La campagna
Essendo parte del Comitato Nazionale del BDS palestinese (BNC) che ha il compito di sovrintendere gli aspetti del boicottaggio accademico e culturale del BDS, la Campagna Palestinese per il Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) ha promosso fin da 2004 il boicottaggio delle istituzioni israeliane accademiche e culturali. [1]
Ciò dipende dal fatto che queste istituzioni sono complici nel sistema di oppressione che ha negato ai Palestinesi i loro fondamentali diritti garantiti dal diritto internazionale, o hanno ostacolato l'esercizio di questi diritti, compresi la libertà di circolazione e la libertà di espressione.
Appello per il boicottaggio accademico e culturale di Israele
Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel, 2004
L’oppressione coloniale israeliana del popolo palestinese, basata sulla ideologia sionista, comprende:
- il rifiuto della sua responsabilità per la Nakba – e in particolare per le ondate di pulizia etnica e di espropriazione che hanno creato il problema dei profughi palestinesi – e quindi il rifiuto di accettare i diritti inalienabili dei profughi e dei dislocati, diritti definiti e protetti dal diritto internazionale;
- l'occupazione militare e la colonizzazione della Cisgiordania (inclusa Gerusalemme Est) e di Gaza dal 1967, in violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni dell’ONU;
- Il sistema radicato di discriminazione razziale e di segregazione contro i palestinesi cittadini di Israele, che assomiglia al defunto sistema di apartheid in Sud Africa.
Dal momento che le istituzioni accademiche israeliane (la maggior parte controllate dallo Stato) e la stragrande maggioranza degli intellettuali e degli accademici ha contribuito direttamente a mantenere, difendere o in modi diversi a giustificare le forme di oppressione sopraindicate o è stata complice con esse con il loro silenzio,