Comunicati
Comunicati di BDS Italia, del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademic e culturale di Israele (PACBI)
Nel corso del genocidio in diretta streaming contro 2,3 milioni di palestinesi a Gaza, che dura da un anno, Israele ha attaccato ripetutamente le Nazioni Unite. A Gaza sono stati uccisi 228 membri dello staff ONU, il numero più alto di personale ONU ucciso in qualsiasi conflitto dalla creazione delle Nazioni Unite.
Firma e invia la lettera sotto al Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite Philémon Yang.
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Il governo israeliano sta lavorando attivamente per distruggere la United Nations Relief and Works Agency (UNRWA), un'agenzia delle Nazioni Unite che fornisce servizi essenziali a milioni di rifugiati palestinesi che hanno il diritto di tornare nella loro terra. L'esercito genocida israeliano ha ripetutamente e deliberatamente attaccato le forze di pace dell'ONU nel Libano meridionale una dozzina di volte, usando il fosforo bianco in alcuni attacchi, come rivelato di recente. Ha distrutto le infrastrutture delle Nazioni Unite in tutta la regione, in particolare a Gaza, tra cui scuole, magazzini e campi profughi.
L'ambasciatore uscente di Israele ha profanato la Carta delle Nazioni Unite, strappandone una copia dal podio dell'Assemblea Generale e chiedendo che la sede delle Nazioni Unite fosse “cancellata dalla faccia della Terra”. Ha ostacolato attivamente il lavoro dei funzionari delle Nazioni Unite per indagare sui crimini compiuti da Israele nella Palestina storica, negando loro l'ingresso, non solo nel corso di questo genocidio, ma da decenni. Ha anche dichiarato che il Segretario Generale delle Nazioni Unite è “persona non grata”.
Il regime israeliano di apartheid non soddisfa le condizioni di base per l'adesione alle Nazioni Unite: è tutt'altro che uno Stato amante della pace e non accetta né rispetta gli obblighi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. Oltre al genocidio in diretta streaming a Gaza e agli attacchi oltraggiosi alle Nazioni Unite, Israele sta perpetrando massacri continui in Libano e sta intensificando l'aggressione contro altri Stati della regione. L'impegno per il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi era una condizione necessaria per l'ammissione di Israele alle Nazioni Unite. Eppure, Israele ha continuato a intensificare la sua politica di pulizia etnica. Oggi, 9,17 milioni di palestinesi, il 64% dell'intero popolo palestinese, sono rifugiati o sfollati dalle loro case, mentre Israele nega loro il diritto al ritorno e al risarcimento, sancito dalle Nazioni Unite.
Per tutto questo e molto altro ancora, Israele deve essere cacciato dalle Nazioni Unite. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ai sensi dell'articolo 6 della Carta delle Nazioni Unite, deve raccomandare all'Assemblea Generale dell'ONU di ritirare l'adesione di Israele. Tuttavia, per agire, l'Assemblea Generale non ha bisogno di aspettare il Consiglio di Sicurezza, cronicamente paralizzato dal veto degli Stati Uniti e di altri alleati dell'apartheid e del genocidio.
Un mese fa, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato a larga maggioranza una risoluzione che recepisce il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia (CIG) del luglio 2024 sull'occupazione illegale e l'apartheid per mano di Israele contro i palestinesi. Per la prima volta in 42 anni, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto di imporre sanzioni a Israele. La maggioranza globale ha affermato che la storica sentenza della Corte internazionale di giustizia (CIG) fa scattare l'obbligo legale per tutti gli Stati, l'ONU e i suoi organi, nonché le organizzazioni regionali, di porre fine alla complicità nell'occupazione illegale e nel regime di apartheid di Israele.
Ciò evoca il precedente storico di esattamente 50 anni fa, quando l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sospese il Sudafrica dell'apartheid. Proprio come nel caso di Israele, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU protesse il regime sudafricano nonostante tutti i crimini commessi, ma l'Assemblea Generale lo sospese di fatto dalle procedure dell'ONU riconoscendo che uno stato di apartheid che mantiene un'occupazione illegale manca di legittimità internazionale e di rappresentatività del popolo sotto il suo controllo.
Oggi, con la continua complicità dell'Occidente, guidato dagli Stati Uniti, il genocidio di Israele a Gaza prende ogni giorno nuove orribili pieghe - da ultimo bruciando vivi pazienti e sfollati palestinesi. La sua sanguinosa aggressione nella Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est, si sta intensificando. Il regime di apartheid e genocidio sta facendo precipitare la regione verso una guerra totale.
A questo si può porre fine solo facendo pressione affinché i nostri leader e governi agiscano concretamente.
Unisciti a noi nello scrivere oggi al Presidente dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Philémon Yang, esortandolo a promulgare la risoluzione che sanziona Israele sospendendolo dalle Nazioni Unite!
Ricordiamo a questa istituzione la sua responsabilità!
Firma e invia la seguente lettera al presidente dell'UNGA Philémon Yang.
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Modello di lettera al Presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite: sospendere Israele dall'ONU ora!
Oggetto: Presidente Yang, sospendere subito Israele dall'ONU!
Presidente Philémon Yang,
Le scrivo per chiedere rispettosamente l'immediata sospensione dell'Israele dell'apartheid dalle Nazioni Unite, proprio come fu sospeso il Sudafrica dell'apartheid.
Israele sta conducendo una guerra non solo contro il popolo palestinese, ma anche contro le Nazioni Unite, nate per proteggere i diritti umani e il diritto internazionale, e di cui lei sta attualmente presiedendo l'Assemblea Generale.
La condotta di Israele nei confronti delle Nazioni Unite nell'ultimo anno è stata sprezzante in un modo senza precedenti. Durante il genocidio ancora in corso contro 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, occupata illegalmente e assediata, Israele ha ucciso almeno 228 membri dello staff delle Nazioni Unite a Gaza. Israele sta per designare l'UNRWA come organizzazione “terroristica”. Ha attaccato le forze di pace delle Nazioni Unite nel sud del Libano una dozzina di volte, usando il fosforo bianco in alcuni attacchi, come rivelato di recente. L'ambasciatore uscente di Israele ha persino strappato una copia della Carta delle Nazioni Unite dal podio dell'Assemblea generale dell'ONU, chiedendo che la sede delle Nazioni Unite venga “cancellata dalla faccia della Terra”.
L’Israele dell'apartheid non soddisfa le condizioni di base per l'adesione alle Nazioni Unite: è tutt'altro che uno Stato amante della pace e non accetta né rispetta gli obblighi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. È una grave minaccia per la pace e la sicurezza globale. Oltre al genocidio in diretta streaming a Gaza e agli attacchi oltraggiosi alle Nazioni Unite, Israele sta perpetrando continui massacri in Libano e sta intensificando l'aggressione contro altri Stati della regione. Inoltre, l'impegno per il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi era una condizione necessaria per l'ammissione di Israele alle Nazioni Unite. Da allora a oggi, Israele ha invece continuato a intensificare la sua politica di pulizia etnica.
Un mese fa, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha adottato a stragrande maggioranza una risoluzione che recepisce il parere consultivo della Corte internazionale di giustizia (CIG) del luglio 2024 sull'occupazione illegale e l'apartheid di Israele nei confronti dei palestinesi. Per la prima volta in 42 anni, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha chiesto di imporre sanzioni a Israele. Ciò evoca il precedente storico di 50 anni fa, quando l'Assemblea generale delle Nazioni Unite sospese il Sudafrica dell'apartheid.
Per tutto questo e per molto altro ancora, l'appartenenza di Israele alle Nazioni Unite deve essere quantomeno sospesa e il Paese deve essere sottoposto a serie sanzioni per costringerlo a rispettare il diritto internazionale.
Presidente Yang, faccia il primo passo in questa direzione avviando il processo di sospensione di Israele dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Non c'è alcuna giustificazione per permettere a uno Stato membro di cancellare i principi stessi su cui è stato fondato questo organismo.
Cordiali saluti,
[Firma]
Fonte: Letter Template UNGA President articolo: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
BDS Italia condanna fermamente il divieto posto dalla Questura di Roma allo svolgimento della manifestazione del 5 ottobre indetta dalle associazioni e dalle comunità palestinesi, a cui aveva deciso di aderire. Il divieto, con la motivazione pretestuosa di evitare una “celebrazione” del 7 ottobre e di prevenire scontri e attacchi antisemiti, in realtà ha obbedito alle richieste di forze politiche che sostengono Israele e di gruppi sionisti.
Il governo sta già mettendo in pratica, prima ancora della sua approvazione da parte del Parlamento, il ddl 1660 sulla sicurezza pubblica, che mira a colpire ogni protesta e manifestazione di dissenso introducendo una serie di reati che non si erano mai visti neanche in vigenza del famigerato codice fascista Rocco.
Il governo è complice degli eccidi in corso sui vari fronti di guerra e non ha alcuna sensibilità per il genocidio del popolo palestinese: 42.000 morti di cui il 70% donne e bambini, a cui vanno aggiunte decine di migliaia di dispersi, e oltre 100.000 feriti. Il Libano rischia di diventare un’altra Gaza, con migliaia di morti e feriti, col rischio che la guerra coinvolga altri stati.
Israele dice di volersi liberare delle “organizzazioni terroristiche” tanto a Gaza che in Libano, ma sta compiendo atti di terrorismo di stato, bombardando e costringendo all’evacuazione intere popolazioni, con l’intento di attuare una pulizia etnica, condotta con sommo disprezzo dei vivi e dei morti. Le azioni che compie sono di una ferocia e disumanità inaudite, ma può permettersele perché Stati Uniti, in primo luogo, ed Europa al seguito, con l’Italia in prima fila, lo assistono e lo sostengono, garantendogli una impunità totale.
Questa impunità è costruita su decenni di violazione del diritto internazionale e sulla complicità internazionale, diretta e indiretta. Ogni stato che ha armato, finanziato o giustificato le atrocità di Israele, ogni società, istituzione, media, fondo di investimento che ha continuato a fare affari come al solito con Israele o con le sue istituzioni è complice. Tutti questi condividono la responsabilità del genocidio e devono essere tenuti a rispondere di questa responsabilità.
È necessario rompere il muro del silenzio, della disinformazione e dell'indifferenza e rilanciare ancora con più forza e determinazione iniziative per chiedere il cessate il fuoco, lo stop al genocidio e la fine del regime israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid.
In particolare, anche in Italia dobbiamo rafforzare le iniziative per colpire le complicità di governo, aziende, istituzioni e università che garantiscono il sostegno ai crimini di Israele e gli garantiscono l’impunità: azioni di boicottaggio e disinvestimento e la richiesta di sanzioni internazionali contro Israele, incluso un embargo militare con lo stop alle forniture di armamenti a Israele e la fine di ogni forma di cooperazione nel settore militare e della sicurezza. È così che possiamo esprimere la nostra solidarietà concreta al popolo palestinese e a quello libanese.
BDS Italia rivendica il diritto di manifestare liberamente contro ogni censura e divieto, a fianco del popolo palestinese che resiste allo spietato regime di oppressione e alle strutture dell’oppressione coloniale di Israele e lotta per la libertà, la giustizia e l’uguaglianza.
BDS Italia
BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa. (https://bdsitalia.org)
Il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione della società palestinese che guida il movimento globale BDS, lancia un appello per una pressione immediata su tutti gli stati affinché sostengano la risoluzione aggiornata presentata all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA) che chiede sanzioni nei confronti di Israele. La risoluzione mira a rendere esecutivo il parere consultivo della Corte di giustizia internazionale (CIG) del luglio 2024 sull’illegalità dell’occupazione israeliana del territorio palestinese e sulla violazione da parte di Israele del divieto di apartheid ai sensi della Convenzione internazionale sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale (CERD). Il voto è atteso tra pochi giorni.
Questa risoluzione, una versione diluita di una bozza precedente, scende al di sotto del minimo indispensabile degli obblighi giuridici degli stati per attuare la sentenza della CIG, senza dubbio il risultato di bullismo e intimidazione intensi da parte dell’Occidente coloniale (guidato dai partner di Stati Uniti-Israele nel genocidio di Gaza in corso contro 2,3 milioni di palestinesi). Relegando in secondo piano la fine del genocidio di Gaza, la risoluzione ignora la sua massima urgenza.
Nonostante questa mancanza così evidente, la risoluzione richiede di:
- Porre fine all’occupazione illegale di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, da parte di Israele entro 12 mesi;
- Porre fine alla complicità degli stati nell’assistere o mantenere questa occupazione, imponendo sanzioni commerciali e militari, come “cessare l’importazione di qualsiasi prodotto proveniente degli insediamenti israeliani, nonché la fornitura o il trasferimento di armi, munizioni e attrezzature correlate” a Israele. Nell’aprile 2024, il Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite ha chiesto un embargo sulla “vendita, trasferimento e dirottamento di armi, munizioni e altre attrezzature militari verso Israele, la potenza occupante”.
- Prevenire, vietare e eliminare le violazioni israeliane dell’articolo 3 del CERD identificate nel parere consultivo, in materia di apartheid.
- Imporre sanzioni, tra cui divieti di viaggio e congelamento di beni, contro individui ed entità impegnati nel mantenimento dell’occupazione illegale di Israele.
Pur limitandosi ad affrontare un semplice sottoinsieme dei diritti dei palestinesi, la risoluzione non pregiudica, legalmente o moralmente, e non può farlo, gli altri diritti del popolo indigeno della Palestina, in particolare il diritto dei nostri rifugiati, a partire dalla Nakba del 1948, a ritornare e a ricevere le compensazioni, e il diritto dei palestinesi, compresi quelli che sono cittadini dell’Israele dell’apartheid, alla liberazione dal colonialismo di insediamento e dall’apartheid.
Sostenere questa risoluzione sarebbe quindi solo un passo nella giusta direzione. Non può assolvere gli stati dai loro obblighi giuridici e morali nel porre fine a ogni complicità con il regime di oppressione di Israele. Significative sanzioni mirate da parte degli stati e dei gruppi interstatali (Organizzazione della Cooperazione Islamica, Lega Araba, Unione Africana, ecc.) rimangono assolutamente necessarie per fermare il genocidio di Israele e porre fine alla sua occupazione e all'apartheid. Non farlo, manderebbe in frantumi ulteriormente la credibilità e la rilevanza del diritto internazionale per la maggioranza globale.
Decine di esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani hanno confermato che la sentenza della CIG “ha finalmente riaffermato un principio che sembrava poco chiaro, anche alle Nazioni Unite: la libertà dall’occupazione militare straniera, dalla segregazione razziale e dall’apartheid è assolutamente non negoziabile”. La sentenza in vigore afferma che il BDS non è solo un diritto, ma anche “un obbligo”, e costituisce un cambiamento di paradigma da uno incentrato sui “negoziati” tra oppressori e oppressi a un'altro incentrato sulla responsabilità, le sanzioni e la loro imposizione per porre fine al sistema di oppressione e per sostenere i diritti inalienabili e riconosciuti a livello internazionale del popolo palestinese.
Per attuare onestamente la sentenza della CIG sull’occupazione e adempiere agli obblighi giuridici indotti dalla precedente constatazione della Corte che Israele sta plausibilmente perpetrando un genocidio a Gaza, e in linea con le richieste degli esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani, bisogna fare pressione sugli stati affinché agiscano immediatamente per:
- Imporre a Israele un embargo totale sulle armi, che includa l'esportazione, l'importazione, la spedizione e il transito di articoli militari e a duplice uso, la cooperazione militare e la ricerca accademica e industriale;
- Imporre sanzioni al commercio, alla finanza, ai viaggi, alla tecnologia e alla cooperazione con Israele;
- “Rivedere tutti i legami diplomatici, politici ed economici con Israele, inclusi quelli relativi ad affari e finanza, fondi pensione, istituzioni accademiche e organizzazioni benefiche”, come affermato dagli esperti delle Nazioni Unite, per garantire la fine di ogni complicità con l’occupazione illegale di Israele;
- Imporre un embargo sulle esportazioni di petrolio, carbone e altre esportazioni di energia verso Israele;
- Dichiarare il sostegno per la sospensione dell’Israele dell’apartheid dall’ONU, così come fu sospeso il Sudafrica dell’apartheid;
- Intraprendere azioni immediate per garantire che le relazioni economiche con Israele e le attività delle società domiciliate nei loro territori non violino il loro dovere di prevenire e non essere complici di genocidio e non siano complici della commissione di crimini di guerra e crimini contro l’umanità da parte di Israele;
- Riaffermare il diritto dei rifugiati palestinesi di tornare, come sancito dalla Risoluzione 194 dell’UNGA, e sostenere pienamente l'UNRWA fino a quando tale diritto non potrà essere esercitato.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Un anno di genocidio israeliano a Gaza.
Un anno dall’inizio del genocidio israelo-americano in diretta streaming contro 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata, il nostro popolo, frammentato dal colonialismo, è unito nel resistere al genocidio e al regime di 76 anni di colonialismo di insediamento e apartheid. Chiediamo al movimento di solidarietà globale e a ogni persona di coscienza ovunque nel mondo di intensificare la pressione del BDS e isolare l’Israele dell’apartheid e le sue istituzioni complici come mai prima d’ora, in tutti i settori e in tutti gli ambiti. Ecco una guida sulle priorità da dare negli impegni di solidarietà internazionale:
1) Contestualizzate il genocidio nei 76 anni di Nakba in corso
Ricordiamo di contestualizzare questo genocidio all’interno del regime israeliano di apartheid coloniale, che a partire dalla Nakba del 1947-49 ha gradualmente operato per sterminare il popolo indigeno della Palestina attraverso una Nakba che continua, fatta di massacri, pulizia etnica, assedio, distruzione, incarcerazione di massa e furto di terra. Questo regime, la causa principale della violenza e dell’oppressione, deve essere smantellato.
Come in altri contesti coloniali di insediamento, l’obiettivo costante di Israele e del movimento sionista è sempre stato “il massimo della terra, con il minimo di nativi”, che richiede l’eliminazione della popolazione indigena. Anche il cosiddetto leader dell’opposizione israeliana “moderata” nel 2016 ha dichiarato: “Il mio principio dice: il massimo degli ebrei sul massimo della terra con la massima sicurezza e con il minimo di palestinesi”. Il genocidio di Israele a Gaza e i suoi atroci attacchi in Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, devono essere visti in questa luce.
2) Evidenziate il porre fine alla complicità come obbligo morale (e giuridico)
I governi, così come molte società e istituzioni, dell’Occidente coloniale, in particolare Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Unione Europea, hanno permesso il genocidio da parte di Israele, proteggendolo dal rendere conto delle sue responsabilità a livello internazionale e dalle sanzioni mirate. Raddoppiare gli sforzi per porre fine a questa complicità nei crimini, specialmente nel crimine dei crimini, non è un atto caritatevole. È un obbligo morale e giuridico fondamentale.
La Corte Internazionale di Giustizia il 26 gennaio di quest’anno ha stabilito che Israele sta plausibilmente perpetrando un genocidio a Gaza, e il 19 luglio che la sua occupazione è illegale e che pratica l’apartheid contro i palestinesi. In effetti, la Corte Internazionale di Giustizia ha chiarito che il BDS “non è solo un imperativo morale e un diritto costituzionale e umano, ma anche un obbligo giuridico internazionale”, come affermato dall’ex alto funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani Craig Mokhiber.
3) Riconoscete il crescente potere popolare e mettete in atto un approccio radicale strategico
Il fatto che l’asse genocida USA-Israele abbia continuato questo genocidio per un anno nonostante la condanna e la pressione globali non dovrebbe oscurare ciò che abbiamo raggiunto collettivamente in questo periodo di lotta eccezionale e di ondata prolungata senza precedenti di mobilitazioni strategiche di solidarietà:
- Il cambiamento profondo nella costruzione del potere popolare, nel mettere in atto il nostro approccio radicale strategico, sta isolando il regime genocida di Israele e le società e le istituzioni internazionali complici come mai prima d’ora. Gli analisti israeliani mainstream stanno già prevedendo che il regime israeliano di colonialismo di insediamento e apartheid “potrebbe non celebrare il suo centenario”!
- Questo potere popolare ha contribuito a prevenire una carneficina e una devastazione ancora peggiori da parte di Israele, tra cui il blocco dell’effettiva attuazione del suo piano di pulizia etnica di massa dei palestinesi.
- Il potere dal basso e il discorso mirante a chiedere giustizia, nonché misure politiche e azioni concrete, comprese sanzioni, per porre fine al genocidio, hanno portato governi (soprattutto nel Sud del mondo), consigli comunali e un numero crescente di fondi sovrani a tagliare la loro complicità e persino imporre sanzioni a Israele in un modo senza precedenti.
Questo è di gran lunga il capitolo peggiore e più sanguinoso della storia della lotta per la liberazione del popolo palestinese indigeno. Tuttavia, la pressione di solidarietà in tutto il mondo per mesi e mesi non solo ha dato speranza ai palestinesi, ma ha anche costretto imprese e istituzioni a iniziare a limitare, nascondere o in alcuni casi negare la loro complicità. Questo è un indicatore sostanziale del punto di svolta che si sta avvicinando. Solo con un’ulteriore mobilitazione possiamo raggiungerlo.
4) Costruite la speranza per contrastare la disperazione e la “la fatica da genocidio”
Nonostante i nostri continui sforzi strategici di un anno per intensificare la solidarietà, per porre fine al genocidio israelo-americano e sfidare le sue cause profonde, anche attraverso azioni di disturbo pacifiche del “business-as-usual”, non siamo riusciti a fermarlo. Allora, che speranza abbiamo?
Alcun* si lamentano di “fatica da genocidio”. Ricordiamoci che le/i palestinesi, specialmente a Gaza, non hanno il lusso della “fatica da genocidio”, mentre Israele continua a massacrare, affamare, a sfollare con la forza e a sterminare il nostro popolo. Le/i palestinesi non hanno mai rinunciato alla loro resistenza pluridecennale contro lo spietato regime di oppressione di Israele. Questa speranza è radicata nella tenacia del nostro popolo nel continuare esistere nella nostra patria, nella nostra resistenza alle strutture dell’oppressione coloniale e nella crescita ispiratrice del movimento di solidarietà globale e del suo impatto.
Inoltre, come dice lo scrittore Nadeem Aslam, “La disperazione deve essere guadagnata. Personalmente non ho fatto tutto il possibile per cambiare le cose. Non mi sono ancora guadagnato il diritto alla disperazione”. Vi chiediamo di non rinunciare mai alla speranza, di non smettere mai di costruire la pressione del BDS per porre fine alla complicità del vostro governo, città, istituzione, impresa o anche sindacato negli orrori indicibili di Israele. Vi chiediamo di insistere, fino a quando non abbiate esaurito tutti i mezzi possibili per porre fine alla complicità.
5) Collegate il genocidio di Israele all’era globale in cui “la forza crea il diritto”: mai più è ora!
Il mondo non ha mai assistito a un genocidio in diretta streaming, che è spudoratamente reso possibile e giustificato dagli Stati Uniti e dalle altre potenze occidentali coloniali. Non solo stiamo affrontando uno sterminio per mano dell’asse USA-Israele, ma a meno che non sia fermato, questo asse può distruggere inesorabilmente anche i principi del diritto internazionale, spingendo l’umanità verso un’era in cui “la forza crea il diritto”, inedita dalla seconda guerra mondiale, e relegando le istituzioni delle Nazioni Unite nella pattumiera della storia.
In ottobre, giorni dopo l’inizio del genocidio di Israele, il presidente colombiano Gustavo Petro ha messo in guardia da una “inedita ascesa del fascismo, e quindi verso la morte della democrazia e della libertà. Gaza è solo il primo esperimento nel considerare tutti noi come “usa e getta”.
In altre parole, “mai più è ora”, come hanno detto i nostri partner ebrei. Ciò significa che la priorità più urgente dell’umanità ora è porre fine al genocidio di Israele, riconoscendo che la giustizia per i palestinesi si interseca e si intreccia con le lotte per la giustizia razziale, climatica, economica, di genere e sociale.
6) Ricordate: il nostro agire fa sorgere l'alba
“L’alba risorgerà dopo tutta questa oscurità?”, è una domanda che noi palestinesi ci poniamo ripetutamente di fronte al genocidio di Israele. Piuttosto che aspettare una risposta, però, esercitiamo la nostra capacità di agire e creiamo il nostro destino, con il sostegno di decine di milioni di persone in tutto il mondo che sono solidali con la nostra lotta di liberazione.
Come parte integrante del movimento di liberazione palestinese e come forma più efficace di solidarietà internazionale con la nostra lotta per l’emancipazione, la giustizia, l’uguaglianza e la dignità, per il ritorno dei nostri rifugiati e il loro risarcimento, il movimento BDS con la sua enorme rete globale è stato per quasi due decenni un catalizzatore indispensabile per portare il sorgere dell’alba più vicino che mai. Incanaliamo il nostro dolore e la nostra rabbia per costruire in tutto il mondo più potere popolare che può porre fine alla complicità di stati, aziende e istituzioni con il regime israeliano di oppressione, accelerando il sorgere della nostra alba.
7) intensificate la solidarietà e sfidate la complicità a un livello di impatto successivo
Di sicuro questo è un genocidio israelo-statunitense, ma è costruito su decenni di complicità internazionale, diretta e indiretta, che gli hanno fornito ciò che anche il timido Segretario Generale delle Nazioni Unite chiama “impunità totale”, consentendo di lanciare il primo genocidio in diretta streaming della storia. Ogni stato che ha armato, finanziato o giustificato le atrocità di Israele, ogni società, istituzione, media, fondo di investimento che ha continuato a fare affari come al solito con Israele o con le sue istituzioni è complice. Tutti questi condividono la responsabilità del genocidio e devono essere tenuti a rispondere di questa responsabilità.
A seconda del vostro contesto, suggeriamo di iniziare attività commemorative, proteste e azioni di disturbo pacifiche del “business-as-usual” dal 1 ottobre, aumentando lo slancio per intensificare la pressione mentre il genocidio israeliano a Gaza raggiunge un anno di orrore ininterrotto.
Per costruire sulla forza del nostro movimento, ecco alcune delle azioni che sono state più efficaci, di principio e strategiche nel canalizzare la nostra rabbia e il nostro immenso dolore in iniziative che possono sostenere in modo significativo la lotta di liberazione palestinese:
- Fermateli! Organizzate azioni di disturbo pacifiche nei confronti dei sostenitori del genocidio, dalla creazione di acampadas studentesche che spingano le università a disinvestire e a porre fine alla complicità accademica, all'occupazione di edifici governativi, all'interruzione di istituzioni complici come la FIFA e di media che rendono possibile il genocidio (WSJ, NYT, BBC, ecc.), al blocco di aziende che producono armi da parte di attivisti sindacali e comunitari, agli scioperi nelle scuole, ecc.
- Costringete le aziende a dare un taglio alla complicità! Mettete in pratica una pressione sensibile al contesto attraverso boicottaggi popolari, azioni strategiche per il disinvestimento, ampie coalizioni intersezionali con grandi sindacati, contenziosi legali strategici e / o attivismo efficace come azionisti. Attivisti e alleati possono costringere grandi società complici, come Intel, Chevron, Amazon, Google, HP, Caterpillar, HD Hyundai, Carrefour, McDonald’s, FANUC, Siemens, PUMA, AXA e altre, a cessare la loro complicità. È stato fatto... più volte!
- Fermate le navi! Che voi siate un gruppo di attivisti, sindacalisti o politici coscienziosi, intraprendete azioni per fermare le navi dirette verso Israele e i trasporti militari attraverso proteste, picchetti, azioni di lobby sui governi, azioni legali, misure “burocratiche” o campagne mediatiche. La Malesia ha vietato a tutte le navi israeliane e dirette in Israele di attraccare nei suoi porti; la Colombia ha vietato le esportazioni di carbone verso Israele; lo stato spagnolo e la Namibia hanno revocato i diritti di attracco alle navi complici; i lavoratori dei portuali in India, Belgio, Italia, Catalogna e altrove si sono organizzati per bloccare le navi complici; e team legali hanno presentato casi giudiziari. Attivisti in Grecia, Cipro, Italia e Marocco hanno chiesto di bloccare le navi che trasportano armi in Israele.
- Niente tecnologia per il genocidio o l'apartheid! Lavoratori hi-tech, organizzatevi dall’interno del settore tecnologico per costruire il potere per porre fine alla complicità di aziende come Amazon, Google e Microsoft, che rendono possibile il genocidio di Israele direttamente e che automatizzano il suo apartheid. Attivist* stanno organizzando boicottaggi di HP da parte dei consumatori e fanno pressione sui loro luoghi di lavoro e scuole per abbandonare i contratti con aziende che sono obiettivi BDS; attivist* nei consigli comunali, nei sindacati e nelle istituzioni stanno organizzando campagne di disinvestimento da società tecnologiche complici tra cui Intel, Palantir e Cisco; attivist* azionist* che chiedono un'indagine sui rischi fiduciari e per la sicurezza associati all'investimento in una zona "conflitto armato".
- Zone libere dall’apartheid! Dichiarate chiese, imprese, centri comunitari e culturali, sindacati, società sportive, ecc. Apartheid Free Zones (AFZ) [Spazi Liberi dall’Apartheid Israeliana (SPLAI) - NdT], utilizzando l’ultima guida organizzativa e toolkit AFZ, e ispirandovi alle centinaia di AFZ e comunità libere dall’apartheid in tutto il mondo, dall’Italia al Sudafrica, dal Messico agli Stati Uniti e al Giappone. Gli esempi includono la città di Belém (Brasile) che si dichiara libera dall’apartheid israeliana, e le città di Liegi (Belgio) e di Barcellona (Stato spagnolo) che hanno sospeso tutti i legami istituzionali con Israele a causa delle sue violazioni dei diritti dei palestinesi.
- Ponete fine alla complicità culturale! Mobilitate impegni collettivi, boicottaggi e azioni di artisti, musicisti, registi e scrittori, nonché di organizzazioni artistiche e sindacati, per isolare il settore culturale dell’Israele dell’apartheid. Andate oltre gli slogan, costruite un vero potere culturale e sfidate la censura, la cancellazione razzista e la disumanizzazione che consentono il genocidio in diretta streaming di Israele, come hanno recentemente affermato i registi palestinesi.
- Mettete sotto pressione i governi per porre fine alla complicità e imporre sanzioni! Organizzate ampie coalizioni intersezionali e/o create un gruppo di advocacy/lobby per fare pressione sui parlamentari, sui diplomatici e sui funzionari governativi affinché sia rispettato il diritto internazionale e si ponga fine a tutte le relazioni con Israele, a livello commerciale, militare, scientifico, finanziario, culturale o di altro tipo, che possano costituire complicità in crimini di guerra (comprese le colonie illegali), crimini contro l'umanità (compreso l'apartheid) e genocidio. Ciò implica un contrasto alla legislazione e alle politiche anti-palestinesi (comprese le leggi repressive anti-BDS), la presentazione di mozioni che pongano fine alle relazioni illegali e complici e il prendere in considerazione cause legali contro i funzionari governativi. Continuate a seguire le indicazioni sulle politiche e le richieste della società civile palestinese qui.
Ma per favore ricordate che senza un potere dal basso credibile, duraturo e crescente, i nostri più grandi sforzi di advocacy etica e legale non possono portare a un vero cambiamento nelle politiche!
- Rendete la vostra città, istituzione o sindacato più etici! Organizzate campagne strategiche e intersezionali per fare pressione su fondi di investimento/pensione e istituzioni (consigli comunali, università, chiese, ospedali, istituzioni culturali, sindacati, ecc.) affinché adottino politiche di appalti etici (PAE) e, se del caso, politiche di investimento etico (PIE) che escludano le aziende implicate in gravi violazioni dei diritti umani ovunque. Queste linee guida possono quindi essere applicate per escludere le aziende coinvolte nel genocidio di Israele, nell’apartheid, nell’occupazione militare e nelle colonie.
Tra i molti esempi stimolanti ci sono i consigli comunali di Hayward e Richmond in California (USA); il Derry City e il Consiglio distrettuale di Strabane (Irlanda del Nord); il Consiglio comunale di Bologna e il Consiglio regionale dell'Emilia Romagna (Italia); così come la città di Sydney (Australia). Le città di Oslo (Norvegia) e Gand (Belgio) hanno annunciato la fine del commercio di beni e servizi prodotti nelle aree occupate illegalmente.
Fonte: Comitato nazionale palestinese BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia
Il movimento BDS lancia un appello per la massima pressione di base e della società civile ora!
Negli ultimi tre giorni, Israele ha lanciato attacchi militari su larga scala in tutta la Cisgiordania occupata illegalmente, che include Gerusalemme Est, la più violenta dal 2002. L’obiettivo principale sono i campi profughi palestinesi, in particolare nelle città settentrionali di Jenin, Tulkarm e Tubas.
Le forze di occupazione israeliane hanno ucciso almeno 20 palestinesi da quando è iniziato il massiccio attacco militare nelle prime ore di mercoledì mattina. Ripetendo su scala minore alcune delle tattiche più spietate impiegate nel suo genocidio contro 2,3 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza occupata e assediata, Israele ha bloccato tutti gli ospedali di Jenin e Tulkarm.
Nella Gerusalemme occupata, le forze di occupazione israeliane hanno invaso il campo profughi di Shu’fat, il vicino villaggio di Anata, così come diversi villaggi vicino a Ramallah, continuando la loro ondata di arresti di massa di palestinesi.
Dall’inizio del genocidio a Gaza, e con la sua copertura, le forze israeliane e i coloni illegali armati hanno ucciso almeno 663 palestinesi in Cisgiordania, distruggendo sistematicamente le infrastrutture pubbliche, in particolare acqua e energia elettrica, nonché strade, prendendo d’assalto le case, arrestando, uccidendo e ferendo migliaia di palestinesi. La pulizia etnica delle comunità palestinesi indigene, una costante nelle politiche del colonialismo di insediamento di Israele, è chiaramente l’obiettivo chiave di questi attacchi mortali.
Il 19 luglio, la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato Israele colpevole di apartheid e la sua occupazione militare illegale. La Corte Internazionale ha ordinato a Israele di porre fine completamente alla sua occupazione militare della Striscia di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est. Invece, Israele, mentre continua a intensificare il suo genocidio in diretta streaming a Gaza, ha contemporaneamente aumentato i suoi implacabili attacchi violenti in Cisgiordania.
A maggio, le Nazioni Unite hanno avvertito che “le forze israeliane [stanno] portando la guerra in Cisgiordania”. Mercoledì, Israel Katz, ministro degli Esteri del governo genocida israeliano, ha chiesto una guerra in Cisgiordania simile a quella di Gaza e l’emissione da parte di Israele di ordini di evacuazione per i palestinesi, cioè una pulizia etnica genocida.
La sentenza della Corte Internazionale di Giustizia ha affermato al di là di ogni dubbio l’obbligo legale per tutti gli stati di porre fine alla complicità nell’occupazione illegale di Israele e alle gravi violazioni dei diritti umani e di agire per garantire il rispetto del diritto internazionale. Ciò richiede l’imposizione di sanzioni mirate a Israele.
Il movimento BDS chiede di massimizzare la pressione di base e della società civile su tutti gli Stati, le Nazioni Unite e gli organismi regionali per:
- Imporre immediatamente un embargo militare globale a Israele, tra cui l’esportazione, l’importazione e il trasferimento di armi, attrezzature militari e oggetti a duplice uso, nonché porre fine a tutte le altre forme di cooperazione militare (formazione, ricerca congiunta, investimenti, ecc.).
- Imporre sanzioni legittime contro Israele, incluse quelle a livello diplomatico, economico, finanziario, accademico, culturale e sportivo.
- Porre fine immediatamente a tutte le altre forme di complicità con l’occupazione militare illegale di Israele, con il suo sistema di apartheid e con il suo genocidio a Gaza sempre più brutale.
- Riattivare il Comitato Speciale delle Nazioni Unite contro l’Apartheid per aiutare a sradicare il regime di apartheid di Israele e a chiedere conto ai responsabili.
- Sospendere Israele dalle Nazioni Unite e privarlo dei suoi privilegi e dei diritti di appartenenza, proprio come è stato fatto con l’apartheid in Sudafrica.
- Sospendere Israele dalle Olimpiadi, dalla FIFA e da tutti questi forum e manifestazioni internazionali e regionali.
Incanala la tua rabbia, la tua frustrazione e il tuo dolore nell’azione efficace e strategica del BDS e costruisci pressione e potere popolare per fermare il genocidio e alla fine aiutare i palestinesi a smantellare il regime israeliano di apartheid e di colonialismo, la causa principale di questa oppressione e di questa orribile violenza.
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia
Palestina occupata
La multinazionale francese AXA è stata costretta a disfarsi dei suoi investimenti in tutte le principali banche israeliane, come confermato da questo nuovo rapporto. Si tratta di una grande vittoria BDS delle e degli attivist* per i diritti umani contro le istituzioni finanziarie complici del regime israeliano di colonialismo di insediamento e apartheid che dura da 76 anni e ora del genocidio. Queste banche sono considerate la spina dorsale del progetto israeliano di colonizzazione illegale delle terre occupate e rubate ai palestinesi.
La campagna globale Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid ha preso di mira gli investimenti di AXA nelle banche israeliane e in Elbit Systems per la loro complicità nelle colonie illegali di Israele nella Cisgiordania occupata, che costituiscono crimini di guerra secondo il diritto internazionale, e per altre gravi violazioni dei diritti umani dei palestinesi. aXA è stata sottoposta a una campagna di boicottaggio dei consumatori e a pressioni per il disinvestimento e ha subito danni alla reputazione.
La campagna ha costretto AXA a disinvestire da Elbit Systems, parzialmente nel dicembre 2018 e nel marzo 2019, e completamente entro la fine del 2019. Le pressioni hanno spinto AXA a disinvestire da due banche israeliane (Bank Mizrahi-Tefahot e First International Bank of Israel) alla fine del 2022.
Ekō, un’organizzazione che indaga sulla responsabilità delle imprese e fa parte della campagna Stop AXA Assistance to Israeli Apartheid, ha commissionato una ricerca a Profundo - un'ente di ricerca indipendente – che ha dimostrato che il 30 settembre 2023 AXA aveva ancora più di 20 milioni di dollari di azioni investite in tre banche israeliane - Bank Hapoalim, Israele Discount Bank e Bank Leumi.
Il rapporto ha confermato che al 24 giugno 2024, a causa della una crescente pressione pubblica, AXA ha effettivamente disinvestito da tutte e tre queste banche complici. Inoltre AXA non ha reinvestito in Bank Mizrahi-Tefahot o First International Bank of Israel, le altre due banche individuate dagli attivisti, almeno dal 31 dicembre 2022.
Fiona Ben Chekroun, coordinatrice europea per il movimento BDS a guida palestinese, ha affermato:
“La pressione del BDS funziona. La conferma del disinvestimento da parte di AXA da tutte le banche israeliane e da Elbit Systems è un risultato importante per il movimento, raggiunto in seguito ad anni di campagna strategica BDS.
Il 19 luglio, la Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato Israele colpevole di apartheid contro i palestinesi e ’occupazione militare e annessione illegale del territorio palestinese. Ciò significa che tutti gli stati, i governi locali, le società e le istituzioni hanno l'obbligo legale di porre fine immediatamente a tutte le forme di complicità che consentono direttamente o indirettamente a Israele di mantenere la sua occupazione militare illegale. Devono anche porre fine alla complicità nel brutale genocidio da parte di Israele a Gaza e alla causa principale di tutto questo: il regime di colonialismo di insediamento e apartheid che dura da 76 anni.
Le aziende criminali cercano di instillare nella nostra coscienza l'impossibilità di prevalere su di loro, ma il BDS funziona e abbiamo prevalso su AXA e su molte altre aziende ancora più grandi. Sicuramente potremo prevalere in molte altre lotte per ricordare alle aziende che devono rispondere delle loro azioni e per il perseguimento della libertà, della giustizia e dell'uguaglianza."
Nell'assemblea degli azionisti di AXA nell'aprile 2024, l’AD di AXA è stato costretto ad annunciare che AXA “ha zero investimenti nelle banche israeliane, diretti o indiretti."
Il rapporto conferma che AXA aveva venduto i suoi investimenti nelle banche israeliane, con quote residue rimanenti in Bank Leumi.
Leili Kashani, attivista di Ekō, organizzazione che indaga sulla responsabilità delle imprese, ha dichiarato:
“Il nuovo rapporto di Ekō mostra che AXA ha effettuato un chiaro, rapido e intenzionale disinvestimento dalle banche israeliane, da tempo prese di mira da Ekō e da altr* attivist* per i diritti umani a causa della loro complicità nei crimini di guerra contro i palestinesi.
I nostri dati e le forti diminuzioni evidenziate nei nostri grafici, nonostante i prezzi delle azioni stabili o in aumento, mostrano che AXA ha disinvestito a causa di pressioni esterne per fermare i crimini contro i palestinesi, e non in risposta ai prezzi del mercato."
"Questo è un grande successo per il crescente movimento per i diritti palestinesi, e dimostra che una pressione pubblica costante può costringere le aziende ad agire eticamente", ha proseguito.
“Dopo la liquidazione da parte di AXA, altri ci penseranno due volte prima di investire in società complici di crimini di guerra."
Tuttavia non è ancora finita con AXA. Nel mezzo del genocidio in diretta streaming da parte di Israele a Gaza contro 2,3 milioni di palestinesi, la coalizione continuerà a monitorare gli investimenti di AXA per assicurarsi che non sia complice del genocidio in corso.
Il movimento BDS, con le sue partnership intersezionali in tutto il mondo, chiede di intensificare la pressione su tutte le istituzioni finanziarie che traggono profitto dall'oppressione e dall'ingiustizia. Investire nell'Israele dell’apartheid è sempre stato immorale e illegale. Con l'economia di Israele in costante declino, ora è anche davvero avventato.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Avviso di azione: uniamoci alla Giornata mondiale di azione del 3 agosto per i prigionieri palestinesi e per porre fine al genocidio a Gaza.
Il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione nella società palestinese che guida il movimento globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), si unisce all'appello alla mobilitazione in tutto il mondo del 3 agosto per Gaza e per i prigionieri palestinesi.
Il BNC condanna la complicità del silenzio che circonda la politica criminale di Israele, fatta di arresti di massa, livelli di tortura senza precedenti, disumanizzazione e uccisioni gratuite di prigionieri palestinesi, compresi prigionieri politici, nei suoi sotterranei e centri di detenzione situati in tutta la Palestina storica. Questa politica è una componente integrale della guerra genocida di Israele contro il popolo palestinese autoctono. Esortiamo i sostenitori a rispondere all'appello della società civile e delle organizzazioni per i diritti dei prigionieri in Palestina per una mobilitazione di massa il 3 agosto per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri palestinesi e porre fine alla complicità con il genocidio in corso da parte di Israele a Gaza.
Da quasi 10 mesi, 2,3 milioni di palestinesi a Gaza stanno sopportando e resistendo a un genocidio in diretta streaming, armato, finanziato e permesso dall'Occidente coloniale, guidato dagli Stati Uniti. I palestinesi stanno affrontando e resistendo ovunque a una Nakba ininterrotta. Dall'inizio del genocidio israeliano, migliaia di palestinesi anonimi sono stati radunati, detenuti, spogliati e portati in numerose località. In tutta la Cisgiordania, Israele ha intrapreso una campagna di arresti arbitrari di massa e di torture sistematiche. Dal 7 ottobre 2023 sono stati arrestati almeno 9.845 palestinesi nella sola Cisgiordania occupata.
In tutto il territorio palestinese occupato, compresa Gerusalemme Est, Israele ha tenuto prigionieri palestinesi in condizioni squallide, affamandoli, picchiandoli, torturandoli, abusando sessualmente, drogandoli e in molti casi uccidendoli brutalmente.
Un rapporto di War on Want pubblicato il 25 luglio rivela che 54 prigionieri palestinesi sono stati torturati a morte dalle forze israeliane dal 7 ottobre. Gli avvocati che visitano i prigionieri palestinesi hanno dichiarato che la situazione nei centri di detenzione e tortura israeliani "è più orribile di qualsiasi cosa abbiamo sentito su Abu Ghraib e Guantanamo".
Eppure, i principali media occidentali restano quasi tutti in silenzio, confermando la loro complicità non solo nel cancellare la condizione delle migliaia di prigionieri, ostaggi e scomparsi palestinesi, ma anche nel nascondere e permettere il genocidio compiuto in diretta da Israele. Dobbiamo lottare contro questa faziosità, questo razzismo e questa ipocrisia palesi.
Dal fiume al mare, i prigionieri palestinesi saranno liberi!
In risposta al genocidio in corso da parte di Israele e alla repressione, alla tortura e all’assassinio brutale dei prigionieri palestinesi, il movimento BDS si appella ai sostenitori e ai partner di tutto il mondo perché si mobilitino il 3 agosto con:
- Manifestazioni e occupazioni pacifiche o altre forme di proteste creative e strategiche rivolte a governi, aziende e istituzioni complici (compresi i media).
- L'intensificazione di tutte le campagne BDS contro Israele, in particolare le campagne contro Hewlett Packard e #NoTechForApartheid, a causa della complicità diretta di HPE, Google e Amazon nei crimini di Israele contro i nostri prigionieri e ostaggi.
- Pressioni sul vostro governo e sul vostro parlamento affinché imponga sanzioni mirate a Israele, come un embargo militare e sulla sicurezza totale, come richiesto legalmente in seguito alla decisione della Corte internazionale di giustizia che stabilisce che Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio e alla sua più recente condanna dell'intera occupazione israeliana come illegale.
Note:
- HP Enterprise (HPE) continua a fornire server, servizi di archiviazione e sicurezza dei dati alle carceri israeliane, dove i prigionieri politici palestinesi e i bambini detenuti sono tenuti in ostaggio in condizioni disumane e spesso torturati. Nell'aprile del 2024, ad esempio, nel bel mezzo del genocidio in corso a Gaza, Hewlett Packard Israel è stata incaricata dal Servizio carcerario israeliano (IPS) di essere l'unico fornitore per la manutenzione delle apparecchiature HPE per circa 97.650 dollari per un anno.
- Aziende tecnologiche come Google e Amazon sono direttamente complici dell'arresto e della tortura diffusa e sistematica dei palestinesi da parte di Israele. Secondo l'American Friends Service Committee (AFSC), il Progetto Nimbus serve "tutti i rami e unità del governo israeliano", compresi i militari. Google e Amazon sono quindi direttamente complici del sistema carcerario israeliano, favorendo l'arresto di massa, la tortura e in alcuni casi l'omicidio di prigionieri e ostaggi palestinesi. Il Progetto Nimbus fornisce anche la piattaforma cloud per il genocidio, alimentato dall'intelligenza artificiale e trasmesso in diretta streaming.
- Il 19 luglio 2024, la Corte internazionale di giustizia ha dichiarato che Israele è colpevole di apartheid e che la sua occupazione militare è illegale. La Corte ha ordinato a Israele di porre completamente fine all'occupazione militare della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme Est, di evacuare tutti i coloni e di permettere ai rifugiati palestinesi di tornare alle loro case. La sentenza della Corte internazionale di giustizia afferma senza ombra di dubbio l'obbligo giuridico per tutti gli stati di porre fine alla complicità con l’occupazione illegale di Israele e con le gravi violazioni dei diritti umani, e di agire per garantire il rispetto del diritto internazionale. Ciò richiede l'imposizione di sanzioni mirate e immediate contro Israele, a cominciare da un embargo militare totale.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
L’esclusione dagli appalti delle aziende coinvolte in violazioni dei diritti umani e dal diritto internazionale, di qualsiasi paese siano e in qualsiasi parte del mondo operino, permetterà di colpire anche le complicità con il genocidio a Gaza e con i crimini di Israele contro le/i palestinesi.
Dopo il Consiglio Comunale di Bologna, anche l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna ha votato una risoluzione per l’adozione di una politica di appalti etici.
La risoluzione approvata nella seduta dell’11 giugno impegna la Giunta “ad adottare, da parte della Regione Emilia-Romagna e degli Enti controllati, gli appalti etici al fine di tenere conto di eventuali violazioni dei diritti umani e/o del diritto internazionale da parte degli operatori economici e quindi di escludere tali soggetti in fase di valutazione delle offerte” e “a inserire il requisito etico legato al rispetto dei diritti umani nel “Protocollo d’Intesa tra Regione Emilia-Romagna e Cgil-Cisl-Uil ER in materia di legalità e appalti”.
Insieme all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, questa risoluzione presentata da Europa Verde indica un esempio che altre amministrazioni pubbliche possono seguire per sostenere concretamente i diritti umani e il diritto internazionale.
L’adozione di politiche etiche di appalto costituisce una scelta di principio giuridicamente fondata da parte delle amministrazioni pubbliche, in linea con le norme indicate nei principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani che descrivono il ruolo e le responsabilità delle imprese per evitare di causare o contribuire a impatti negativi sui diritti umani attraverso le proprie attività, e per prevenire o attenuare impatti negativi sui diritti umani direttamente legati alle loro attività e causati da loro partner commerciali. Queste stesse norme richiedono che gli stati e le amministrazioni pubbliche, compresi i consigli comunali, promuovano il rispetto dei diritti umani da parte di tutte le imprese con cui conducono transazioni commerciali.
Si pongono così le basi per l’esclusione di aziende complici del regime israeliano di colonialismo, occupazione militare e apartheid, responsabile del genocidio in corso a Gaza e di violazioni che durano da oltre 75 anni nell’impunità più assoluta. Diverse città in Europa e nel mondo, incluse Gent, Verviers e Liège (Belgio), Oslo, Barcellona, Bélem (Brasile), Derry e Strabane (Irlanda), Hayward (USA), hanno già adottato misure simili che puntano a colpire le complicità con i crimini di Israele.
Questi risultatisono il frutto di un percorso di lavoro avviato da attivist* e associazioni per i diritti dei palestinesi riuniti nel coordinamento cittadino “Bologna per la Palestina”, di cui fa parte anche Coordinamento Campagna BDS Bologna insieme ad oltre 40 associazioni, e di un confronto con alcun* consiglier* sensibili a questo tema.
Come nel caso del Comune di Bologna, che ha confermato il suo impegno ad attuare al più presto una politica di appalti etici, continueremo a fare pressione sulla Regione Emilia-Romagna affinché vengano effettivamente introdotte in tempi brevi le misure necessarie per applicare le richieste della risoluzione approvata e a vigilare perché nessuna azienda complice dei crimini di Israele sia ammessa a partecipare ad appalti.
Invitiamo gruppi e associazioni solidali con la lotta del popolo palestinese a intraprendere percorsi simili in tutta Italia, coinvolgendo rappresentanti di istituzioni locali e amministrazioni pubbliche, per introdurre misure che mettano fine alle complicità con i crimini di Israele e impongano il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
Per informazioni e materiali sulle politiche etiche di appalto scrivete a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Israele ha compiuto uno dei massacri più sanguinosi, sfidando apertamente l'ordine esplicito della Corte internazionale di Giustizia intimato a Israele di cessare immediatamente l'offensiva militare a Rafah.
La scorsa notte [notte del 26 maggio, NdT], aerei di guerra israeliani, finanziati e forniti dagli Stati Uniti e dall'Europa, hanno colpito Rafah dove si trovano 1,4 milioni di palestinesi. Gli aerei israeliani hanno bombardato una presunta "area sicura" dove i palestinesi forzatamente sfollati dormivano in tende di plastica, incendiando l'intera area, uccidendone almeno 40 e ferendone altre centinaia, per lo più donne e bambini. Molti sono stati bruciati vivi.
L'ex portavoce dell'UNRWA Chris Gunness ha definito quest'ultimo massacro "il crimine dei crimini", affermando il palese disprezzo di Israele per la Convenzione sul genocidio.
Eppure, il sistema internazionale dominato dall'Occidente continua a permettere a Israele di infliggere orrore dopo orrore, massacro dopo massacro ai palestinesi, con zero responsabilità. Questo genocidio in diretta streaming dura non solo da 7 mesi e più, ma da 76 anni.
Dobbiamo aumentare le pressioni per fermare il genocidio a Gaza!
Solo una pressione della società civile ancora più forte porterà a boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni legittime più ampi e costringerà l'asse genocida USA-Israele a fermarsi. Alla fine ci aiuterà a smantellare il sottostante regime di oppressione.
Agite ora:
- Mobilitatevi per fare pressione sul vostro governo e parlamento affinché impongano immediatamente un embargo militare a Israele, come richiesto dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e da decine di esperti delle Nazioni Unite in materia di diritti umani. Ciò dovrebbe includere la vendita e il trasferimento di armi, attrezzature militari e tecnologia con uso duplice, il taglio dei finanziamenti militari nel caso degli Stati Uniti e il divieto di importare armi e spyware israeliani e progetti militari e di sicurezza congiunti.
- Unitevi ai gruppi, in particolare i sindacati dei lavoratori, nel disturbare pacificamente il trasporto di armi, parti di armi e altre attrezzature militari verso Israele, anche negli stati di transito.
- Agite contro le compagnie che approfittano del genocidio e dell'apartheid di Israele.
- Ovunque sia possibile, unitevi alle dimostrazioni nel tuo paese chiedendo: Cessate il fuoco ORA! Togliete l'assedio ORA! #Embargomilitare.
- Organizzate o unitevi a gruppi che organizzano manifestazioni pacifiche, sit-in, occupazioni mirate a uffici di governo, parlamentari, istituzioni pubbliche e private complici o società complici prese di mira da campagne BDS.
- Intorno a voi, aumentate la consapevolezza sul colonialismo di insediamento e sull'apartheid messi in pratica da Israele e sostenete la vostra comunità / centro/ posto di lavoro/ sindacato/ organizzazione in modo che si dichiari spazio libero dall'apartheid (SPLAI-AFZ). Sono disponibili strumenti e un elenco di controllo.
- Se non l’avete ancora fatto, convincete il vostro consiglio comunale / sindacato/ istituzione culturale e accademica affinché chiedano un cessate il fuoco immediato e permanente e la revoca dell'assedio e interrompano i legami complici esistenti con il regime israeliano di apartheid, le sue istituzioni complici, e le aziende che gli permettono di compiere il genocidio e di applicare l'apartheid.
Incanalate la vostra rabbia, la vostra frustrazione e il vostro dolore in un'azione efficace e strategica seguendo le indicazioni della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. Fate pressione per fermare il genocidio e per aiutare i palestinesi a smantellare il regime israeliano di apartheid di insediamento che dura da 76 anni, causa principale di questa oppressione e di indicibile violenza.
Fonte: Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)
Traduzione di BDS Italia
Nel commemorare la Giornata della Nakba, rifiutiamo l’inazione che ci rende semplici testimoni dell'ingiustizia. Chiediamo che si agisca, che i responsabili rispondano delle proprie azioni, e cambiamenti trasformativi per assicurare un futuro di dignità, giustizia e libertà al popolo palestinese.
L'espulsione forzata di circa 750.000 palestinesi indigeni dalle loro case ha segnato l'inizio formale di un regime di colonialismo d’insediamento, apartheid, occupazione militare e ora genocidio, ancora in corso. Denunciamo la complicità di stati, aziende e istituzioni che hanno reso possibile la Nakba ancora in corso da parte di Israele, facendo sì che per 76 anni non fosse tenuto a rispondere delle proprie azioni. Il movimento BDS ribadisce lo spirito incrollabile del popolo palestinese nella sua legittima lotta per la libertà, il diritto al ritorno, la giustizia e l'autodeterminazione, in un momento in cui il nostro popolo sta vivendo il primo genocidio in diretta streaming al mondo.
Mentre Israele colpisce Rafah con bombe fornite dagli Stati Uniti e dall'Europa, richiamiamo con forza l'attenzione sull'imminente catastrofe contro gli 1,4 milioni di palestinesi che cercano rifugio in quella zona. Chiediamo un intervento internazionale urgente sotto forma di sanzioni e di embargo sulle armi per fermare le uccisioni indiscriminate in corso e la distruzione delle ultime strutture sanitarie rimaste a Gaza.
Nonostante le prove schiaccianti delle atrocità e dei massacri perpetrati da Israele, nonostante la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia che ha stabilito che Israele sta plausibilmente commettendo un genocidio, molti stati, in particolare gli Stati Uniti e stati europei, sono costantemente venuti meno agli obblighi previsti dal diritto internazionale e in particolare dalla Convenzione sul genocidio. Nonostante decine di esperti in materia di diritti umani delle Nazioni Unite e il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani abbiano chiesto direttamente di porre fine alla “vendita, al trasferimento e allo spostamento di armi, munizioni e altre attrezzature militari a Israele, la potenza occupante... per prevenire ulteriori violazioni del diritto umanitario internazionale e violazioni e abusi dei diritti umani”, gli Stati Uniti e l'Europa continuano a fornire armi e copertura diplomatica a Israele, consentendogli di portare avanti il suo indicibile genocidio. Questo li rende complici del genocidio in corso da parte di Israele, tradendo gli stessi principi di giustizia e diritti umani che apparentemente professano di sostenere.
Dopo 7 mesi di spietato genocidio, la strategia israeliana è chiarissima: espellere con la forza da Gaza il maggior numero possibile di palestinesi, la maggior parte dei quali già profughi della Nakba. I metodi impiegati sono sia diretti che indiretti e vanno dai massacri a tappeto, all'assedio, alla distruzione sistematica di infrastrutture essenziali per la vita: forniture d'acqua, ospedali, scuole, università, fattorie e case sono tutti presi di mira per rendere l'esistenza insostenibile. Le organizzazioni per i diritti umani hanno anche condannato l'uso da parte di Israele della fame contro i palestinesi come arma di guerra. Questa distruzione calcolata delle fondamenta stesse della vita è una strategia brutale che mira a causare danni irreparabili e a creare un ambiente coercitivo per i palestinesi affinché lascino le loro terre, rispecchiando in larga misura la pulizia etnica durante la Nakba del 1948.
Plaudiamo alla creatività, ai principi e al coraggio del movimento di solidarietà globale, in particolare alla rivolta guidata dagli studenti che mira a disinvestire dalle aziende che permettono i crimini di Israele e a porre fine alle relazioni accademiche con le sue università profondamente complici. Il coraggio di studenti coscienziosi e di docenti e lavoratori solidali di fronte alla violenza e alla repressione ispira speranza nella lotta per porre fine al genocidio compiuto a Gaza da Israele e al sottostante regime di apartheid coloniale.
Sottolineiamo la costante fermezza dei palestinesi di fronte alle avversità. Nonostante decenni di oppressione, il popolo palestinese continua a resistere alla negazione, da parte di Israele, della libertà, della giustizia, dell'autodeterminazione e del diritto al ritorno dei profughi, sancito dalle Nazioni Unite.
Nel commemorare la Giornata della Nakba, rifiutiamo l’inazione che ci rende semplici testimoni dell'ingiustizia. Chiediamo che si agisca, che i responsabili rispondano delle proprie azioni, e cambiamenti trasformativi per assicurare un futuro di dignità, giustizia e libertà al popolo palestinese.
Il movimento BDS chiede di:
- Fare pressione sulla Corte penale internazionale affinché emetta immediatamente mandati di arresto contro i leader israeliani e i membri delle forze armate complici del genocidio, per impedire a Israele di commettere ulteriori atrocità di massa.
- Proteste di piazza e interruzioni pacifiche del business as usual rivolte a governi, aziende e istituzioni complici.
- Fare pressione sui governi affinché impongano immediatamente sanzioni unilaterali e multilaterali contro Israele, a partire da un embargo di sicurezza militare, come richiesto dal Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite e da decine di esperti di diritti umani delle Nazioni Unite.
- Espellere Israele dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e da altri consessi internazionali, tra cui il Comitato Olimpico Internazionale, la FIFA, Eurovision, ecc.
Ogni giorno di impunità concesso all'apartheid israeliano porta ulteriori devastanti conseguenze ai palestinesi indigeni e a ciò che resta della credibilità del diritto internazionale.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia