I donatori internazionali si sono impegnati per 5,4 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza dopo l’assalto israeliano durato 50 giorni la scorsa estate che ha ucciso 2.254 palestinesi, tra cui 538 bambini, e ha causato una enorme distruzione.
Recenti studi dimostrano però che almeno il 45% degli aiuti promessi dai donatori internazionali andrà all'economia israeliana. Le aziende israeliane vedono l'assedio israeliano di Gaza come un'opportunità per trarre profitto, sfruttando il mercato prigioniero di Gaza.
Le aziende che sono in coda per incassare i profitti attraverso la fornitura di materiali per la ricostruzione di Gaza sono criminali aziendali. Saccheggiano le risorse naturali palestinesi e partecipano alla costruzione di insediamenti illegali:
- Nesher, impresa cementifera che ha il monopolio in Israele, fornisce il cemento per il Muro dell'Apartheid, i posti di blocco e gli insediamenti.
- Readymix gestisce stabilimenti in vari insediamenti israeliani, comprese le zone industriali di Ariel e di Mishor Edomim.
- Hanson Israel, che produce cemento e asfalto pronti all’uso, gestisce quattro stabilimenti in insediamenti in Cisgiordania ed è coinvolto in cave illegali.
Gli organismi delle Nazioni Unite hanno ripetutamente ignorato le richieste della società civile palestinese di smettere di premiare le aziende per i loro crimini di guerra contro i palestinesi.
È giunta l’ora che sentano il livello di indignazione pubblica mentre emergono dettagli sulla complicità delle Nazioni Unite nel perdurare dell’assedio di Gaza e sulle modalità attraverso cui le aziende israeliane beneficeranno dalla ricostruzione di Gaza.
Agisci ora e invia un messaggio ai funzionari chiave dell'ONU, chiedendo loro di far sì che Israele non tragga profitto dalla distruzione di Gaza e di adottare una politica sugli appalti che escluda i criminali aziendali dalle gare d'appalto per la ricostruzione di Gaza.
Messaggio all’ONU
Chiediamo alle Nazioni Unite di adottare una politica e un meccanismo per gli appalti per la ricostruzione di Gaza che siano di principio, eticamente responsabili e trasparenti, che escludano da tutte le gare d’appalto le società israeliane e internazionali che sono complici dell'occupazione, delle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale commesse da Israele. Questa politica deve essere resa pubblica e soggetta al controllo della società civile, in particolare dei palestinesi, che meritano di avere voce in capitolo su come gli aiuti vengono consegnati loro in modo da rispettare i loro diritti umani e ridurre significativamente l'attuale atmosfera di impunità per Israele.
Chiediamo in particolare alle Nazioni Unite di escludere tutte le imprese che in modo documentato hanno avuto un ruolo nel commettere crimini di guerra contro i palestinesi, ad esempio quelle operanti negli insediamenti o coinvolte nella costruzione degli stessi, o che forniscono prodotti e servizi che consentono alle forze di occupazione israeliane di commettere gravi violazioni del diritto internazionale, dai processi per gli appalti, ora e in futuro, per tutti i progetti di cui beneficiano i palestinesi nei Territori Palestinesi Occupati (Tpo).
L'ONU ha la responsabilità di condurre le proprie operazioni in modo da rispettare il diritto internazionale e non contribuire alla perpetuazione delle violazioni dei diritti umani contro i palestinesi. È giunto il momento per le Nazioni Unite di ascoltare questa richiesta di lunga data e di interrompere il proprio coinvolgimento in programmi che incoraggiano le imprese che traggono profitti dalla guerra e, in effetti, perpetuano la situazione di illegalità che esiste, tra cui l'assedio israeliano e la punizione collettiva dei palestinesi di Gaza.
Noi stiamo vigili.
Fonte: BDS Movement
Traduzione di BDS Italia