Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
Uno dei più grandi gruppi sindacali internazionali del mondo ha dichiarato il suo sostegno alla campagna di boicottaggio dei prodotti e delle istituzioni israeliane.
Nell’incontro a Durban, in Sudafrica, la settimana scorsa, Public Services International (PSI) si è inoltre impegnato a partecipare alla Settimana contro l'Apartheid israeliana, una serie annuale di manifestazioni volte a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla discriminazione e sulle violazioni dei diritti umani subite dai palestinesi. PSI rappresenta 20 milioni di lavoratori in tutto il mondo.
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Israele non solo ha "punito" i palestinesi per aver cercato e ottenuto un miglioramento del loro stato alle Nazioni Unite, ma ha anche schiaffeggiato la Gran Bretagna e la Germania, che si erano entrambi astenuti dal sostenere i palestinesi al voto.
Può essere che la decisione del primo ministro Benjamin Netanyahu di dare il via libera per circa 3.000 nuove abitazioni nei territori Palestinesi occupati sia parte di piani di lunga data per tagliare fuori Gerusalemme est dal resto dei territori palestinesi, uccidendo le speranze per uno stato separato con Gerusalemme est come capitale. In alternativa, può essere che non sia altro che un’altra mossa nel vecchio gioco di Israele di minacciare il peggio per poi chiedere favori in cambio alla moderazione. In entrambi i casi, ciò non può passare senza conseguenze.
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Se, come ha detto Netanyahu, il riconoscimento della Palestina all’Onu non ha effetti pratici, è necessario prendere misure che trasformino il riconoscimento virtuale in una realtà tangibile. Tali misure sono il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS). Concrete sanzioni internazionali porterebbero Netanyahu a rimangiarsi quanto detto e a riconoscere la realtà dello Stato di Palestina. Tuttavia, ciò richiede una forte mobilitazione civile per costringere Holland, la Merkel e gli altri leader a porre fine alle loro politiche ipocrite, che con una mano riconoscono la Palestina e con l’altra incrementano le relazioni europee con Israele.
“Non fatene un problema, questa risoluzione non ha affetti pratici”, ha detto Benjamin Netanyahu dopo il voto con cui l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto la Palestina come Stato non membro. Non un problema, forse, ma si può restare indifferenti al fatto che Israele ancora un volta si è trovato isolato, con il solo sostegno di Stati Uniti, Canada e Repubblica Ceca? Dimenticavo: anche le Isole Marshall, la Micronesia, Nauru e Palau hanno sostenuto la posizione israeliana.
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Dopo l'appello della campagna di boicottaggio, il cantante noto per le battaglie a fianco degli afroamericani decide di non partecipare al gala per l'esercito israeliano.
di Rossana Zena
Betlemme, 1 dicembre 2012, Nena News - Stevie Wonder cancella il concerto per l'esercito israeliano. Una vittoria del BDS? Il 25 novembre scorso, il sito di informazione israeliano Ynet annunciava che Stevie Wonder, leggenda musicale e sostenitore dei diritti civili, si sarebbe esibito per i soldati israeliani e per i donatori al gala annuale "Amici delle forze di difesa israeliane". Un evento a cui avrebbero partecipato oltre 1.000 membri della comunita' ebraica di Los Angeles, una serata d'eccellenza per raccogliere milioni di dollari.
“L'assistenza...scalza la lotta politica palestinese, normalizza la situazione di occupazione, e rinvia una soluzione permanente” Shir Hever in “L'economia politica dell'occupazione di Israele: repressione al di là dello sfruttamento”.
Le ONG internazionali stanno lavorando in maniera estensiva nei villaggi palestinesi, nei paesi e nelle città delle aree A* e B*, mentre i palestinesi dell'area C* (inclusa la maggior parte della Valle del Giordano) sono sistematicamente esclusi dall'accesso all'acqua, alla terra, all'istruzione, alla sanità ed all'elettricità.
Siccome queste ONG stanno lavorando entro le leggi militari imposte sulla Cisgiordania dalle forze di occupazione, Jordan Valley Solidarity ha analizzato il grado in cui il lavoro delle ONG è a beneficio delle comunità locali palestinesi, ed in quale misura beneficia l'occupazione sotto la quale stanno vivendo.
Leggi: ONG nella Valle del Giordano - Il rapporto di Jordan Valley Solidarity
Il console generale a NY Ido Aharoni afferma all’Assemblea Generale della Federazione Ebraica che Israele deve concentrare le sue iniziative al fine di “costruire relazioni.”
Non c’è un sentimento anti-Israele diffuso nei campus americani; piuttosto c’è un’apatia che può essere un vero pericolo per lo Stato Ebraico, secondo quanto afferma un diplomatico israeliano.
“Non c’è un sentimento antisraeliano diffuso. Questa non è la rappresentazione di Israele prevalente nei campus”, ha sostenuto Ido Aharoni, console generale di Israele a NY, davanti ad una delegazione di rabbini riuniti per prendere parte ai lavori dell’annuale Assemblea Generale della Federazione degli Ebrei Nord Americani.
“Il maggior problema che abbiamo nei campus oggi è l’apatia” ha insistito. “Il pericolo reale per un numero crescente di americani, ebrei e non ebrei, è questa crescente incapacità di rapportarsi con Israele”. Aharoni, che visita frequentemente college e Università come parte del suo impegno diplomatico, ha dichiarato che i sostenitori di Israele nei campus hanno perso tempo seguendo una strategia imperfetta.
Leggi: Il nostro maggiore problema è l’apatia, non l’anti-Semitismo
di Joe Catron
Malaka Mohammed, studentessa di letteratura inglese presso l'Università islamica di Gaza (IUG), è presidente del Club Universitario di lingua inglese per studentesse .. Sotto la sua guida, il club composto da 15 membri ha intrapreso questo autunno come iniziativa universitaria nella striscia di Gaza la prima campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani "Dopo aver saputo delle campagne BDS, ho capito di dover fare qualcosa", racconta Mohammed. "Così, durante la nostra prima riunione, ho proposto in Università il boicottaggio dei prodotti israeliani."
L’attivismo studentesco per le campagne BDS nella Striscia di Gaza è iniziato con il lancio nel mese di gennaio 2009 da parte degli studenti palestinesi della campagna per il boicottaggio accademico di Israele (PSCABI), inclusa nella campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI). Per i successivi quattro anni, gli studenti hanno organizzato nei campus inziative per sostenere il boicottaggio lungo tutto il territorio costiero, in gran parte a sostegno del boicottaggio accademico e culturale di Israele.
Leggi: Studenti di Gaza - Lancio della campagna "Boicottiamo Israele"
Le organizzazioni non governative denunciano che l'Europa da un lato non riconosce gli insediamenti colonici e dall'altro commercializza i loro prodotti
Roma, 30 ottobre 2012, Nena News - Basta all'import di prodotti delle colonie israeliane in Cisgiordania etichettati in modo fraudolento con il «Made in Israel».
E' questo l'appello-denuncia ("Trading Away Peace: How Europe Helps Sustain Illegal Israeli Settlements") che oggi 22 Ong internazionali attive nei territori palestinesi occupati rivolge all'Unione europea, accusata di non riconoscere da un lato gli insediamenti israeliani, illegali per le risoluzioni internazionali, e dall'altro di importare le merci delle colonie con il "Made in Israel", peraltro in misura maggiore rispetto alle produzioni palestinesi.
Stando a quanto riferito dalle 22 Ong sulla base di dati della Banca Mondiale, l'Ue importa annualmente merci dalle colonie israeliane per 230 milioni di euro: 15 volte di più del totale delle importazioni dai palestinesi. Se si tiene conto che gli israeliani insediati in Cisgiordania e a Gerusalemme Est (territori occupati per la legge internazionale) sono circa 500mila, l'Ue importa 100 volte di più da un colono che da un palestinese.
Leggi: 22 Ong all'Unione europea: Stop alle importazioni da colonie israeliane
Attivisti in Sudafrica hanno accolto con favore la decisione dell’African National Congress (ANC) alla Conferenza internazionale di solidarietà di sostenere la campagna palestinese per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele.
L'ANC, partito al governo del Sudafrica, è stato protagonista della decennale lotta contro l'Apartheid.
Nella dichiarazione ufficiale della conferenza, tenutasi a Pretoria/Tshwane dal 25 al 28 ottobre, L’ANC "ha ribadito il suo sostegno alle aspirazioni palestinesi per uno stato indipendente, inclusa quella di diventare stato membro delle Nazioni Unite; e ha fatto appello al Consiglio di sicurezza dell'ONU di utilizzare la propria autorevolezza per fermare l’espansione degli insediamenti israeliani e i soprusi sui prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane".
Ha inoltre dichiarato che la conferenza "sostiene l’appello della società civile per la campagna BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni)."
Leggi: Presidente dell’African National Congress: Israele è "di gran lunga peggiore del Sudafrica...
Lo Special Rapporteur per i diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati presenta all'Onu un rapporto sulla responsabilità delle aziende collegate agli insediamenti israeliani. E invita la società civile al boicottaggio.
di Cecilia Dalla Negra
Nel sommario si legge che la relazione "affronta la questione del rispetto da parte di Israele dei suoi obblighi in base al diritto internazionale in relazione all'occupazione dei Territori Palestinesi". E fin qui, niente di nuovo.
Poi però specifica che lo fa "con particolare attenzione alla responsabilità legale delle compagnie, imprese, corporation e attori non statali che svolgono attività collegate agli insediamenti israeliani".
È datata 19 settembre 2012, e a firmarla è Richard Falk, inviato speciale delle Nazioni Unite nei Territori Palestinesi Occupati.
Che in 54 pagine di relazione non elenca solo le aziende che traggono profitto dall'occupazione e hanno legami economici con gli insediamenti;
ma, nel ricordare che questi sono illegali e che esistono regole da rispettare anche nel business, invita la società civile a "boicottarle finché non rimetteranno le loro attività in linea con il rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale".
Queste le conclusioni di una relazione lunga e dettagliata che analizza la situazione sul terreno, non senza l'ammissione del fallimento generale a livello internazionale nel riportare Israele in una condizione di legalità, ponendo fine alla sua occupazione dei Territori.
Perché, ricorda Falk, "tutte le colonie di Israele in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, sono state costruite in palese violazione del diritto internazionale".
Leggi: L'inviato Onu Richard Falk: "Boicottare le aziende che collaborano con le colonie israeliane"