di Ali Abunimah*
La Svezia respinge le affermazioni secondo cui il Ministro degli Esteri Margot Wallstrom si è impegnata a denunciare pubblicamente il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) guidato dai palestinesi.
La Wallstrom ha incontrato Tzipi Livni, criminale di guerra latitante ed ex ministra degli esteri israeliana, che la settimana scorsa si trovava a Stoccolma.
Secondo la pubblicazione israeliana online Ynet [del giornale israeliano Yedioth Ahronot, giornale centrista. Ndtr], la Wallstrom “ha infine accettato di esprimere un sostegno esplicito al diritto di Israele a proteggersi e a contrastare il BDS.”
Analogamente l’israeliano "i24 News" [canale televisivo con sede a Jaffa e distribuito anche da Sky. Ndtr.] ha riferito che “la Wallstrom ha accettato di esprimere pubblicamente l’appoggio al diritto di Israele a difendersi e l’opposizione della Svezia al boicottaggio contro Israele.”
Ma il ministero degli Esteri svedese contesta questa descrizione di quello che ha definito un “colloquio privato”.
“La Svezia è schierata a favore di una soluzione dei due stati”, ha scritto mercoledì il portavoce del ministro degli Esteri in una email ad Electronic Intifada, rispondendo ad un’inchiesta sulla correttezza delle informazioni dei media israeliani.
“Riguardo al BDS, si tratta di un movimento della società civile. I governi non devono interferire nelle opinioni di un’organizzazione della società civile,” ha aggiunto.
Riconoscendo la legittimità e l’indipendenza del movimento BDS come espressione della società civile, la Svezia assume una posizione differente dagli altri governi europei.
Per esempio, i leaders francese e britannico si sono mostrati pronti a denigrare, perseguire e censurare i propri stessi cittadini che esercitano il loro diritto alla libertà di espressione in solidarietà con i palestinesi.
La Wallstrom sarebbe certamente disponibile a solidarizzare con coloro che vengono attaccati perché dicono la verità sulla Palestina.
Nei mesi scorsi, la Wallstrom ha provocato così tanta ostilità da parte di Israele per aver preso posizione in favore dei diritti umani dei palestinesi, che i funzionari addetti alla sua sicurezza hanno dovuto indagare su esplicite minacce di morte nei suoi confronti comparse nei media israeliani.
Le autorità israeliane hanno anche messo in atto quello che è stato un boicottaggio negli incontri con il ministro.
La Wallstrom aveva fatto infuriare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu chiedendo un’inchiesta sulla pratica israeliana di esecuzioni sommarie di giovani palestinesi sospettati di aver condotto attacchi contro le forze di occupazione, i coloni o i civili israeliani.
Il leader israeliano all’epoca ha definito le accuse della Wallstrom “oltraggiose e stupide”.
Israele normalmente descrive le proprie ben documentate violazioni dei diritti dei palestinesi, compresi il blocco ed i massacri a Gaza, le esecuzioni extragiudiziarie in Cisgiordania e le demolizioni per vendetta delle case palestinesi, come “autodifesa”.
La Wallstrom inoltre ha provocato la rabbia di Israele facendo un collegamento tra il tipo di radicalizzazione che sta dietro gli attacchi di Parigi di novembre, che hanno ucciso 130 persone, con la situazione in Medio Oriente, “dove i palestinesi non vedono un futuro.”
Il suo rifiuto di sottomettersi alle intimidazioni di Israele nei confronti del BDS è un esempio che i suoi omologhi in tutto il mondo dovrebbero imitare.
*Co-fondatore di Electronic Intifada ed autore del libro La lotta per la giustizia in Palestina, in uscita da Haymarket Books; ha scritto anche Una sola nazione: un’audace proposta per risolvere l’impasse israelo-palestinese.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia