La Campagna

Panoramica dei contratti delle società HP con l'apartheid israeliana.

Le aziende a marchio HP svolgono un ruolo chiave nell’oppressione dei palestinesi da parte di Israele. Sono complici dell'occupazione israeliana, dell'apartheid e del regime coloniale di insediamento. HPE fornisce servizi alla polizia israeliana e ai servizi carcerari. HP Inc è stata coinvolta nella fornitura di computer alle forze di occupazione israeliane. 

Nel novembre 2015, HP si è divisa in due società: HP Inc. per hardware per i consumatori, come PC e stampanti, e Hewlett Packard Enterprise (HPE) per servizi aziendali e governativi. 

La campagna per boicottare HP è stata lanciata per porre fine a questa complicità e continua a crescere forte. Gode di un ampio sostegno da parte di consigli comunali, sindacati, chiese, organizzazioni studenteschi e di ampie organizzazioni della società civile. Nel corso di un decennio di campagne, molti contratti tra le aziende a marchio HP e il regime israeliano di apartheid si sono conclusi, dimostrando che la pressione del BDS funziona. Ciò include i contratti con la Marina israeliana che mantiene l’assedio di Gaza, il contratto che riguarda il Sistema Basel per l’identificazione biometrica utilizzata ai posti di blocco militari israeliani e, più recentemente, il contratto che riguarda il Sistema Aviv tra HPE e l’Autorità israeliana per la popolazione e l’immigrazione. Fornendo server esclusivi per il mantenimento del database della popolazione israeliana, come il database Yesha degli insediamenti illegali, HPE è stata complice nel mantenimento di un pilastro dell'apartheid israeliano. Questo contratto è ora completamente interrotto.

HP taking steps to divest

HPE continua a fornire servizi alle carceri e alla polizia israeliane nonostante sia pienamente consapevole delle gravi violazioni dei diritti umani perpetrate da entrambi. Ciò significa che HP rimane complice dell’apartheid. Unisciti a noi per la spinta finale mentre intensifichiamo la nostra campagna di solidarietà con i detenuti amministrativi palestinesi e gli altri prigionieri politici, per porre fine ai rimanenti contratti tra le società a marchio HP e l’Israele dell’apartheid.

Fonte: Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC)

Traduzione di BDS Italia

Hewlett Packard (HP) è un gigante statunitense della tecnologia dell’informazione, largamente presente sul mercato italiano con stampanti, computer portatili, tablet, accessori e sistemi informatici complessi. Ma non tutti sanno che HP è anche complice della brutale occupazione israeliana della Palestina, della discriminazione dei palestinesi attraverso l’apartheid e di violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale da parte di Israele. Con contratti per centinaia di milioni di euro, HP trae profitto e collabora con l'occupazione israeliana attraverso la fornitura e manutenzione di:

  • Tecnologie per l’infrastruttura informatica delle Forze armate israeliane che assediano e bombardano Gaza uccidendo la popolazione indiscriminatamente.
  • Il sistema BASEL, un sistema d’identificazione biometrica con riconoscimento palmare e facciale, installato nei checkpoint per impedire la libera circolazione dei palestinesi e per controllarne gli accessi in Israele e a Gaza.

Unisciti alla campagna di boicottaggio dell'HP, la tecnologia dell'oppressione israeliana

Chi è Hewlett Packard - HP?

HP fornisce, servizi tecnologici, per elaborazione dati e per IT (Information Technology).

Le complicità con le politiche di oppressione e occupazione israeliane

Il sistema Basel

Tutti i Palestinesi, quando vogliono entrare in Israele, devono dotarsi di una “scheda biometrica” magnetica d’identificazione, presentando istanza alle autorità di occupazione israeliane. Ogni scheda elettronica d’identificazione contiene  informazioni  sia biometriche sia personali e di sicurezza raccolte nel sistema BASEL, che HP Enterprise Services, l’ex EDS Israele, ha fornito al Ministero israeliano della Difesa il Sistema Basel (garantendone sviluppo, installazione, gestione e appoggio continuo sul campo). Questo sistema di controllo biometrico è installato ai posti di controllo militari israeliani in Cisgiordania e a Gaza per controllare l’accesso dei palestinesi.

E’ inoltre installato nei checkpoint all'interno dei Territori occupati ed è utilizzato anche per la gestione del sistema stradario separato in Cisgiordania che mira a limitare gli spostamenti dei Palestinesi. Pertanto i checkpoint principali sono in realtà collocati dentro i Territori occupati e limitano gli spostamenti tra le città palestinesi. Quindi è finalizzato a reprimere e sottomettere la popolazione civile palestinese della Cisgiordania occupata, dove è installato sui seguenti posti di controllo: Gerico, Betlemme (Ma'avar Rachel), Jenin, Nablus, Tulkarem, Hebron, Abu Dis, Tarkumia oltre che sul valico di Ephraim (Sha’ar Efraim, Irtach).

Una rassegna dei principali risultati della campagna BDS contro l'HP

  • Il 6 giugno 2016, l’Ong “Un ponte per…” ha aderito alla campagna italiana #IoNonComproHP, specificando in un comunicato che in base al proprio “impegno per la costruzione di ponti di pace con vittime della guerra e di regimi oppressivi, non possiamo utilizzare servizi di un'azienda come HP” e impegnandosi a “a non comprare nuovi prodotti o forniture né ad utilizzare servizi HP nelle sue sedi in Italia e Medio Oriente.” 
  • Il 30 maggio 2016, il Consiglio Nazionale dell'Unione Sindacale di base (USB) ha approvato all’unanimità l’adesione al movimento BDS e alla campagna italiana #IoNonComproHP, invitando “tutte le proprie strutture e tutti i propri aderenti [250,000 iscritti] a sostenere [il BDS] a partire dal boicottaggio della multinazionale Hewlett Packard” 
  • Il 30 maggio 2016, il Partito Rifondazione Comunista della provincia di Firenze ha aderito a #IoNonComproHP, affermando in un comunicato: “Convinti che sia finito il tempo delle mere dichiarazioni di solidarietà da parte di un’Europa che si oppone sempre più duramente contro ciò che sono costretti a subire migliaia di persone ogni giorno in Palestina, appoggiamo di buon grado la campagna di boicottaggio dell’HP”
  • Il 19 maggio 2016, il Gruppo Insegnanti di Geografia Autorganizzati (GIGA) ha aderito alla campagna di BDS Italia per il boicottaggio della Hewlett Packard, invitando ad “aderire alla campagna BDS #IoNonComproHP in modo che l'azione dei cittadini comuni sia più efficace della realpolitik, attuata con noncuranza sino ad oggi dalle potenze mondiali, sulla pelle del popolo palestinese”. 
  • Il 12 aprile 2016, il Consiglio studentesco dell'Università di Chicago ha approvato una risoluzione per il disinvestimento dei fondi universitari dall’apartheid, chiedendo che  l'università ritiri , “entro i limiti del proprio  dovere fiduciario, gli investimenti in titoli, fondazioni, fondi comuni e altri strumenti monetari con partecipazioni in società che traggono profitto da violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale in Palestina, tra cui, Hewlett-Packard".
  • Agli inizi di aprile 2016, l'Associazione Universalista Unitaria (UUA) [associazione di movimenti religiosi negli Stati Uniti. Ndtr.] ha deciso di disinvestire da una serie di compagnie coinvolte nelle violazioni dei diritti umani e nel degrado ambientale, tra cui HP Inc e HP Enterprise.
  • Il 1° marzo 2016, l’Unione Studentesca dell'University College di Londra ha votato per il sostegno alla campagna BDS, affermando che l'unione "non avrà alcun rapporto commerciale o di investimento con le aziende che partecipano a violazioni israeliane del diritto internazionale, tra cui G4S, Veolia, HP e produttori di armi che forniscono Israele, come BAE Systems e Raytheon." 
  • Il 16 febbraio 2016, l'Assemblea del governo studentesco presso l'Università di Illinois-Chicago ha votato all'unanimità a favore di una risoluzione per disinvestire da aziende che traggono profitto dall'l'occupazione israeliana e da altre violazioni dei diritti umani, tra cui la Hewlett-Packard.
  • Il 19 gennaio 2016, il Senato degli studenti dell’Università del Sud della Florida ha votato a schiacciante maggioranza una risoluzione congiunta che prevede il disinvestimento dalle imprese, tra cui la Hewlett Packard, che traggono profitto dalla “illegale e brutale occupazione“ in Palestina. Sulla risoluzione è stato successivamente posto il veto da parte del presidente dell’organo di governo studentesco.
  • Nel novembre 2015 il governo studentesco dell’Università statale San Jose ha votato per disinvestire da “compagnie, tra cui HP, che svolgono un ruolo attivo nelle violazioni dei diritti umani commesse dal governo israeliano nei Territori Palestinesi Occupati”.
  • Nel novembre 2015, il governo studentesco dell’Università Santa Cruz della California, ha riconfermato una risoluzione per il disinvestimento da HP, che era stata originariamente approvata nel 2014, ma che era stata sospesa in attesa del processo di appello. La risoluzione chiede all’università di  interrompere  i suoi investimenti con qualsiasi compagnia che “tragga profitto dall’occupazione israeliana della Palestina.”
  • Nell’ottobre 2015 il Consiglio per i Diritti Umani della città di Portland, in Oregon, chiese che il Comitato cittadino socialmente responsabile per gli investimenti inserisse HP nella lista della città “Do Not Buy” (dove non si deve comprare) a causa della complicità di HP nelle “gravi violazioni dei diritti umani e nella continua, brutale ed illegale occupazione israeliana della terra palestinese.”