Comunicato stampa della Palestine Solidarity Campaign – UK
Vittoria del movimento BDS: La catena britannica John Lewis sospende la vendita dei prodotti dell'Ahava
I prodotti dell'Ahava, realizzati su terra palestinese rubata, cominciano a scottare. John Lewis, una delle principali catene britanniche, ha smesso di commercializzare questo marchio tossico. Anche la catena canadese The Bay ha confermato di aver sospeso le vendite dei prodotti dell'Ahava[1].
La decisione della John Lewis rappresenta ancora un'altra vittoria per il crescente movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). I consumatori rifiutano di acquistare beni da imprese che beneficiano dall'occupazione illegale israeliana.
In una lettera del 7 gennaio, l'amministratore delegato della John Lewis Andy Street ha scritto alla Palestine Solidarity Campaign (PSC): "Come un rivenditore socialmente responsabile, la John Lewis prende molto sul serio il trattamento dei lavoratori e delle loro condizioni di lavoro. Ci aspettiamo che tutti i nostri fornitori non solo rispettino la legge, ma anche i diritti, gli interessi e il benessere dei propri dipendenti, delle loro comunità e dell'ambiente". Ha concluso affermando: "In merito alla vostra richiesta sui prodotti del Mar Morto dell'Ahava, vi confermo che la John Lewis ha sospeso la commercializzazione di questi prodotti".
Sarah Colborne, direttrice delle campagne per la PSC, ha dichiarato: "La PSC accoglie con soddisfazione la decisione della John Lewis di sospendere la commercializzazione dei prodotti dell'Ahava. Gli attacchi continui di Israele alla popolazione palestinese – sia sotto il brutale blocco a Gaza, sia sotto l'occupazione illegale della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, sia sotto attacco costante all'interno di Israele – hanno portato ad uno forte cambiamento dell'opinione pubblica, con il risultato di un sostegno di massa a livello internazionale ai movimenti per la pace e la giustizia a favore dei palestinesi.
L' Ahava Dead Sea Laboratories, una società israeliana di cosmetici, ha il suo stabilimento di produzione e il centro per i visitatori nell'insediamento illegale israeliano di Mitzpe Shalem in Cisgiordania. L'azienda è per il 44 per cento proprietà degli insediamenti di Mitzpe Shalem e Kalia. Gli utili dell'Ahava quindi costituiscono un sostengono economico per queste colonie illegali.
L'impianto di produzione dell'Ahava si trova in un insediamento illegale israeliano, su terra palestinese rubata. I suoi prodotti di bellezza non possono nascondere il ruolo che l'Ahava gioca nella sporca occupazione israeliana. All'Ahava, e alle altre società che traggono beneficio dall'occupazione illegale israeliana, viene inviato un messaggio chiaro da parte dei consumatori che si rifiutano di acquistare i loro prodotti. Mentre i governi, compreso quello britannico, falliscono nell'impedire le violazioni da parte di Israele del diritto internazionale e dei diritti umani, tutti noi possiamo invece fare qualcosa, rifiutandoci di comprare prodotti israeliani e unendoci al movimento BDS. La PSC continuerà a assicurare che le imprese che traggono profitti dall'occupazione israeliana siano costrette a pagare il prezzo per la loro complicità nei crimini di Israele."
Nel 2005, la società civile palestinese ha fatto appello per un campagna internazionale per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. La PSC ha lanciato la sua campagna nazionale di boicottaggio nel 2002, e appoggia le proteste ogni due settimane tenute fuori dal negozio Ahava a Covent Garden, Londra.
Fonte: Palestine Solidarity Campaign
[1] The Bay ha confermato di aver interrotto le vendite dei prodotti dell'Ahava. L'amministratore delegato Bonnie Brooks ha affermato il 13 gennaio 2011: 'La Hudson's Bay Company (HBC), ha sospeso le vendite dei prodotti di bellezza AHAVA, soprattutto a causa della diminuzione delle vendite che erano in calo da diversi anni". Ha riconosciuto che "Anche se questa decisione è stata presa da HBC unicamente per ragioni commerciali, si è verificato contemporaneamente ad una campagna aggressiva da parte di vari gruppi che sostengono il boicottaggio dei prodotti dell'AHAVA".