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Il 6 novembre, rappresentanti delle organizzazioni ebraiche europee e deputati del Parlamento europeo della GUE/NGL (Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica) e dei Verdi hanno organizzato una conferenza stampa al Parlamento europeo esprimendo le loro preoccupazioni sull'organizzazione di un convegno a Bruxelles sostenuto dal governo israeliano, con l'obiettivo di etichettare come forme di antisemitismo le legittime critiche e proteste contro le politiche governative israeliane, comprese le tattiche di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS).
L'incontro, co-organizzato dall'European Jewish Association e da due ministeri israeliani, aveva come obiettivo di persuadere tutti i partiti politici europei ad aderire alle "linee rosse" che definiscono “fondamentalmente antisemite" le legittime richieste di esercitare pressioni su Israele, anche attraverso le tattiche di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
Katherine Franke and Vincent Warren. Center for Constitutional Rights
"Chiediamo al governo israeliano di rispettare i diritti umani di tutte le persone e di cessare la sua pratica di respingere i difensori e i sostenitori dei diritti umani sulla base delle loro critiche nei confronti del governo"
Più di 100 avvocati e difensori dei diritti umani di tutto il mondo hanno firmato martedì una lettera aperta indirizzata al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che chiede al governo israeliano di "cessare la pratica di respingere i difensori e sostenitori dei diritti umani sulla base delle loro critiche al governo". La lettera affronta specificamente la "detenzione di 14 ore e la negazione dell'ingresso in Israele", a maggio, di due importanti attivisti statunitensi per i diritti umani, Katherine Franke e Vincent Warren. Franke ha aggiunto il suo nome alla lettera, che include anche firmatari come l'ex leader dei Pink Floyd, Roger Waters, la direttrice esecutiva di Amnesty International USA, Margaret Huang e la direttrice esecutiva di Jewish Voice for Peace, Rebecca Vilkomerson.
Come organizzazioni per la giustizia sociale di tutto il mondo, scriviamo questa lettera con crescente allarme riguardo agli attacchi alle organizzazioni che sostengono i diritti palestinesi in genere e il movimento nonviolento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), in particolare. Questi attacchi assumono spesso la forma di ciniche e false accuse di antisemitismo che confondono pericolosamente il razzismo anti-ebraico con l'opposizione alle politiche e al sistema di occupazione e all'apartheid di Israele.
Viviamo in un'epoca preoccupante, con un numero crescente di regimi autoritari e xenofobi in tutto il mondo, primo fra tutti l'amministrazione Trump, che si alleano con il governo di estrema destra di Israele mentre fanno causa comune con gruppi e partiti di supremazia bianca profondamente antisemiti e razzisti.
Dalle nostre stesse storie siamo fin troppo consapevoli dei pericoli di governi e partiti politici sempre più fascisti e apertamente razzisti. L'aumento delle posizioni antisemite e gli attacchi in tutto il mondo fanno parte di questa tendenza più ampia.
Comunicato di Servizio Civile Internazionale - Italia
Il 25 maggio 2018 il Ministero israeliano per gli Affari Strategici ha pubblicato un dossier dal titolo “The money trail: the millions given by EU institutions to NGOs with ties to terror and boycotts against Israel”. Il documento, reso consultabile sulle pagine del sito di Europe Israel Public Affairs (EIPA), – gruppo di pressione sulle istituzioni europee che in passato si è reso protagonista di esternazioni xenofobe – vorrebbe essere di denuncia nei confronti dell’Unione Europea, accusata di elargire fondi a ONG che sostengono la campagna “Boycott, Divestment and Sanctions” (BDS) fino a mantenere relazioni con “organizzazioni terroristiche”: tra quelle citate c’è anche il Servizio Civile Internazionale.
Non è questa la sede per un’indagine critica dell’utilizzo del termine “terrorismo”, che sempre meno si riferisce a ogni atto perpetrato per suscitare terrore nella popolazione civile – anche da parte delle istituzioni statali – e sempre più è utilizzato come escamotage per giustificare abusi e violazioni a livello locale e internazionale.
Ci preme tuttavia porre l’attenzione sui presunti aspetti negativi del sostegno alla campagna BDS che, come si legge nel dossier e sulla scia della narrativa dominante, è associata a una “delegittimazione anti-Israele”: come sempre accade, l’infamante accusa di antisemitismo è dietro l’angolo, come conferma tra l’altro il tono dell’articolo pubblicato su Il Foglio in cui si parla appunto del dossier.
di Medea Benjamin
Appoggio il boicottaggio nonviolento, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele per sostenere i diritti dei palestinesi. La mossa di bandire me e altri si ritorcerà contro [Israele (N.d.T.)]
Questo mese, il governo israeliano ha annunciato che agli attivisti affiliati a 20 organizzazioni, inclusa la mia organizzazione, Codepink, sarebbe stato vietato entrare in Israele e nei territori palestinesi occupati a causa del nostro sostegno al movimento nonviolento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi.
Come ebrea, questo mi causa una tremenda tristezza perché il mio attaccamento a Israele e alla Palestina è fortissimo. Nello stesso tempo, ciò rende più profondo il mio impegno a lavorare per la pace e l'uguaglianza di tutti i popoli della regione.
Mi sono recata in Israele per la prima volta 50 anni fa, subito dopo la guerra del giugno 1967. Avevo 16 anni e passai l'estate vivendo nel kibbutz Ein Gedi, proprio sul Mar Morto. Ho adorato il kibbutz, dove ho imparato a conoscere l'agricoltura, la vita in comune e il socialismo (sì, all'epoca era un kibbutz socialista). Sono anche venuta a conoscenza, tuttavia, del disprezzo e del razzismo che molti ebrei dimostravano nei confronti dei palestinesi e altri arabi.
Feci amicizia con degli arabi che mi insegnarono come lo stato ebraico aveva espropriato, durante la fondazione di Israele, i palestinesi delle loro terre, creato milioni di profughi a cui non fu permesso di tornare, e negato i diritti fondamentali ai palestinesi, che rimasero cittadini di seconda classe.
Nel corso degli anni, sono rimasta solidale con palestinesi e israeliani che cercavano di costruire una nazione veramente democratica. Ho co-fondato il gruppo Global Exchange, che dal 1990 porta delegazioni nella regione. Diversamente dalla maggior parte dei viaggi organizzati da gruppi statunitensi, questi viaggi portano le persone a incontrare i palestinesi nella Cisgiordania occupata. Lavorano insieme nella raccolta delle olive, uniscono gli sforzi per fermare la demolizione delle case palestinesi a causa degli insediamenti illegali di Israele in continua espansione, e incontrano gli israeliani che difendono i diritti dei palestinesi.
Nel 2002, Jodie Evans ed io fondammo il gruppo di donne per la pace Codepink, attivo contro la guerra in Iraq. Oltre a protestare contro le guerre degli Stati Uniti in corso in Iraq e in Afghanistan, le vendite di armi all'Arabia Saudita e altri aspetti del militarismo, abbiamo inserito nella nostra agenda la lotta palestinese per la libertà.
Dopo gli orribili bombardamenti israeliani di Gaza del 2009, del 2012 e del 2014, abbiamo portato centinaia di persone nella Striscia di Gaza assediata per essere testimoni della devastante sofferenza umana e portare aiuti umanitari fondamentali. Ci siamo uniti alle Freedom Flotillas internazionali che ogni anno dal 2010 hanno inviato navi per cercare di infrangere il blocco di Gaza imposto da Israele e la punizione collettiva dei suoi oltre 1,8 milioni di palestinesi.
Abbiamo fatto pressione sul governo degli Stati Uniti perché cessasse di dare più di 3 miliardi di dollari delle nostre tasse al governo israeliano, ogni anno, sotto forma di aiuti militari. Abbiamo sostenuto coraggiosi palestinesi come Issa Amro e la sedicenne Ahed Tamimi, che devono affrontare lunghe pene detentive per il loro attivismo per i diritti umani, e abbiamo lavorato con meravigliosi gruppi israeliani come i Rabbini per i Diritti Umani e la Coalizione israeliana/palestinese delle Donne per la Pace.
Nel 2005, quando la società civile palestinese ha invitato la comunità internazionale a sostenere il BDS come tattica per far progredire la sua lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, abbiamo aderito. Nel corso degli anni, ci siamo impegnati in campagne di advocacy di successo, come spingere le aziende di cosmetici Ahava e SodaStream a spostare le loro fabbriche fuori dagli insediamenti illegali in Cisgiordania. Stiamo anche conducendo una campagna per far cessare l’affitto e la vendita di proprietà negli insediamenti da parte di AirBnB e Remax.
Il movimento BDS guidato dai palestinesi è modellato sul movimento di boicottaggio che ha contribuito a far crollare l'apartheid in Sud Africa. Il suo obiettivo è applicare una pressione economica nonviolenta su Israele fino a quando non cessi la sua occupazione di tutte le terre palestinesi conquistate nel 1967, non garantisca uguali diritti ai cittadini palestinesi di Israele e non onori la risoluzione 194 delle Nazioni Unite, che sostiene il diritto al ritorno dei profughi palestinesi espulsi dalle loro case da Israele.
Oltre al suo impatto economico, il movimento ha riformulato la questione della privazione dei diritti civili nei confronti dei palestinesi e ha costruito un movimento internazionale più ampio. Dalle principali confessioni ecclesiastiche, associazioni accademiche e gruppi di lavoro, ai movimenti di giustizia sociale come Black Lives Matter e Standing Rock, alle icone della cultura pop, che rifiutano i viaggi gratuiti in Israele, mentre il BDS cresce in tutto il mondo, Israele è sempre più aggressivo nel contenerlo. L'ultimo tentativo è questa lista di proscrizione di 20 organizzazioni pro-BDS.
Questo nuovo divieto arriva dopo arresti e procedimenti giudiziari nei confronti di attivisti palestinesi nonviolenti che sono costretti ad affrontare lunghe pene detentive. È chiaro che Israele, incoraggiato dai suoi sostenitori nell'amministrazione Trump, sta accentuando la repressione di attivisti per i diritti umani e di chi lo critica.
Questa tattica, tuttavia, continuerà solo a fare del governo israeliano un paria. Come ha affermato l'ex ministro del governo sudafricano Ronnie Kasrils: "I tentativi dell'ex governo sudafricano dell’apartheid di screditare e minacciare il movimento BDS sono falliti e gli si sono ritorti contro, intensificando la protesta internazionale che ha contribuito a far cadere quel regime ingiusto. L'apartheid israeliano sta seguendo questa strada."
Di fronte ai sempre più drastici tentativi israeliani di reprimere attivisti nonviolenti in patria e all'estero, rafforzeremo il nostro lavoro fondato sul principio del sostegno della libertà e della giustizia per tutti i popoli in Israele/Palestina.
- Questo articolo è stato modificato il 15 gennaio 2018 per rimuovere il termine "pacifico" dal riferimento all'attivismo per i diritti umani di Ahed Tamimi, che è accusata da Israele di aggressione a un soldato. Medea Benjamin è una scrittrice e cofondatrice di Codepink: Women for Peace. Il suo ultimo libro è Kingdom of the Unjust: Behind the US-Saudi Connections (Il regno degli Ingiusti: Dietro I Legami US-Arabia Saudita).
Fonte: The Guardian
Traduzione di BDS Italia
di Esther Koontz
Faccio parte della Chiesa mennonita [confessione cristiana che discende dagli anabattisti olandesi, ndt.]. Sono anche stata un’insegnante di matematica per quasi un decennio. A causa delle mie opinioni politiche lo Stato del Kansas ha deciso che non posso contribuire alla formazione di altri insegnanti di matematica.
Leggi: Il Kansas non mi permette di formare insegnanti di matematica perché boicotto Israele
In America è minacciato il diritto di boicottare Israele. Ecco perché ciò è motivo di preoccupazioni
Una supporter del BDS a Barcellona, Spagna Albert Llop / Anadolu Agency
Le prove di fedeltà anti-comunista dell'era McCarthy sono state relegate nella pattumiera della storia. Lo stesso deve applicarsi alle richieste del governo che i dipendenti certifichino di non essere impegnati in un boicottaggio di Israele
- Il governo ha agito illegalmente tentando di impedire ai consigli comunali locali di appoggiare il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni (BDS) contro lo Stato di Israele attraverso i loro regimi pensionistici.
- Gli attivisti per la Palestina hanno salutato la decisione che rappresenta una vittoria per il movimento del BDS, dichiarando: "Oggi è una vittoria per la Palestina, per la democrazia locale e per lo stato di diritto".
- Il giudice del tribunale amministrativo, Sir Ross Cranston, ha concesso il controllo giudiziario il 22 giugno, deliberando che il governo aveva agito per finalità improprie.
Leggi: Il governo subisce una sconfitta in tribunale da parte degli attivisti BDS
Alla cortese attenzione del Sindaco di Milano, signor Giuseppe Sala
Egregio signor Sindaco,
le scrivo a seguito della notizia circolata nella rete, che un’associazione di ebrei legata alla Comunità Ebraica milanese, attraverso il suo sito www.linformale.eu, le ha chiesto, non si capisce a quale titolo, di adoperarsi per impedire la partecipazione alla prossima manifestazione del 25 aprile, festa della Liberazione, al movimento BDS (Boicotta Disinvesti Sanziona), calunniandolo con accuse false e infamanti.
Leggi: Lettera aperta di Moni Ovadia al Sindaco di Milano Sala su BDS e 25 aprile
I legislatori svizzeri ritirano una misura rivolta alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni[i] (BDS) per i diritti palestinesi.