del Ministero degli Affari Esteri, abbia ostacolato in Israele le battaglie contro il boicottaggio e contro l’anti-semitismo nel mondo.
Le due relazioni pubblicate martedì dal presidente dell’organo di controllo dello Stato Joseph Shapira - una sugli sforzi per contrastare il BDS, l'altra, sulla diplomazia pubblica israeliana all'estero - mettono in luce come l'erosione dell'autorità del Ministero degli Affari Esteri, delegando le proprie funzioni ad altri ministeri, in combinazione con una mancanza di coordinamento e con lotte di potere tra i diversi ministeri, hanno danneggiato gli sforzi del governo in questi settori.
Leggi: Le lotte di potere tra ministeri hanno ostacolato la battaglia di Israele contro il BDS
di Ali Abunimah*
Giovedì al parlamento dell’Ontario è stato agevolmente respinto un disegno di legge per mettere sulla lista nera i sostenitori del movimento palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
I deputati della provincia più popolosa del Canada lo hanno respinto con 39 voti contro 18, dopo un dibattito in cui i promotori del disegno di legge hanno falsamente accusato il movimento BDS di incoraggiare boicottaggi in stile anni ’30 delle attività di proprietà di ebrei, ed hanno tentato di equiparare l’attivismo in solidarietà con la Palestina agli attacchi da parte di sospetti militanti islamisti in Francia.
I difensori delle libertà civili hanno salutato questo risultato come una vittoria per la libertà di espressione.
Il centrista Partito Liberale, al governo dell’Ontario, e il Nuovo Partito Democratico (NDP) di centrosinistra hanno unito le forze contro questa legge.
Leggi: Canada: Il parlamento dell’Ontario respinge la legge anti BDS
Il ministero dell’interno israeliano non rinnova il lasciapassare all’opinionista palestinese, tra i fondatori della campagna di boicottaggio di Israele. A Barghouti potrebbe essere revocato il permesso di risiedere con la sua famiglia a San Giovanni d’Acri
di Michele Giorgio
Alle minacce, formulate a fine marzo da più di un ministro israeliano durante la conferenza «Stop Bds» a Gerusalemme, sono seguiti i fatti. Il ministero dell’interno ha rifiutato di rinnovare i documenti di viaggio dell’opinionista e attivista palestinese Omar Barghouti, uno dei fondatori della Campagna per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (Pacbi) e del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e sanzioni (Bds). Contro il Bds e la Pacbi, che promuovono il boicottaggio a più livelli di Israele in risposta alla negazione dei diritti dei palestinesi, il governo Netanyahu ha avviato negli ultimi mesi una offensiva che prende di mira gruppi ed individui considerati “ostili”, anche in Israele. Barghouti, che viaggia spesso l’estero per partecipare a conferenze e attività del Bds, da oltre un mese non può lasciare il paese per decisione del ministro dell’interno Arye Deri. Alla conferenza «Stop Bds» Deri aveva annunciato l’intenzione di revocare la residenza di Omar Barghouti che abita a San Giovanni d’Acri, nel nord di Israele, dove l’attivista vive con la moglie, una palestinese con cittadinanza israeliana, e le figlie. Barghouti, sostiene Deri, trascorrerebbe gran parte del suo tempo a Ramallah, nei Territori palestinesi occupati, e pertanto non ha diritto alla residenza in Israele.
Leggi: Israele impone divieto di viaggiare a Omar Barghouti, co-fondatore del BDS
di Hilary Aked
Nelle scorse settimane la stampa inglese è stata inondata da affermazioni secondo cui dirigenti della sinistra avrebbero fatto affermazioni antisemite.
In qualche caso sono persino stati fatti commenti apertamente razzisti e sollevati legittimi timori. Ma di fatto altre sono state manifestazioni di anti-sionismo. Le affermazioni di Malia Bouattia, la nuova presidentessa eletta dell'Unione Nazionale degli Studenti del Regno Unito, in assoluto la prima donna di colore a ricoprire questo ruolo, sono forse il più evidente esempio di quest'ultimo caso.
Amnesty International sollecita il governo israeliano a porre fine alle minacce e agli attacchi contro i difensori dei diritti umani dei palestinesi e degli israeliani, tra cui i leader del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS). Nel frattempo, gruppi della società civile europei stanno lanciando una nuova campagna per difendere la libertà di parola contro i tentativi da parte di Israele, e dei leader europei ad esso alleati, di limitarla.
"Un’escalation di atti intimidatori da parte del governo e di attacchi e minacce da parte dei coloni e altri attori non statali hanno creato un’atmosfera sempre più pericolosa" per i difensori dei diritti umani in Israele e in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza occupati, ha affermato martedì scorso Amnesty.
L’organizzazione ha espresso particolare preoccupazione per la "sicurezza e la libertà del difensore dei diritti umani dei palestinesi, Omar Barghouti, e altri attivisti del movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), a seguito di inviti che alludevano a minacce, anche di danni fisici e privazione dei diritti fondamentali, da parte di ministri di Israele". Le minacce sono state lanciate durante la conferenza Stop the Boycott (Fermare il Boicottaggio) tenutasi a Gerusalemme il 28 marzo con la partecipazione di leader israeliani e di diplomatici UE e USA.
Leggi: Amnesty condanna le minacce di Israele contro gli attivisti BDS
Dal momento che i boicottaggi sono una pratica civile non violenta, Israele ha cercato per anni di trovare il modo di stroncare il movimento, solo per trovarsi ogni volta davanti allo stesso dilemma: l'applicazione di misure legislative coercitive è contraria alla difesa della libertà di parola proclamata dallo Stato. In Israele, l’appello al boicottaggio dello Stato, delle sue istituzioni, o di compagnie israeliane, è stato bandito nel 2011. Questa mossa antidemocratica ha aperto gli occhi a molte persone che in tutto il mondo sono venute a conoscenza della natura di questo regime.
Questa è la prima conferenza di questo genere in Israele (conferenze simili si sono tenute negli Stati Uniti per diversi anni) in cui politici, funzionari statali e personaggi pubblici uniscono le forze nel tentativo di trovare una soluzione all'incapacità di Israele di abbattere un movimento di dissidenti che nasce dal basso.
Nella copertura israeliana del BDS e nelle tavole rotonde su questa tema, gli argomenti di coloro che sostengono il BDS sono generalmente assenti. Questa pratica di esclusione produce ignoranza circa il BDS e il movimento di solidarietà con la Palestina, e promuove isteria e tribalismo, piuttosto che reale informazione.
Leggi: Cittadini israeliani commentano la conferenza anti-BDS