LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Comunicato: 

IL MIT, FUORICAMPO, IL FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA TRANS DIVERGENTI E SOME PREFER CAKE BOLOGNA LESBIAN FILM FESTIVAL SULLA PRESENZA DI EYTAN FOX AL FLORENS QUEER FESTIVAL 2014.

BDS Italia ha diffuso un comunicato in cui denuncia l'operazione di Pinkwashing del Florence Queer Festival 2014. Nel comunicato leggiamo che ospite dell'evento sarà Eytan Fox, regista israeliano, invitato a presentare una rassegna dei suoi film tra cui, scrive BDS, <<"Yossi & Jagger" che racconta la relazione tra due soldati israeliani. La propaganda, vòlta ad umanizzare l'esercito israeliano, pubblicizza la presenza di gay e lesbiche nell'esercito utilizzando la retorica delle guerre per esportare democrazia e diritti, coprendo così i massacri e l'abominio coloniale>>.

Il MIT, Fuoricampo, il Festival Internazionale di cinema Trans DIVERGENTI e Some Prefer Cake Bologna Lesbian Film Festival, pur figurando come partner del Florence Queer Festival, non erano a conoscenza della partecipazione di Eytan Fox. Ciascun festival non collabora né interferisce nella programmazione degli altri.

Tenendo in considerazione l'autonomia di ogni Festival e il rispetto che intercorre da sempre con IREOS, come associazioni trans e lesbica che sostengono le azioni di solidarietà internazionale alla questione palestinese (vedi QUEER FOR PEACE), in coerenza con quanto fatto fino ad ora non possiamo non prendere le distanze da questo tipo di scelta.

MIT (Movimento Identità Transessuale)
Festival Internazionale di Cinema Trans - DIVERGENTI
Fuoricampo Lesbian Group
Some Prefer Cake Bologna Lesbian Film Festival

Il gemellaggio tra il comune di Massafra e Gerusalemme e’ un affronto alla legalita’ intrernazionale e un premio a chi viola costantmente ogni diritto umano della popolazione palestinese di Gerusalemme Est.

Il Sindaco di Gerusalemme e’ noto per la sua politica espansionista e di colonizzazione di Gerusalemme Est.

Nessun paese riconosce Gerusalemme come la capitale dello Stato di Israele, non vi sono ambasciate nella citta’ di Gerusalemme.

La politica portata avanti dall’attuale sindaco di Gerusalemme e’ contraria alla legalita’ internazionale.

Si continua a togliere ai palestinesi le carte d’identita’ ed a portare avanti una “deportazione lenta” , come denuncia l’organizzazione israeliana BetSelem, a permettere l’occupazione di case nella Gerusalemme Est a coloni fanatici, a demolire case palestinesi. Si permette a coloni e ortodossi di entrare con la violenza nella moschea di AlAqsa mentre si vieta l’accesso ai palestinesi musulmani.

La situazione a Gerusalemme e’ esplosiva, ne fanno testo in questi ultimi giorni l’assassinio dell’autista palestinese e l’assassinio di israeliani nella Sinagoga.

Premiare il Sindaco di Gerusalemme non va certo nella direzione di una pace giusta tra i due popoli ma rafforza Israele nel sentirsi al di sopra di ogni legge.

Luisa Morgantini

Fonte: AssoPace Palestina

Siamo venuti a conoscenza che il 30 Novembre 2014 la città di Massafra, in provincia di Taranto, promuove un presunto "gemellaggio" con la città di Gerusalemme, città palestinese sotto occupazione militare Israeliana.

Il progetto, dal nome un "Ponte di pace e di amicizia", è stato proposto al sindaco di Massafra nonché presidente della provincia Martino Carmelo Tamburrano da Barbara Wojciechowska, professore emerito dell'Università del Salento.

Tamburrano ha subito sposato la proposta delegando la professoressa Wojciechowska e l'assessore alla Cultura e all'Associazionismo, Antonio Cerbino, a seguire tutte le fasi dell'organizzazione del "gemellaggio", la cui cerimonia inaugurale avrà luogo il 30 novembre a Massafra.

Un impegno per mettere al centro delle politiche della Regione Emilia-Romagna il rispetto dei diritti umani e la legalità internazionale in Palestina-Israele

Gentili candidate/i,

Come organizzazioni impegnate in iniziative di solidarietà con il popolo palestinese e nella campagna internazionale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele[1] per sostenere il rispetto dei diritti umani delle/dei Palestinesi e della legalità internazionale, sollecitiamo con urgenza un confronto – in un dibattito pubblico – con voi candidate/i alle elezioni dell’Assemblea Regionale sul tema dei rapporti e delle iniziative di cooperazione tra la Regione Emila-Romagna, Israele e popolo palestinese.

Da molti anni la Regione Emilia-Romagna (RER) ha preso posizioni politiche sulla situazione in Palestina-Israele e promosso iniziative e progetti di varia natura e importanza con soggetti istituzionali, economici e della società civile israeliani e palestinesi, in una logica di equidistanza (o “equivicinanza”).

Da una parte sono stati finanziati progetti di sviluppo e di emergenza nei Territori Palestinesi Occupati (definizione dell’ONU che curiosamente RER non utilizza nei documenti ufficiali, preferendo un più “pilatesco” Territori Palestinesi), mentre dall’altra è stata promossa la cooperazione istituzionale con il governo israeliano e la collaborazione tra imprese e istituti di ricerca emiliano-romagnoli e israeliani.

La proposta è ancora in una fase iniziale, ma si dice offra molto più bastone che carota se Israele dovesse rendere impraticabile la soluzione dei due stati

Secondo fonti diplomatiche e alti funzionari israeliani, l'Unione europea ha fatto circolare un documento riservato tra i 28 Stati membri, contenente la bozza di una proposta di sanzioni da imporre a Israele se quest'ultimo dovesse compiere azioni nella West Bank che renderebbero impossibile attuare la soluzione dei due stati.

Ai rappresentanti che hanno ricevuto il documento del Servizio europeo per l'Azione esterna dell'UE (EEAS) è stato chiesto di limitarne la circolazione e di non mostrarla ancora ad Israele. Alcuni diplomatici israeliani residenti nelle capitali europee ne hanno riferito l'esistenza al Ministero degli esteri, aggiungendo alcuni dettagli relativi al contenuto, anche se non sono riusciti ad avere il documento completo.

Tre diplomatici europei e due alti funzionari israeliani, i quali tutti, data la delicatezza della questione, hanno voluto mantenere l'anonimato, hanno detto che il documento principalmente offre "bastone e carota" a Israele affinché tenga in piedi la soluzione dei due stati.

di Ben Norton

La società immobiliare RE/MAX con sede in Colorado (USA) sta traendo vantaggio dal furto inarrestabile di terra palestinese da parte di Israele.

Attivo sul mercato israeliano dal 1995, RE/MAX vende e affitta case e appartamenti nelle colonie riservate esclusivamente agli ebrei nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est. Molto di questo lavoro è coordinato in un ufficio della società controllata israeliana di RE/MAX che si trova a Maale Adumim, importante insediamento in Cisgiordania. 

Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato l'anno scorso indica che la società madre della società negli Stati Uniti potrebbe essere “tenuta a rispondere” del suo sostegno ai crimini di Israele. RE/MAX International, che ha sede a Denver, “ha costante interazione e influenza” sulle sue affiliate in tutto il mondo. L'azienda fornisce anche 'il brand di appartenenza', formazione e altri servizi, secondo Richard Falk autore del rapporto e allora relatore speciale delle Nazioni Unite per la Cisgiordania e Gaza. 

di Michael Deas

Più di 300 partiti politici, sindacati e gruppi di attivisti hanno chiesto la sospensione di un accordo fondamentale tra Israele e l'Unione Europea.

L'appello invita l'UE a bloccare l’"accordo di associazione" con Israele. Tale accordo, entrato in vigore nel 2000, agevola il commercio in gran parte senza restrizioni tra l'UE e Israele e permette ad Israele di partecipare a una vasta gamma di programmi dell'Unione.

L'appello, consegnato al nuovo capo della politica estera dell'UE Federica Mogherini, è una delle affermazioni di più vasto appoggio da parte delle organizzazioni europee alla Palestina fino ad oggi.

I firmatari della dichiarazione provengono da diciannove diversi paesi europei. Essi comprendono Podemos, il partito di sinistra attualmente in testa ai sondaggi in Spagna, il Congresso irlandese dei sindacati e altri importanti organismi sindacali di Spagna, Danimarca, Francia e Belgio.

I principali gruppi anti-povertà, tra cui la coalizione CNCD / 11.11.11. e il Broederlijk Delen in Belgio, Trócaire in Irlanda e War on Want nel Regno Unito, hanno approvato la dichiarazione.

Altri firmatari includono il Parti de Gauche e il Parti Communiste della Francia, Attac (un gruppo che critica l'economia capitalista) in Francia e in Germania e l'organizzazione pacifista Pax Christi Germania.

Un semplice sito web è stato istituito presso freepalestine.eu, attraverso cui le persone possono contattare i membri del Parlamento Europeo (MEP), esortandoli a leggere la dichiarazione e sostenere le sue richieste.

firma

di Alborz Gandanhari, David McCleary, Kumars Salehi e Tory Webster

"Noi, rappresentanti della società civile palestinese, chiediamo alle organizzazioni internazionali della società civile ed alle coscienze degli uomini di tutto il mondo di imporre ampi boicottaggi e realizzare iniziative di disinvestimento contro Israele". Questo appello alla solidarietà fu emanato nel luglio del 2005 da centinaia di organizzazioni palestinesi, comprese le maggiori sigle sindacali. La confisca sistematica della terra, le carcerazioni di massa, le demolizioni e gli attacchi ormai abituali che lasciano senza vita centinaia di civili sono diventati parte integrante della vita di tutti i giorni nella Palestina occupata da Israele. I cosiddetti "colloqui di pace" promossi dagli Stati uniti non hanno fatto altro che la strategia del regime di occupazione israeliano: cioè piuttosto che schierare il proprio esercito all'interno delle città e dei villaggi palestinesi, ora Israele li circonda con i checkpoint e con i muri; ostacola la possibilità da parte dei Palestinesi di lavorare, studiare e viaggiare, assicurandosi che la Palestina rimanga economicamente dipendente da Israele. Una volta preso atto che Israele ha usato i negoziati per normalizzare e mantenere l'occupazione, la società civile palestinese ha adottato la strategia nonviolenta del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro il proprio oppressore.

Rispetto ai suoi omologhi internazionali, il movimento dei lavoratori statunitense è stato lento ad aderire al BDS. Michael Letwin, cofondatore del gruppo di solidarietà "Labor for Palestine", ritiene che questo possa dipendere dallo storico e ininterrotto sostegno fornito a Israele da parte del movimento dei lavoratori americano. I principali sindacati statunitensi, dice Letwin, tengono depositati centinaia di milioni di dollari in fondi pensione investiti in Israele. I leader sindacali più anziani, per timore di alienarsi le simpatie del Partito democratico e di altri alleati, spesso denunciano il BDS e criticano gli altri sindacati che in giro per il mondo lo sostengono.

Più di 300 gruppi per i diritti umani, sindacati e partiti politici di tutta Europa, compresa l'Italia, hanno fatto appello a Federica Mogherini, la nuova responsabile per la politica estera del'UE, in partenza per Israele e Palestina, di tenere Israele responsabile per il massacro di Gaza di quest'estate e sospendere l'Accordo di associazione UE-Israele, il principale trattato tra l'UE e Israele. 

Un appello per la sospensione dell'Accordo di Associazione UE-Israele

Condanniamo fermamente l’ultimo massacro israeliano dei palestinesi nella Striscia di Gaza assediata. Più di 2.160 palestinesi sono stati uccisi, oltre 10.800 i feriti e più di 500.000 i sfollati. Le Nazioni Unite e altri enti internazionali accusano Israele di aver deliberatamente preso di mira civili e infrastrutture civili, compresi scuole e ospedali, così come di aver commesso altri crimini di guerra.

Nelle parole del Commissario generale delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi Pierre Krähenbühl, “Bambini uccisi nel sonno, questo è un affronto per tutti noi, una vergogna di proporzioni universali. Oggi il mondo si trova in disgrazia”.

Eppure le violazioni israeliane del diritto internazionale non sono iniziate con questo suo più recente attacco a Gaza.

I coloni hanno cercato in più occasioni di escludere i lavoratori palestinesi pendolari da questi bus ed hanno prodotto un video per chiedere sia loro vietato l'uso.

A seguito di forti pressioni da parte dei coloni, il ministro della Difesa Moshe Ya'alon ha emanato una direttiva che vieta ai lavoratori palestinesi di viaggiare sui mezzi pubblici israeliani in Cisgiordania.

La decisione contraddice la posizione delle Forze di Difesa israeliane, che non considera la presenza dei palestinesi sui bus della Cisgiordania come una minaccia alla sicurezza.

Le nuove linee guida vietano ai lavoratori palestinesi di utilizzare gli autobus che viaggiano direttamente dal centro di Israele in Cisgiordania; invece dovranno arrivare al Eyal Crossing, nei pressi di Qalqilyah e lontano dalle aree popolate di coloni, e continuare verso la destinazione finale da lì.

Il "Comitato dei Coloni di Samaria" e le locali autorità ebraiche hanno condotto una campagna aggressiva in questi ultimi anni per mettere al bando i lavoratori palestinesi dai mezzi pubblici utilizzati dagli israeliani in Cisgiordania.