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I cineasti denunciano "Close up", un nuovo progetto di documentario cinematografico che si propone di normalizzare le relazioni con Israele come se questo fosse uno stato normale, e non un regime di occupazione, di colonizzazione e di apartheid.

La Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) accoglie con soddisfazione la dichiarazione firmata fino ad oggi da oltre 500 cineasti, principalmente del mondo arabo, che denuncia "Close up", un nuovo progetto di film-documentario che viola le linee guida anti-normalizzazione concordate dalla stragrande maggioranza della società civile palestinese. PACBI invita a boicottare questo progetto caratterizzato da connivenza.

Sotto la sigla di Filmmakers Against Normalization [Cineasti Contro la Normalizzazione, N.d.T.], i registi e i professionisti del cinema esortano i loro colleghi a non collaborare con Close Up, un'iniziativa che mira a normalizzare le relazioni di arabi, iraniani, afgani e altri cineasti con Israele come se questo fosse uno stato normale, e non un regime di occupazione, di colonizzazione e di apartheid. Ciò è direttamente in conflitto con le principali linee guida del BDS che sollecitano la co-resistenza insieme agli israeliani progressisti, per porre fine al sistema di ingiustizia di Israele, piuttosto che una finta "coesistenza" che normalizza e perpetua questo sistema.

Il rapper afro-americano Talib Kweli è stato cancellato dal festival tedesco per il suo sostegno al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) a favore dei diritti dei palestinesi.

L'Open Source Festival di Düsseldorf ha annullato la performance programmata del rapper afro-americano Talib Kweli dopo aver inutilmente tentato di persuaderlo a prendere le distanze dal movimento BDS per i diritti dei palestinesi.

Talib Kweli aveva dichiarato di "preferire dare prova della propria dignità di essere umano e difendere ciò che è giusto" che "mentire sul BDS per un assegno", aggiungendo che "l'equiparare un impegno pacifico per i diritti dei palestinesi agli orrori della Germania nazista è un raffronto falso e offensivo".

In seguito alle proteste, la metropolitana di Città del Messico ha rimosso 12 fotografie dalla mostra "A look at Israel" sponsorizzata dall'ambasciata israeliana in Messico. La mostra è stata realizzata in due stazioni della metropolitana nell'ambito di un mese di manifestazioni, tra cui anche danza e proiezioni di film. Dopo le proteste dei sostenitori per i diritti dei palestinesi, sono state annullate anche un'esibizione di danza organizzata dall'ambasciata israeliana il 15 maggio, ricorrenza della Nakba, e la maggior parte delle proiezioni dei film.

La metropolitana di Città del Messico trasporta oltre 5,5 milioni di passeggeri al giorno in tutta la città. Città del Messico ha chiesto la rimozione delle fotografie dopo che quasi 40 organizzazioni, sindacati e reti messicane e missioni diplomatiche palestinesi, il mondo arabo e gli stati membri dell'Organizzazione per la Cooperazione Islamica hanno espresso preoccupazioni sull’esposizione in quanto non rispettosa delle leggi internazionali e della posizione ufficiale del Messico riguardo i territori occupati da Israele.

Il Sindaco di Dublino, il consigliere dello Sinn Fein Micheal Mac Donncha (Immagine: Collins)

Micheal Mac Donncha ha detto che l'Irlanda dovrebbe mostrare solidarietà verso il popolo palestinese rifiutandosi di partecipare.

Il consigliere dello Sinn Fein, Micheal Mac Donncha, ha detto che, secondo lui, partecipare alla competizione del prossimo anno - che si terrà in Israele - sarebbe inappropriato a causa del conflitto in corso contro la Palestina.

Al consigliere Mac Donncha è stato recentemente bandito l'ingresso nel paese mediorientale dopo aver partecipato a una conferenza a Ramallah su invito dell'Autorità Palestinese, articoli del Dublin Live.

In quell’occasione, l'ambasciata israeliana a Dublino ha accusato Mac Donncha e il Consiglio comunale di Dublino di "condurre una campagna di odio e discriminazione" contro di loro.

Artisti per la Palestina UK

Nick Cave ha tenuto una conferenza stampa in Israele, in cui ha spiegato di aver deciso di suonare in Israele per rispondere fermamente a "chiunque tenti di censurare e ridurre al silenzio i musicisti". Secondo il NME (New Musical Express, N.d.T.), il musicista ha spiegato che la modifica del suo atteggiamento è avvenuta quando tre anni fa Brian Eno gli ha chiesto di iscriversi ad una lista denominata Artisti Per la Palestina. "Su un piano molto istintivo, [Io] non volli sottoscriverla", ha detto. "C'era in quella dichiarazione qualcosa che mi puzzava."

I Radiohead hanno suonato in Israele, e come i difensori dei diritti umani palestinesi e internazionali avevano messo in guardia, Israele ha sfruttato i Radiohead fino all’ultima nota.

Omar Barghouti su Al Jazeera

Il leader dei Radiohead Thom Yorke

Il 19 luglio, e mentre le forze israeliane reprimevano brutalmente le proteste palestinesi nonviolente nella Gerusalemme Est occupata, i Radiohead hanno attraversato la linea rossa del boicottaggio palestinese per suonare a Tel Aviv. La cosa più grave, e proprio come i difensori dei diritti umani palestinesi e internazionali avevano avvertito, Israele ha sfruttato i Radiohead, fino all'ultima nota.

Il cantante dei Pink Floyd continua a criticare i Radiohead per il loro concerto a Tel Aviv

Radiohead have scheduled a concert in Tel Aviv, Israel Rex

di Ken Loach

I Radiohead devono aderire al boicottaggio culturale di Israele - perché non si incontrano con me per discuterne?

Il loro ostinato rifiuto di confrontarsi con i tanti critici del loro avventato concerto a Tel Aviv mi fa pensare che vogliono solo sentire una parte - quella che sostiene l'apartheid.

Il direttore del TLVFest Yair Hochner nel 2015 

Dopo la rinuncia da parte del regista sudafricano John Trengrove nel fine settimana, altri ospiti internazionali hanno rinunciato all’evento programmato dal primo al 10 giugno.

La pressione del movimento BDS che promuove il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele ha indotto almeno quattro ospiti internazionali ad annullare la loro presenza al TLVFest, (Tel Aviv International LGBT Film Festival). Il festival è in programma da giovedì giorno dell'apertura sino al 10 giugno.

Banksy, artista ora anche albergatore, ha risposto ad un appello dei palestinesi, e ritirato un invito al DJ inglese Fatboy Slim per esibirsi a una festa di strada al di fuori del nuovo Walled Off Hotel a Betlemme.

Fatboy Slim era in programma per una performance a Betlemme il giorno dopo quella del 12 marzo prevista a Tel Aviv. Artisti per la Palestina UK (APUK), hanno fatto un appello al DJ per cancellare il suo show israeliano.

Fatboy Slim non ha risposto, riferendo però al Jerusalem Post il 1° marzo che era a conoscenza di eventuali proteste.

Ora non può esserci alcun dubbio.

L’associazione Artisti per la Palestina UK ha commentato:
La decisione di Banksy invia un segnale a quegli artisti che amano pensare che una performace nei territori occupati dà loro licenza per esibirsi in Israele. Esibirsi a Tel Aviv oggi è l’equivalente di una performance a Sun City durante il periodo dell’apartheid [in Sudafrica]; non può essere compensato dal gesto di falsa equidistanza, come quello che Fatboy Slim aveva intenzione di fare.

Ci congratuliamo con Banksy, e ci appelliamo ancora una volta a Fatboy Slim: non è troppo tardi per cambiare idea; non portare la tua musica a uno stato di apartheid.

Artisti per la Palestina UK

Fonte: Artisti per la Palestina UK

Traduzione di Invictapalestina.org