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L’invito ad Israele a presenziare come “ospite d’onore” alla Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara a fine Novembre ha suscitato qualche controversia in Messico.
Un gruppo di scrittori e di intellettuali non ha gradito la sola inclusione di Israele alla Fiera, e hanno preteso il riconoscimento della Palestina.
Definendo Israele “uno stato ebraico fondamentalista in abiti da democrazia occidentale”, hanno invitato gli organizzatori del festival e creare un programma più eterogeneo.
Qadita, sito web sulla cultura e la letteratura araba, fa notare che, arrivata alla sua 27esima edizione, l’annuale Fiera Internazionale del Libro di Guadalajara è tra i più importanti eventi culturali dell’America Latina.
Gli intellettuali affermano che: “C’è un aspetto fondamentale che non può essere ignorato: lo Stato di Israele è una realtà etnica e settaria. Non è stato per tutti i suoi cittadini, ma uno stato esclusivamente per una parte dei suoi cittadini, gli ebrei.”
Le politiche d’Israele per i palestinesi ammontano ad apartheid e rendono il boicottaggio appropriato al pari di quello di Sun City durante l'apartheid in Sud Africa.
In seguito a mesi di polemiche e molte chiamate per annullare l’evento, la musicista Alicia Keys si è esibita in un concerto in Israele lo scorso mese di luglio. In risposta alle polemiche, il dirigente dell’industria dell’intrattenimento, Ben Silverman, ha denigrato le chiamate rivolte ad artisti come la Keys per boicottare Israele. Egli ha anche contestato i paragoni tra Israele e l'apartheid in Sud Africa descrivendo in modo inesatto Israele come un garante di pari diritti per le minoranze.
Lo scopo di mascherare la realtà dell'apartheid è quello di scoraggiare elettorati importanti come quello afro-americano dal concludere che il boicottaggio – una tranquilla, tradizionale misura utilizzata per combattere per la parità di diritti - sia necessario per fare pressione su Israele affinchè cambi.
Leggi: Bill Fletcher Jr: Il Boicottaggio Nonviolento di Israele è giusto
Cara Sabahat Akkiraz e membri della band Tayyar Erdem, Savaş Gövtepe, Mustafa Dogan, Mehmet Sarialtun, e Alsan Ozan Aslan,
Noi di DPAI (Don’t Play Apartheid Israel) sosteniamo l’appello palestinese per il boicottaggio culturale di Israele, e vi invitiamo a rivalutare la vostra intenzione di esibirvi per un pubblico che applica la segregazione razziale all’Oud Festival di Israele in Gerusalemme, Sabato 9 Novembre 2013 alle 21.00, alla Henry Crown Hall del Jerusalem Theater. La società civile palestinese ha invitato al boicottaggio, al disinvestimento e alle sanzioni (BDS) contro le politiche israeliane di colonialismo, occupazione e apartheid nei confronti del popolo palestinese.
Leggi: Lettera aperta a Sabahat Akkiraz e alla sua band: boicottate l'Israel Oud Festival
Caro Sig. Aznavour,
A Gennaio 2011 Lei ha ricevuto il premio Scopus dall’Università Ebraica di Gerusalemme.
A Febbraio 2011, Marie, una giovane studentessa palestinese, Le ha scritto una raffinata lettera in cui parlava della sofferenza della popolazione palestinese, del futuro senza speranza dei bambini, delle vite dimenticate, della terra rubata, dell’esilio di così tanti uomini, donne, e bambini della Palestina. Le ha chiesto di restituire il premio. La sua lettera era così bella che eravamo convinti che Lei non sarebbe potuto rimanere impassibile, e ancora adesso è difficile per noi trovare ulteriori parole per chiederLe di non esibirsi in Israele a Novembre. Perché quella lettera diceva già tutto. Perchè l’appello di Marie mostrava tutto il rispetto che aveva per la Sua vita e la Sua lotta per il riconoscimento del popolo armeno. Perché, proprio come noi, Marie aveva letto le parole della Sua canzone per l’Armenia e visto in loro l’immagine dei martiri come quelli palestinesi.
Leggi: Lettera aperta del BDS Francia a Charles Aznavour: non suonare in Israele
Cara Katerina Papadopoulou e band,
noi di Don’t Play Apartheid Israel (DPAI) sosteniamo l’appello palestinese al boicottaggio culturale di Israele, e vi chiediamo di non esibirvi all’ Oud Festival in calendario questo mese. La società civile palestinese ha chiesto il boicottaggio dell’apartheid israeliana, e così come avvenuto con l’apartheid sudafricana, molti artisti hanno deciso di stare dalla parte della solidarietà, rifiutandosi di attraversare la linea di picchetto posta in essere. E noi speriamo sinceramente che voi facciate lo stesso. Perchè non unirsi alla crescente lista di artisti che hanno deciso di non prestare il loro nome ai tentativi di ritocco dell’immagine di un brutale regime di occupazione? Artisti di coscienza come Faithless, Leftfield, Gorillaz, Klaxons, Roger Waters, Massive Attack, Gil Scott Heron, Santana, Pete Seeger, Pixies, Tindersticks, Elvis Costello, Ken Loach, Cat Power, Cassandra Wilson e molti altri che hanno rifiutato di legittimare occupazione, apartheid e crimini di guerra. Nel 2012, Ross Daly, Giorgos Xylouris, Giorgos Manolakis, e Kelly Thoma cancellarono la loro esibizione all’Oud Festival, evento sponsorizzato dalle autorità governative israeliane, dichiarando: “Dopotutto, noi siamo musicisti con dei sentimenti e una certa sensibilità, non macchine musicali disposte a suonare in ogni circostanza” [1]
Leggi: Lettera aperta a Katerina Papadoupulos e alla sua band: non suonate in Israele
La band avrebbe dovuto suonare al locale Cementen, nella città norvegese di Stavanger, ma ha cancellato la sua esibizione quando è venuta a sapere della presenza dell'ambasciatore israeliano Naim Aradi durante il festival Chapter 13.
Leggi: La band scozzese Oi Polloi boicotta il festival Chapter 13 a causa della partecipazione...
Cara Amanda Palmer,
apprezziamo la tua apertura al boicottaggio culturale nella tua dichiarazione sul tuo blog [1], e vorremmo chiarire a te che, mentre la festa privata Kickstarter non rientra nell'ambito della campagna di boicottaggio guidato dai palestinesi, data la sua natura privata e l'assenza di sostegno istituzionale, il concerto in programma al locale Barby invece violerebbe il boicottaggio.
Usare la scusa di un tour di conoscenza insieme all'organizzazione israeliana Breaking the Silence "per vedere le aree di cui si parla", per giustificare una violazione del boicottaggio è inaccettabile.
Leggi: Amanda Palmer, per favore non normalizzare l’Apartheid israeliana
Caro Peter Greenaway,
è con grande disappunto che accogliamo la notizia che Lei ha deciso di partecipare e presenziare a un corso di perfezionamento al 29esimo International Film Festival di Haifa (HIFF), in Israele.
Noi speriamo che Lei boicotti l'HIFF, che avrà luogo dal 19 al 28 Settembre 2013; la incitiamo ad unirsi a Mira Nair e altri registi che hanno scelto di boicottare questo festival: solo lo scorso Luglio, Nair twittò “Supporto la Campagna Palestinese per Boicottaggio Accademico e Culturale di Israele (PACBI) e il più vasto movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS)” [1]
L'International Film Festival di Haifa si autocelebra come il più importante 'evento cinematografico israeliano, affermando sul suo sito web come la sua location, la città araba-ebreaica di Haifa sulla costa mediterranea, sia “un simbolo di coesistenza, tolleranza e pace, ideali che il Festival si propone di promuovere con tutto il cuore.”
Leggi: International Film Festival di Haifa, lettera aperta a Peter Greenaway
Lettera aperta di un gruppo di musicisti, professori e studenti palestinesi della Striscia di Gaza indirizzata al cantante gallese Tom Jones, la cui performance a Tel Aviv è prevista per il 26 Ottobre 2013
Leggi: Lettera aperta a Tom Jones dalla Striscia di Gaza sotto assedio
Il violinista Nigel Kennedy, le cui dichiarazioni sul sistema di Apartheid a cui i palestinesi sono sottoposti furono censurate [1] durante la trasmissione di ballo di fine anno scolastico dalla BBC, ha duramente ribadito quanto affermato in precedenza, criticando aspramente le decisione dell'emittente britannica [2].
In una lettera aperta rivolta ai giovani musicisti della Palestine Strings con cui ha condiviso il palco l'8 Agosto, Kennedy, che era già stato ingaggiato per esibirsi al Last Night of Proms il 7 Settembre, ha scritto: