LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Sul primo momento di incontro con la cittadinanza massafrese

Dopo la giornata del 30 novembre in cui circa un centinaio di persone erano presenti nella piazza centrale di Massafra (Ta) al fianco della comunità palestinese di Puglia e Basilicata con il presidio CONTRO IL GEMELLAGGIO GERUSALEMME – MASSAFRA, possiamo affermare di aver ottenuto una prima vittoria: il “gemellaggio” e le iniziative ad esso collegate non hanno avuto luogo.

Dopo aver informato la cittadinanza raccolta nella piazza e sostanzialmente ignara dell’azione politica messa in atto dal Comune di Massafra e dalla Regione Puglia, abbiamo appreso che i promotori dell’iniziativa (il sindaco di Massafra nonché presidente della provincia Martino Carmelo Tamburrano, Barbara Wojciechowska, professore emerito dell’Università del Salento e l’assessore alla Cultura e all'Associazionismo, Antonio Cerbino) stanno comunque continuando a lavorare al fine di riproporre “Il ponte di pace e di amicizia”, forse, per la fine di Gennaio 2015 nel giorno della memoria (27 gennaio). Queste le parole scritte da Barbara Wojciechowska la sera del 28 novembre sul suo profilo facebook “A seguito di un incontro con le autorità, in data 26 Novembre, si è preso atto dell'inaspettato successo dell'iniziativa. Di conseguenza, per gestire al meglio – e per tempo – tutte le operazioni legate alla logistica ed alla gestione dell'ordine pubblico dell'evento, si è convenuto di scegliere un'altra data”.

di Stan Hoben

A Westminster lo scorso lunedì, 1 dicembre, i deputati hanno chiesto al governo di adottare azioni concrete per sanzionare Israele con diversi parlamentari che hanno chiesto un embargo militare totale. Il dibattito dei parlamentari senza incarichi di governo, ha evidenziato la crescente frustrazione in seno al Parlamento intorno al fallimento del governo di rispondere alla chiamata del 13 ottobre per il riconoscimento di un futuro Stato palestinese, e più in generale il fallimento nel ritenere Israele responsabile dei suoi obblighi verso il diritto internazionale.

Rispondendo alla petizione END THE CONFLICT IN PALESTINE (METTERE FINE AL CONFLITTO IN PALESTINA), che è stata firmata da 124.490 persone, Grahame Morris - che in precedenza, il 13 ott, ha presentato lo storico dibattito concluso con l'affermazione che il governo dovrebbe riconoscere lo Stato di Palestina, ha iniziato il suo discorso denunciando la mancanza di un'azione significativa da parte del governo del Regno Unito per aiutare a porre fine al conflitto:

"C'è stata una lacuna nella logica dei ministri. So che hanno fatto sforzi enormi, ma ora c'è una discrepanza crescente nella credibilità tra logica e azione, il che è inaccettabile. Se vogliamo vedere la fine dell' orribile ciclo di violenza e di abusi dei diritti umani, e se vogliamo portare le due parti al tavolo dei negoziati in buona fede, abbiamo bisogno di riempire questa lacuna."

di Asa Winstanley*

Questa settimana il quotidiano liberal israeliano Haaretz ha pubblicato un editoriale degno di nota dell'ex direttore del Mossad Shabtai Shavit. E' intitolato "Per la prima volta, ho paura per il futuro del sionismo"; ci sono varie lezioni da imparare da questo articolo.

Naturalmente non le lezioni che Shavit vorrebbe far imparare ai lettori. Lui non è in grado di istruire nessuno in etica o moralità.

Il Mossad, l'agenzia israeliana di spionaggio internazionale, è una delle organizzazioni terroristiche più importanti del mondo. E' esperta nel rapimento e omicidio di attivisti palestinesi, scrittori e scienziati. Ha ottenuto anche alcuni successi nell'uccidere leader politici palestinesi e combattenti della resistenza.

Questo è il gruppo che nel 1972 ha ucciso a Beirut con un'autobomba, Ghassan Kanafani, autore, drammaturgo e attivista palestinese. Questo è il gruppo che nel 2011 rapì Dirar Abu Sisi, un ingegnere di Gaza che all'epoca si trovava in Ucraina per una visita ai familiari.

Ha inoltre rapito Mordechai Vanunu, l'eroico dissidente israeliano che rivelò al mondo, sulle pagine del Sunday Times, il programma nucleare di Israele. Per il suo impegno fu rapito per le strade di Roma da teppisti del Mossad e, dopo un processo farsa, rinchiuso per 18 anni in una prigione israeliana, la maggior parte dei quali in isolamento.

La prima lezione che si può apprendere dal pezzo di Shabtai Shavit sull'ultimo numero di Haaretz è questa: Israele è seriamente preoccupato circa l'impatto del movimento globale guidato dai palestinesi di disinvestimento e sanzioni contro Israele. Israele non ha alcuna idea su come affrontare questa "minaccia" alla sua occupazione.

Mercoledì 26 novembre il Consiglio Comunale di Molenbeek ha votato - su proposta del Parti du Travail de Belgique (PTB) - l'esclusione da un appalto pubblico di ogni società che operi nei territori occupati palestinesi. Il Consiglio Comunale di Molenbeek doveva decidere i termini di un appalto per telecamere di sorveglianza.

Nell'ottobre 2013, il PTB si era già opposto all'acquisto, criticando le priorità della maggioranza. In questi tempi di problemi di bilancio, c'erano ben altre priorità che non investire 1.800.000 € in nuove telecamere di sicurezza, per esempio le scuole con le loro limitate risorse. Ma all'epoca, Dirk De Block, consigliere comunale del PTB, aveva sollevato un altro problema riguardante l'acquisto. Una delle multinazionali che ottiene una grande parte degli appalti nei comuni e nelle città per installare sofisticate reti di telecamere di sorveglianza è Radwin, con il suo partner belga Blue Vision. RADWIN è coinvolta nella vigilanza e controllo dei palestinesi nei territori occupati, grazie, fra l'altro, alle sue installazioni di telecamere di sorveglianza intorno agli insediamenti illegali dei coloni.

I donatori internazionali si sono impegnati per 5,4 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza dopo l’assalto israeliano durato 50 giorni la scorsa estate che ha ucciso 2.254 palestinesi, tra cui 538 bambini, e ha causato una enorme distruzione.

Recenti studi dimostrano però che almeno il 45% degli aiuti promessi dai donatori internazionali andrà all'economia israeliana. Le aziende israeliane vedono l'assedio israeliano di Gaza come un'opportunità per trarre profitto, sfruttando il mercato prigioniero di Gaza.

Le aziende che sono in coda per incassare i profitti attraverso la fornitura di materiali per la ricostruzione di Gaza sono criminali aziendali. Saccheggiano le risorse naturali palestinesi e partecipano alla costruzione di insediamenti illegali: 

  • Nesher, impresa cementifera che ha il monopolio in Israele, fornisce il cemento per il Muro dell'Apartheid, i posti di blocco e gli insediamenti.
  • Readymix gestisce stabilimenti in vari insediamenti israeliani, comprese le zone industriali di Ariel e di Mishor Edomim.
  • Hanson Israel, che produce cemento e asfalto pronti all’uso, gestisce quattro stabilimenti in insediamenti in Cisgiordania ed è coinvolto in cave illegali.

Gli organismi delle Nazioni Unite hanno ripetutamente ignorato le richieste della società civile palestinese di smettere di premiare le aziende per i loro crimini di guerra contro i palestinesi.

È giunta l’ora che sentano il livello di indignazione pubblica mentre emergono dettagli sulla complicità delle Nazioni Unite nel perdurare dell’assedio di Gaza e sulle modalità attraverso cui le aziende israeliane beneficeranno dalla ricostruzione di Gaza.

Agisci ora e invia un messaggio ai funzionari chiave dell'ONU, chiedendo loro di far sì che Israele non tragga profitto dalla distruzione di Gaza e di adottare una politica sugli appalti che escluda i criminali aziendali dalle gare d'appalto per la ricostruzione di Gaza.

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Lettera di BDS Italia inviata al presidente di RE/MAX Italia sulla vendita di immobili nelle colonie israeliane

Partecipa alla settimana internazionale di azione contro RE/MAX, dal 29 novembre al 5 dicembre: 

» Scarica la lettera per consegnarla direttamente alle agenzie nella tua oppure spedirla via mail. È possibile individuare le agenzie e inviare mail dal sito di RE/MAX

» Organizza un'azione preso un'agenzia RE/MAX.

» Invia la lettera al Presidente del Consiglio di Amministrazione di Remax International.

Comunica le azioni in programma o intraprese a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


Gentile Presidente di RE/MAX Italia Dario Castiglia,

Conosciamo RE/MAX come azienda leader nel mercato immobiliare, con una presenza in oltre 90 paesi che vanta più di 7.000 uffici e 100.000 agenti. Con il suo status di azienda leader, RE/MAX è in una posizione unica per agire come un leader morale, dando un esempio di pratiche commerciali etiche a livello mondiale.

Le scriviamo per portare alla sua attenzione il fatto che alcune attività del gruppo RE/MAX violano i diritti umani fondamentali. Attraverso il contratto che il gruppo ha con RE/MAX Israele, la vostra azienda sta promuovendo e facendo profitti dalla vendita di case negli insediamenti illegali nella Cisgiordania occupata. Queste vendite sono in diretta violazione del diritto internazionale.

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Durham (North Carolian, USA) diventa il primo comune degli USA a boicottare il G4S per il ruolo nel sistema di sicurezza di Israele
Scioglie il contratto di polizia privata per un milione dollari

Durham è diventato il primo comune degli Stati Uniti a boicottare una società a causa del suo ruolo nel perpetuare l'ingiustizia in Israele / Palestina.

In una notte in cui il gran giurì di Ferguson non è riuscito a incriminare Darren Wilson per l'omicidio di Michael Brown, i residenti di Durham hanno messo fine con successo a un contratto annuale di un milione di dollari tra la Contea e la società privata di sicurezza G4S Secure Solutions.

La G4S aveva precedentemente fornito la sicurezza nelle biblioteche Durham County ed in edifici civili. Durham ha riconsiderato il contratto di sicurezza dopo che i residenti hanno manifestato contro il ruolo delle forze di polizia privata nella comunità e il coinvolgimento della società nelle istituzioni israeliane che detengono e discriminano i palestinesi.

"Risiedo a Durham da lungo tempo, la presenza nella mia comunità di una società che partecipa all'oppressione del mio popolo mi fa sentire insicuro e mal accetto", ha detto Ahmad Jitan. "Data la loro comprovata esperienza nella Palestina occupata, non mi aspetto che G4S abbia in mente di fare i migliori interessi delle persone di colore qui a Durham. Se Ferguson non può mantenere nemmeno una forza di polizia pubblica responsabile delle proprie azioni, come possiamo aspettarci di mantenere una forza di polizia privata responsabile come G4S? Per il bene di entrambe le mie patrie, sono orgoglioso che la contea abbia sciolto il contratto con G4S. Non voglio che le mie tasse vadano a finanziare una società che trae vantaggio dall'occupazione della terra del mio popolo ".

Il movimento BDS è destinato a crescere se l'Unione europea non imporrà sanzioni a Israele

di Sharif Nashashibi

Il giornale israeliano Haaretz ha recentemente riportato la notizia dell'esistenza di una bozza di documento interno dell'Unione europea che proporrebbe sanzioni contro Israele nel caso il suo Governo continuasse a compiere azioni tali da rendere impossibile la soluzione dei due stati. L'annuncio ha avuto immediata ed ampia risonanza sui social media, interpretato come un segnale del fatto che l'UE ne aveva abbastanza dell'intransigenza israeliana.

Tuttavia tali speranze sono state rapidamente infrante dal nuovo commissario europeo per la politica estera Federica Mogherini, che la scorsa settimana ha negato che ci siano in programma sanzioni nei confronti di Israele. Piuttosto, ha detto, la discussione tra i Ministri degli esteri UE si è incentrata su "come dare avvio ad un percorso positivo tra Israeliani e Palestinesi per rilanciare il processo di pace. Non si è occupata per nulla isolare o sanzionare chicchessia".

Un impegno per mettere al centro delle politiche della Regione Emilia-Romagna il rispetto dei diritti umani e la legalità internazionale in Palestina-Israele.

Mercoledì 19 novembre 2014 si è tenuto a Bologna l’incontro con le/i candidate/i alle elezioni dell’Assemblea Regionale sul tema dei rapporti e delle iniziative di cooperazione tra la Regione Emila-Romagna, Israele e popolo palestinese, organizzato da Coordinamento Campagna BDS Bologna, AssopacePalestina Bologna, Gruppo Palestina Modena e Gruppo BDS Modena.

L’invito al confronto era stato fatto con una lettera aperta in cui si criticava l’approccio di ambigua equidistanza tenuto dalla Regione Emilia-Romagna nelle passate legislature e si chiedeva ai futuri eletti di impegnarsi ad orientare le scelte dell’Assemblea Regionale e della Giunta Regionale verso posizioni politiche e azioni concrete contro le continue violazioni dei diritti umani e della legalità internazionale da parte di Israele e a sostegno dell’autodeterminazione del popolo palestinese.

Hanno risposto all’invito Margherita Romanelli, Marco Trotta e Eliana Ferrari, candidati della lista “L’Altra Emilia Romagna”, e Elena Leti candidata del Partito Democratico. Cathy La Torre di Sinistra Ecologia e Libertà aveva confermato la sua presenza, ma non ha partecipato.

di Omar Barghouti

L'ondata internazionale di condanna del trattamento che Israele riserva alla Palestina, e a Gaza in particolare, sottolinea il crescente impatto del BDS.

Mentre rimane ancora profondamente complice nel perpetuare l'occupazione israeliana e   continua a consentire che Israele commetta gravi violazioni del diritto internazionale, l'Unione Europea ha adottato di recente una serie di misure che possono indicare una crescente propensione verso sanzioni contro Israele per il suo rifiuto di progredire verso una soluzione pacifica con la Autorità Palestinese. 

Il quotidiano israeliano Haaretz la scorsa settimana ha pubblicato un documento UE trapelato, in cui si discute di possibili sanzioni contro Israele e contro le aziende europee coinvolte nelle costruzioni e in infrastrutture negli insediamenti coloniali israeliani illegali nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est. 

Il documento chiede inoltre di vietare contatti con i coloni israeliani e personaggi pubblici che rifiutano la "soluzione dei due Stati", una misura che "potrebbe portare ad un boicottaggio di ministri di alto livello, come Naftali Bennett e Uri Ariel di Habayit Hayehudi (La casa ebraica – partito politico sionista), molti membri della Knesset del Likud e perfino, in casi estremi, il presidente Reuven Rivlin".