LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Comunicato stampa della Palestine Solidarity Campaign – UK

pscVittoria del movimento BDS: La catena britannica John Lewis sospende la vendita dei prodotti dell'Ahava

I prodotti dell'Ahava, realizzati su terra palestinese rubata, cominciano a scottare. John Lewis, una delle principali catene britanniche, ha smesso di commercializzare questo marchio tossico. Anche la catena canadese The Bay ha confermato di aver sospeso le vendite dei prodotti dell'Ahava[1].

La decisione della John Lewis rappresenta ancora un'altra vittoria per il crescente movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). I consumatori rifiutano di acquistare beni da imprese che beneficiano dall'occupazione illegale israeliana.

In una lettera del 7 gennaio, l'amministratore delegato della John Lewis Andy Street ha scritto alla Palestine Solidarity Campaign (PSC): "Come un rivenditore socialmente responsabile, la John Lewis prende molto sul serio il trattamento dei lavoratori e delle loro condizioni di lavoro. Ci aspettiamo che tutti i nostri fornitori non solo rispettino la legge, ma anche i diritti, gli interessi e il benessere dei propri dipendenti, delle loro comunità e dell'ambiente". Ha concluso affermando: "In merito alla vostra richiesta sui prodotti del Mar Morto dell'Ahava, vi confermo che la John Lewis ha sospeso la commercializzazione di questi prodotti".

11 gennaio 2011

Quale è la vera posizione delle istituzioni europee nei confronti delle politiche israeliane, che continuano ad essere oggetto di condanna della comunita’ internazionale?

di Nunzio Corona

euro_flagGerusalemme – A giudicare dalla entita’ degli scambi commerciali e degli aiuti offerti all’Autorita’ Palestinese, l’Unione Europea sembrerebbe svolgere un ruolo di assoluta importanza nel sostegno alla creazione di un futuro stato palestinese. Almeno dal punto di vista economico. Tuttavia, analizzandone con piu’ attenzione l’operato, viene da chiedersi quale sia effettivamente la sua posizione nei confronti delle politiche israeliane oggetto di condanna della comunita’ internazionale. Il libro di David Cronin Europe’s Alliance with Israel: Aiding the Occupation (PlutoPress, 2011), offre una scrupolosa documentazione di come le varie istituzioni  (Parlamento Europeo, Consiglio Europeo, Consiglio dei Ministri e Commissione Europea) e i singoli stati dell’UE siano maestri nel “predicare bene ma razzolare male”.

10 gennaio 2011

gerusalemme-demolizioneI consoli dell'UE in Israele e presso l'Autorità palestinese raccomandano il boicottaggio dei prodotti israeliani provenienti da Gerusalemme est, chiedono che i funzionari dell'UE siano presenti durante le demolizioni di case e le evacuazioni.

di Nir Hasson

Gerusalemme Est deve essere trattata come la capitale dello Stato Palestinese, secondo un rapporto compilato dai capi delle missioni diplomatiche europee a Gerusalemme e a Ramallah. La relazione contiene altre raccomandazioni senza precedenti per la Unione europea per quanto riguarda il suo atteggiamento verso Gerusalemme est.

I diplomatici europei, soprattutto consoli, consigliano inoltre che i funzionari dell'UE e i politici si rifiutino di visitare gli uffici del governo israeliano che si trovano al di là della Linea Verde e non accettino le scorte di sicurezza israeliane nella Città Vecchia e altrove a Gerusalemme est.

Gli sforzi della BDS, proseguono nelle università americane a colpi di crema di ceci. L'hummus della Sabra Dipping Point, che gli studenti chiedono di ritirare dalle caffetterie e dalle mense, dato che implicato nelle violazioni contro i palestinesi.

sabradi BARBARA ANTONELLI - Gerusalemme 30 dicembre 2010 Nena News – E' ripresa a fine novembre la campagna di boicottaggio della crema a base di ceci prodotta dalla Sabra Dipping Point, da parte degli studenti della Princeton University (New Jersey) che hanno votato nel corso di un referendum perché gli spacci e le caffetterie interne all'università non distribuiscano più sui loro scaffali il famoso hummus. Purtroppo gli studenti hanno perso il referendum, 1014 contro 699 voti, anche se Yoel Bitran, presidente del Comitato Princeton sulla Palestina (PCD) ha dichiarato che il principale obiettivo dell'iniziativa era di ampliare la consapevolezza degli studenti, in merito al gruppo Sabra e al suo coinvolgimento nelle violazioni dei diritti umani della popolazione palestinese.

29 dicembre 2010
di Gal Beckerman

hrw-sep-unequalPer la prima volta, un rapporto di Human Rights Watch sulla Cisgiordania fa appello alle aziende chiedendo loro di ritirarsi dal territorio nel caso facessero parte di quello che lo studio descrive come "un sistema ingiusto di leggi, regole e servizi" che favorisce i coloni ebrei a spese dei Palestinesi.

È una mossa nuova per l'organizzazione, i cui funzionari hanno riconosciuto che la raccomandazione in parte si sovrappone inintenzionalmente al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele, o BDS, nome con cui la campagna è conosciuta.

"La sovrapposizione non è al 100%, ma neanche vicino," ha detto Bill Van Esveld, il principale autore del rapporto. Ha sottolineato che HRW, nell'individuare casi specifici di violazione dei diritti umani in Cisgiordania, stava chiedendo alle aziende di prendere in considerazione il fatto che potessero esserne implicate e agire di conseguenza— un passo intrapreso dal gruppo anche in altri paesi, ha fatto notare.

Il leader della Fiom ha incontrato Jamal Jumaa di «Stop the Wall» e si è impegnato a recarsi in Palestina e Israele per incontrare i protagonisti della resistenza popolare non violenta all'occupazione.fiom

Sospendere gli accordi commerciali e militari con Israele fino a quando il governo di Benyamin Netanyanu non rispetterà il diritto internazionale e i diritti umani e metterà fine agli insediamenti e all'assedio della popolazione palestinese di Gaza. E' questa la richiesta della segreteria nazionale della Fiom, i metalmeccanici della Cgil, alla luce della «drammatica situazione di paralisi del processo di pace e dell'espansione della colonizzazione».

mul-t-lockMaariv e il giornale finanziario The Marker riferiscono che l’azienda israeliana Multilock sta lasciando la Cisgiordania a causa della pressione esercitata dalle organizzazioni per i diritti umani. La ditta di serrature si trasferirà dalla zona industriale di Barkan, che si trova sulla strada per Ariel, alla città di Yavne.

Estratto da Maariv:

Circa due anni fa, Assa Abloy, il gigante svedese della manifattura di serrature proprietario della  Multilock, ha annunciato la sua decisione di chiudere la fabbrica di Barkan e trasferirla all’interno della Linea Verde. L’annuncio pubblico della compagnia è giunto dopo che le organizzazioni per i diritti umani e la Chiesa di Svezia, i cui rappresentanti hanno visitato Barkan, hanno pubblicato un rapporto pungente in cui si mette in guardia il gruppo gestionale della società: Assa Abloy e la sua direzione rischierebbero di essere perseguiti personalmente per la violazione della legge internazionale che proibisce di costruire colonie all’interno di un territorio occupato. Dopo alcuni giorni, Assa Abloy ha ordinato alla Multilock di chiudere la fabbrica.

Dossier Jordan Valley: Hadiklaim nella Valle del Giordano
a cura di Corporate Watch

jordan-river-datesHadiklaim è una cooperativa israeliana di coltivatori di datteri che ha rapporti con diversi tra i maggiori supermercati del Regno Unito, che comprendono Sainsburys, Marks and Spencer, Tesco amd Waitrose ( anche se la Co Op e la Marks and Spencer sostengono di rifornirsi solo di prodotti Hadiklaim che provengono dalle terre di Israele del 1948). L'azienda si vanta di esportare in 30 paesi. I datteri con il marchio Tesco e Marks and Spencer sono produzione di Hadiklaim.

La cooperativa Hadiklaim è formata da coltivatori di datteri di Israele del 1948, perlopiù del sud, e da quelli delle colonie presenti nella Valle del Giordano occupata. Il sito web di Hadiklaim raffigura la società come una che ha rapporti solo con l'Israele del 1948; elencando coltivatori di Beit Shean, del Kinneret, di Arava, di Eilat e (espressione ambigua) della "regione del Mar Morto". Tuttavia la società esporta anche prodotti provenienti dalle colonie israeliane della Valle del Giordano. Le dichiarazioni di Hadiklaim rilasciate ai mezzi di informazione in lingua ebraico-israeliana sono marcatamente diverse – l'Amministratore Delegato della Società ha attestato al quotidiano Ynet che la Valle del Giordano occupata rappresenta un'area di fondamentale importanza per la Hadiklaim.

17 Dicembre 2010
di Ali Abunimah

abunimahI palestinesi hanno già fatto molte rinunce dal 1948. Tocca a Israele porre fine alla sua campagna di pulizia etnica per far proseguire il processo di pace.

Il vice-ministro israeliano degli affari esteri, Danny Ayalon, dipinge un quadro di un Israele dal volto innocente che desidera la pace, quasi implorando i palestinesi intransigenti a venire negoziare per trovare una soluzione "due-stati-per-due-popoli " ("Who's stopping the peace process?" 14 dicembre). Ma questo non somiglia in alcun modo alla realtà dell'esperienza dei Palestinesi e a ciò che gran parte del mondo vede ogni giorno.

Ayalon sostiene che gli insediamenti, di cui Israele si rifiuta di fermare la costruzione nei territori occupati, sono fumo negli occhi e non costiutiscono un ostacolo alla pace, perché nei "43 anni da quando Israele ha acquisito il controllo della Cisgiordania, i centri abitati degli insediamenti rappresentano meno dell' 1,7% della superficie totale".

mujiIl rivenditore giapponese MUJI ha cancellato l'apertura programmata di un suo negozio in Israele tra crescenti critiche e proteste in Giappone. Questa è la prima grande vittoria del BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni) giapponese. Secondo il quotidiano giapponese, The Mainichi Daily News:

Ryohin Keikaku aveva annunciato nel mese di aprile che avrebbe firmato un contratto di licenza con una società israeliana e che avrebbe aperto quello che sarebbe stato il primo negozio Mujirushi Ryohin di Israele a Tel Aviv o a Gerusalemme nel 2011. Ma i piani di espansione della società hanno scatenato le critiche su Internet e alcuni attivisti per la pace hanno invitato i consumatori a boicottare le merci MUJI dopo che i commandos della marina israeliana hanno attaccato la flottiglia di aiuti per la Striscia di Gaza, in maggio, uccidendo almeno nove persone.

Gli attivisti del BDS in Giappone hanno adottato delle tecniche di azione diretta per sensibilizzare le persone sul tema del BDS: come spesso accade negli Stati Uniti, gli attivisti hanno creato dei finti posti di blocco della West Bank fuori dai negozi Muji a Tokyo.