I legislatori svizzeri ritirano una misura rivolta alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni[i] (BDS) per i diritti palestinesi.

 L'8 marzo, il Consiglio Nazionale, la camera bassa del parlamento svizzero, ha approvato una legge anti-BDS presentata dal Partito popolare di destra.

Tuttavia ora la commissione affari esteri della camera alta, il Consiglio degli Stati, ha eliminato dal testo tutti i riferimenti al BDS e al Medio Oriente. La camera alta discuterà la misura modificata in maggio.
La mozione[ii] approvata dalla camera bassa invita il governo a proibire qualsiasi finanziamento di gruppi non governativi "implicati nel razzismo, nell'antisemitismo, nell'incoraggiamento all'odio o nelle campagne BDS".
Il mese scorso, i palestinesi hanno protestato[iii] contro la misura davanti alla missione diplomatica svizzera nella città occupata di Ramallah in Cisgiordania.
NGO Monitor,[iv] un gruppo di estrema destra che prende di mira e diffama i sostenitori dei diritti dei palestinesi, ha accolto con favore il voto[v] di marzo e si è arrogato il merito di "avere fornito i dettagli sul finanziamento da parte del governo svizzero di organizzazioni che promuovono politiche contro la pace, la normalizzazione, a favore del BDS e di uno Stato unico."

Eliminato il linguaggio anti-BDS
Tuttavia la commissione per gli affari esteri[vi] della camera alta ha stabilito che la formulazione del disegno di legge della camera bassa era "inopportuna" e ha proposto di colpire "qualsiasi cenno geografico o politico che si riferisca esplicitamente al conflitto in Medio Oriente".
Con un voto di 12-0, la commissione ha adottato una nuova formulazione che elimina qualsiasi riferimento al BDS.
La mozione emendata invita il governo a riesaminare le proprie norme di finanziamento e apportare tutte le modifiche necessarie per garantire che le organizzazioni coinvolte in azioni "razziste, antisemite o motivate dall'odio" siano escluse.
Ma poiché l'intera misura sembra essere stata motivata dal tentativo di ostacolare il movimento di solidarietà palestinese, piuttosto che da una vera preoccupazione per il razzismo, sembra improbabile che avvengano cambiamenti.
Roman Vonwil, membro del gruppo attivista BDS Switzerland,[vii] ha dichiarato a The Electronic Intifada che la sua organizzazione è "felice che la commissione affari esteri non abbia accettato il tentativo di diffamare il movimento BDS con false accuse di antisemitismo".
"La difesa dei diritti fondamentali non ha nulla a che vedere con l'antisemitismo", ha aggiunto Vonwil.

Diffamare i difensori dei diritti umani
NGO Monitor ha fornito al Partito Popolare un elenco di organizzazioni umanitarie e per i diritti umani che diffonderebbero, a suo dire, odio verso Israele.
Proponendo la mozione in parlamento, il legislatore del Partito Popolare Christian Imark ha attaccato[viii] queste organizzazioni - tra cui Badil, Addameer, Al-Haq, Al Mezan Center for Human Rights, Breaking the Silence, Adalah e Zochrot - accusandole di oltraggi anti-israeliani e incitamento all’antisemitismo, di sostenere il BDS, di far uso di “legal warfare” ("guerra legale") contro Israele e di legami con il terrorismo.
Tuttavia il ministro degli esteri svizzero Didier Burkhalter ha dichiarato[ix] che non sono necessarie modifiche alla legge ed esistono già sufficienti garanzie e responsabilità.
"La Svizzera non sostiene organizzazioni che incitano all'odio o al razzismo", ha detto Burkhalter al parlamento. "Non si associa a movimenti tipo BDS".
Israele e i suoi agenti hanno sostenuto leggi[x] e azioni di governo contro gli attivisti BDS in diversi paesi.
L'anno scorso, anche il parlamento olandese ha votato[xi] per fare luce sugli aiuti alle organizzazioni che sostengono il movimento BDS guidato dalla Palestina. NGO Monitor ha affermato che le sue informazioni fornite ai parlamentari sono state cruciali per la votazione. Eppure il governo olandese ha rifiutato di escludere i sostenitori del BDS dal ricevere aiuti.
La Svizzera si unisce ora all'Unione Europea,[xii] all'Irlanda,[xiii] ai Paesi Bassi[xiv] e alla Svezia[xv] nel resistere alle pressioni per rendere illegale o ostracizzare il BDS come strumento per difendere i diritti del popolo palestinese.