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NESSUN VERTICE SULLE NOSTRE TESTE!

Oggi si tiene a Roma un vertice tra il "nostro" capo di governo Letta e Netanyahu, primo ministro israeliano.

L'Italia è il quarto partner commerciale nel mondo di Israele, il secondo in Europa, col quale ha stretto numerosi accordi di cooperazione, commercio e ricerca in vari campi tra cui esportazioni di gas israeliano, produzione di energie rinnovabili, comparto aereospaziale, sicurezza informatica, Expo 2015 di Milano, agricoltura innovativa, ricerca biomedica e compravendita di sistemi di sorveglianza di produzione israeliana (usati nella costruzione del muro dell'Apartheid e destinati ad essere installati sulle coste delle grandi isole e del meridione italiano contro i migranti).

A trarre maggiore profitto dalla situazione palestinese sono le industrie che speculano sulla morte delle persone, prima su tutte il "fiore all'occhiello" dell'industria italiana Finmeccanica (primo produttore di armi in Italia) di cui fa parte Telespazio che oggi abbiamo contestato, senza dimenticarci di tutte le altre "degne compari" concentrate nel quadrante nord-est (Vitrociset, Alenia, Selex, solo per citarne alcune).

I soldati sostituiti da compagnie private. Due obiettivi: fare business e evitare le critiche internazionali

di Emma Mancini

Betlemme - Ieri mattina il checkpoint 300, posto di blocco militare tra Gerusalemme e Betlemme, era affollato. Ritardi nel passaggio, controlli eccessivi, ore perse nell’attesa di attraversare e arrivare finalmente dall’altra parte del Muro di Separazione. Di checkpoint come il 300, considerati 'l’ultima frontiera verso Israele', ce ne sono 33 in Cisgiordania e 3 a Gaza. A controllare carte di identità, permessi di lavoro, passaporti e bagagliai delle automobili sono i soldati israeliani, spesso militari di leva che nei tre anni di servizio trascorrono, armi in spalla, ore e ore ai posti di blocco tra i Territori Occupati Palestinesi e Israele. Ma accanto ai soldati con la divisa governativa ci sono anche altri personaggi, vestiti di nero, senza numero identificativo sul petto. Sono i contractor privati, assunti dal Ministero della Difesa per fare lo stesso mestiere: controllare i palestinesi che ogni giorno attraversano “le ultime frontiere”.

Il processo di privatizzazione dei checkpoint in Israele è in corso da dieci anni: era il 2003 quando l’allora governo Sharon emise un decreto per il trasferimento della gestione della sicurezza nelle mani di contractor privati. Erano gli anni caldi della Seconda Intifada, il leader palestinese Yasser Arafat era sotto assedio nel palazzo presidenziale di Ramallah e il numero delle vittime palestinesi saliva di giorno in giorno. 

(ASCA) - Roma, 7 nov - E' iniziato presso lo stabilimento Alenia Aermacchi di Venegono Superiore l'assemblaggio finale del primo dei 30 addestratori avanzati M-346 ordinati dalla Forza Aerea israeliana. I tre componenti principali dell'aereo - denominato Lavi dalla Israeli Air & Space Force - la parte frontale, quella centrale e quella posteriore, che contiene i due motori, sono stati assemblati per formare la struttura primaria della fusoliera in attesa dell'assemblaggio delle ali. Il primo M-346 israeliano uscira' presto dalla linea di assemblaggio finale ed effettuera' i voli di verifica e di accettazione prima della consegna prevista per la meta' del 2014.

E’ stata finalmente pubblicata sui siti di Camera eSenato la “Relazione annuale della Presidenza del Consiglio sulle operazioni autorizzate e svolte per il controllo delle esportazioni, importazioni e transito dei materiali di armamento” trasmessa dal presidente del Consiglio Enrico Letta al Parlamento lo scorso 17 giugno, con oltre due mesi di ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge 185/90 che fissa come termine il 31 marzo di ciascun anno.

Unimondo già dallo scorso luglio è stato in grado di anticipare i dati salienti delle esportazionidi sistemi militari attribuibili – come spiega una succinta nota del premier Letta allegata alla Relazione – al precedente governo Monti: si tratta di oltre 2,7 miliardi di euro di autorizzazioni all’esportazione di armamenti rilasciate dall’esecutivo dei tecnici (ma il valore esatto è di quasi 3 miliardi di euro) e altrettanti per le effettive consegne di soli materiali militari (2.979.152.817 euro). Il maggiore acquirente è Israele soprattutto per l’ordinativo dalla Alenia Aermacchi di 30 velivoli addestratori M-346 e altro materiale per un valore complessivo di quasi 473 milioni di euro. Tra i principali destinatari oltre agliStati Uniti (419 milioni di euro) figurano l’Algeria (263 milioni), l’Arabia Saudita (245 milioni) e il Turkmenistan (216 milioni).

Le operazioni delle banche: l’ok di UniCredit per gli M-346 a Israele

Tra gli allegati che fanno parte della Relazione governativa figura la relazione predisposta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (quest’anno inserita nel Volume I) che tra l’altro rendiconta il numero e l'ammontare complessivo delle operazioni autorizzate agli Istituti di Credito per esportazioni di sistemi militari. Si tratta di 759 operazioni di esportazione definitiva per un valore complessivo di oltre 2,7 miliardi di euro (€ 2.761.213.331). Il ministero ha inoltre autorizza operazioni bancarie relative a pagamenti per compensi di intermediazione per un totale di oltre 62 milioni di euro.

Tagli per tutti ma non per le forze armate, specie se le spese rafforzano la partnership tra le industrie d’armi nazionali e quelle israeliane. Quarantuno milioni e 600.000 euro sul bilancio 2013; 96 milioni per il 2014 e 53,8 per il 2015. Il ministero della Difesa prevede di spendere quasi 192 milioni di euro in tre anni per dotarsi di un nuovo sistema satellitare ad alta risoluzione ottica per l’osservazione dell’intero globo terrestre, l’OPTSAT 3000, progettato e prodotto da Israele.

Leggero e di dimensioni assai ridotte, l’OPTSAT 3000 si caratterizza per l’agibilità e la manovrabilità da terra e per le notevoli capacità di definizione delle immagini raccolte dallo spazio. Il satellite è tuttavia programmato per funzionare per periodi brevi, non oltre i 6-7 anni dalla sua messa in orbita (prevista entro il 2016).

L’accordo italo-israeliano per il nuovo sistema di telerilevamento satellitare prevede che la società Telespazio, controllata da Finmeccanica e dalla holding francese Thales, operi in qualità di prime contractor per la fornitura del satellite e del segmento di terra, dei servizi di lancio e messa in orbita, della preparazione ed esecuzione delle attività operative e logistiche. Telespazio ha sottoscritto con il Ministero della difesa italiano un contratto del valore complessivo di 200 milioni di dollari. Personale della società sarà dislocato in Israele durante le fasi di preparazione al lancio del satellite, nonché presso il Centro di Controllo di Tel Aviv durante le fasi di post-lancio. Il completamento dei test in orbita dell’OPTSAT 3000 sarà realizzato successivamente dal Centro Spaziale del Fucino di Telespazio.

Sabato 1 e domenica 2 giugno a Venegono Superiore (VA)

Incontro/convegno: Armi, Guerre, Territorio

Dobbiamo per forza fabbricare armi, fare guerre, uccidere, o abbiamo il diritto di vivere pacificamente e di restare umani?

Il Movimento NO-F35 del novarese - Comitato NO-M346 del varesotto fanno appello

  • a tutte le realtà impegnate sul tema “guerra, pace, armamenti, disarmo”
  • a tutte le “comunità in lotta” situate vicino ad aziende belliche e basi militari ed operanti per la riconversione e la smilitarizzazione dei vari territori del paese, per riuscire a dar vita ad una rete di collegamento, flessibile e stabile allo stesso tempo, che rilanci il movimento pacifista ed antimilitarista. 

Un “nuovo ordine mondiale” targato Usa-Nato, in cui dal 1991 si inserisce il “Nuovo modello di difesa” italiano e un crescente coinvolgimento di UE ed Israele, vuol garantire con le armi il modello di vita e gli interessi dei paesi industrializzati attraverso continue guerre, definite “operazioni di pace, umanitarie, di difesa della democrazia” contro i “dittatori” ed il “terrorismo internazionale”, combattute sempre in casa d’altri, con mezzi sempre più sofisticati ed impersonali. Tutto ciò richiede una crescente militarizzazione del territorio ed una sempre più alta spesa militare, ovunque pagata dai cittadini attraverso limitazioni della democrazia e tagli alle spese sociali. Contemporaneamente una finanza internazionale che ‘non ha nazione’ agisce su scala globale sottraendo sovranità agli Stati anche con la complicità degli stessi, ricattandoli con un “debito” che in realtà nasce da un furto.

Dalla relazione del sito canadese Coalition to Oppose the Arms Trade (COAT), estrapoliamo i dati relativi alle collaborazioni delle aziende italiane con Israele finalizzate a trarre profitti dall'occupazione militare sionista.

Fiat SpA

Con un patrimonio di 94 miliardi di dollari, la Fiat è la più grande produttrice di auto in Italia, e la sesta più grande al mondo. Anche se Fiat è l'acronimo di Fabbrica Italiana Automobili Torino, la parola ha un significato in latino, ed è "sia fatto".

Nel linguaggio moderno, fiat può significare un ordine arbitrario, un decreto o un editto emanato da un governante autoritario. Tutto ciò è appropriato perché durante la seconda guerra mondiale, la Fiat ha fabbricato blindati, carri armati leggeri, aerei da combattimento, sottomarini, mitragliatrici e altre armi, non solo per il regime fascista di Mussolini, ma anche per le forze naziste di Hitler.

Fiat Chrysler e le Jeep israeliane

Nel 2009, la Fiat ha iniziato ad acquistare azioni di Chrysler, una produttrice di auto statunitense che era in gran parte detenuta da Daimler dal 1998. Dal gennaio 2012, la quota della Fiat in Chrysler è del 58,5%. La Fiat, tuttavia, ha detto che intende aumentare la sua partecipazione in Chrysler al 70%.

Il 26 gennaio 2013 Corporate Watch ha fotografato loghi di G4S nelle colonie a Gerusalemme Est di Ramat Eshkol e di Ramot Allon. Corporate Watch il 31 gennaio ha notato macchine Rapiscan ai due ingressi del compound del Muro Occidentale di Gerusalemme Est (rappresentante israeliano di Rapiscan è Hashmira, che è di proprietà G4S - vedi qui per maggiori informazioni). Il 23 gennaio 2013 i ricercatori hanno fotografato un cartello di G4S sulle apparecchiature in uso presso la sinagoga Ohel Yitzhak nella Città Vecchia, a Gerusalemme Est.

Il governo israeliano ha approvato 606 unità abitative nella colonia illegale di Ramot nel mese di novembre 2012.

La zona intorno al Muro Occidentale è parte del territorio illegalmente occupato dall'esercito israeliano nel 1967. La piazza del Muro Occidentale è stata creata radendo al suolo 650 case palestinesi nel quartiere marocchino della Città Vecchia. Nei pressi di Silwan, case palestinesi sono state demolite per fare spazio ad un Parco nazionale che è stato pianificato per creare una connessione tra il complesso del Muro Occidentale e Silwan. Gli scavi sono stati portati avanti dalle Autorità israeliane ed un'organizzazione di coloni chiamata Elad. Lunedì 28 Gennaio 2013 sono stati sradicati ulivi e della terra palestinese è stata livellata prima che fosse ottenuto ordine del tribunale che fermasse ulteriori demolizioni (vedi qui per maggiori informazioni). A quasi 90 case palestinesi a Silwan è stato consegnato un ordine di demolizione.

Le aree della Cisgiordania dove si svolgono le manifestazioni sono dichiarate zone militari e chiuse per il tempo previsto per la dimostrazione

"Un decennio di guerra sta per concludersi."*

Al presidente Obama ci sono voluti pochi minuti per raccontare agli americani che un "decennio di guerra sta per concludersi" e che userà la forza solo per sostenere i valori universali e lo Stato di diritto.
"Non possiamo confondere l'assolutismo con i principi o sostituire lo spettacolo alla politica, o trattare gli insulti come fossero ragionevoli".

Tuttavia Obama è Hollywood quando partecipa alla stesura del film Zero Dark Thirty che celebra la spettacolare morte di Bin Laden e glorifica la tortura, è finzione quando afferma di voler chiudere Guantanamo mentre elimina l'ufficio dell'inviato speciale per la chiusura del penitenziario di Guantanamo. Gli uomini del Pentagono e della Cia ingannano quando enfatizzano le "bombe intelligenti", quelle con un cervello ma senza un'anima, e poi eleggono a nuovi eroi del fronte tecnologico i droni, i robot killer capaci di giocare a ping-pong.
E così il decennio di guerra si conclude per le truppe inviate nelle zone di guerra e si apre ai droni armati UCAV)per riempire i cieli di Iraq, Afhghanistan, Pakistan, Somalia, Yemen, Iran, Libia ed ora anche Mali.

Noel Sharkey, professore ed esperto di intelligenza artificiale e robotica alla Sheffield University, ha definito il ricorso segreto ai droni una "uccisione automatizzata come tappa finale della rivoluzione industriale della guerra" http://www.guardian.co.uk/world/2012/aug/03/drone-race-factory-slaughter?newsfeed=true
In "The Automation and Proliferation of Military Drones" http://www.utwente.nl/gw/wijsb/organization/coeckelbergh/publications/52.pdf Noel Sharkey scrive che dopo l'attacco alle torri gemelle del settembre 2001 e i conflitti a Gaza, c'è stato un drammatico aumento dell'uso di droni armati. Questi robot non possono discriminare tra gli obiettivi i combattenti e non-combattenti, non hanno la consapevolezza della battaglia, non possono ragionare in modo appropriato o prendere decisioni proporzionate. E'necessario segnalare i pericoli di queste soluzioni tecnologiche perché i robot potrebbero diventare dominanti nelle guerre future.
Nell'articolo del Guardian viene citata l'Agenzia giornalistica no-profit Bureau of Investigative Journalism che ha monitorato gli attacchi con i droni in Pakistan dal giugno 2004 al settembre 2012, contando tra le 2.562 e le 3.325 persone uccise (circa 881 erano civili).

G4S è una compagnia privata britannica, operativa nel settore sicurezza-repressione in diverse parti del mondo e in particolare in Africa e Israele. Nel Regno Unito, attraverso il radicale processo di capitalizzazione e privatizzazione dell'apparato carcerario e repressivo, G4S si occupa di gestione di carceri private (insieme a Kalyx-Sodexo e Serco), di trasporto dei prigionieri, di vigilanza armata e negli ultimi tempi, all'interno di un programma sperimentale inaugurato in West Midlands e Surrey, ha assunto il ruolo di polizia privata con il potere di effettuare indagini e compiere arresti.

comunicato anonimo da 325.nostate.net

Nottingham, UK – Attaccati veicoli di G4S in solidarietà ai compagni prigionieri

Nelle prime ore di mercoledì mattina [9 gennaio 2013], abbiamo realizzato un paio di azioni repentine, azioni di auto-difesa e amore. Gli pneumatici di due veicoli G4S sono stati squarciati, i finestrini mandati in frantumi e i veicoli imbrattati di vernice. Abbiamo fatto questo in solidarietà ai nostri amici rinchiusi nella prigione di Nottingham e per mandare un messaggio speciale alla nostra amica di Roma, Elisa Di Bernardo, il cui coraggio e dedizione sono per noi fonte di ispirazione.

G4S è una multinazionale che trae profitto dalla tortura e dalla detenzione degli sfruttati in tutto il mondo. Rinchiudono e torturano per preservare l'ordine capitalistico, per questo riteniamo che debbano essere attaccati ad ogni occasione. Gli uomini e le donne assassinati da G4S e l'industria del sistema carcerario sono due cose inseparabili e in costante crescita, giorno dopo giorno, così come le vite distrutte da G4S ad ogni ora. Anche il nostro odio per G4S e il nostro amore per i nostri fratelli e le nostre sorelle rinchiusi cresce, ad ogni secondo.
La nostra azione di martedì notte è forse un piccolo gesto, ma può essere ripetuto. E noi lo ripeteremo insieme ad altri simili a questo.

Fuck the prisons.

Per la libertà, per l'amicizia.

 

Fonte: informa-azione.info