di Medea Benjamin
Appoggio il boicottaggio nonviolento, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele per sostenere i diritti dei palestinesi. La mossa di bandire me e altri si ritorcerà contro [Israele (N.d.T.)]
Questo mese, il governo israeliano ha annunciato che agli attivisti affiliati a 20 organizzazioni, inclusa la mia organizzazione, Codepink, sarebbe stato vietato entrare in Israele e nei territori palestinesi occupati a causa del nostro sostegno al movimento nonviolento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) per i diritti dei palestinesi.
Come ebrea, questo mi causa una tremenda tristezza perché il mio attaccamento a Israele e alla Palestina è fortissimo. Nello stesso tempo, ciò rende più profondo il mio impegno a lavorare per la pace e l'uguaglianza di tutti i popoli della regione.
Mi sono recata in Israele per la prima volta 50 anni fa, subito dopo la guerra del giugno 1967. Avevo 16 anni e passai l'estate vivendo nel kibbutz Ein Gedi, proprio sul Mar Morto. Ho adorato il kibbutz, dove ho imparato a conoscere l'agricoltura, la vita in comune e il socialismo (sì, all'epoca era un kibbutz socialista). Sono anche venuta a conoscenza, tuttavia, del disprezzo e del razzismo che molti ebrei dimostravano nei confronti dei palestinesi e altri arabi.
Feci amicizia con degli arabi che mi insegnarono come lo stato ebraico aveva espropriato, durante la fondazione di Israele, i palestinesi delle loro terre, creato milioni di profughi a cui non fu permesso di tornare, e negato i diritti fondamentali ai palestinesi, che rimasero cittadini di seconda classe.
Nel corso degli anni, sono rimasta solidale con palestinesi e israeliani che cercavano di costruire una nazione veramente democratica. Ho co-fondato il gruppo Global Exchange, che dal 1990 porta delegazioni nella regione. Diversamente dalla maggior parte dei viaggi organizzati da gruppi statunitensi, questi viaggi portano le persone a incontrare i palestinesi nella Cisgiordania occupata. Lavorano insieme nella raccolta delle olive, uniscono gli sforzi per fermare la demolizione delle case palestinesi a causa degli insediamenti illegali di Israele in continua espansione, e incontrano gli israeliani che difendono i diritti dei palestinesi.
Nel 2002, Jodie Evans ed io fondammo il gruppo di donne per la pace Codepink, attivo contro la guerra in Iraq. Oltre a protestare contro le guerre degli Stati Uniti in corso in Iraq e in Afghanistan, le vendite di armi all'Arabia Saudita e altri aspetti del militarismo, abbiamo inserito nella nostra agenda la lotta palestinese per la libertà.
Dopo gli orribili bombardamenti israeliani di Gaza del 2009, del 2012 e del 2014, abbiamo portato centinaia di persone nella Striscia di Gaza assediata per essere testimoni della devastante sofferenza umana e portare aiuti umanitari fondamentali. Ci siamo uniti alle Freedom Flotillas internazionali che ogni anno dal 2010 hanno inviato navi per cercare di infrangere il blocco di Gaza imposto da Israele e la punizione collettiva dei suoi oltre 1,8 milioni di palestinesi.
Abbiamo fatto pressione sul governo degli Stati Uniti perché cessasse di dare più di 3 miliardi di dollari delle nostre tasse al governo israeliano, ogni anno, sotto forma di aiuti militari. Abbiamo sostenuto coraggiosi palestinesi come Issa Amro e la sedicenne Ahed Tamimi, che devono affrontare lunghe pene detentive per il loro attivismo per i diritti umani, e abbiamo lavorato con meravigliosi gruppi israeliani come i Rabbini per i Diritti Umani e la Coalizione israeliana/palestinese delle Donne per la Pace.
Nel 2005, quando la società civile palestinese ha invitato la comunità internazionale a sostenere il BDS come tattica per far progredire la sua lotta per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza, abbiamo aderito. Nel corso degli anni, ci siamo impegnati in campagne di advocacy di successo, come spingere le aziende di cosmetici Ahava e SodaStream a spostare le loro fabbriche fuori dagli insediamenti illegali in Cisgiordania. Stiamo anche conducendo una campagna per far cessare l’affitto e la vendita di proprietà negli insediamenti da parte di AirBnB e Remax.
Il movimento BDS guidato dai palestinesi è modellato sul movimento di boicottaggio che ha contribuito a far crollare l'apartheid in Sud Africa. Il suo obiettivo è applicare una pressione economica nonviolenta su Israele fino a quando non cessi la sua occupazione di tutte le terre palestinesi conquistate nel 1967, non garantisca uguali diritti ai cittadini palestinesi di Israele e non onori la risoluzione 194 delle Nazioni Unite, che sostiene il diritto al ritorno dei profughi palestinesi espulsi dalle loro case da Israele.
Oltre al suo impatto economico, il movimento ha riformulato la questione della privazione dei diritti civili nei confronti dei palestinesi e ha costruito un movimento internazionale più ampio. Dalle principali confessioni ecclesiastiche, associazioni accademiche e gruppi di lavoro, ai movimenti di giustizia sociale come Black Lives Matter e Standing Rock, alle icone della cultura pop, che rifiutano i viaggi gratuiti in Israele, mentre il BDS cresce in tutto il mondo, Israele è sempre più aggressivo nel contenerlo. L'ultimo tentativo è questa lista di proscrizione di 20 organizzazioni pro-BDS.
Questo nuovo divieto arriva dopo arresti e procedimenti giudiziari nei confronti di attivisti palestinesi nonviolenti che sono costretti ad affrontare lunghe pene detentive. È chiaro che Israele, incoraggiato dai suoi sostenitori nell'amministrazione Trump, sta accentuando la repressione di attivisti per i diritti umani e di chi lo critica.
Questa tattica, tuttavia, continuerà solo a fare del governo israeliano un paria. Come ha affermato l'ex ministro del governo sudafricano Ronnie Kasrils: "I tentativi dell'ex governo sudafricano dell’apartheid di screditare e minacciare il movimento BDS sono falliti e gli si sono ritorti contro, intensificando la protesta internazionale che ha contribuito a far cadere quel regime ingiusto. L'apartheid israeliano sta seguendo questa strada."
Di fronte ai sempre più drastici tentativi israeliani di reprimere attivisti nonviolenti in patria e all'estero, rafforzeremo il nostro lavoro fondato sul principio del sostegno della libertà e della giustizia per tutti i popoli in Israele/Palestina.
- Questo articolo è stato modificato il 15 gennaio 2018 per rimuovere il termine "pacifico" dal riferimento all'attivismo per i diritti umani di Ahed Tamimi, che è accusata da Israele di aggressione a un soldato. Medea Benjamin è una scrittrice e cofondatrice di Codepink: Women for Peace. Il suo ultimo libro è Kingdom of the Unjust: Behind the US-Saudi Connections (Il regno degli Ingiusti: Dietro I Legami US-Arabia Saudita).
Fonte: The Guardian
Traduzione di BDS Italia