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Estratto del racconto di Vittorio Agnoletto sul Festival del Cinema di Locarno
“Abbiamo saputo che il Locarno Film Festival ha deciso di mettere Israele al centro dell’edizione di quest’anno, nella iniziativa “Carte Blanche”, in collaborazione con il Fondo Israeliano per il Cinema. Questo fondo è un’agenzia finanziata dal governo israeliano… È inoltre sostenuto dal Dipartimento per il Cinema del Ministero degli Affari Esteri il cui scopo è quello di “promuovere film israeliani all’estero con il sostegno degli addetti culturali delle ambasciate israeliane in tutto il mondo”.
Noi, i sottoscritti registi e professionisti del cinema, desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per la scelta del Festival di Locarno di collaborare con il Fondo israeliano del Cinema e con il Ministero degli Esteri israeliano, nonostante il fatto che Israele non ha solo continuato, ma ha anche intensificato l’occupazione, la colonizzazione e la pulizia etnica che porta avanti da decenni contro il popolo palestinese.
Siamo particolarmente turbati dalla tempistica della decisione del Locarno Film Festival di promuovere Israele; decisione che arriva sulla scia della recente strage provocata da Israele a Gaza nell’estate del 2014, in cui più di duemila palestinesi sono stati uccisi, tra cui oltre cinquecento bambini. La decisione del Festival di Locarno segue anche l’elezione del più razzista governo di estrema destra nella storia di Israele.
Leggi: Festival del Cinema di Locarno: La polemica sui finanziamenti ai film israeliani
di Ali Abunimah
Nei giorni scorsi organizzazioni antipalestinesi si sono scatenate a proposito del ritiro dell'invito a Matthew Paul Miller, un cantante ebreo americano che usa il nome artistico di Matisyahu, al festival musicale Rototom Sunsplash a Valenzia, in Spagna.
Tra le denunce di antisemitismo da parte della Anti-Defamation League e del Congresso mondiale ebraico (World Jewish Congress) e la condanna da parte del governo spagnolo, la questione è diventato l'ultimo strumento per colpire il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) guidato dai palestinesi.
"Gli organizzatori del festival mi hanno contattato perché hanno ricevuto pressioni dal movimento BDS" ha scritto Miller sul suo profilo Facebook il 17 agosto. "Volevano che scrivessi una lettera, o girassi un video, chiarendo la mia posizione sul Sionismo e sul conflitto israelo-palestinese per tranquillizzare la gente del BDS."
La mia musica parla da sé, e io non faccio riferimenti politici nella mia musica," ha affermato.
Miller ha supposto di essere stato preso di mira solo perché è ebreo: "Onestamente è raccapricciante ed offensivo che essendo l'unico artista notoriamente ebreo-americano ingaggiato per il festival abbiano tentato di obbligarmi a fare dichiarazioni politiche."
Sotto un diluvio di pressioni, gli organizzatori del festival si sono piegati, hanno chiesto scusa a Miller e lo hanno reinvitato ad esibirsi il prossimo sabato.
L'appoggio di Miller a favore di Israele
Ma Miller è stato preso di mira solo perché è ebreo?
O lo è stato a causa del suo continuato e pubblico primato nell'appoggiare con le parole e con azioni le violazioni dei diritti dei palestinesi da parte di Israele?
BDS País Valencià ha spiegato in una dichiarazione perché hanno contattato il festival: "Le ragioni del nostro sdegno era chiaro nel nostro messaggio: la ripetuta difesa da parte di Matisyahu dei crimini di guerra e delle gravissime violazioni dei diritti umani commesse da Israele, l'incitamento all'odio razziale i rapporti con gruppi israeliani estremisti e violenti sono in evidente contraddizione con i principi a favore dei diritti umani e della pace e con lo spirito di questo festival."
Leggi: Non è antisemita boicottare Matisyahu, un artista che ha politicizzato il suo lavoro
[Nota: Successivamente alla pubblicazione del comunicato di seguito, il festival è tornato sui suoi passi, invitando di nuovo Matisyahu]
Attivisti spagnoli per i diritti umani chiariscono i motivi della richiesta di cancellazione del concerto di Matisyahu al Festival Rototom Sunsplash a Valenzia
A seguito delle pressioni ricevute da attivisti spagnoli per i diritti umani e da artisti esteri, gli organizzatori del festival Rototom Sunsplash hanno annunciato la decisione di annullare la partecipazione dell'artista americano Matisyahu dal programma di quest'anno, a causa dei suoi incitamenti all'odio razziale e del suo sostegno ai crimini di guerra israeliani, manifestati anche nelle sue canzoni.
Dopo l’annuncio di questa decisione, il ministero degli esteri israeliano e i gruppi di pressione filo israeliani hanno diffuso le loro tipiche, logore disinformazioni e la loro propaganda circa i motivi che stavano dietro questa cancellazione. Per porre fine alle ambiguità e chiudere la questione, pubblichiamo la seguente precisazione per conto degli organizzatori della campagna, BDS País Valencià, e RESCOP (Red Solidaria Contra la Ocupación de Palestina), in risposta alle accuse:
Un mese fa abbiamo messo sotto i riflettori l'inquietante lettera di Hillary Clinton al megadonatore Haim Saban, in cui promette di lavorare con i repubblicani per opporsi al movimento BDS di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele.
Bene, si scopre che questa non è una prima assoluta per Hillary Clinton. Sta combattendo il BDS da molti anni. Anche come Segretario di Stato. Così mostrano le sue email!
Ecco una sorprendente storia sul quotidiano Scotsman, quando l'allora Segretario di Stato Clinton decise di intromettersi nel film festival di un paese straniero nel 2009, al fine di proteggere Israele.
Sei anni fa l'Edinburgh International Film Festival ricevette una donazione di 300 sterline ($ 465 circa) dal governo di Israele per permettere ad un artista israeliano di partecipare ai festeggiamenti. Questo avveniva subito dopo il massacro di Piombo Fuso a Gaza. Il regista Ken Loach contestò la donazione, e il Film Festival restituì il denaro. Fu allora che la lobby mise sotto pressione Clinton, utilizzando legami familiari, perché facesse qualcosa riguardo lo Scottish Film Festival.
di Gideon Levy
Negli ultimi anni Roger Waters ha dedicato molto del suo tempo al movimento chiamato “Boicottaggio, disinvestimento e sanzioni” (Bds). Ogni artista che intende esibirsi in Israele riceve da lui una lettera di rimprovero. Durante la guerra di Gaza, l’anno scorso, Neil Young ha finito per annullare i suoi concerti – secondo Waters, però, nessun artista ammette di aver cambiato i propri programmi grazie a lui. Cyndi Lauper, Robbie Williams e persino Alan Parsons, per citarne solo alcuni, hanno invece ignorato le sue suppliche, tenendo concerti in Israele. Non vi è dubbio però che Waters sia riuscito ad instaurare un certo clima a livello internazionale. Il suo coinvolgimento contro Israele è nato sulla scia di una sua esibizione avvenuta qui nove anni fa.
Quando e in che modo è iniziato il suo coinvolgimento politico in Medio Oriente?
«Mi era stato chiesto di suonare in Israele, ed è proprio qui che è iniziato tutto. In realtà il mio coinvolgimento nacque senza che me ne rendessi conto, perché nel 2006 ero molto ingenuo. Non pensavo. Quando il mio agente firmò il contratto per il mio concerto a Tel Aviv io, con mia imperitura vergogna, mi occupavo di tutt’altro. Poi però iniziai a ricevere delle mail».
Da parte di chi?
«Centinaia di organizzazioni diverse. Erano soprattutto mediorientali, ma vi erano anche degli europei che dicevano: “Hai sentito parlare di questa nuova organizzazione?”. La Bds aveva un tono era misurato e convincente, quindi iniziai a dialogare con loro».
Gli artisti che credono veramente che le politiche di Israele sono inaccettabili sosterrebbero certamente un movimento di boicottaggio globale, non violento, come il BDS
di Ofer Neiman e Yonatan Shapira
In una serie di relazioni pubbliche superficialmente mascherate, Caetano Veloso Lunedi a Tel Aviv così si è presentato: “Penso che l’occupazione sia inaccettabile, ma io sono solo un cantante brasiliano ospite. Questo è uno dei problemi di Israele“. Come cittadini israeliani, abbiamo visto più e più volte che l’occupazione israeliana e l’apartheid non sono un problema che gli israeliani sono disposti o in grado di risolvere da soli.
Purtroppo, questo “problema” ha anche raggiunto il porto brasiliano per molti anni: il Brasile è il quinto importatore di armi di Israele. I contratti firmati tra il governo brasiliano e israeliano raggiungono quasi 1 miliardo di dollari. Dai veicoli blindati provenienti da Israele destinati alla polizia per l’ occupazione delle baraccopoli alla formazione israeliana della polizia militare di Rio e Sao Paulo, questi sono soldi delle tasse dei cittadini brasiliani.
Caetano e Gil hanno detto che sono venuti in Israele a sostegno di un “dialogo”. I palestinesi che vivono sotto l’occupazione e l’apartheid israeliano spesso dicono, e hanno ragione, non ci può essere dialogo tra un cavallo e il suo cavaliere. Sappiamo che il dialogo significativo può iniziare solo quando l’oppressore si rende conto che le sue politiche non sono più accettabili. Gli artisti che credono veramente che le politiche di Israele sono inaccettabili sosterrebbe certamente un movimento di boicottaggio globale, non violento, come ad esempio il BDS – basate sul modello sudafricano delle campagne contro l’apartheid.
Leggi: Ofer Neiman e Yonatan Shapira: La vergogna di Caetano e Gil in Israele
Il Festival del Cinema di Locarno ha dato Carte Blanche [nome della sezione del festival, ndt] a Israele nella sua edizione del 2015.
Allo stesso tempo, una sezione speciale Porte Aperte è stata dedicata al cinema maghrebino. Questa coincidenza dubbia ci ha portato, in un primo momento, ad esercitare pressioni sul Festival affinché rinunciasse alla collaborazione con lo Stato di Israele. La direzione del Festival ha ribattezzata la sezione Carte Blanche con il nome First Look. Questa mossa ci è sembrata essere un modo goffo di nascondere il disagio.
Di conseguenza, noi sottoscritti, abbiamo deciso di ritirare i nostri progetti e film selezionati dal Festival.
Mohamed Ben Attia - Filmmaker
Raja Amari - Filmmaker
Dora Bouchoucha - Produttore
Lina Chaabane - Produttore
Fonte: Nawaat.org
Traduzione BDS Italia
A seguito di una campagna BDS, che ha visto il coinvolgimento di attivisti per i diritti dei Palestinesi e per i saharawi, la cantante saharawi Aziza Brahim ha cancellato la sua partecipazione al festival della musica sacra di Gerusalemme in programma per il 2 settembre 2015.
Per comunicare la notizia, Brahim ha postato un messaggio sulla sua pagina Facebook, in cui dice:
"Ho deciso di annullare il mio concerto al Festival della Musica Sacra di Gerusalemme
Voglio epsrimere la mia sincera gratitudine per la comprensione e il sostegno dei miei fan, così come il rispetto che molti mi hanno dimostrato nell'esprimere le proprie opinioni."
Leggi: La cantante saharawi Aziza Brahim ha disdetto il suo concerto in Israele
Lettera inviata ai relatori del Festival dei Beni Comuni a Chieri
Gilberto Gil e Caetano Veloso hanno in programma un concerto in Israele, per questo il movimento internazionale BDS (Boicottaggio Disinvestimento Sanzioni contro Israele) ha lanciato l’appello che segue, già sottoscritto da migliaia di persone per chiedere di cancellare la data.
“Caro Caetano, caro Gil, con ammirazione per il vostro lavoro e il vostro storico impegno per le lotte per la giustizia, la libertà e l'uguaglianza, vi chiediamo di cancellare il vostro concerto a Tel Aviv, previsto per il 28 luglio. Il mese di luglio segnerà il primo anniversario degli attacchi israeliani contro Gaza durante i quali Israele ha ucciso più di 2.000 palestinesi, compresi oltre 500 bambini. Più di 100.000 persone rimangono senza casa a causa di questi attacchi.
Esibirsi in Israele significa mettere il timbro d’approvazione sulle illegali politiche coloniali, razziste e di apartheid di Israele. Il governo israeliano strumentalizza i concerti in Israele come se fossero un’indicazione di sostegno alle sue politiche. Israele viola sistematicamente il diritto internazionale: impedisce ai profughi palestinesi di tornare nelle loro case, colonizza e occupa la Cisgiordania e Gaza, e discrimina sistematicamente contro i palestinesi cittadini di Israele. E non sono solo i palestinesi che devono affrontare l'oppressione israeliana: migliaia di migranti etiopi sono stati recentemente brutalmente repressi per aver protestato contro il razzismo in Israele.
La nostra richiesta fa eco a quella di artisti e della società civile palestinesi, che chiedono agli artisti di non esibirsi in Israele. Artisti che hanno rispettato questo appello comprendono Lauryn Hill, Roger Waters (dei Pink Floyd), Snoop Dog, Carlos Santana, i Cold Play, Lenny Kravitz e Elvis Costello.
Il Premio Nobel sudafricano, l'arcivescovo Desmond Tutu, il quale è un sostenitore importante del l'appello palestinese per il boicottaggio, ha spiegato che esibirsi a Tel Aviv è sbagliato, "esattamente come abbiamo detto, durante l'apartheid, che era inappropriato per artisti internazionali esibirsi in Sud Africa, in una società fondata sulle leggi discriminatorie e sull'esclusività razziale". Esibirsi oggi in Israele è l'equivalente di esibirsi a Sun City in Sud Africa durante il periodo dell'apartheid.
Non ignorate questo appello. Sostenere l'apartheid non è in sintonia con la Tropicalia!”
Roger Waters e Desmond Tutu hanno scritto loro personalmente ma la risposta dei due artisti è stata finora negativa e anzi in un’intervista al “Fatto quotidiano” del 17 giugno Gil ha detto a proposito del BDS: “Mi dispiace…che la rete stimoli l’aggressività e renda le prese di posizione ancora più nette. Ogni volta che torno in Israele, poi, si scatena qualche tipo di protesta: non è considerato un concerto, ma un fatto politico. Per noi, invece, è solo una questione di mercato. …Israele mi piace, ha un pubblico caloroso.” E Veloso : “Gil ed io non siamo pedine politiche, questo è il nostro lavoro e la nostra vita.”
Quando Desmond Tutu ha scritto: “In situazioni di oppressione, essere neutrali significa stare dalla parte dell’oppressore” si rivolgeva alla loro coscienza, non a pedine politiche. Per questo vi chiediamo di prendere posizione contro queste incredibili affermazioni, sottoscrivendo l’appello, o con ogni iniziativa riterrete opportuna.
BDS Torino
Leggi anche la lettera di Desmond Tutu, la prima lettera di Roger Waters, la risposta di Caetano Veloso e il comunicato della società civile palestinese.
Roger Waters ha risposto alla lettera di Caetano Veloso. Riepilogando: l’ex leader dei Pink Floyd ha scritto a Veloso e Gil, chiedendogli di non esibirsi in Israele, a luglio. Caetano gli ha risposto e, pur enfatizzando la sua opposizione "alla destra arrogante del governo israeliano" ha aggiunto: “non cancellerei mai un concerto per dirmi contro un paese a meno che non mi sentissi con tutto il cuore contro quel paese. Ma non è questo il caso. Ricordo che Israele è stato un luogo di speranza. Sartre e Simone de Beauvoir sono stati a favore d'Israele fino alla loro morte..."
Ecco la replica del musicista inglese:
Caro Caetano,
Grazie per aver trovato il tempo di rispondere alla mia lettera. Il dialogo è davvero importante. Risponderò ai punti che hai sollevato. Temo tu stia vedendo la politica israeliana con lenti rosa. Il fatto è che, da molte decadi, dalla Nakba (catastrofe, espropriazione del popolo palestinese) nel 1948, le politiche coloniali e razziste di Israele hanno devastato la vita di milioni di palestinesi.
Il movimento BDS, al quale ti sto chiedendo di unirti, è un movimento globale che chiede libertà, giustizia e uguaglianza per i palestinesi. Sta crescendo rapidamente per via della crescente presa di coscienza internazionale rispetto all’oppressione che i palestinesi hanno sopportato in questi ultimi 67 anni.
l’attuale regime di estrema destra di Netanyahu è solo l’ultimo governo a perpetrare atti crudeli di ingiustizia e colonizzazione. Ma questo non è un problema solo della destra. È stato, per la verità, il partito di sinistra dei lavoratori che ha creato il programma di insediamenti illegali e che si è sottratto al ritiro dai territori palestinesi e al processo di pace.
Leggi: Roger Waters risponde a Caetano Veloso: 'Non andare a Tel Aviv'