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G4S entra nel mercato “dei servizi nel campo dell’assistenza sociale e della salute” nei comuni dei Paesi Bassi. Il comune di Hollands Kroon dice il “no”.

DocP si congratula con il partito GreenLeft per la decisione che ha preso il comune di Hollands Kroon rispetto al contratto per i servizi sanitari per i quali G4S si era un candidato.

All'ultimo minuto, Hollands Kroon, un comune del nord dei Paesi Bassi, ha scartato l’offerta di G4S facendo perdere all'azienda un contratto di 28,4 milioni di euro. Questo in parte grazie all’azione veloce del partito GreenLeft (verdi di sinistra) in Hollands Kroon. Il Consiglio comunale ha informato che la decisione è stata presa per motivi commerciali. Altri comuni, come Meppel, Hoogeveen, Zwartewaterland, Staphorst e Westerveld, hanno firmato contratti con G4S. DocP, che ha sostenuto la gente di Hollands Kroon, chiama chiunque abbia delle informazioni sulla presenza della multinazionale G4S in questi comuni, o altri, a condividere queste informazioni.

Le guerre tra stati con armi convenzionali, sostiene lo scrittore israeliano, sono in gran parte roba del passato. Ciò che serve ora sono le competenze che Israele ha sviluppato dopo un secolo di ‘contro-insurrezione’ contro i palestinesi, attraverso una forma subliminale di guerra infinita, che alimenta la paura tra la popolazione, in questo modo giustificando la militarizzazione nella vita quotidiana

di Angelo Stefanini

L’ondata di attentati terroristici di queste settimane fa da tragica cornice alla tesi sostenuta da un imperdibile libro dell’israeliano Jeff Halper, “War Against the People” : questa è una “guerra contro la gente”, contro tutti noi.

Proprio quando il primo ministro israeliano Netanyahu è in seria difficoltà di fronte alla incalzante “Intifada dei Coltelli”, e soprattutto quando i direttori delle quattro principali compagnie israeliane di armamenti lo avvertono della ‘grave crisi’ di quella che è la principale industria nazionale, ecco che un’ondata terroristica globale senza precedenti gli offre opportunità imperdibili.

Parigi: un tragico spot pubblicitario

Una prima mossa che Netanyahu non si lascia sfuggire è alimentare la tensione internazionale presentando anche il suo paese come vittima, spacciando così come fondamentalismo islamico la resistenza palestinese contro un regime oppressivo, coloniale e di apartheid.

Una seconda occasione colta al volo dall’intellighenzia militare israeliana è tentare di convincere l’occidente a riscrivere il diritto internazionale, alla stregua di quello israeliano che consente di incarcerare minorenni, torturare e detenere persone sospette per tempi indefiniti senza un’accusa formale. Già lo aveva fatto G.W. Bush dopo l’11/09 con il Patriot Act. Ora è Hollande che si candida con solerzia a fedele esecutore proponendo la modifica della Costituzione francese. E non soltanto come una manovra temporanea.

Lo scorso mese i dirigenti delle quattro maggiori imprese belliche israeliane hanno avvertito il governo di una "gravissima crisi" dell'industria bellica del Paese. Il valore delle esportazioni di armi sta crollando di almeno un miliardo di dollari all'anno, hanno scritto gli amministratori delegati.

Nella loro lettera al primo ministro Benjamin Netanyahu hanno avvertito che "le esportazioni militari sono scese dai 7.5 miliardi di dollari del 2012 a 6.5 miliardi nel 2013 e ancora a 5.5 miliardi nel 2014. Quest'anno prevediamo esportazioni per un totale di 4-4.5 miliardi di dollari."

Ciò significa che alla fine di quest'anno il calo triennale delle esportazioni potrebbe ammontare fino a 3.5 miliardi di dollari. A cosa si deve questa drammatica situazione?

Gli stessi amministratori delegati lo attribuiscono alla cattiva congiuntura economica e a un generalizzata riduzione globale nelle spese per la difesa nelle industrie che non siano nazionali: "I mercati della difesa si stanno riducendo. I Paesi stanno comprando meno armi e quelli che stanno ancora comprando stanno chiedendo di spostare la produzione e le risorse per il loro sviluppo all'interno dei loro confini; stiamo affrontando seri dilemmi a causa di ciò."

Ma Michael Deas del comitato nazionale del BDS (la coalizione dei gruppi della società civile palestinese che guida e promuove il movimento per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni) ha di recente affermato che parte delle ragioni del declino delle esportazioni [di Israele] può essere attribuito ai militanti della solidarietà con i palestinesi che hanno a lungo spinto per porre fine alle esportazioni militari da Israele nei rispettivi Paesi.

Gli attivisti hanno proclamato piena vittoria su UAV Engines, l'azienda di proprietà israeliana produttrice di droni, ieri, quando la società ha ritirato la richiesta di andare avanti con un'ingiunzione presentata contro i manifestanti fatta all'Alta Corte. Per l'azienda il peggio doveva ancora arrivare, dato che il giudice Purle ha accolto le argomentazioni degli attivisti secondo le quali, in primo luogo, l'ingiunzione non avrebbe mai dovuto essere ammessa, e l'Alta Corte ha annullato l'ingiunzione ab initio (cioè, 'fin dall'inizio'). Il giudice ha dichiarato:

«Quello che non è stato detto [nell'accogliere l'ingiunzione il 30 giugno 2015] e che si sarebbe dovuto dire con chiarezza, è che da molti anni c'è stata una lunga serie di proteste pacifiche nelle vicinanze della sede del richiedente e che vi era stata un'altra imponente manifestazione nell'ottobre del 2014 ... Non escludo che un provvedimento circoscritto sarebbe stato opportuno. Tuttavia, il fatto è che coloro che hanno fatto ricorso unilaterale avevano il severo obbligo di informare... Qualcosa, dunque, è andato storto in questa sentenza di ingiunzione. Mi sembra che il procedimento appropriato sia quello di annullare l'ingiunzione ab initio... Di conseguenza l'ingiunzione che ho accolto il 30 giugno è respinta ab initio, ed è come se l'ingiunzione non fosse mai esistita.»

La Engines UAV Ltd è una consociata di Elbit Systems, una delle più grandi aziende di armi di Israele e produttrice di droni ed altre tecnologie militari utilizzate negli attacchi militari israeliani su Gaza. I motori per droni prodotti nello stabilimento di Shenstone, vicino a Birmingham, sono esportati in Israele.

Più di 200 sindacati e movimenti da 23 paesi hanno chiesto alle Nazioni Unite di annullare i contratti con G4S, a causa della partecipazione della società di sicurezza in violazioni dei diritti umani contro i palestinesi. La richiesta arriva in un momento in cui Israele ha intensificato la sua pressione sui prigionieri in sciopero della fame, alcuni dei quali sono detenuti nelle prigioni gestite da G4S.

G4S è una società privata britannica di sicurezza che agisce come un appaltatore per il regime di apartheid israeliano, fornendo servizi ed attrezzature per le forze di polizia e servizi penitenziari, così come per posti di blocco militari e per gli insediamenti nella Cisgiordania occupata.

I prigionieri politici palestinesi hanno in questi ultimi anni tenuto una serie di scioperi della fame contro il ricorso alla detenzione arbitraria e la tortura nelle carceri israeliane che G4S contribuisce a gestire.

Una lettera inviata a Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, dagli attivisti, dettaglia come G4S abbia anche una lunga e documentata attività di partecipazione nelle violazioni dei diritti umani e dei lavoratori in altre parti del mondo, in particolare nelle carceri e nei centri di detenzione per migranti che ha gestito negli Stati Uniti, Regno Unito e Sud Africa.

Dati interni delle Nazioni Unite mostrano che questa ha speso più di $ 22.000.000 per servizi forniti da G4S nel 2014.

di Nasim Ahmed

La proliferazione di massa delle armi è una delle più grandi fonti di insabilità nel mondo. Le sue devastanti conseguenze sono universalmente percepite: profeti e politici hanno messo in guardia dai suoi effetti distruttivi sulla società e le vite umane. Gli studiosi musulmani, a guardia dei valori e principi del profeta, hanno proibito di vendere armi durante guerre e conflitti civili, anche leaders celebrati come il Presidente degli Stati Uniti Dwight Eisenhower, ha dato un profetico avvertimento riguardo al potere e al pericolo del complesso militare industriale.

Tali avvertimenti sono rimasti inascoltati dato che sempre più nazioni sono diventate preda delle  armi. Questa crescente intossicazione viene soddisfatta da un fornitore globale che prospera sulla miseria umana, il conflitto, la paura e la tensione, fornendo alle nazioni modi nuovi e fantasiosi di espungere la loro paura collettiva. 

L'esempio più recente è la tariffa “armiera” che ci sarà, contro le proteste di molti britannici al ExCel London Centre. Il pubblico britannico non saprà che l'evento è una esposizione sovvenzionata dal contribuente e una delle più grandi del mondo per vendere le armi più recenti a clenti internazionali, incluse le regioni devastate dalla guerra.  I manifestanti dicono che molti degli espositori sono coinvolti in abusi dei diritti umani mentre Amnesty, che ha intrapreso una estesa campagna contro l'esposizione, asserisce che potrebbero essere esposti strumenti di tortura illegali, ha scritto Evening Standard.

Questa fiera d'armi biennale che ha aperto martedì, è organizzata dal  Defence and Security Equipment International LTD (DSEI), con sede nel Regno unito, “un fornitore specializzato in strumentazioni di sicurezza e servizi di formazione e consulenza”.

L'evento è diventato una mecca per il commercio globale di armi ed ha attratto pesanti critiche per molte ragioni, non ultima quella relativa a quanto la crescita e la popolarità di una tale fiera ci dicono sul nostro mondo. La stessa idea di una esposizione di armi non è facilmente digeribile dalla maggior parte delle persone: fare shopping di armi letali e degli ultimi dispositivi per l'arte dell'assassinio, come se si fosse in una showroom di cucine, per acquistare l'ultima tecnologia per uccidere, quella più alla moda e all'avanguardia, è come minimo bizzarro.

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09167

presentato da DI STEFANO Manlio

testo di Mercoledì 13 maggio 2015, seduta n. 426

MANLIO DI STEFANO, DEL GROSSO, DI BATTISTA, GRANDE, SCAGLIUSI, SIBILIA e SPADONI.

— Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale .

— Per sapere

– premesso che: 

lunedì 4 maggio 2015, alcune organizzazioni della società civile palestinese hanno scritto una lettera alla Commissione dell'Unione europea per denunciare l'ennesima esercitazione militare svolta dall'esercito israeliano nella Valle del Giordano, territorio palestinese occupato; 

l'esercitazione militare, iniziata il 30 aprile 2015, ha interessato una vasta area intorno al checkpoint Hamra che comprende Humsa Fouqa, Khirbet Ibziq, al Borj, al Meeta e al Maleh. Le forze militari israeliane hanno costretto le comunità, prevalentemente agricole, che abitavano in quei territori, ad abbandonare le loro case e la loro terra. L'esercitazione ha provocato la distruzione di 4000 dunam (1 dunam equivale a 1000 metri quadrati) di coltura e alberi. Le comunità temono, inoltre, per la vita dei loro animali, fonte di sostentamento, e per i depositi d'acqua; 

gli addestramenti militari di Israele nella Valle del Giordano sono aumentati drasticamente dal 2012 e rappresentano un crudele escamotage per il trasferimento forzato della popolazione palestinese della cosiddetta Area C. Ciò avviene anche con altri mezzi tra i quali le demolizioni di edifici e la mancata erogazione di acqua; 

Il governo del Brasile ha escluso una società israeliana che si occupa di "sicurezza" dal lavoro alle Olimpiadi del 2016 a Rio de Janeiro, a seguito di una campagna promossa da attivisti in solidarietà con la Palestina.

Nel mese di ottobre 2014, la società israeliana di Sicurezza Internazionale e Sistemi di Difesa (ISDS) aveva annunciato di essersi aggiudicata un contratto del valore di 2,2 miliardi dollari con il governo brasiliano per coordinare la sicurezza al grande evento sportivo. The “Times of Israel” descriveva l'accordo come "un risultato senza precedenti per Israele", mentre i dirigenti della società dichiaravano  di avere già iniziato a lavorare.

Ma l'8 aprile, dopo una trattativa separata in merito ai grandi eventi, il ministero della giustizia del Brasile ha negato che la società ISDS si fosse  aggiudicata alcun contratto.

Il ministero così si esprimeva in una dichiarazione scritta: "Ogni contratto concluso per gli eventi di Rio 2016 non comporterà compromessi per il governo brasiliano." Gli attivisti , hanno interpretato questo come un successo della campagna di protesta contro ISDS, sostenuta anche  da alcuni sindacati brasiliani.

Julio Turra, direttore esecutivo del CUT, il maggiore sindacato dei lavoratori in Brasile, afferma in un comunicato stampa: "Siamo contenti che il governo prenda le distanze dal ISDS. Sarebbe illegale e vergognoso assumere una società che sviluppa le sue tecnologie in complicità con i crimini israeliani e che sta accumulando denunce in merito alla sua connivenza con le dittature dell'America Centrale."

Questo successo arriva sulla scia di un'altra recente e significativa vittoria degli attivisti che promuovono il boicottaggio disinvestimento e sanzioni (BDS) contro Israele in Brasile.

Un portavoce di Nicola Sturgeon, primo ministro della Scozia, ha scritto agli organizzatori della conferenza 'Cessare il commercio scozzese di armi con Israele ' per inviare "i suoi migliori auguri."

Il Primo Ministro è comprensibilmente non disponibile ad intervenire, però "spera che l'evento sarà un successo".

"Come forse saprete, durante il recente conflitto a Gaza, il governo scozzese ha scritto al governo del Regno Unito per esigere un embargo sulla vendita di armi ad Israele. Il governo scozzese è un amico fermo della Palestina e continueremo a sollevare la questione dopo le elezioni".

Fonte: Ending Scottish Arms Trade with Israel

Traduzione di BDS Italia 

La Instro Precision, industria bellica nei pressi di Broadstairs (Kent), è stata occupata alle 5 di questa mattina per protestare contro le sue vendite sia a Israele che all'Afghanistan. Quattro persone sono sul tetto con striscioni che chiedono la chiusura della fabbrica, altri dieci sono al pianoterra e uno di loro si è incatenato al cancello.

Una grande varietà di gruppi si è riunita per far sì che questo accada, tra cui: Brighton BDS, Brighton Palestine Action, Smash EDO, Stop NATO Cymru, Anarchist Action Network, East Kent CAAT, Swansea Action for Palestine (con un po'di sostegno anche da parte nostra) .

Instro è di proprietà della azienda di armi israeliana Elbit Systems e produce i droni che sono stati utilizzati per uccidere i civili palestinesi a Gaza. Sistemi ottici e telecamere, simili a quelle prodotte nella fabbrica Instro, sono gli stessi forniti dalla Elbit per essere utilizzate nei droni che sorvolano l' Afghanistan, così come nel muro dell'apartheid israeliano.

I droni Elbit Hermes hanno sorvolato l'Afghanistan e il nuovo drone Watchkeeper, basato sul modello Hermes, è stato impiegato lo scorso anno dal MOD (Ministero della difesa inglese). Anche se il Watchkeeper è apparentemente un drone di sorveglianza, è stato messo in mostra alla fiera delle armi DSEI di Londra con missili sotto le ali.