LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Onorevole Federica Mogherini
Alto rappresentante dell'Unione Europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza

Gentilissima Onorevole,

Ci rivolgiamo alla sua persona per sottoporle quanto segue e richiederle una sua risposta.

Il Trattato sulla Unione Europea (TEU) stabilisce che le azioni esterne della Unione Europea debbano essere guidate dai principi della democrazia, della legalità, della universalità dei diritti umani, di uguaglianza e solidarietà, e dal rispetto della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. 

A partire da questo, noi firmatari, appartenenti a gruppi per i diritti umani, sindacati e organizzazioni di solidarietà italiani, Le scriviamo per richiedere che l'Unione Europea aderisca alla lettera e allo spirito del Trattato (TEU) mettendo in atto passi conseguenti nei confronti di Israele in quanto responsabile di gravi violazioni del diritto internazionale.

La scorsa estate Israele ha condotto a Gaza un massacro con oltre 2000 vittime. I più recenti rapporti delle organizzazioni dei diritti umani internazionali ed israeliani hanno rivelato che Israele nel corso del suo ultimo attacco a Gaza ha deliberatamente preso di mira civili e infrastrutture civili. Inoltre Israele continua a costruire insediamenti illegali su terra arbitrariamente espropriata ai legittimi proprietari e a praticare una politica di trasferimenti forzati della popolazione palestinese.

Più di 10.000 studenti delle scuole sudafricane hanno protestato in data odierna (15 maggio – ndt) contro i negozi di Woolworths per i suoi rapporti commerciali con Israele. La protesta #BoycottWoolworths è stata promossa dal Congresso degli studenti del Sudafrica (COSAS della provincia del Free State). COSAS rappresenta gli studenti di tutte le 9 province sudafricane ed è probabilmente la più grande organizzazione studentesca del paese. (FOTO)

La data del 15 maggio è stata scelta per la protesta anche per commemorare il 67 ° anno della Nakba ("Catastrofe") palestinese (nel 1948 nasceva lo Stato moderno di Israele, data che segnò l'inizio dello spostamento e dell’oppressione del popolo indigeno palestinese).

Secondo COSAS - Free State la marcia di protesta indetta contro Woolworths è "in solidarietà con il popolo palestinese che continua a sperimentare la forma più dura di apartheid da parte del regime israeliano". Sipho Tsunke di COSAS Free State ha detto: "Stiamo mobilitando tutti i giovani e i loro genitori per boicottare Woolworths che continua ad avere rapporti con il regime di apartheid che applica Israele. Non ci facciamo certo ingannare da Woolworths e dalle sue ridicole campagne di promozione pubblicitaria, come ad esempio il loro programma MySchool o quella di portare dagli Stati Uniti in Sud Africa un musicista come Pharrell Williams. Chiediamo anzi a Pharrell Williams, come studenti delle scuole del Sud Africa, di annullare i suoi spettacoli nel nostro paese fino a quando Woolworths non interrompa le relazioni commerciali con Israele."

Nonostante la speranza che dopo la guerra di Gaza, ci sarebbe stata una ripresa del turismo, la crisi sta solo peggiorando con un calo, nel primo trimestre del 2015, del 28% dei turisti negli hotel. Secondo le stime, l'industria ha già perso centinaia di milioni di dollari. 

Per chiunque frequenti le spiagge di Tel Aviv, soprattutto nel fine settimana, sarà difficile capire di quale crisi del turismo in Israele si stia parlando. Le spiagge sono piene di turisti provenienti da Germania, Olanda, Inghilterra, Repubblica Ceca e Ungheria, per lo più giovani che vogliono godersi una vacanza rilassante nella città.

Ma non appena si esce da Tel Aviv, si rivela la profondità della crisi. Nonostante la speranza che ci sarebbe stata una ripresa entro due-tre mesi dall’operazione su Gaza, sembra che la crisi stia solo peggiorando, che il numero di turisti stia calando, che sta diminuendo il numero di pernottamenti in hotel e che sia stato tagliato significativamente il numero dei tour organizzati.

Le prime cifre del 2014 segnalavano un inizio promettente: la prima metà dell'anno aveva registrato un aumento del 16% di soggiorni turistici, ed i funzionari del turismo erano certi che sarebbe stato un anno record per il turismo in arrivo, sia come entrate turistiche che come soggiorni in Hotel.

In una lettera inviata al capo della politica estera dell’UE, Federica Mogherini, 30 coalizioni, sindacati e organizzazioni della società civile hanno invitato la UE ad escludere le imprese militari israeliane da “Horizon 2020” (Orizzonte 2020) – un nuovo Programma di Ricerca e Innovazione dell’Unione Europea.

Palestina Occupata, 7 maggio 2015

A: Federica Mogherini, Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e le Politiche di Sicurezza
Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea

Oggetto: Finanziamento della UE all’impresa Elbit Systems (produttrice di materiali elettronici di difesa, ndt.) e alle imprese militari e del settore della sicurezza israeliane nell’ambito di Horizon 2020.

Gentile Signora Federica Mogherini, gentile Signor Jean-Claude Juncker,

In quanto organizzazioni della società civile palestinese, ci rivolgiamo a voi relativamente alla partecipazione di Israele al nuovo programma Horizon 2020. In considerazione dei reiterati e sistematici atti di aggressione, crimini di guerra e violazioni del diritto internazionale perpetrati da Israele, l’esclusione di Elbit Systems o di altre imprese militari e di sicurezza nazionale israeliane dall’ambito di Horizon 2020 rappresenterebbe un passo necessario verso una politica europea che promuova efficacemente i diritti umani e il diritto internazionale in Palestina. 

Recenti ricerche mostrano che esiste un serio rischio che l’Unione Europea conceda finanziamenti ad imprese che sono coinvolte nelle violazioni del diritto internazionale. Il rapporto di “Stop the Wall” (coalizione di movimenti popolari contro il muro di separazione, ndt.) “Sostegno all’apartheid israeliana: finanziamento europeo alla Elbit Systems” mostra come le relazioni dell’UE con la Elbit Systems costituiscano un chiaro esempio della complicità dell’Unione nelle violazioni israeliane dei diritti umani.

Lasciando cadere pretese di democrazia, l'adozione di palesi politiche coloniali darà ancora più forza ad un movimento che è diventato una seria minaccia per Israele

Omar Barghouti*

Israele ha eletto il governo più fanatico della sua storia. Ma molti militanti dei diritti umani e politici palestinesi si aspettano che questo governo, un impresentabile miscuglio di destra, estrema destra e partiti fondamentalisti ebraici, sia la madre di tutte le nubi più nere.

Questa drastica svolta a destra non può, a breve termine, promettere niente di buono per i palestinesi che soffrono sotto il regime di oppressione israeliano. L'assedio di Gaza, la costruzione illegale di colonie, soprattutto a Gerusalemme, la distruzione di comunità palestinesi nella valle del Giordano e nel Naqab (Negev) peggioreranno, esigendo un costo umano ancora più esorbitante.

Ma l'abbandono delle pretese democratiche di Israele e l'adozione di esplicite politiche coloniali rafforzerà anche la già impressionante crescita del movimento globale, non violento e guidato dai palestinesi di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (B.D.S.).

Promosso nel 2005 dalla più ampia coalizione della società civile palestinese, il B.D.S. chiede la fine dell'occupazione israeliana che dura dal 1967, della discriminazione razziale istituzionalizzata, che rientra nella definizione data dall'ONU di apartheid, e sostiene il diritto al ritorno per i profughi palestinesi sradicati e privati delle loro proprietà nel 1948.

Emendamenti alla Camera e al Senato USA attaccano il movimento BDS. Qualcosa di giusto deve essere stato fatto.

di David Palumbo-Liu

La maggior parte delle persone comprende bene come i politici utilizzino lo strumento dell'emendamento per infilare messaggi, apparentemente non collegati, ma politicamente potenti, a normative che sarebbero altrimenti innocue e di routine. Chi avrebbe mai immaginato che un ordinario disegno di legge sul commercio sarebbe stato utilizzato per assumere una posizione controversa e persino radicale sul conflitto israelo-palestinese e in particolare sul movimento BDS (Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni)? Eppure, è esattamente quello che è successo.

Di recente, la Camera e il Senato degli Stati Uniti hanno inserito degli emendamenti simili tra loro all'interno del disegno di legge che autorizza i negoziati per il Commercio Transatlantico e la Partnership di Investimento (TTIP) con l'Europa; emendamenti che, con un semplice tratto di penna, tentano di rendere legali gli insediamenti israeliani, la cui illegalità è già stata sancita sia dalle Nazioni Unite sia dal diritto internazionale. Dall'altra parte, i suddetti emendamenti mirano a punire le aziende per avere rispettato proprio quelle leggi internazionali relative a misure in materia di protezione contro il colonialismo.

L'emendamento della Camera, promosso da Peter Roskam dell'Illinois e da Juan Vargas della California, dichiara che il "principale obiettivo della negoziazione degli Stati Uniti" includerebbe ora la volontà di ostacolare "quelle azioni di partner potenziali che direttamente o indirettamente pregiudicano o scoraggiano l'attività commerciale tra gli Stati Uniti e Israele" e anche "quelle azioni, politicamente motivate, di boicottare, disinvestire, o sanzionare Israele, nonché tutte quelle barriere, politicamente motivate, e non tariffarie, imposte su beni o servizi israeliani".

L’occupazione e la colonizzazione della Palestina da parte di Israele, non si manifesta solo a livello militare, ma anche nell'uso politico e strumentale del turismo. Esso viene utilizzato per rafforzare la propria posizione come potere occupante, per mantenere il suo dominio sulla terra e sul popolo palestinese, ma anche per diffondere la propria propaganda a milioni di turisti, tra cui politici, leader di Comunità e giornalisti che ricevono offerte di viaggi gratuiti di prima classe in Israele.

Tutti questi viaggi sono accompagnati da guide israeliano ben preparate il cui scopo principale è quello di diffondere la narrativa ufficiale israeliana a tutti i visitatori. Questa narrativa prevede l’omissione di informazioni cruciali e fa si che non vi sia alcun contatto tra visitatori e comunità locali palestinesi.

Israele, semplicemente, sa che l'esposizione dei turisti alla realtà attuale e storica dell’occupazione avrebbe un effetto di trasformazione sulla maggior parte dei turisti che vanno in Palestina, che, una volta tronati nei propri paesi di origine sarebbero degli avversari delle politiche oppressive di Israele contro i palestinesi. Per esempio, nel 2008 è stata sviluppata per l’industria del turismo una campagna sul  brand israeliano proprio allo scopo di distogliere l'attenzione dall'occupazione.

Come spiega Rifat Kassis, coordinatore di Kairos Palestine: "Ogni anno vengono a Betlemme ed in Palestina milioni di turisti che tornano a casa come nemici della Palestina e ambasciatori di Israele, senza aver parlato con un solo palestinese." Evitando le zone palestinesi i tour israeliani mandano il messaggio che i palestinesi sono pericolosi e che non bisogna dar loro fiducia. Il risultato è che i turisti ritorno a casa con la falsa "conferma" che i palestinesi sono effettivamente una minaccia per la sicurezza di Israele e dei suoi turisti.

La visita di sei giorni nei Territori occupati, organizzata per avviare una collaborazione accademica tra l’ Università di Johannesburg e l’Università di Birzeit, sarebbe stata negata da Tel Aviv per la presa di posizione del governo sudafricano contro la politica israeliana

di Rosa Schiano

Era atteso a Ramallah per una visita nei Territori Palestinesi Blade Nzimande, ministro dell’istruzione sudafricano nonché segretario del partito comunista del paese, il SACP, molto radicato nella società e componente con l’Africa National Congress (ANC), e il sidacato COSATU dell’alleanza tripartitica che governa il paese.
Ma le autorità israeliane avrebbero preso la decisione di negare il visto in risposta della presa di posizione del governo sudafricano contro la politica israeliana. Esprimendo la propria indignazione, Nzimande ha riferito di essere stato informato della decisione dall’ambasciata israeliana che ha mandato indietro la sua domanda senza spiegazioni e senza alcuna comunicazione scritta.

Durante la visita di sei giorni in Cisgiordania, che sarebbe dovuta durata fino al 29 aprile, il Ministro Blade Nzimande avrebbe dovuto incontrare Khawla Shaksheer, Ministro dell’istruzione palestinese e discutere la realizzazione di una collaborazione accademica tra l’ Università di Johannesburg e l’Università di Birzeit, il prosieguo di un accordo firmato quando il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha visitato il Sud Africa a novembre dello scorso anno. Il Ministro avrebbe inoltre dovuto partecipare al lancio del Centro per gli Studi Sudafricani all’Università di Birzeit. Allo stesso modo, un Centro per gli Studi del Medio Oriente avrebbe dovuto essere inaugurato all’Università di Johannesburg.

Nelle colonie israeliane si schiavizza il lavoro minorile palestinese. Invece di stigmatizzare Israele per le sue politiche di sfruttamento della terra, dell’acqua, di donne, uomini e bambini palestinesi, l’Italia invece offrirà una vetrina alle aziende israeliane a Expo2015. 

di Stephanie Westbrook

Una doppia illegalità. Nelle colonie israeliane costruite in Cisgiordania, occupata in violazione del diritto internazionale, si sfrutta anche il lavoro minorile palestinese. È quanto è emerso dal nuovo rapporto di Human Rights Watch, la nota organizzazione internazionale impegnata per i diritti umani.

Il quindicenne Saleh, che ha lasciato la scuola alla seconda media, porta un serbatoio di 15 litri di pesticidi sulle spalle. Spruzza le piante per mezz’ora alla volta, poi riempie di nuovo il serbatoio. Ripete questo ciclo 15 volte durante la sua giornata lavorativa. 

La maggior parte dei bambini intervistati afferma di lavorare con i pesticidi. Non sanno molto delle sostanze chimiche che trattano, ma degli effetti sì. Soffrono di “giramenti di testa, nausea, irritazioni agli occhi ed eruzioni cutanee”. I ragazzi che lavorano nei vigneti dove si usa il pesticida Alzodef, vietato in Europa dal 2008, si riconoscono dalle desquamazioni dell’epidermide. I bambini palestinesi lavorano 6-7 giorni alla settimana, per 8 ore al giorno, anche nelle serre a temperature che si avvicinano ai 50 gradi. Portano carichi pesanti e usano macchine pericolose. Secondo uno studio del 2014 sugli infortuni tra i minori palestinesi che lavorano, il 79% aveva subito un infortunio sul lavoro nei precedenti 12 mesi. E tutto questo per una paga di meno della metà di quella minima garantita dalla legge israeliana e senza assicurazione sanitaria e altri benefit, assicurando così maggiori guadagni alle aziende agricole delle colonie.

Appello di 16 paesi Ue alla Mogherini: Bruxelles si impegni a promuovere l’etichettatura dei beni provenienti dalle colonie nei Territori Occupati. In Israele la Corte Suprema conferma la legge anti-boicottaggio.

Bruxelles torna a fare pressioni per attuare le linee guida della Ue che prevedono l’etichettatura dei prodotti israeliani provenienti dalle colonie in Cisgiordania. Un tentativo cominciato ormai tre anni fa quando l’Unione Europea annunciò l’intenzione di prendere misure in merito alle attività economiche israeliane nei Territori Occupati.

Nel febbraio 2013, la Ue raccomandò ai paesi membri di evitare transazioni con compagnie impiegate nelle colonie e di etichettare i prodotti così da non ingannare i consumatori europei sulla loro reale provenienza. Un percorso lungo che ancora oggi muove i suoi primi passi, come se la raccomandazione fosse stata pubblicata solo poco tempo fa.

E così ieri sedici ministri degli Esteri della Ue hanno scritto alla rappresentante degli Affari Esteri europei, Federica Mogherini, chiedendo l’implementazione del processo di etichettatura dei beni delle colonie. Tra loro i ministri di Francia, Italia, Spagna, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Svezia, Danimarca, Irlanda, Croazia, Malta, Portogallo, Slovenia, Austria, Lussemburgo e Finlandia. “La continua espansione delle colonie israeliane illegali nei Territori Palestinesi occupati e in altri territori occupati da Israele nel 1967 minaccia la prospettiva di un accordo di pace finale e giusto – si legge nella lettera dei 16, pubblicata dal quotidiano israeliano Haaretz – La corretta e coerente implementazione della legislazione Ue sulla protezione dei consumatori e l’etichettatura è necessaria per garantire che i consumatori non siano ingannati da false informazioni. Devono conoscere le origini dei beni che comprano”.