Ultime notizie

di Rami Khouri

Il New York Times non è solo il più apprezzato quotidiano degli Stati Uniti, ma anche una sorta di apripista delle tendenze intellettuali e politiche del paese. È quindi un fatto degno di nota che il 4 aprile la rubrica Room for debate (Spazio al dibattito) presentasse cinque diverse opinioni in risposta a queste domande: l’antisionismo è un antisemitismo mascherato? Quand’è che la critica verso Israele diventa intolleranza? Criticare lo stato ebraico equivale a criticare gli ebrei?

Lasciando da parte il fatto che le domande si concentrano sui sentimenti israeliani invece di cercare un punto di vista equidistante tra le diverse posizioni, mi sembra comunque un fatto notevole perché, negli annali del conflitto israelopalestinese e più in generale araboisraeliano, la critica aperta e decisa delle azioni d’Israele contro i palestinesi è diventata una questione molto delicata e le contromisure adottate, pilotate da Israele, sono state usate per minimizzare tali critiche.

Questo perché chi si oppone alle politiche più vergognose e illegali attuate dal governo israeliano – in particolare occupazione, colonizzazione, incarcerazione di massa, omicidi e l’assedio diretto o indiretto delle comunità civili palestinesi – oggi chiede delle misure per scoraggiare o punire Israele.

di Haidar Eid

I leader israeliani, dalla destra all'estrema destra, con il loro appello estremista contro il movimento BDS, hanno reso assolutamente chiaro che sono molto seri riguardo al porre fine al movimento prima che raggiunga i suoi obbiettivi, vale a dire libertà, giustizia e uguaglianza. Hanno definito il movimento BDS una "minaccia strategica" al sistema israeliano di occupazione, colonizzazione e apartheid adottato e messo in atto dal sistema di potere sionista al governo. Alla conferenza "Stop BDS" di Yediot Ahronot  [quotidiano israeliano di destra. Ndtr.], un ministro dopo l'altro e un leader dopo l'altro, hanno utilizzato una retorica incendiaria che deve essere piuttosto familiare agli attivisti del movimento contro l'apartheid in Sud Africa, molti dei quali devono aver provato una sensazione di déja vu ascoltando l'invettiva.

L’attivista palestinese di «Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni» sulle nuove misure punitive

di Michele Giorgio 

Dal tono della voce di Omar Barghouti traspaiono determinazione e preoccupazione. «Non sono sorpreso – ci dice l’opinionista palestinese,uno dei fondatori della Campagna per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (Pacbi) e del movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e sanzioni (Bds)–, non sono nuove le intimidazioni israeliane contro chi denuncia l’occupazione e difende i diritti umani e i diritti del popolo palestinese». La differenza – aggiunge – «è che ora gli israeliani prendono di mira direttamente chi denuncia violazioni abusi e discriminazioni e, più di tutto, non esitano a fare nomi e cognomi mettendo a rischio le persone indicate nei loro avvertimenti».

Il nome di Omar Barghouti, che ha scritto anche per il New York Times, è stato fatto più volte durante la conferenza «Stop Bds» tenuta a inizio settimana a Gerusalemme su iniziativa di Ynet (il portale del quotidiano Yediot Ahronot). E nei suoi confronti (e degli altri attivisti del Bsd) sono state annunciate severe misure punitive e lanciati pesanti avvertimenti.Il ministro responsabile per l’intelligence Israel Katz ha ipotizzato delle «esecuzioni mirate civili» di chi porta avanti il boicottaggio di Israele precisando di non proporre l’eliminazione fisica degli attivisti del Bds ma di colpirli in altri modi.

Il primo convegno da sempre in Israele contro il BDS ha riunito politici di ogni tendenza per mettere in luce il loro impegno a lottare contro il boicottaggio. Così facendo, tuttavia, hanno evidenziato solo quanto sia davvero efficace il movimento per il boicottaggio. 

Di Mairav Zonszein

Il giornale israeliano più venduto, Yedioth Ahronoth, e la sua piattaforma online, Ynet, lunedì [28 marzo] hanno ospitato al centro congressi di Gerusalemme un convegno interamente dedicato a lottare contro il movimento BDS. La stessa esistenza di questo evento - il primo convegno nazionale di questo tipo co-patrocinato da "StandWithUs" [Ong statunitense filo-israeliana. Ndtr.], a cui ha partecipato oltre un migliaio di persone - ha offerto al BDS (acronimo per boicottaggio, disinvestimento e sanzioni) più attenzione in Israele di quanta non ne potesse mai sperare. 

Si è trattato di un eloquente segnale che il movimento internazionale per boicottare Israele è diventato sufficientemente importante da giustificare un simile evento, i cui oratori hanno incluso il presidente [della repubblica] Reuven Rivlin, importanti ministri della Knesset, membri dell'opposizione, il presidente del World Jewish Congress [il Congresso Ebraico Mondiale, organizzazione sionista internazionale. Ndtr.] Ron Lauder e l'attrice Roseanne Barr [attrice e conduttrice televisiva statunitense. Ndtr.]. (Ovviamente al convegno non c'erano relatori che rappresentassero o appoggiassero il BDS).  

di Ali Abunimah*

La Svezia respinge le affermazioni secondo cui il Ministro degli Esteri Margot Wallstrom si è impegnata a denunciare pubblicamente il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) guidato dai palestinesi.

La Wallstrom ha incontrato Tzipi Livni, criminale di guerra latitante ed ex ministra degli esteri israeliana, che la settimana scorsa si trovava a Stoccolma.

Secondo la pubblicazione israeliana online Ynet [del giornale israeliano Yedioth Ahronot, giornale centrista. Ndtr], la Wallstrom “ha infine accettato di esprimere un sostegno esplicito al diritto di Israele a proteggersi e a contrastare il BDS.”

Analogamente l’israeliano "i24 News" [canale televisivo con sede a Jaffa e distribuito anche da Sky. Ndtr.] ha riferito che “la Wallstrom ha accettato di esprimere pubblicamente l’appoggio al diritto di Israele a difendersi e l’opposizione della Svezia al boicottaggio contro Israele.”

Ma il ministero degli Esteri svedese contesta questa descrizione di quello che ha definito un “colloquio privato”.

di Ramzy Baroud

Una raffica di condanne del boicottaggio di Israele sembra essere caduta nel vuoto. Gli appelli ai governi occidentali, venuti dal Regno Unito, dal Canada ed altri, di criminalizzare il boicottaggio di Israele non sono riusciti a indebolire la spinta del movimento pro palestinese di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Al contrario, l' hanno accelerata.

E’ come se la storia si ripetesse. I governi occidentali hanno avversato il movimento favorevole alla lotta sudafricana contro l'apartheid, combattendolo in ogni luogo e perseguitando i suoi leader. Nelson Mandela e molti suoi compagni furono definiti terroristi.

Dopo la sua morte nel 2013, i principali politici statunitensi fecero a gara per elencare le grandi qualità del leader africano defunto in molte conferenze stampa, parlando del suo impegno per la giustizia e i diritti umani. Ma, il nome di Mandela non fu cancellato dalla lista statunitense dei terroristi fino al 2008.

L’amministrazione Reagan definì anche l’African National Congress – la principale coalizione per la lotta contro l’apartheid – un gruppo terroristico. La strategia dell’ANC contro il governo dell’apartheid era un “terrorismo premeditato”, disse l’amministrazione nel 1986.

di Asa Winstanley

Ad un forum sulla cyberguerra a Tel Aviv a Gennaio, è saltato fuori che Israele ha disposto almeno 26 milioni di dollari nel budget di quest’anno per combattere il sempre crescente movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni, abbreviato in BDS.

Un resoconto di Associated Press sull’evento ha citato un’alta ufficiale israeliana nella sua dichiarazione di voler “creare una comunità di combattenti” contro il BDS nel mondo online.

Il piccolo frammento di cyber-tintinnio di sciabola è arrivato da Sima Vaknin-Gil, la direttrice generale del Ministero per gli Affari Strategici israeliano ( precedentemente a capo della censura militare della stampa in Israele). Il capo di questo ministero è Gilad Erdan, lo scorso anno incoronato “ministro del BDS” dal Primo Ministro Benjamin Netanyhau.

Il forum era rivolto agli sviluppatori tecnologici israeliani, riporta l’Associated Press. “Le iniziative sono in gran parte tenute nascoste,” dice il resoconto. ” I partecipanti al forum, al quale si accede solo per invito e che si è tenuto ai margini di una conferenza sulla cyber tecnologia, hanno ripetutamente ricordato ai presenti che dei giornalisti erano all’interno della stanza.”

Si rende anche chiara l’idea che la nuova spinta è, in parte, frutto del lavoro del Mossad, l’agenzia israeliana di spionaggio internazionale.

Definendo l'impegno per il BDS un "attacco contro Israele e contro il popolo ebraico," ADL afferma che lavorerà con l'istituto Reut per studiare il movimento.

L' "Anti-Defamation League" ["Lega contro la Diffamazione", gruppo di pressione filo-israeliano che si propone di lottare contro l'antisemitismo. Ndtr.] ha annunciato il proprio rinnovato impegno contro il boicottaggio dei prodotti israeliani, aggiungendosi alla pletora di gruppi ebraici che negli ultimi mesi hanno avviato iniziative simili.

Definendo le attività per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele un "attacco contro Israele e contro il popolo ebraico," il 29 febbraio l'ADL ha affermato che lavorerà con l'istituto Reut, un gruppo di studio israeliano, per elaborare uno studio sul movimento BDS, com'è comunemente noto.

In passato il Reut ha invocato l'uso di tattiche aggressive contro gli attivisti filo-palestinesi. In un rapporto del 2010 il gruppo ha auspicato di "far pagare un prezzo" [nel testo inglese "price tag". Ndtr.] a chi critica Israele ed ha chiesto alle agenzie di spionaggio israeliane di raccogliere informazioni sui gruppi che lavorano per delegittimare Israele.

Mentre le iniziative dal basso del BDS conquistano l'appoggio popolare, i rappresentati politici canadesi approvano una mozione che condanna il movimento.

di Amanda Edmonton

Il 22 febbraio l'associazione degli studenti dell'università McGill (SSMU) ha votato 512 contro 357 per appoggiare il movimento BDS.

Così facendo l'SSMU ha accolto l'appello della Rete d'Azione BDS della McGill agli studenti perché appoggino gli sforzi affinché la McGill "non abbia più rapporti con le imprese che sfruttano le violazioni dei diritti umani dei palestinesi."

Lo scorso anno due mozioni simili presentate dalla Rete d'Azione BDS sono state rispettivamente rinviata e bocciata.

Il consiglio direttivo degli studenti della McGill ora si unisce a quelli delle università York, Carleton e Concordia nell'appoggio al movimento BDS.

Il movimento BDS sta prendendo di mira esclusivamente Israele? No - ma il governo britannico lo sta proteggendo con singolare impunità.

di Ben White

Il governo conservatore sta progettando un pesante attacco alle libertà politiche in nome della protezione di chi si avvantaggia dalle violazioni dei diritti umani. In particolare, sta cercando di proteggere Israele dalla crescente pressione della campagna per il Boicottaggio, Disinvestimento, Sanzioni (BDS).

Il governo sta apposta falsamente rappresentando il movimento BDS come antisemita, nonostante il fatto che molti ebrei in questo paese e in tutto il mondo sostengano il boicottaggio in solidarietà con i palestinesi.

La campagna è molto semplice, e rigorosamente in opposizione alle politiche illegali di Israele. Proprio come il boicottaggio del Sudafrica durante l'apartheid, si tratta di applicare una pressione non violenta e popolare per attuare un cambiamento e sfidare l'impunità.

Il caso per il boicottaggio di Israele si basa su tre elementi - nessuno dei quali ha nulla a che fare con l'antisemitismo.