LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

La restrizione su tali importazioni è in linea con una nota in calce agli orientamenti dell'Unione europea che sono entrati in vigore a gennaio, limitando affari e commerci con entità israeliane situate in Cisgiordania.

L'Unione Europea ha recentemente informato il Ministero dell'Agricoltura israeliano che non riconosce i controlli veterinari del ministero al di là della Linea Verde e si rifiuta di importare pollame e uova da insediamenti in Cisgiordania, come riporta il sito israeliano Walla.

Victoria Brittain

La nuova generazione di giovani attivisti negli Stati Uniti è in gran parte il risultato della molteplicità e della coerenza di una narrazione che emerge nei nuovi media da parte di una nuova generazione di palestinesi istruiti e sicuri di sé. 

Nel 2010, questa intervista è stata fatta al Dr. Haidar Eid come iniziativa del gruppo BDS Gaza e del One Democratic State Group (ODSG), ma non è mai stata pubblicata per via di motivi tecnici. E’ stata recentemente modificata per essere pubblicata, poichè questa intervista va a colpire alcuni dei più recenti, importanti e puntuali problemi. Eid introduce alcune profonde analisi e resoconti sulle deterioranti condizioni in Palestina. E sebbene questa intervista abbia qualche anno, Eid è impegnato in un vivace dialogo su domande relative al presente.   

Inizia sottolineando le manifestazioni quotidiane nella Striscia di Gaza incessantemente sotto assedio, il massacro del 2008-2009 e la prolungata ed illegale punizione collettiva dei suoi abitanti perpetrata da Israele, che ha trasformato la Striscia in una prigione a cielo aperto. Non ci sono comunicazioni tra la Striscia di Gaza e il mondo, a causa di svariate restrizioni imposte al diritto di libertà di movimento dei palestinesi.

del Cantore Michael Davis, religioso, attivista, professore in un seminario rabbinico

Israele si è ritirato ancora una volta dai colloqui di pace con i palestinesi. Dove dovremo riporre, allora, le nostre speranze per una soluzione pacifica e giusta in Israele-Palestina? Io ho scelto di accogliere l'appello palestinese per le campagne di boicottaggio contro Israele. Fino a quando Israele non riconoscerà ai cittadini palestinesi gli stessi diritti che riserva ai suoi cittadini ebrei, non risponderà alle legittime rimostranze dei rifugiati palestinesi e, ancora più urgente, non porrà fine all'occupazione della Cisgiordania, questa è la nostra migliore opzione. Una vasta coalizione della società civile palestinese ha chiesto il nostro supporto alla campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS). Sostenere campagne contro le aziende, le istituzioni e le persone israeliane che sono complici dell'occupazione e della discriminazione contro i palestinesi è un modo per affermare il nostro impegno per la giustizia e l'uguaglianza.

La mia posizione non dovrebbe sorprendere nessuno, meno di tutti, i leader ebrei, miei colleghi. Come ebrei, siamo chiamati ad ascoltare gli oppressi e a ricordare, come la Bibbia e le nostre preghiere affermano ripetutamente, l'imperativo morale che " un tempo siamo stati schiavi in Egitto".

Un altro geniale video di Apartheid Adventures:

{youtube}http://www.youtube.com/watch?v=VUOK0HAXl3E&feature=youtu.be&hl=it&cc_lang_pref=it&cc=1{/youtube}

(se non si vedono i sottotitoli in italiano, clicca sulll'icona sottotitoli per attivarli)

Progettare insediamenti è un deliberato tentativo di espropriare i palestinesi della loro terra.

di Abe Hayeem

I nove anni di lunga campagna per rendere gli architetti israeliani responsabili per il loro ruolo nelle pratiche di espropriazione delle terre dei palestinesi hanno raggiunto una tappa importante il 19 marzo. Il Royal Institute of British Architects (RIBA) ha approvato l'invito a sospendere il suo equivalente israeliano dall' Unione Internazionale degli Architetti.

Questa decisione ha un importante precedente. Nel 1978, il RIBA protestò contro l'apartheid in Sud Africa recidendo i suoi legami con le scuole di Architettura sudafricane.

di Stephanie Westbrook

Ad un anno dall’avvio del megaevento descritto come “un modello fondato su debito, cemento e precarietà”, a Milano il Comitato NoExpo lancia i No Expo Days, con il corteo del 1 maggio seguito da una tre giorni di dibattiti, proposte e azioni.

Mentre Expo 2015 rappresenta uno scempio a 360 gradi, in termini di devastazione e speculazione così come nell’appropriazione ipocrita di termini come “sviluppo sostenibile”, tuttavia uno dei paesi partecipanti si è auto-distinto. Nel video di presentazione del proprio padiglione, Israele, infatti, dà un'anteprima del livello di propaganda che ha in serbo per i visitatori.

Nominato "Fields of Tomorrow", il padiglione di 2.400 metri quadrati, che avrà una posizione privilegiata, accanto a quello dell’Italia e all'incrocio dei due assi principali del sito, vuole presentare le “eccellenze” israeliana in agricoltura e gestione delle risorse idriche, mentre ruba acqua e terra ai palestinesi.

Israele conta su un ritorno, anche in termini di immagine, sul suo investimento di 11 milioni di euro. Alla presentazione in occasione del vertice Italia-Israele lo scorso dicembre, Elazar Cohen, commissario per il padiglione di Israele, ha esplicitato i loro obiettivi principali: mettere in mostra i rapporti con l'Italia e svilupparne altri, e "mostrare il vero carattere di Israele e non quello che di norma appare sui giornali".

35 membri del Parlamento Europeo chiedono ad Ashton di scoraggiare le imprese europee dall'intrattenere rapporti commerciali con gli insediamenti illegali Israeliani

In una lettera spedita al responsabile della politica estera dell'UE Catherine Ashton, 35 membri del Parlamento Europeo hanno chiesto al Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE) di intraprendere iniziative per scoraggiare le aziende europee dall'intrattenere rapporti commerciali con le colonie illegali israeliane.

Le aziende private europee giocano un ruolo fondamentale nel finanziare, facilitare e sostenere le violazioni di Israele della legge internazionale e le colonie illegali israeliane:

  • fornendo prodotti e servizi che facilitano l'esistenza delle colonie illegali
  • importando e vendendo beni prodotti da aziende che operano in colonie illegali israeliane
  • investendo in aziende e progetti nelle colonie

Con il ministero degli Esteri in sciopero, Israele non fa nulla per combattere la risoluzione, il cui testo sembra simile a recenti campagne BDS. La campagna internazionale di boicottaggio dei prodotti dagli insediamenti si è trasformata da un fastidio lontano in una realtà economica.

Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra dovrebbe votare cinque risoluzioni anti-israeliane entro questa settimana, una dei quali include una chiamata al boicottaggio e disinvestimento dagli insediamenti in Cisgiordania.

Il progetto di questa risoluzione particolare, che viene presentata dagli stati arabi e l'Autorità Palestinese, è particolarmente preoccupante per i funzionari israeliani perché per la prima volta include una formulazione che sembra derivare direttamente dalle recenti campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Poiché le sanzioni sul lavoro del ministero degli Esteri hanno paralizzato l'attività diplomatica di Israele, non sono state prese misure per cercare di ammorbidire o bloccare la formulazione delle risoluzioni.

Il Consiglio dell’Istituto Reale degli Architetti Britannici (RIBA) ha messo ai voti un appello all’Unione Internazionale degli Architetti riguardante il rifiuto di questa di opporsi alla costruzione israeliana di insediamenti illegali su terra palestinese occupata.

Abe Hayeem, membro RIBA e presidente de Architetti ed Urbanisti per la Giustizia in Palestina, ha affermato:

“Questa mozione manda un chiaro messaggio: c’è un prezzo da pagare per la decennale impunità israeliana a seguito delle sue politiche d’apartheid, e che i principi umani delle nostra professione non possono essere ignorati. Un piccolo passo del Consiglio del RIBA nel supportare questa mozione è un balzo gigantesco per l’etica, la giustizia e l’integrità della nostra professione.”