LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Dopo una visita all'ospedale Makassed Islamic Charitable di Gerusalemme Est, dove Membri del Parlamento Europeo della Sinistra Europea Unita / Sinistra Verde Nordica hanno incontrato le vittime dell’ultimo attacco israeliano a Gaza, tra cui un padre e il suo figlio di 3 anni che hanno entrambi perduto gli arti, i deputati hanno chiesto che la Corte Penale Internazionale (CPI) indaghi su questi crimini di guerra.

Israele, col suo prendere direttamente di mira i civili e il suo spericolato provocare morti tra di essi, viola chiaramente il diritto internazionale e i diritti umani.

Questo pomeriggio, attivisti di solidarietà con la Palestina ed anti-NATO hanno occupato una filiale della banca Barclays a Newport, sulla High Street. Gli attivisti chiedono che la Barclays PLC disinvesta il proprio pacchetto azionario investito nella Elbit Systems, la compagnia israeliana produttrice di droni che fabbrica gli aeromobili senza pilota utilizzati per attaccare la popolazione di Gaza. Barclays possiede quasi 60.000 azioni della Elbit.

I manifestanti hanno intonato gli slogan “Basta armare Israele” e “Barclays, disinvesti dal commercio delle armi.” Tre manifestanti si sono incollati all'interno della banca.

Non c'è alcun dubbio sull’immenso successo dell’evento di protesta Block the Boat al porto di Oakland, guidato Arab Resource and Organizing Center (AROC) e organizzato con l'aiuto di innumerevoli organizzazioni. A meno che tu sia un sostenitore di Israele o un giornalista dell’Oakland Tribune. Migliaia di manifestanti – una stima di 5.000 persone - hanno marciato verso il porto di Oakland il 16 Agosto, ed hanno impedito all’imbarcazione Zim Pireus di scaricare i propri container, impedendo ai lavoratori di oltrepassare il loro picchetto ed entrare nel porto per ben 4 storici giorni, il che, secondo AROC, ha portato quest’azione a causare il “più lungo blocco di una nave israeliana.”

L’Oakland Tribune, Haaretz, e una serie di altre testate giornalistiche, hanno riferito che la Zim Pireus, di proprietà israeliana, ha scaricato il proprio carico dopo diversi "ritardi", ma dopo aver parlato con un certo numero di distributori il cui carico veniva trasportato da Zim Pireus ho scoperto che quanto riportato dai giornali era inequivocabilmente falso e fuorviante.

L’orribile carneficina che abbiamo visto scatenata a Gaza nelle ultime settimane - una catastrofe umanitaria - non sarebbe stata politicamente o economicamente conveniente senza la tacita acquiescenza del settore della gioielleria mondiale. Il legame tra i due non è molto conosciuto ed è minimizzato dalle parti interessate del settore della gioielleria.

I diamanti rappresentano il 30% delle esportazioni manifatturiere di Israele. Sono di così grande importanza per l'economia israeliana che i leader dell'industria dei diamanti in Israele e della gioielleria a livello mondiale, hanno probabilmente più influenza sull’élite politica israeliana di qualsiasi altro politico di tutto il mondo, compreso il presidente degli Stati Uniti pressato dalle lobby sioniste Barak Obama, che è stato ripetutamente umiliato dalle azioni del governo israeliano guidato da Benjamin Netanyahu.

Nonostante il fatto che una percentuale elevata dei diamanti venduti in tutto il mondo aiutino a finanziare un regime che molti osservatori ritengono sia colpevole del crimine di genocidio – tra cui sopravvissuti all'Olocausto, lo storico israeliano Ilan Pappe  e il presidente palestinese Mahmoud Abbas  - non vi è stato che un sussurro di disapprovazione da parte dei leader del settore della gioielleria mondiale.

Ogni anno, le esportazioni di diamanti aggiungono oltre 10 miliardi di dollari netti all'economia israeliana. Questo flusso di denaro estero è essenziale al fine di mantenere la stabilità politica necessaria per rafforzare ulteriormente l'occupazione della Palestina, finanziare l’egemonia sionista e randellare i palestinesi che osano resistere.

Parallelamente alla guerra di Gaza quest’estate, i rivenditori palestinesi in Cisgiordania hanno cominciare a rimuovere dai propri scaffali i prodotti israeliani. La campagna mira anche ad educare i consumatori palestinesi a comprare prodotti locali.

Di Yael Marom e Jessica Devaney

Nelle ultime settimane, gli inviti a boicottare prodotti e servizi israeliani stanno guadagnando slancio in tutta la Cisgiordania. Nei negozi, ampie sezioni di scaffali sono state svuotate dai prodotti forniti da aziende israeliane. Dal lancio della campagna di boicottaggio a Jenin, almeno 70 negozi hanno già aderito, e proprietari di negozi in città come Hebron, Nablus, Ramallah, Betlemme e altre città e villaggi in tutta la Cisgiordania e Gerusalemme Est hanno risposto alla chiamata.

L’Unione Europea ha dato ad Israele un preavviso di un mese per fare chiarezza sul luogo d’origine dei prodotti d’allevamento che vengono esportati in Europa.

Alle merci senza una valida documentazione riguardo il loro luogo d’origine e di produzione sarà vietato l’ingresso negli Stati membri dell’Unione Europea, in linea con la decisione dell’Unione di boicottare i prodotti provenienti dagli insediamenti illegali di Israele nella Cisgiordania occupata.

Martedì, il giornale israeliano Maariv ha riportato che l’UE ha reiterate la sua richiesta ad Israele di istituire un meccanismo sufficientemente efficace per differenziare I prodotti che hanno origine nelle zone occupate al di là della Linea Verde del 1967.

Il Consiglio Comunale di San Giuliano Terme

Premesso che:

la Comunità Internazionale non può chiamarsi fuori o nascondersi dietro l'alibi di un realismo impotente, perché la volontà di milioni di persone può alimentare le ragioni del dialogo.

Considerato che:

l'escalation di violenze in atto, in meno di un mese ha generato fra i palestinesi oltre 1000 morti di cui l' 80% civili, più di 6000 feriti e 150mila sfollati a cui devono sommarsi i soldati israeliani colpiti dal fuoco di Hamas;

nel corso del conflitto non sono state risparmiate nè donne, nè bambini e non sono mai stati rispettati i vari cessate il fuoco assunti più volte dalle parti;

occorre fermare il massacro perché se la tregua umanitaria è un importante obiettivo per curare i feriti, sostenere gli sfollati e salvaguardare i civili restituendo un senso al concetto di dignità umana e evitando così ulteriori vittime innocenti; è tuttavia necessario perseguire l'obiettivo di una Pace definitiva e duratura in Palestina attraverso la condanna dell'occupazione come origine del conflitto e raggiungibile sollecitando e sostenendo una scelta condivisa dai due popoli per una forma di Stato

Di Ben White

Veolia, la più grande compagnia di privatizzazione di servizi idrici in Europa, sta svendendo i suoi business riguardanti la gestione dell’acqua, dei rifiuti e dell’energia in Israele, ed intende fare un passo indietro dal paese come “mercato d’affari.”

La notizia è un grande incoraggiamento per gli attivisti del movimento globale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), che hanno preso di mira la multinazionale francese per i suoi legami con gli insediamenti illegali israeliani e le loro relative infrastrutture nella Cisgiordania occupata.

Secondo alcuni report di metà Luglio, Veolia ha deciso di vendere le sue attività in Israele a “fondi gestiti dalla Oaktree Capital Management LP,” abbassando così il debito della compagnia a 341 milioni di $. La vendita include il 50% della partecipazione della compagnia francese nell’impianto di desalinizzazione di Ashkelon.

Nelle ultime due settimane, gli attivisti delle città portuali lungo la Costa Ovest degli Stati Uniti hanno organizzato picchetti per impedire o far ritardare gli scaricamenti dei cargo delle imbarcazioni gestite dalla compagnia di trasporto marittimo israeliana Zim.

Le azioni sono state organizzate all’apice dell'assalto di Israele sulla Striscia di Gaza, iniziato il 7 Luglio e terminato ieri con un “cessate il fuoco”.

La Zim Integrated Shipping Services Ltd è la più grande compagnia di trasporto marittimo di Israele, e la decima più grande al mondo. Il suo ricavato nel 2013 è stato di 3,7 miliardi di $.

L’azione ha avuto originale ad Oakland, in California, e ha dato il segnale verde ad altre azioni simili. I manifestanti sono riusciti ad impedire lo scaricamento dei container della Zim Piraeus per quasi quattro giorni interi.

Quando un amico israeliano lo ha accusato di “schierarsi con i terroristi” a Gaza, Akkas Al-Ali ha deciso di scrivere la seguente lettera di risposta.

Mi aspetto che tu sia ormai pienamente consapevole delle scene apocalittiche provenienti da Gaza nelle ultime settimane. Nel caso in cui tu non lo sia, spero di riuscire a darti un'idea di ciò che l'esercito israeliano - stimolato dal governo del paese, dai politici, dai giornalisti, dagli accademici, dalle folle inferocite per le strade - ha raggiunto con successo in solo sei settimane.