Gli attivisti hanno proclamato piena vittoria su UAV Engines, l'azienda di proprietà israeliana produttrice di droni, ieri, quando la società ha ritirato la richiesta di andare avanti con un'ingiunzione presentata contro i manifestanti fatta all'Alta Corte. Per l'azienda il peggio doveva ancora arrivare, dato che il giudice Purle ha accolto le argomentazioni degli attivisti secondo le quali, in primo luogo, l'ingiunzione non avrebbe mai dovuto essere ammessa, e l'Alta Corte ha annullato l'ingiunzione ab initio (cioè, 'fin dall'inizio'). Il giudice ha dichiarato:
«Quello che non è stato detto [nell'accogliere l'ingiunzione il 30 giugno 2015] e che si sarebbe dovuto dire con chiarezza, è che da molti anni c'è stata una lunga serie di proteste pacifiche nelle vicinanze della sede del richiedente e che vi era stata un'altra imponente manifestazione nell'ottobre del 2014 ... Non escludo che un provvedimento circoscritto sarebbe stato opportuno. Tuttavia, il fatto è che coloro che hanno fatto ricorso unilaterale avevano il severo obbligo di informare... Qualcosa, dunque, è andato storto in questa sentenza di ingiunzione. Mi sembra che il procedimento appropriato sia quello di annullare l'ingiunzione ab initio... Di conseguenza l'ingiunzione che ho accolto il 30 giugno è respinta ab initio, ed è come se l'ingiunzione non fosse mai esistita.»
La Engines UAV Ltd è una consociata di Elbit Systems, una delle più grandi aziende di armi di Israele e produttrice di droni ed altre tecnologie militari utilizzate negli attacchi militari israeliani su Gaza. I motori per droni prodotti nello stabilimento di Shenstone, vicino a Birmingham, sono esportati in Israele.
Proteste e veglie sono state organizzate dagli attivisti anti-drone e in solidarietà con la Palestina dal 2009 presso il sito. L'ingiunzione – emessa in un'udienza unilaterale il 30 giugno 2015, giorni prima di una grande protesta nazionale detta 'Blocca la fabbrica'(‘Block the Factory‘) che ha avuto luogo il 6 luglio – proibiva a nove imputati nominati e a qualsiasi contestatore di tenersi ad una distanza entro 250 metri dalla sede dell'azienda a Shenstone. Gli attivisti hanno saputo per la prima volta dell'ingiunzione solo quando sono arrivati alla manifestazione il 6 luglio.
Nel corso di un'udienza successiva alla protesta del 6 luglio, l'Alta Corte ha parzialmente modificato l'ingiunzione togliendo la zona di esclusione di 250 metri. Gli attivisti hanno sostenuto con successo che l'ordine era stato draconiano e aveva impedito loro di esercitare il proprio diritto alla libertà di parola e di protesta pacifica e legale nei confronti di un'azienda che produce armi usate all'estero in violazione dei diritti umani. L'ingiunzione stessa tuttavia è rimasta in vigore vietando ai manifestanti di sconfinare nella proprietà di Engines UAV o di perseguitare la società.
In successive dichiarazioni e argomentazioni legali, gli attivisti - e gli avvocati che agiscono gratuitamente per uno degli imputati nominati, Maya Evans di VCNV UK (VOCI PER CREATIVA NON VIOLENZA n.d.t) - hanno sostenuto che l'UAV Engines aveva in effetti ingannato il tribunale quando ha chiesto l'ingiunzione non rivelando la lunga storia di proteste pacifiche contro la fabbrica, che risale al 2009. Invece la società aveva raccontato una storia parziale, focalizzandosi su una protesta in cui gli attivisti avevano occupato il tetto della fabbrica e su un misterioso incidente con un fucile ad aria compressa, in cui risultava essere stata sparata una pallottola contro l'edificio .
Ci sono stati mesi di preparazione tecnico-giuridica e raccolta di dichiarazioni di attivisti e militanti prima della udienza di questa settimana, il 27 ottobre. Negli ultimi giorni però sembra che l'azienda ci abbia ripensato e qualche minuto prima dell'udienza abbiamo appreso dell'intenzione di ritirare la richiesta. Questo, tuttavia, non è stato sufficiente per gli attivisti che hanno sostenuto in tribunale che, in primo luogo, non si sarebbe mai dovuta emettere l'ingiunzione e poi che deve essere annullata. Dopo alcuni brevi scambi in tribunale il giudice Purle ha concordato.
Un ringraziamento va allo studio legale Bindmans e all'avvocato Owen Greenhall di Garden Chambers che hanno patrocinato senza compenso e a Dan di London Palestine Action e Hilary di Boycott Israel Network che hanno fatto tanto lavoro dietro le quinte.
Fonte: Drone Wars UK
Traduzione BDS Italia