LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Progettare insediamenti è un deliberato tentativo di espropriare i palestinesi della loro terra.

di Abe Hayeem

I nove anni di lunga campagna per rendere gli architetti israeliani responsabili per il loro ruolo nelle pratiche di espropriazione delle terre dei palestinesi hanno raggiunto una tappa importante il 19 marzo. Il Royal Institute of British Architects (RIBA) ha approvato l'invito a sospendere il suo equivalente israeliano dall' Unione Internazionale degli Architetti.

Questa decisione ha un importante precedente. Nel 1978, il RIBA protestò contro l'apartheid in Sud Africa recidendo i suoi legami con le scuole di Architettura sudafricane.

Mentre la campagna per il boicottaggio accademico di Israele è cresciuta negli ultimi anni, il voto del 19 marzo potrebbe essere la prima azione di successo contro gli ordini professionali di Israele. Questa decisione - risultato della mobilitazione da parte di architetti e progettisti per la giustizia in Palestina, sostenuto da eminenti architetti e accademici di tutto il mondo - ha messo in luce come gli architetti israeliani aiutano l'occupazione senza alcuna etica.

È importante che l'apparato internazionale degli architetti intervenga contro l'Unione Israeliana degli Architetti (IAUA). I membri della IAUA hanno progettato molti degli insediamenti che Israele ha costruito - e continua a costruire - nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, così come il muro dell'apartheid israeliano.

Questi insediamenti sono illegali secondo le norme del diritto internazionale. Significativamente, ci stiamo avvicinando al decimo anniversario del parere consultivo della Corte Internazionale di Giustizia del luglio 2004, che dichiarò essere illegali sia il muro di Israele che gli insediamenti. Quindi gli architetti che contribuiscono a queste violazioni dei diritti umani e crimini di guerra sono un obiettivo legittimo delle pratiche di boicottaggio.

Profondamente politica

L'architettura è una professione che risente in profondità delle scelte politiche, e gli architetti israeliani operano in un ambiente superpoliticizzato. Una delle scuole di architettura di Israele si trova presso la Ariel University, costruita all'interno dell'insediamento israeliano di Ariel in Cisgiordania.

La Carta dell'Unione Internazionale degli Architetti (IUA) ricorda agli architetti l'obbligo di "ponderare l'impatto sociale e ambientale delle loro attività professionali", richiedendo inoltre agli architetti di rispettare il patrimonio e contribuire alla sua conservazione.

Dato che progettare insediamenti è un tentativo deliberato di cancellare il patrimonio dei palestinesi e di espropriarli delle loro case e delle terre, questo significa che i membri dell'Associazione Israeliana dell'Unione Architetti hanno rinnegato i loro obblighi ai sensi degli Accordi IUA.

Nel 2005 e nel 2009 l'Assemblea Generale dell'Unione Internazionale degli Architetti ha approvato una risoluzione che condanna la costruzione di edifici e progetti di sviluppo su terreni in cui vi sia stata pulizia etnica o che siano stati acquisiti illegalmente ("RIBA vota per la sospensione degli architetti israeliani dall'organismo internazionale" a cura di Architetti e progettisti per la giustizia in Palestina, 20 marzo 2014).

L'associazione israeliana dell'Unione Architetti, nonostante i numerosi appelli, non ha prestato alcuna attenzione nei riguardi di questi provvedimenti. La logica vuole che tale Associazione sia sospesa dall'organismo internazionale degli architetti fino a quando non inizi a rispettare i codici etici stabiliti da esso e dalle norme del diritto internazionale, e fino a quando questi progetti illegali.non abbiano termine.

Nel mese di agosto di quest'anno, il Congresso Mondiale dell'Unione Internazionale degli Architetti si terrà a Durban, in Sud Africa. E' fondamentale che i partecipanti adottino tale comportamento nei confronti degli architetti israeliani in merito al ruolo che essi giocano nella progettazione delle infrastrutture di occupazione e di apartheid, nonché nelle politiche di "giudaizzazione" di Gerusalemme Est occupata, della Galilea, di Naqab (Negev) e dei quartieri palestinesi all'interno di città facenti parti dell'attuale Israele.

Indignazione selettiva?

Questa decisione da parte della RIBA si è ovuta scontrare con il furore orchestrato dalla lobby pro-Israele e dai media. Sono emerse le solite accuse di prendere di mira Israele e di antisemitismo e l'enumerazione di tutti i diversi tipi di atrocità che avvengono nel mondo a confronto con il "modello di democrazia " di Israele nel cuore del Medio Oriente arabo. È stato anche suggerito un boicottaggio di RIBA utilizzandola come sede di bar mitzvah.

Politici britannici di spicco e due famosi architetti americani hanno diffamato RIBA per la sua posizione di principio. D'altra parte ha avuto ampia diffusione una lettera, firmata dai migliori architetti, studiosi e personaggi appartenenti al mondo della cultura, di sostegno all'azione coraggiosa intrapresa da RIBA, chiedendole di non piegarsi alle intimidazioni e alle accuse di antisemitismo.

Dopo il voto di RIBA, l'Associazione israeliana dell'Unione Architetti ha invitato il primo ministro britannico David Cameron a intervenire. Essi hanno ricordato che aveva parlato contro il boicottaggio di Israele durante la sua visita a Gerusalemme all'inizio di quest'anno, sebbene abbia anche condannato il processo di accelerazione nella costruzione di insediamenti ("Gli architetti israeliani chiedono a David Cameron di bloccare il boicottaggio votato dalla RIBA " - The Jewish Chronicle, 27 marzo 2014).

Michael Gove, segretario responsabile dell'istruzione nel Regno Unito e sionista convinto, ha accusato RIBA di "indignazione selettiva" ("Era scontata la reazione di Gove in merito alla censura degli architetti israeliani coinvolti nella costruzione illegale in Cisgiordania" - The Independent, 9 aprile 2014)

La sua affermazione è ridicola. La nostra iniziativa non vuole essere la risposta ad un piccolo campionario di illeciti compiuti dagli architetti israeliani, ma a quella che rappresenta il loro modo abituale di operare.

Gove ed i suoi colleghi del governo britannico si sono fatti garanti dell'impunità di Israele nonostante le sue sistematiche violazioni dei diritti umani e del suo disprezzo verso decine di risoluzioni delle Nazioni Unite.

Eyal Weizman, un coraggioso architetto israeliano i cui libri "A Civilian Occupation" e "Hollow Land" spiegano proprio come molti dei suoi colleghi abbiano contribuito al compiersi di azioni illegali da parte di Israele, ha dato una risposta decisa a chi ci ha criticato.

In una dichiarazione ufficiale per il Giornale degli Architetti, scrive che gli attacchi alla nostra iniziativa "Volontariamente invertono i ruoli di persecutore e vittima, deviano la discussione dalla sofferenza in atto, dai furti e dalle violenze attuate attraverso l'architettura impiegata nel contesto dell'occupazione israeliana e chiudono una possibile via alla speranza di un futuro migliore".

Il dovere di parlare

Michael Mansfield, un avvocato britannico che fu un giudice chiave all'epoca del Tribunale Russell sulla Palestina, fu uno dei numerosi personaggi illustri che hanno sostenuto la mozione RIBA.

"Non ci può essere alcun dubbio sull'evidente disprezzo di Israele per il diritto internazionale" ha affermato "La Corte Internazionale di Giustizia nel 2004 ha chiarito che tutti hanno l'obbligo di contribuire a porre fine a questa situazione illegale".

L'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu una volta disse: "Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia, significa che avete scelto di stare dalla parte dell'oppressore".

Gli Architetti di coscienza hanno il dovere di parlare quando i membri della nostra professione in Israele assistono alle gravi ingiustizie perpetrate nei confronti dei palestinesi. Non possiamo rimanere neutrali.

Abe Hayeem è uno dei membri fondatori di "Architetti e progettisti per la giustizia in Palestina"

Fonte: Electronic Intifada

Traduzione di Teresa Pelliccia per BDS Italia