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22 novembre 2010

Secondo la Camera di Commercio Israele-Italia, le similitudini tra i due paesi nella geografia, nella mentalità e nella cultura spianano la strada ai rapporti commerciali.

Quest'autunno, agenzie governative e imprese italiane e israeliane sono già al lavoro per sviluppare rapporti commerciali tra i due paesi mediterranei.

"Sempre di più, vediamo come la cooperazione scientifica e tecnologica tra Israele e Italia è in crescita", dice Gaia Molco, Segretario Generale per la Camera di Commercio e dell'Industria Israele-Italia (IICCI) con sede a Tel Aviv, un membro privato, senza scopo di lucro di una rete di 70 camere di commercio italiane.

Il 9 novembre, il ministro italiano delle Politiche agricole, alimentari e forestali Giancarlo Galan e il ministro israeliano per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale Shalom Simhon hanno firmato un accordo di cooperazione scientifica tra i due paesi. Le priorità di ricerca in comune comprendono l'agricoltura sostenibile e la gestione delle risorse naturali (acqua, suolo); qualità alimentare; adattamento dell'agricoltura ai cambiamenti climatici, agricoltura di precisione e tecnologie genomiche utilizzate dalle imprese agricole ortofrutticole. L'accordo prevede un bando annuale per progetti bilaterali di ricerca in cooperazione dai due ministeri.

All'inizio dell'autunno, una delegazione di Torino, capitale della regione Piemonte ricca di industrie, ha visitato Israele sotto l'egida della Camera di Commercio di Torino e l'Agenzia Piemontese per gli investimenti, l'esportazione e il turismo e gli Istituti di ricerca e sviluppo. La camera rappresenta circa 237.000 imprese impegnate in high-tech, nanotecnologie, aerospaziale, informatica, scienze della vita, prodotti alimentari e vinicoli, tessile e altre industrie.

Rappresentanti aziendali e delle banche della regione Lombardia sono venuti per esaminare le opportunità di investimento e di affari nelle energie rinnovabili con le controparti israeliane, in una riunione dove è intervenuto Luigi Mattiolo, ambasciatore d'Italia in Israele.

Italiani attratti dal know-how israeliano

Similitudini tra i due paesi nella geografia, nella mentalità e nella cultura spianano la strada ai rapporti commerciali, ha detto Molco a ISRAEL21c. "Le imprese italiane vedono che le tecnologie offerte da Israele possono essere utilizzate in Italia, e apprezzano la produttività e il rapido sviluppo in Israele. Gli italiani sono molto bravi nel marketing e branding, quindi è una buona partnership."

Nel 2009, il commercio tra Israele e Piemonte è ammontato a 171 milioni di euro, 27 per cento di tutti gli scambi Italia-Israele.

"Da Israele abbiamo importato principalmente computer, elettronica e dispositivi ottici", riferisce Cristian Avanzi del Dipartimento del Commercio Estero della Camera di commercio di Torino. "Abbiamo esportato principalmente cibo e vino, macchinari e mezzi di trasporto. Come potete vedere, siamo molto attivi nella collaborazione con Israele, ma vogliamo migliorare queste cifre negli anni a venire".

Molco dice che l'Italia ha ampia esperienza nel merchandising, nella moda e nel cibo, ma è nuova a imprese tecnologiche - un settore in cui eccelle Israele. Israele è oggi il secondo partner scientifico per l'Italia, dopo gli Stati Uniti nelle imprese che coinvolgono l'alta tecnologia, le energie rinnovabili e le biotecnologie. I settori aerospaziali, il mondo accademico, i prodotti farmaceutici e i dispositivi medici sono ulteriori aree di cooperazione fiorente.

Il ponte per Israele verso un mercato più ampio

A vantaggio di Israele, l'Italia offre un accesso fondamentale a popolazioni di consumatori e a opportunità di investimento più grande, riferisce Molco.

"L'Italia sta diventando un ponte verso tutta l'Europa", continua, "Quando le aziende israeliane vogliono avviare attività in Europa, il primo paese al quale si avvicinano per ospitare progetti pilota è l'Italia".

Le aziende italiane possono anche contribuire a portare innovazioni israeliane verso i principali mercati del Nord Africa, aggiunge Ronni Benatoff, presidente milanese della IICCI.

"In questo momento, stiamo mettendo insieme le persone in Israele e in Italia, settore per settore", dice Benatoff. Incontri preliminari si stanno concentrando sul turismo, l'industria aerospaziale, alimentare, ambiente ed energia fotovoltaica.

"Avremo una importante riunione sul trasferimento tecnologico questo mese, in cui i capi del settore di ricerca italiana verranno in Israele per la prima volta. Cercheremo di presentare alcuni dei venture capitalists più importanti di Israele a banche e investitori finanziari italiani per guidarli nell'investire in specifiche start-up israeliane".

Imprese della regione Piemonte sono anche interessate a saperne di più sul meccanismo israeliano di trasferimento tecnologico che mette le invenzioni su una pista veloce dall'università che sviluppa le idee alle fabbriche che le convertono in prodotti. Ulteriori scambi universitari sono in corso tra il Politecnico di Torino e l'Istituto Technologico Technion-Israel nell'ambito del gemellaggio tra Torino e Haifa.

Le joint venture certe di emergere

La delegazione della Camera di Commercio di Torino, guidata dal segretario generale Guido Bolatto, comprendeva rappresentanti della Fondazione Torino Wireless, un non-profit privato che aiuta le piccole e medie imprese per accelerarne la crescita; il centro di ricerca industriale applicata Istituto Superiore Mario Boella; e il Bioindustry Park, che ha già diversi progetti con incubatori biotech israeliani.

Usando l'inglese come lingua comune, i visitatori si sono interessati alle opportunità di investimento e partnership nell'high-tech israeliano. "Gli italiani hanno presentato progetti e hanno chiesto loro omologhi israeliani se avessero qualcosa per contribuire a migliorare i progetti ", racconta Molco.

Secondo Benatoff, l'incontro con i dirigenti legali e bancari lombardi e con i membri della Camera di Commercio di Milano, tenutosi presso la sede centrale della Banca Hapoalim a Tel Aviv, ha rivelato vivo interesse da parte delle società israeliane alle opportunità nel campo delle energie rinnovabili in Italia.

E aggiunge: "Abbiamo spiegato che qui al nord c'è un ambiente più facile nella quale lavorare per le aziende straniere. Abbiamo cercato di coprire i punti principali, dalla costruzione e alla tecnologia, alle licenze e ai finanziamenti. Gli israeliani sono alla ricerca di investimenti diretti in modo che possano gestire l'intero processo".

Benatoff prevede che molte joint ventures, soprattutto in materia di innovazione e alta tecnologia, emergeranno dai colloqui in corso.

Fonte: Israel21c