LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

di Conor McCarthy

Il termine boicottaggio ha avuto origine in Irlanda ed è entrato nella lingua inglese durante la guerra del 1880, nella lotta irlandese tra poveri mezzadri e i loro proprietari spesso assenteisti.

Quando il capitano Charles Boycott, mandatario di un importante proprietario terreno della Contea di Mayo, ha cercato di sfruttare i coinquilini per il mancato pagamento del canone di locazione, è stato ostacolato dalle comunità locali: i suoi operai sono entrati in sciopero, i commercianti hanno rifiutato di trattare con lui e anche l'ufficio postale locale ha rifiutato di prendere la posta. Quindi è giusto che gli irlandesi abbiano intrapreso una serie di importanti campagne di boicottaggio come mezzo di lotta contro l'ingiustizia.

Gli sforzi degli Stati Uniti per rompere l'impasse nei colloqui di pace in Medio Oriente non hanno portato ad alcun accordo sulle principali questioni che dividono le due parti, e i palestinesi stanno facendo un piano B per il previsto fallimento dei negoziati, ha detto un alto funzionario palestinese.

Nabil Shaath, responsabile delle relazioni internazionali del movimento Fatah, al potere in Cisgiordania, ha detto che i palestinesi stanno esaminando la possibilità di "seguire l’esempio del Sudafrica" e sostenere un boicottaggio totale contro Israele, oltre che riprendere le misure volte al riconoscimento negli organismi internazionali, tra cui la Corte penale internazionale.

"Siamo davvero in contrasto con la maggior parte delle richieste israeliane che in qualche modo o nell'altro sono state accettate dagli americani", ha detto Shaath martedì, poche ore dopo che Mahmoud Abbas, il presidente palestinese, ha incontrato a Washington lunedì Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, e John Kerry, segretario di Stato.

PSC plaude alla decisione della BBC di aggiudicare il contratto sulla sicurezza ad un concorrente di G4S.

Palestine Solidarity Campaign ha accolto oggi con favore la decisione della BBC di NON aggiudicare il contratto della sicurezza, del valore di £80 milioni, a G4S [1]. PSC ha fatto una campagna dal luglio 2013 [2], sollecitando la BBC di rifiutare qualsiasi offerta da parte G4S, l'azienda che fornisce servizi di sicurezza nelle carceri israeliane. G4S ha fornito le guardie di sicurezza per il sito Media City della BBC a Salford.

La campagna di PSC indirizzata a più di duemila spettatori e ascoltatori, ha invitato la BBC a non aggiudicare a G4S un contratto, a causa del suo coinvolgimento in violazioni dei diritti umani nelle carceri di Israele [3]. I tweet del PSC che hanno sollecitato la BBC a rompere i suoi legami con G4S sono state condivisi più di seicento volte [4].

Esclusiva di Salon: La star dei Pink Floyd spiega perché sostiene il boicottaggio

Settant'anni fa, mio padre - Sottotenente Eric Fletcher Waters - è morto in Italia combattendo i nazisti. Era un pacifista impegnato ed un obiettore di coscienza all'inizio della guerra, ma come crimini di Hitler si diffusero in tutta Europa, ha scambiato l'ambulanza che aveva guidato attraverso i blitz a Londra per un elmetto ed un posto nei Fucilieri Reali e si è unito alla lotta contro il fascismo. È stato ucciso nei pressi di Aprilia nella battaglia per la testa di ponte di Anzio il 18 Febbraio 1944. Mia madre - Mary Duncan Waters - trascorse il resto della sua vita politicamente attiva, cercando sempre di garantire che i suoi figli, e tutti gli altri bambini, non avessero la spada di Damocle, nella forma del disprezzato credo nazista o qualsiasi altro credo spregevole, appesa sopra la loro teste.

Il mese scorso, grazie alla brava gente di Aprilia e Anzio, sono stato in grado di rendere omaggio al padre che non ho mai conosciuto, presentando un memoriale nella città dove morì e la posa di una corona di fiori per onorare lui e tutti gli altri caduti. Perdere mio padre prima di averlo mai conosciuto ed essere educato solo da mia madre che lavorava e che ha lottato instancabilmente per l'uguaglianza e la giustizia ha colorato la mia vita in modo sostanzioso e ha spinto tutto il mio lavoro. E, a questo punto del mio viaggio, mi piace pensare che rendo omaggio ad entrambi i miei genitori ogni volta che parlo a sostegno di un popolo assediato cui è negata la libertà e la giustizia che credo tutti noi meritiamo.

Il principale esponente artistico del movimento BDS risponde alle accuse del leader ebreo britannico e dice che l'accusa è 'parte della tattica generale di hasbara'.

L'ex membro dei Pink Floyd, Roger Waters, la figura artistica più attiva nel movimento BDS contro la politica di Israele verso i palestinesi, ha rigettato l'accusa di essere un antisemita pronunciata dal leader ebreo britannico Gerald Ronson.

In una lettera aperta pubblicata martedì sul Britain.s Telegraph, Waters ha detto: "Essendo io critico nei confronti delle politiche di questo governo israeliano che non è in grado di produrre argomenti convincenti per difendersi dalla mia critica, sono regolarmente sottoposto all'accusa di essere un antisemita. Questo è un modello, un modello grezzo, ma comunque uno schema preciso e ripetuto, una parte della tattica generale di 'Hasbara'".

Il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) sta per lanciare una versione beta di una applicazione per Smartphone che permetterà agli utenti di individuare i legami esistenti tra Israele e una determinata azienda al fine di boicottarne i prodotti.

L'applicazione porterà l'attivismo tra le mani degli utenti iPhone informandoli, tramite un ampio database di informazioni create da uno staff di volontari e relative al prodotto ricercato, dei rapporti tra un azienda e Israele.

Abbas Naqvi, uno dei fondatori di PennBDS, ha affermato che il database è ricco di dettagli sul prodotto cercato e di informazioni sulla campagna BDS in corso, e che l'applicazione "è dotata dello scanner per codice a barre".

Naqvi ha inoltre sottolineato che questa innovazione consentirà ai potenziali boicottatori di "identificare in maniera rapida e dinamica i prodotti rientranti nell'ambito delle linee guida del boicottaggio BDS".

Un’intervista con Judith Butler sul conflitto israelo-palestinese e sul suo ultimo lavoro Parting Ways: Jewishness and the Critique of Zionism (trad. it. Strade che divergono. Ebraicità e critica del sionismo, Raffaello Cortina 2013) apparsa su www.opendemocracy.net il 23 luglio 2013. La traduzione è a cura di Nicola Perugini e Federico Zappino.

Ormai Judith Butler si è abituata a ricevere le accuse più improbabili. Di recente è stata definita un’idiota utile alla causa dell’antisemitismo, una sostenitrice del terrorismo internazionale e – classico sempre attuale – un’ebrea che odia se stessa.

È tuttavia insolito che una filosofa poststrutturalista possa essere la destinataria di accuse di questo tipo. Lo è meno, però, se si considera la speciale reputazione che Butler, che insegna Letteratura e Teoria critica presso il Dipartimento di Letterature comparate dell’Università della California, a Berkeley, si è guadagnata negli anni. I suoi lavori sui conflitti, sul genere e sullo Stato-nazione hanno infatti radicalmente trasformato il modo in cui pensiamo la società.

di Adri Nieuwhof

Una recente ricerca rivela che ben uno su sette investitori istituzionali olandesi hanno escluso le aziende coinvolte nell'occupazione israeliana della Palestina nel corso degli ultimi cinque anni .

"Questa è un’indicazione che misure del genere non sono infrequenti", spiega il nuovo rapporto. "Molti di questi investitori istituzionali non hanno reso pubblica questa decisione".

Il rapporto sottolinea che molti tra quelli che hanno risposto all’indagine temono "di essere denunciati dalle ONG, partecipanti o clienti se si espongono pubblicamente”.

Ciò suggerisce che l'ondata di notizie recenti sul disinvestimento europeo dalle aziende israeliane e da quelle legate all’occupazione potrebbe essere solo la punta dell'iceberg.

Redatto dall’Associazione olandese degli investitori per lo sviluppo sostenibile (VBDO), il rapporto rivela come alcuni investitori hanno escluso le aziende per il loro ruolo nella occupazione israeliana della Palestina.

di Rivoltiamo la precarietà - Bari

Aqp presenta la nuova valvola che provvederà all’erogazione nella città di Bari. Il nome è anche carino, Valeria. Lo stesso nome dell’ingegnere che l’ha brevettata, una persona rassicurante, giovane, brillante e in dolce attesa. Valeria (la valvola) è di produzione Israeliana.

Non c’è da stupirsi: gli intrecci tra regione Puglia ed Israele sono molteplici, in primis per quel che riguarda gli accordi commerciali che vedono nell’Assessore al Mediterraneo, Silvia Godelli (unica personalità a rimanere in carica ininterrottamente nei 10 anni di amministrazione Vendola) una fondamentale garante.

In particolare, Aqp Spa, che con i suoi 21.000 km di reti e gli oltre 4 milioni di utenti è l’acquedotto più lungo d’Europa, solletica l’appetito di lobby sioniste. Non è un mistero l’interesse di Acea (multiutility italiana in stretta collaborazione con l’israeliana Mekorot WC) a subentrarne nella gestione alla scadenza dell’attuale “in house” nel 2018. Ricordiamo a questo proposito l’iniziativa “H2Obiettivo”, tenutasi a Bari il 18 maggio 2009 ed organizzata dalla Regione Puglia, cui parteciparono diverse Federutility (di cui Acea fa parte) diverse multinazionali, Aqp, e ministero degli Esteri Israeliano e Autorità dell’Acqua Israeliana, e che parlava di nuove tecniche e strategie nel “mercato idrico”. All’epoca, solo una mobilitazione congiunta del Comitato Pugliese Acqua Bene Comune e dei Comitati di solidarietà con la Palestina riuscì a far ritirare il patrocinio della regione al convegno.

All'apertura dell'annuale Israel Apartheid Week (settimana dell'apartheid israeliana) in Sud Africa, l'ex arcivescovo mette a confronto il trattamento israeliano dei palestinesi all'apartheid e ribadisce la sua approvazione del BDS.

L'Arcivescovo emerito Desmond Tutu ha detto Domenica che il trattamento di Israele verso i palestinesi gli ricorda l'apartheid sudafricano ed ha ribadito il suo sostegno al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni.

"Ho visto l'umiliazione sistematica dei palestinesi, uomini, donne e bambini da parte dei membri delle forze di sicurezza israeliane", ha detto in una dichiarazione. "La loro umiliazione è familiare a tutti i sudafricani neri che sono stati rinchiusi e molestati e insultati e aggrediti dalle forze di sicurezza del governo dell'apartheid".

L'ex arcivescovo anglicano di Città del Capo ha fatto questa dichiarazione Domenica nell'apertura dellla 10° annuale Israel Apartheid Week in Sud Africa. L'iniziativa, che fa parte della campagna internazionale del movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, quest'anno si svolge in 87 città. Tutu ha visitato Israele nel 1989.

Una pressione internazionale simile al movimento BDS, ha portato alla fine dell'apartheid in Sud Africa, dice la nota.