Notizie BDS
Notizie internazionali del movimento globale BDS.
di Stephanie Westbrook
Ad un anno dall’avvio del megaevento descritto come “un modello fondato su debito, cemento e precarietà”, a Milano il Comitato NoExpo lancia i No Expo Days, con il corteo del 1 maggio seguito da una tre giorni di dibattiti, proposte e azioni.
Mentre Expo 2015 rappresenta uno scempio a 360 gradi, in termini di devastazione e speculazione così come nell’appropriazione ipocrita di termini come “sviluppo sostenibile”, tuttavia uno dei paesi partecipanti si è auto-distinto. Nel video di presentazione del proprio padiglione, Israele, infatti, dà un'anteprima del livello di propaganda che ha in serbo per i visitatori.
Nominato "Fields of Tomorrow", il padiglione di 2.400 metri quadrati, che avrà una posizione privilegiata, accanto a quello dell’Italia e all'incrocio dei due assi principali del sito, vuole presentare le “eccellenze” israeliana in agricoltura e gestione delle risorse idriche, mentre ruba acqua e terra ai palestinesi.
Israele conta su un ritorno, anche in termini di immagine, sul suo investimento di 11 milioni di euro. Alla presentazione in occasione del vertice Italia-Israele lo scorso dicembre, Elazar Cohen, commissario per il padiglione di Israele, ha esplicitato i loro obiettivi principali: mettere in mostra i rapporti con l'Italia e svilupparne altri, e "mostrare il vero carattere di Israele e non quello che di norma appare sui giornali".
Leggi: EXPO 2015 a Milano: Una vetrina per la propaganda israeliana
35 membri del Parlamento Europeo chiedono ad Ashton di scoraggiare le imprese europee dall'intrattenere rapporti commerciali con gli insediamenti illegali Israeliani
In una lettera spedita al responsabile della politica estera dell'UE Catherine Ashton, 35 membri del Parlamento Europeo hanno chiesto al Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE) di intraprendere iniziative per scoraggiare le aziende europee dall'intrattenere rapporti commerciali con le colonie illegali israeliane.
Le aziende private europee giocano un ruolo fondamentale nel finanziare, facilitare e sostenere le violazioni di Israele della legge internazionale e le colonie illegali israeliane:
- fornendo prodotti e servizi che facilitano l'esistenza delle colonie illegali
- importando e vendendo beni prodotti da aziende che operano in colonie illegali israeliane
- investendo in aziende e progetti nelle colonie
Con il ministero degli Esteri in sciopero, Israele non fa nulla per combattere la risoluzione, il cui testo sembra simile a recenti campagne BDS. La campagna internazionale di boicottaggio dei prodotti dagli insediamenti si è trasformata da un fastidio lontano in una realtà economica.
Il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra dovrebbe votare cinque risoluzioni anti-israeliane entro questa settimana, una dei quali include una chiamata al boicottaggio e disinvestimento dagli insediamenti in Cisgiordania.
Il progetto di questa risoluzione particolare, che viene presentata dagli stati arabi e l'Autorità Palestinese, è particolarmente preoccupante per i funzionari israeliani perché per la prima volta include una formulazione che sembra derivare direttamente dalle recenti campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Poiché le sanzioni sul lavoro del ministero degli Esteri hanno paralizzato l'attività diplomatica di Israele, non sono state prese misure per cercare di ammorbidire o bloccare la formulazione delle risoluzioni.
Il Consiglio dell’Istituto Reale degli Architetti Britannici (RIBA) ha messo ai voti un appello all’Unione Internazionale degli Architetti riguardante il rifiuto di questa di opporsi alla costruzione israeliana di insediamenti illegali su terra palestinese occupata.
Abe Hayeem, membro RIBA e presidente de Architetti ed Urbanisti per la Giustizia in Palestina, ha affermato:
“Questa mozione manda un chiaro messaggio: c’è un prezzo da pagare per la decennale impunità israeliana a seguito delle sue politiche d’apartheid, e che i principi umani delle nostra professione non possono essere ignorati. Un piccolo passo del Consiglio del RIBA nel supportare questa mozione è un balzo gigantesco per l’etica, la giustizia e l’integrità della nostra professione.”
Leggi: Il Royal Institute of British Architects supporta una mozione sul boicottaggio di Israele
di Conor McCarthy
Il termine boicottaggio ha avuto origine in Irlanda ed è entrato nella lingua inglese durante la guerra del 1880, nella lotta irlandese tra poveri mezzadri e i loro proprietari spesso assenteisti.
Quando il capitano Charles Boycott, mandatario di un importante proprietario terreno della Contea di Mayo, ha cercato di sfruttare i coinquilini per il mancato pagamento del canone di locazione, è stato ostacolato dalle comunità locali: i suoi operai sono entrati in sciopero, i commercianti hanno rifiutato di trattare con lui e anche l'ufficio postale locale ha rifiutato di prendere la posta. Quindi è giusto che gli irlandesi abbiano intrapreso una serie di importanti campagne di boicottaggio come mezzo di lotta contro l'ingiustizia.
Gli sforzi degli Stati Uniti per rompere l'impasse nei colloqui di pace in Medio Oriente non hanno portato ad alcun accordo sulle principali questioni che dividono le due parti, e i palestinesi stanno facendo un piano B per il previsto fallimento dei negoziati, ha detto un alto funzionario palestinese.
Nabil Shaath, responsabile delle relazioni internazionali del movimento Fatah, al potere in Cisgiordania, ha detto che i palestinesi stanno esaminando la possibilità di "seguire l’esempio del Sudafrica" e sostenere un boicottaggio totale contro Israele, oltre che riprendere le misure volte al riconoscimento negli organismi internazionali, tra cui la Corte penale internazionale.
"Siamo davvero in contrasto con la maggior parte delle richieste israeliane che in qualche modo o nell'altro sono state accettate dagli americani", ha detto Shaath martedì, poche ore dopo che Mahmoud Abbas, il presidente palestinese, ha incontrato a Washington lunedì Barack Obama, presidente degli Stati Uniti, e John Kerry, segretario di Stato.
PSC plaude alla decisione della BBC di aggiudicare il contratto sulla sicurezza ad un concorrente di G4S.
Palestine Solidarity Campaign ha accolto oggi con favore la decisione della BBC di NON aggiudicare il contratto della sicurezza, del valore di £80 milioni, a G4S [1]. PSC ha fatto una campagna dal luglio 2013 [2], sollecitando la BBC di rifiutare qualsiasi offerta da parte G4S, l'azienda che fornisce servizi di sicurezza nelle carceri israeliane. G4S ha fornito le guardie di sicurezza per il sito Media City della BBC a Salford.
La campagna di PSC indirizzata a più di duemila spettatori e ascoltatori, ha invitato la BBC a non aggiudicare a G4S un contratto, a causa del suo coinvolgimento in violazioni dei diritti umani nelle carceri di Israele [3]. I tweet del PSC che hanno sollecitato la BBC a rompere i suoi legami con G4S sono state condivisi più di seicento volte [4].
Esclusiva di Salon: La star dei Pink Floyd spiega perché sostiene il boicottaggio
Settant'anni fa, mio padre - Sottotenente Eric Fletcher Waters - è morto in Italia combattendo i nazisti. Era un pacifista impegnato ed un obiettore di coscienza all'inizio della guerra, ma come crimini di Hitler si diffusero in tutta Europa, ha scambiato l'ambulanza che aveva guidato attraverso i blitz a Londra per un elmetto ed un posto nei Fucilieri Reali e si è unito alla lotta contro il fascismo. È stato ucciso nei pressi di Aprilia nella battaglia per la testa di ponte di Anzio il 18 Febbraio 1944. Mia madre - Mary Duncan Waters - trascorse il resto della sua vita politicamente attiva, cercando sempre di garantire che i suoi figli, e tutti gli altri bambini, non avessero la spada di Damocle, nella forma del disprezzato credo nazista o qualsiasi altro credo spregevole, appesa sopra la loro teste.
Il mese scorso, grazie alla brava gente di Aprilia e Anzio, sono stato in grado di rendere omaggio al padre che non ho mai conosciuto, presentando un memoriale nella città dove morì e la posa di una corona di fiori per onorare lui e tutti gli altri caduti. Perdere mio padre prima di averlo mai conosciuto ed essere educato solo da mia madre che lavorava e che ha lottato instancabilmente per l'uguaglianza e la giustizia ha colorato la mia vita in modo sostanzioso e ha spinto tutto il mio lavoro. E, a questo punto del mio viaggio, mi piace pensare che rendo omaggio ad entrambi i miei genitori ogni volta che parlo a sostegno di un popolo assediato cui è negata la libertà e la giustizia che credo tutti noi meritiamo.
Leggi: Roger Waters: Perché devo parlare di Israele, Palestina e BDS
Il principale esponente artistico del movimento BDS risponde alle accuse del leader ebreo britannico e dice che l'accusa è 'parte della tattica generale di hasbara'.
L'ex membro dei Pink Floyd, Roger Waters, la figura artistica più attiva nel movimento BDS contro la politica di Israele verso i palestinesi, ha rigettato l'accusa di essere un antisemita pronunciata dal leader ebreo britannico Gerald Ronson.
In una lettera aperta pubblicata martedì sul Britain.s Telegraph, Waters ha detto: "Essendo io critico nei confronti delle politiche di questo governo israeliano che non è in grado di produrre argomenti convincenti per difendersi dalla mia critica, sono regolarmente sottoposto all'accusa di essere un antisemita. Questo è un modello, un modello grezzo, ma comunque uno schema preciso e ripetuto, una parte della tattica generale di 'Hasbara'".
Leggi: Roger Waters respinge al mittente l'accusa di essere 'antisemita'
Il movimento per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) sta per lanciare una versione beta di una applicazione per Smartphone che permetterà agli utenti di individuare i legami esistenti tra Israele e una determinata azienda al fine di boicottarne i prodotti.
L'applicazione porterà l'attivismo tra le mani degli utenti iPhone informandoli, tramite un ampio database di informazioni create da uno staff di volontari e relative al prodotto ricercato, dei rapporti tra un azienda e Israele.
Abbas Naqvi, uno dei fondatori di PennBDS, ha affermato che il database è ricco di dettagli sul prodotto cercato e di informazioni sulla campagna BDS in corso, e che l'applicazione "è dotata dello scanner per codice a barre".
Naqvi ha inoltre sottolineato che questa innovazione consentirà ai potenziali boicottatori di "identificare in maniera rapida e dinamica i prodotti rientranti nell'ambito delle linee guida del boicottaggio BDS".