Comunicati
Comunicati di BDS Italia, del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademic e culturale di Israele (PACBI)
Appello urgente all'UE e alla società civile sulla detenzione amministrativa della difensora dei diritti umani palestinese Khitam Al-Saafin
Il 2 novembre 2020, le forze israeliane hanno fatto irruzione nella casa della signora Khitam Al-Saafin a Ramallah, l'hanno arrestata e sottoposta a sei mesi di detenzione amministrativa. Khitam, 59, è il leader dell’Unione dei Comitati delle Donne Palesinesi - UPWC, membro della segreteria dell'Unione generale delle donne palestinesi e un importante difensore dei diritti umani e attivista in Palestina. Il suo lavoro è ben noto a livello regionale e internazionale ed è riconosciuto nel "dare potere alle donne palestinesi e difendere le violazioni dei diritti umani derivanti dall'occupazione israeliana". È attiva al Forum sociale mondiale e membro della Coalizione regionale delle donne che difendono i diritti umani in Medio Oriente e Nord Africa - e compresa nella definizione dell'Unione europea nelle sue Linee guida sui difensori dei diritti umani.
Dopo il suo arresto, il 9 novembre, il comandante militare israeliano ha annunciato che Khitam sarebbe stata incarcerata per 6 mesi in base a un ordine di detenzione amministrativa (DA) e l'ha inviata alla prigione di Ofer. Dopo un appello dei suoi avvocati, Khitam sarà trattenuta per almeno 4 mesi sotto DA senza accuse, processo o condanna, né una data definita di rilascio, poiché gli ordini di DA rimangono soggetti a rinnovo. È solo nell'ultimo giorno del suo attuale ordine di DA - che sarà il 1 ° marzo 2021 - che saprà se sarà rilasciata o trattenuta per un periodo prolungato di 4-6 mesi, una pratica che equivale a una forma di tortura psicologica, insieme ad altre pratiche di maltrattamento subite sistematicamente dalle donne palestinesi durante gli arresti e le detenzioni illegali, sotto interrogatorio e nelle carceri israeliane, in particolare nelle carceri di Hasharon e Al-Damun, dove Khitam era e sarà detenuta.
Gli attacchi e le molestie degli attivisti per i diritti umani in Palestina sono continui nella politica israeliana per mettere a tacere coloro che difendono ed esprimono la loro opposizione alle politiche dell'occupazione israeliana, inclusi i difensori dei diritti umani, i leader della società civile, nonché i membri del Parlamento [palestinese]. Nel caso di Khitam Al-Saafin, è sata presa di mira dalle autorità israeliane “unicamente a causa del suo lavoro pacifico e legittimo in difesa dei diritti umani”.
L'uso arbitrario della detenzione amministrativa è una grave violazione del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani, in particolare gli articoli 66, 72 e 78 della Quarta Convenzione di Ginevra, che conferiscono alle persone protette il diritto a un processo equo a meno che non esistano "motivi imperativi di sicurezza". Riconoscendo il suo "uso indiscriminato" da parte delle autorità israeliane, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite Michael Lynk ha recentemente rilasciato una dichiarazione chiedendo a Israele di "abolire la sua pratica di detenzione amministrativa, rilasciare i detenuti che attualmente detiene e seguire rigorosamente il diritto internazionale nell'applicazione delle sue operazioni di sicurezza”.
Israele detiene, sistematicamente e in grande numero, prigionieri politici e detenuti palestinesi senza processo o accusa e senza rivelare prove, vale a dire, in detenzione amministrativa. A novembre 2020, 4.500 palestinesi erano detenuti nelle carceri israeliane, 370 dei quali in detenzione amministrativa.
Noi sottoscritti condanniamo la detenzione della signora Khitam Al-Saafin, che si aggiunge alle centinaia di arresti arbitrari che Israele ha effettuato contro i diritti dei palestinesi. Condanniamo inoltre il crescente contesto di persecuzione e molestie nei confronti dei difensori dei diritti umani, uomini e donne, e delle organizzazioni per i diritti umani.
Chiediamo all'Unione europea - in linea con le posizioni già stabilite dall'UE sulla pratica israeliana della detenzione amministrativa e sulla protezione dei difensori dei diritti umani e della società civile - di intraprendere tutte le azioni a sua disposizione per:
- Assicurare l'immediato rilascio da parte di Israele della difensora dei diritti umani palestinese Khitam Al-Saafin
- Assicurare che Israele ponga fine alla pratica della detenzione amministrativa e rilasci tutti i difensori dei diritti umani attualmente detenuti
- Invitare Israele a rispettare il diritto internazionale in materia di diritti umani, il diritto internazionale umanitario e i diritti umani di tutti i prigionieri e detenuti palestinesi sotto la sua custodia
- Riconoscere e sostenere il lavoro dell'UPWC e delle organizzazioni per i diritti umani, in conformità con le Linee guida europee sui difensori dei diritti umani
Chiediamo ai membri del Parlamento europeo del sottocomitato per i diritti umani (DROI) / delle Delegazioni per le relazioni con la Palestina, di sollevare immediatamente il caso della Sig.ra Khitam Al-Saafin nel Parlamento europeo e nelle rilevanti istituzioni dell'Unione europea, come la Commissione Europea e il Servizio Europeo per l’Azione Esterna, ribadendo la “preoccupazione” di lunga data e reiterata contro l'uso da parte di Israele della detenzione amministrativa senza accuse formali e richiedendo a Israele di rispettare il diritto internazionale umanitario nei confronti di tutti i prigionieri e detenuti palestinesi e di porre fine alla pratica israeliana della detenzione amministrativa. Più specificamente, vi invitiamo a:
- Scrivere una lettera all'Alto Rappresentante / Vicepresidente Joseph Borrell per evidenziare il caso di Khitam Al-Saafin come esempio della pratica sistemica di Israele di detenzione amministrativa contro i difensori dei diritti umani e gli attivisti palestinesi. Richiedere che comunichi con lo Stato di Israele esortandolo a rilasciare tutti coloro che sono detenuti in detenzione amministrativa senza processo o accusa, inclusa Khitam Al-Saafin. Inoltre, ricordare a Israele i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani nei confronti dei prigionieri e dei detenuti palestinesi.
- Diffondere una dichiarazione pubblica di condanna della pratica israeliana di detenzione amministrativa contro i difensori dei diritti umani e gli attivisti palestinesi come Khitam Al-Saafin.
- Scrivere una lettera al rappresentante speciale dell'UE per il Processo di Pace in Medio Oriente Susanna Terstal per sollevare la questione della detenzione amministrativa, in particolare il recente arresto di Khitam Al-Saafin, con le autorità israeliane e chiederne la fine e quindi il rilascio di tutti i prigionieri.
Firmatari
1. Association Belgo-Palestinienne WB
2. Association France Palestine Solidarité (AFPS)
3. Cairo Institute for Human Rights Studies (CIHRS)
4. CIG – Confederación Intersindical Galega
5. CIVICUS
6. CNCD-11.11.11
7. Euromed Rights
8. European Coordination of Committees and Associations for Palestine (ECCP)
9. European Trade Union Network for Justice in Palestine
10. FIDH – International Federation for Human Rights, within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders
11. Finnish Peace Committee
12. Fundación Mundubat
13. Lawyers for Palestinian Human Rights (LPHR)
14. Norwegian People’s Aid
15. Norwegian Union of Municipal and General Employees (Fagforbundet)
16. NOVACT – International Institute for Nonviolent Action
17. OMCT (World Organisation Against Torture), within the framework of the Observatory for the Protection of Human Rights Defenders
18. Paz con Dignidad
19. Scottish Palestine Solidarity Campaign
20. SOS Racismo Portugal
21. SUDS – Internacionalisme Solidaritat Feminismes
22. The Norwegian Palestine Committee
23. The Palestinian Human Rights Organisations Council (PHROC) and its members:
24. Al Haq Organization – Law in the Service of Mankind
25. Al Mezan Center for Human Rights
26. ADDAMEER Prisoner Support and Human Rights Association
27. Palestinian Centre for Human Rights
28. DCI – Defense for Children International – Palestine
29. Jerusalem Legal Aid and Human Rights Center
30. Aldameer Association for Human Rights
31. Ramallah Center for Human Rights Studies
32. Hurryyat – Center for Defense of Liberties and Civil Rights
33. The Independent Commission for Human Rights (Ombudsman Office)
– Observer Member
34. Muwatin Institute for Democracy and Human Rights – Observer Member
35. Union of Palestinian Women Committees (UPWC)
36. Unite the Union – Ireland
37. Un Ponte Per (UPP)
38. Intal Globalize Solidarity
39. Viva Salud
Cliccare qui per scaricare la lettera completa e l'elenco dei firmatari.
Chiediamo alla società civile di:
Scrivere al ministero degli esteri del proprio governo / ai membri del Parlamento europeo e chiedere loro, in linea con le posizioni già stabilite dall'UE sulla pratica israeliana della detenzione amministrativa e sulla protezione dei difensori dei diritti umani e della società civile, di :
- Adottare tutte le azioni a loro disposizione per garantire l'immediato rilascio da parte di Israele del difensore dei diritti umani palestinese Khitam Al-Saafin.
- Adottare tutte le azioni a loro disposizione per assicurare che Israele ponga fine alla pratica della detenzione amministrativa e rilasci tutti i difensori dei diritti umani attualmente detenuti.
- Condannare pubblicamente Israele per gli arresti di difensori dei diritti umani palestinesi, come Khitam Al-Saafin, e chiedere il rispetto da parte di Israele del loro diritto di operare liberamente.
Mobilitare il sostegno di organizzazioni per i diritti umani, partiti politici, membri del parlamento, sindacati, gruppi religiosi, gruppi femministi, antirazzisti e LGTBQAI +, chiedendo loro di aiutarvi a fare pressione sul vostro governo.
Aumentare la consapevolezza sui social media, usare gli hashtag #FreeKhitam #LibertadParaKhitam
Rafforzare le vostre campagne e le azioni pianificate per contrastare le politiche di Israele e includere la richiesta di liberare Khitam e di porre fine ai tentativi di Israele di mettere a tacere i difensori dei diritti umani.
Novact, Paz con dignitad, Mundubat, Suds
Fonte: NOVACT
Traduzione di BDS Italia
Il vostro sostegno ha consentito di raggiungere grandi risultati collettivi, compresi i primi passi verso le sanzioni, ma abbiamo bisogno di una spinta molto più forte da parte della gente comune e della società civile per arrivarci.
Nonostante il suo massiccio investimento di risorse finanziarie, politiche, diplomatiche, di propaganda e di intelligence nella sua guerra contro il movimento BDS, Israele ha fallito, come ammettono oggi alcuni dei suoi stessi gruppi di pressione, grazie al vostro sostegno in tutto il mondo.
Per anni, gli attivisti si sono chiesti: "Quando i nostri sforzi che hanno già avuto successo con "B" e "D" avranno come risultato "S"? Quando le nostre campagne di base per il boicottaggio e il disinvestimento inizieranno a influenzare i responsabili politici in modo che prendano in considerazione l'imposizione di sanzioni contro l'apartheid israeliano simili a quelle imposte al Sud Africa dell'apartheid in passato?”
Di seguito condividiamo con voi 20 dei più importanti indicatori dell'impatto che il vostro supporto ci ha permesso di raggiungere collettivamente nel 2020. Potremmo aver iniziato le prime fasi di questa transizione verso la "S", ma abbiamo ancora bisogno di una spinta molto più forte della gente comune e della società civile per arrivarci.
- Supporto globale per #UNInvestigateApartheid: l'appello palestinese all'ONU affiché investighi sull'apartheid israeliana e imponga sanzioni per porvi fine, come fatto contro il Sudafrica dell'apartheid, ha ricevuto un massiccio sostegno dalla società civile internazionale. I sostenitori includono 452 organizzazioni della società civile in tutto il mondo; dal Sud del mondo, dieci ex presidenti dell'America Latina e dell'Africa, 720 membri del parlamento, diplomatici e personalità della cultura; il diplomatico delle Nazioni Unite e membro degli Elders Lakhdar Brahimi.
- Crescenti richieste di sanzioni: Leader politici e personalità di spicco di tutto il mondo hanno chiesto sanzioni contro Israele per fermare la sua annessione formale e de facto della terra palestinese. Hanno incluso il World Council of Churches e, nel Regno Unito, parlamentari, il Trades Union Congress, e artisti di spicco.
- I leader arabi chiedono sanzioni: Decine di leader arabi - ex primi ministri, ministri e diplomatici; personalità di spicco della cultura e della società civile - chiedono "un'ampia gamma di sanzioni efficaci" per contrastare l'apartheid israeliana e l'annessione illegale.
- Le Nazioni Unite pubblicano il database sugli insediamenti: le Nazioni Unite hanno pubblicato un elenco tanto atteso di 112 società complici nel progetto delle colonie illegali di Israele, un primo passo concreto verso la responsabilità delle società israeliane e internazionali che consentono le gravi violazioni dei diritti dei palestinesi da parte di Israele. La Confederazione Internazionale dei Sindacati (ITUC), che rappresenta 200 milioni di lavoratori in 163 paesi, ha richiesto alle aziende nell'elenco delle Nazioni Unite "di porre fine alla loro presenza illegale ... in terra palestinese". Tuttavia, numerose aziende complici non sono ancora incluse nel database e devono essere aggiunte. Ad esempio, più di 100 organizzazioni stanno chiedendo che le Nazioni Unite aggiungano HPE al database per la sua complicità nelle colonie israeliane.
- La guerra legale di Israele subisce sconfitte: la guerra legale di Israele (lawfare) contro il BDS ha subito gravi colpi. Rimproverando il governo francese, la Corte Europea dei Diritti Umani ha deliberato che la promozione del boicottaggio delle merci israeliane rientra nella libertà di espressione protetta dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Un tribunale tedesco ha deliberato che la città di Monaco non può negare lo spazio pubblico ai gruppi BDS per i loro eventi. Negli Stati Uniti, un costante tentativo, sostenuto dalla lobby israeliana, di censurare e punire l'American Studies Association (ASA) per il suo sostegno al boicottaggio accademico di Israele, ancora una volta è fallito in tribunale.
- La Corte Suprema del Regno Unito sostiene il disinvestimento locale: la Corte Suprema del Regno Unito, in una sentenza storica, ha ripristinato il diritto dei fondi pensione delle autorità locali di disinvestire da società complici di violazioni israeliane dei diritti umani, criticando le restrizioni governative illegali.
- Crescente sostegno dei progressisti degli Stati Uniti ai diritti dei palestinesi e al BDS: i rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti chiedono di porre delle condizioni per i finanziamenti militari a Israele; il 22% degli ebrei americani di età inferiore ai 40 anni sostiene il pieno boicottaggio di Israele; Alexandria Ocasio-Cortez (AOC) ha abbandonato di un evento di celebrazione di Yitzhak Rabin, che ha guidato la pulizia etnica e la repressione violenta del popolo palestinese; la deputata Cori Bush, che sostiene il BDS, è stata eletta nonostante le calunnie della lobby israeliana.
- Importanti istituzioni finanziarie disinvestono: altre istituzioni finanziarie leader hanno disinvestito da società coinvolte nei crimini israeliani contro i palestinesi. Il fondo pensione olandese ABP ha disinvestito da due banche israeliane che finanziano gli insediamenti e la norvegese Storebrand ha disinvestito da quattro società che traggono profitto dall'occupazione illegale israeliana.
- Vittorie del boicottaggio culturale e contro il pinkwashing: è cresciuto il sostegno al boicottaggio culturale delle istituzioni culturali israeliane complici. Più di 170 cineasti queer si sono impegnati a non partecipare al TLVFest, il festival cinematografico LGBT sponsorizzato dal governo israeliano. Diciannove partecipanti al TLVFest 2020 si sono ritirati, inclusi otto registi brasiliani. Docaviv - il Tel Aviv International Documentary Film Festival 2020, che ha come partner ministeri del governo israeliano, è stato anche scosso da quattro annullamenti da parte di registi e ospiti internazionali.
- La Israeli Apartheid Week si è integrata nelle campagne antirazziste: oltre 100 gruppi europei si sono uniti a un appello palestinese per coordinare gli eventi annuali della Settimana dell'apartheid israeliana (IAW) con attività che caratterizzano la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale. La IAW è andata avanti in tutto il mondo, nonostante la pandemia COVID-19, con molti eventi costretti a spostarsi online.
- Vittorie del disinvestimento nelle università: l'Università di Manchester (Regno Unito) ha disinvestito quasi 2 milioni di sterline da società complici dell'oppressione israeliana. Negli Stati Uniti, gli studenti della Columbia University, della University of Illinois Urbana-Champaigne della San Francisco State University hanno votato tutti per disinvestire dall'apartheid israeliana.
- Vittorie nella campagna di boicottaggio di Puma: la più grande università della Malesia, Universiti Teknologi MARA (UiTM), ha messo fine a un accordo di sponsorizzazione con Puma a causa del sostegno dell'azienda alle colonie israeliane illegali. La squadra di calcio della Championship League del Regno Unito Luton Town FC ha abbandonato Puma come suo fornitore, così come la squadra di calcio del Regno Unito Chester FC. In un momento di sincerità, un avvocato di Puma ha riassunto a un organizzatore del boicottaggio l'impatto della campagna dicendo: "State rendendo le nostre vite miserabili".
- Artisti arabi si oppongono alla normalizzazione degli Emirati Arabi Uniti:Quasi 100 artisti arabi, tra cui palestinesi, oltre a 17 gruppi e organizzazioni culturali si sono impegnati a boicottare tutte le attività culturali sponsorizzate dal regime degli Emirati Arabi Uniti contro la normalizzazione con Israele. Tra i firmatari figurano nomi di spicco del cinema, della musica, della fotografia, dello spettacolo e delle arti visive, tra gli altri campi.
- G4S perde contratti: Il Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (UNDP) e una società multinazionale in Giordania - che ha chiesto di restare anonima - hanno deciso di non rinnovare i contratti con G4S nel 2020. G4S, la più grande compagnia di sicurezza del mondo, ha una lunga storia di coinvolgimento in violazioni dei diritti umani in tutto il mondo, incluso il coinvolgimento nella gestione dell'Accademia di polizia israeliana a Gerusalemme, addestrando le forze di polizia israeliane, con una lunga storia di crimini di guerra.
- Le zone libere dall'apartheid si diffondono: nonostante la pandemia COVID-19, le zone libere dall'apartheid (AFZ) (Spazi Liberi dall'Apartheid Israeliana (SPLAI), in Italia – N.d.T.) continuano a diffondersi e mobilitare le comunità. In Italia, il numero di attività commerciali, centri culturali e sportivi e associazioni che si sono dichiarate libere dall'apartheid israeliana è cresciuto fino a superare le 200. Oltre 100 AFZ in tutta Europa hanno denunciato il #CoronaRacism (il razzismo nella gestione del COVID-19 – N.d.T.) incluso quello di Israele. In Cile, la Federazione studentesca dell'Università Austral si è dichiarata una zona libera dell'apartheid, come hanno fatto dieci associazioni studentesche dell'Università Complutense di Madrid.
- Vittorie sul diritto al boicottaggio - #RightToBoycott: nonostante i tentativi intensificati da parte di Israele e dei suoi alleati di estrema destra di reprimere il movimento BDS, gli attivisti per i diritti umani hanno ottenuto numerose vittorie su #RightToBoycott. Una potente mobilitazione globale ha spinto Israele a rilasciare il Coordinatore generale del movimento BDS Mahmoud Nawajaa, dopo 19 giorni di detenzione senza accusa. Il governo scozzese ha criticato il governo del Regno Unito affermando che istituzioni pubbliche, organizzazioni o individui scozzesi dovrebbero essere liberi di discutere, sostenere o attuare il BDS. Negli Stati Uniti, solo una frazione dei progetti di legge introdotti per colpire il sostegno ai diritti dei palestinesi sono diventati legge a causa del respingimento popolare.
- Cresce il supporto per l'embargo militare: 10.000 persone hanno richiesto all'UE di sospendere l'uso dei droni della compagnia israeliana Elbit Systems; Liverpool e Siviglia hanno cancellato importanti fiere di armi che includevano Elbit Systems a seguito dell'opposizione locale in entrambe le città; e Microsoft ha disinvestito dalla società israeliana di riconoscimento facciale AnyVision, che aiuta Israele a mantenere il suo dominio di apartheid sui palestinesi.
- Pressioni su CAF per farle abbandonare la ferrovia delle colonie: 70 gruppi baschi hanno chiesto alla società CAF di ritirarsi dal progetto illegale israeliano della Jerusalem Light Rail, che rende possibili le politiche coloniali e di apartheid, e otto sindacati norvegesi hanno chiesto di escludere CAF dai contratti pubblici.
- Lancio del boicottaggio di AXA: 10.000 persone e 250 organizzazioni si sono impegnate a boicottare AXA per i suoi investimenti nelle banche israeliane che consentono l'occupazione israeliana e l'apartheid.
- Artisti, studiosi e organizzazioni culturali si schierano contro il silenziamento dei difensori dei diritti dei palestinesi in Germania: 375 studiosi e artisti si sono opposti alle "prove del nove" a livello politico che in Germania mirano a mettere a tacere i difensori dei diritti dei palestinesi nel quadro del diritto internazionale. Inoltre, 32 importanti organizzazioni culturali tedesche hanno criticato la risoluzione anti-BDS del Parlamento tedesco del 2019, affermando che "invece di frenare l'antisemitismo, la risoluzione ha soffocato lo scambio aperto di idee .. e la libertà di espressione nelle arti", entrambi protetti costituzionalmente.
Con il vostro continuo sostegno possiamo iniziare a vedere la realizzazione della “S”!
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
"Il Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione nella società civile palestinese, sostiene senza riserve il diritto di tutte le nazioni all'autodeterminazione, un diritto che è alla base del nostro movimento per la difesa dei diritti dei palestinesi secondo le leggi internazionali. Sosteniamo la Risoluzione 690 (1991) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiede “l'organizzazione e la supervisione ... di un referendum per l'autodeterminazione del popolo del Sahara Occidentale”. L'attuazione di questa risoluzione servirà gli interessi di tutti i popoli fratelli della regione”.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Il Comitato Nazionale Palestinese BDS risponde alla guerra Trump-Netanyahu contro il movimento BDS.
È abbastanza ironico che l'amministrazione Trump, sollecitata dal regime di apartheid di Israele, continui a permettere e ad accettare come normale la supremazia bianca e l'antisemitismo negli Stati Uniti e nel mondo, diffamando nello stesso tempo come "antisemita" il BDS, un importante movimento per i diritti umani guidato dai palestinesi, e i suoi milioni di sostenitori in tutto il mondo. Il BDS ha costantemente e categoricamente rifiutato qualsiasi forma di razzismo, compreso il razzismo antiebraico, per una questione di principio.
La fanatica alleanza Trump-Netanyahu sta intenzionalmente metendo sullo stesso piano l'opposizione al regime israeliano di occupazione, colonizzazione e apartheid contro i palestinesi e gli appelli per pressioni nonviolente con lo scopo di porre fine a questo regime da un lato, con il razzismo antiebraico dall'altro, al fine di sopprimere la difesa dei diritti dei palestinesi nel quadro del diritto internazionale. Questa revisione fraudolenta della definizione di antisemitismo è stata condannata da dozzine di gruppi ebraici in tutto il mondo e da centinaia di importanti studiosi ebrei e israeliani, comprese autorità mondiali sull'antisemitismo e l'Olocausto.
Sulla base di questa definizione revisionista e fraudolenta, perfino le organizzazioni per i diritti umani che non fanno parte del movimento BDS, ma sostengono la messa al bando delle merci delle colonie, ad esempio, così come il 22% degli ebrei americani di età inferiore ai 40 anni, che sostengono il boicottaggio totale di Israele secondo un recente sondaggio, sarebbero anche etichettati come "antisemiti".
Il movimento BDS per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza dei palestinesi, sta a fianco di tutti coloro che lottano per un mondo più dignitoso, giusto e bello. Con i nostri numerosi partner, resisteremo a questi tentativi maccartisti di intimidire e costringere i difensori dei diritti umani palestinesi, israeliani e internazionali ad accettare l'apartheid israeliana e il colonialismo di insediamento come destino.
Fonte: BNC
Traduzione di BDS Italia
Comunicato di BDS Italia sulla visita del Ministro degli Affari Esteri in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati
BDS Italia esprime forte preoccupazione e condanna per le dichiarazioni fatte dal ministro degli esteri Luigi Di Maio nel corso e a conclusione della visita ufficiale in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati nei giorni 29 e 30 ottobre e denuncia la continuazione di una politica di complicità con i crimini di Israele da parte dell’Italia.
Durante la sua visita, scarsamente coperta dai media sia italiani che israeliani, il ministro ha sottoscritto e rinnovato accordi con Israele di cooperazione commerciale e di ricerca in settori strategici, inclusa la ricerca “scientifica”. Secondo Di Maio l’obiettivo è “accrescere il nostro interscambio commerciale, rafforzare la cooperazione nei settori più innovativi e incoraggiare le nostre imprese ad essere più presenti sul mercato israeliano”.
Mostrando una preoccupante non conoscenza della realtà politica medio orientale, il ministro ha ribadito l’importanza degli “Accordi di Abramo”, siglati da Israele con alcuni paesi arabi (UAE, Bahrein e Sudan) con l’obiettivo di rafforzare l’alleanza militare contro l’Iran e indebolire il sostegno alla causa palestinese, affermando che “la loro firma, è un contributo positivo verso la pace e la stabilità in Medio Oriente”, in quanto “questa normalizzazione contribuirà a creare nell'area condizioni di stabilità, dialogo e sviluppo condiviso favorevoli al riavvio di negoziati diretti tra israeliani e palestinesi con la prospettiva di una soluzione a due Stati giusta, sostenibile e praticabile"
Tali dichiarazioni sono in linea con la presa di posizione benevola nei confronti del cosiddetto “Accordo del Secolo” di Trump che Di Maio definì “uno sforzo per la pace”, ignorando il fatto che fosse stato elaborato alle spalle del popolo palestinese e della sua rappresentanza politica e aprisse la strada al riconoscimento formale della annessione di fatto da parte di Israele di larghe porzioni di territorio palestinese che continua da decenni.
Di Maio, che nel 2016, prima delle elezioni politiche, si professava convinto sostenitore dei palestinesi e addirittura promise il riconoscimento dello Stato di Palestina quando il M5S sarebbe arrivato al governo, in occasione della visita ha accuratamente evitato di parlare delle violazioni israeliane dei diritti umani e del diritto internazionale nei confronti dei palestinesi. Ha però “esortato la parte palestinese ad accelerare sul percorso di pace”, che significa implicitamente l’accettazione del piano Trump.
Di Maio ha confermato ancora una volta la politica di complicità dell’Italia nei confronti del regime israeliano di occupazione militare, colonizzazione e apartheid, anteponendo accordi commerciali e di cooperazione militare e nel settore della sicurezza al rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale.
BDS Italia rilancia l’appello della società civile palestinese per sanzioni mirate immediate, incluso un embargo militare, contro l’annessione e l’apartheid, e invita a rafforzare le campagne BDS verso Israele fino a quando continueranno le violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale nei confronti dei palestinesi.
BDS Italia
BDS Italia è un movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro l'occupazione e l'apartheid israeliane, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all'appello della società civile palestinese del 2005 e promuovono campagne e iniziative BDS a livello nazionale e locale. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutte e tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.
Chiediamo ai gruppi di solidarietà in tutto il mondo di intensificare la pressione sul regime di apartheid di Israele affinché lo rilasci immediatamente e incondizionatamente.
Il cittadino palestinese Maher Al-Akhras, di 49 anni e padre di sei figli, è in sciopero della fame dal 27 luglio 2020 - 100 giorni oggi. Sta protestando contro la sua detenzione amministrativa - detenzione senza accusa né processo - da parte delle forze di occupazione israeliane. Questa è la quinta volta che Israele lo arresta. La sua unica richiesta è di essere liberato.
Sebbene la salute di Al-Akhras stia peggiorando e ci sia un grande rischio per la sua vita, il regime di apartheid israeliano, con la complicità della sua Alta Corte, continua a trattenerlo sotto scorta in un ospedale israeliano.
Il Palestinian Human Rights Organizations Council (PHROC) ha affermato che Maher sta “affrontando una seria e imminente minaccia per la sua vita al Kaplan Medical Center. A causa di una carenza di sali e fluidi nel suo corpo e del suo rifiuto di assumere integratori alimentari, Maher ha avuto frequenti convulsioni, mal di testa acuti, significativa debolezza della vista e dell'udito, oltre a forti dolori in tutto il corpo, in particolare nell'area del torace."
Michael Lynk, il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per i Territori Palestinesi Occupati, ha chiesto il rilascio immediato di Al-Akhras e la fine della pratica illegale di detenzione amministrativa da parte di Israele. L'International Association of Democratic Lawyers ha sollecitato l'immediato rilascio di Al-Akhras e ha invitato i governi, compresi il governo degli Stati Uniti e quelli europei, a porre fine al loro sostegno ai crimini di guerra israeliani e ai crimini contro l'umanità.
Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione nella società palestinese, invita i gruppi di solidarietà in tutto il mondo a intensificare la pressione su Israele affinché rilasci immediatamente e incondizionatamente Maher Al-Akhras. Il regime di estrema destra israeliano deve essere costretto attraverso il BDS e altre forme di pressione pacifica per adempiere ai suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale e rispettare i diritti dei palestinesi, compresi quelli dei prigionieri politici.
Le imprese israeliane e internazionali che traggono profitto dall'incarcerazione, dall'occupazione militare e dall'apartheid di Israele devono affrontare gravi conseguenze in termini di perdita di contratti, offerte e investimenti. Un modo potente per sostenere i diritti dei palestinesi è sostenere il boicottaggio di quelle società, comprese Elbit Systems, che vende armi testate sul campo sui palestinesi; G4S, che gestisce l'accademia di addestramento della polizia centrale israeliana; e HP, che fornisce tecnologia per i checkpoint di Israele e per il registro dell'apartheid della popolazione, tra gli altri.
La detenzione amministrativa è una procedura che consente alle autorità di occupazione israeliane di trattenere i prigionieri a tempo indeterminato su informazioni "segrete" senza incriminarli o senza consentire loro di sostenere un processo equo. In pratica, Israele utilizza abitualmente la detenzione amministrativa in violazione dei rigidi parametri stabiliti dal diritto internazionale.
Secondo l'organizzazione per i diritti dei prigionieri palestinesi Addameer, Israele attualmente detiene oltre 4.400 prigionieri politici palestinesi, 350 detenuti amministrativi e 155 bambini prigionieri nelle sue prigioni. Israele usa regolarmente tortura e maltrattamenti contro i detenuti palestinesi, compresi i bambini, come documentato da organizzazioni palestinesi, israeliane e internazionali per i diritti umani.
Inoltre, Israele non è riuscita a proteggere adeguatamente i prigionieri politici palestinesi dal coronavirus. Ad esempio, solo nell'ultimo giorno, Israele ha annunciato più di 73 nuovi casi di COVID-19 tra i prigionieri palestinesi nella prigione di "Gilboa".
Adesso è il momento di agire per salvare la vita di Maher Al-Akhras e difendere i diritti umani fondamentali di tutti i palestinesi.
Gli organizzatori di “Falastin-Festival della Palestina” respingono le false accuse della Comunità Ebraica di Roma apparse sui giornali.
Il programma del festival, che si terrà dal 1 al 4 ottobre nei giardini del Piazzale del Verano, è ricco di dibattiti, presentazioni di libri, musica, eventi culturali, proiezioni di film e assaggi della cucina palestinese. Partecipano, tra gli altri, Moni Ovadia, Francesca Del Bello, presidente del Municipio II, i parlamentari Pino Cabras e Stefano Fassina, Giovanni Russo Spena, già Senatore della Repubblica, Miriam Marino della Rete Ebrei Contro l’Occupazione, Vania Bagni, vicepresidente ANPI Nazionale, Fabrizio De Sanctis, presidente ANPI Provinciale di Roma.
Da giorni ci sono sollecitazioni e anche pressioni sul Municipio II affinché ritiri il patrocinio al festival dal momento che vi partecipa il movimento nonviolento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS). Il movimento BDS è stato lanciato dalla società civile palestinese e promuove campagne di pressione per porre fine alle violazioni da parte di Israele dei diritti del popolo palestinese sanciti dall’ONU. Il movimento non chiede altro che il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale e nasce dal fallimento decennale delle istituzioni internazionali nell’imporlo ad Israele.
Le Nazioni Unite hanno indagato sull’apartheid in Sudafrica e alla fine hanno chiesto sanzioni. È tempo che l’ONU faccia lo stesso con l’apartheid di Israele.
Rappresentanti dei governi di tutto il mondo si incontrano questa settimana presso la sede delle Nazioni Unite a New York per la 75a Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA). I palestinesi e i sostenitori dei loro diritti hanno bisogno del tuo aiuto per garantire che l'UNGA risponda alla richiesta palestinese di libertà, giustizia e uguaglianza.
Più di 450 organizzazioni mondiali della società civile - sindacati, movimenti e partiti politici di decine di paesi in tutto il mondo - hanno pubblicato una lettera in cui si invita l'UNGA e i suoi Stati membri ad avviare indagini internazionali sul regime di apartheid in cui Israele costringe il popolo palestinese, e a imporre sanzioni mirate da parte di tutti gli Stati per fermare l'apartheid israeliana e l'annessione illegale della terra palestinese.
L'apartheid è un crimine contro l'umanità e gli Stati hanno la responsabilità di porre fine a tale situazione di illegalità. Le Nazioni Unite hanno indagato sull'Apartheid in Sudafrica e hanno imposto sanzioni al regime dell'Apartheid, contribuendo a porvi fine. È tempo che le Nazioni Unite facciano lo stesso con Israele.
Fai in modo che il presidente dell'UNGA Volkan Bozkir ascolti la petizione che chiede alle Nazioni Unite di indagare sull'apartheid di Israele, condividendola sui social media:
I palestinesi e i sostenitori dei diritti umani stanno organizzando una settimana di azione per dare visibilità a questo appello della società civile che si oppone al regime israeliano di colonialismo e apartheid.
Partecipa anche tu. Segui l'hashtag #UNInvestigateApartheid per tutti gli aggiornamenti.
- Oggi:
- Lancio della settimana di azione. Condividi la lettera aperta all'UNGA e diffondi questo appello globale all'ONU affinché indaghi sull'Apartheid israeliano
- La conoscenza è potere! Resta in contatto e segui l'elenco delle iniziative che condivideremo sui social media. Seguite l'hashtag #EducateAgainstApartheid.
- Giovedì 24 settembre: dalle 15 alle 17, ora italiana, unisciti al twitterstorm per denunciare la complicità delle aziende e dei governi nell'apartheid israeliana. Segui @BDSMovement e l'hashtag #UNInvestigateApartheid per i tweet e le immagini di quel giorno.
- Venerdì 25 settembre: lancio del video: "Lives under apartheid” (Vite nell’apartheid).
- Lunedì 28 settembre: lancio del video "Global Response to Israeli apartheid: Together we prevail” (Risposta globale all'apartheid israeliano: insieme vinciamo).
Unisciti a noi e agisci contro il razzismo, la discriminazione e l'apartheid. Segna la data per il twitterstorm di giovedì, dalle 15 alle 17, ora italiana.
Risposta globale all'apartheid israeliana: un appello all'Assemblea generale delle Nazioni Unite (UNGA) da parte delle organizzazioni della società civile palestinesi e internazionali
L'apartheid è un crimine contro l'umanità, che comporta una responsabilità penale individuale e la responsabilità per uno Stato di porre fine alla situazione illegale. Nel maggio 2020, un gran numero di organizzazioni della società civile palestinese ha fatto appello a tutti gli Stati affinché adottassero "contromisure efficaci, comprese le sanzioni, per porre fine all'acquisizione illegale da parte di Israele del territorio palestinese mediante l'uso della forza, al suo regime di apartheid e alla sua negazione del nostro diritto inalienabile all'autodeterminazione ".
Nel giugno 2020, 47 esperti di diritti umani indipendenti all'interno delle Nazioni Unite (ONU) hanno dichiarato che il piano del governo israeliano di annettere illegalmente gran parte della Cisgiordania occupata costituirebbe “una visione di un apartheid del 21° secolo. "Sempre a giugno, 114 organizzazioni della società civile palestinesi, regionali e internazionali hanno inviato un forte messaggio agli Stati membri delle Nazioni Unite affermando che è arrivato il momento di riconoscere e affrontare l'istituzione e il mantenimento di un regime di apartheid da parte di Israele nei confronti del popolo palestinese nel suo insieme, compresi i palestinesi su entrambi i lati della Linea Verde, i profughi palestinesi e gli esiliati all'estero.
Ricordiamo inoltre che, nel dicembre 2019, il Comitato delle Nazioni Unite per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale (CERD) ha sollecitato Israele ad attuare pienamente l’articolo 3 della Convenzione internazionale per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, che riguarda la prevenzione, la proibizione e l’eliminazione di tutte le politiche e le pratiche di segregazione e apartheid, su entrambi i lati della Linea verde. Come recentemente evidenziato dal Sudafrica al Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, “Il CERD ha ritenuto ... che la strategia di frammentazione del popolo palestinese faceva parte di una politica e pratica di segregazione e apartheid. L'annessione sarebbe un altro esempio di totale impunità che deride questo Consiglio e violerebbe gravemente il diritto internazionale".
Considerato che vi è un crescente riconoscimento del fatto che Israele sta mantenendo il popolo palestinese in un regime di apartheid, che potrà essere solo rafforzato dall'annessione, noi, le sottoscritte organizzazioni della società civile palestinesi, regionali e internazionali, sollecitiamo l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a intraprendere azioni urgenti ed efficaci per affrontare le cause profonde dell'oppressione palestinese e per porre fine all'occupazione israeliana, al blocco illegale di Gaza, all'acquisizione illegale del territorio palestinese con la forza, al suo regime di apartheid sul popolo palestinese nel suo insieme e alla prolungata negazione dei diritti inalienabili del popolo palestinese, compresa l'autodeterminazione e il diritto dei profughi palestinesi e degli sfollati di tornare alle loro case, terre e proprietà.
Alla luce di quanto sopra, chiediamo a tutti gli Stati membri dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite di:
- Avviare indagini internazionali sul regime di apartheid di Israele nei confronti dell'intero popolo palestinese, nonché sulla responsabilità penale individuale e statale associata, anche ricostituendo il Comitato speciale delle Nazioni Unite contro l'Apartheid e il Centro Contro l'Apartheid delle Nazioni Unite per porre fine all'apartheid nel 21° secolo.
- Mettere al bando il commercio di armi e la cooperazione nel settore militare e della sicurezza con Israele.
- Proibire qualsiasi commercio con le colonie illegali israeliane e assicurare che le aziende evitino / cessino attività commerciali con il sistema delle colonie illegali di Israele.
Lista dei firmatari dalla Palestina
Palestinian Human Rights Organization Council (PHROC), che comprende:
- Al Haq Organization - Law in the Service of Mankind
- Al Mezan Center for Human Rights
- ADDAMEER Prisoner Support and Human Rights Association
- Palestinian Centre for Human Rights
- DCI - Defense for Children International - Palestine
- Jerusalem Legal Aid and Human Rights Center
- Aldameer Association for Human Rights
- Ramallah Center for Human Rights Studies
- Hurryyat - Center for Defense of Liberties and Civil Rights
- The Independent Commission for Human Rights (Ombudsman Office) - Observer Member
- Muwatin Institute for Democracy and Human Rights - Observer Member
Palestinian NGO Network (PNGO), che include:
- Applied Research Institute-Jerusalem
- Arab Center for Agricultural Development (ACAD)
- The Ramallah Center for Human Rights Studies
- Psycho-Social Counselling center for Women (Bethlehem)
- Alrowwad Cultural and Arts Society
- Women's Center for Legal aid and Counseling (WCLAC)
- Women Study Center (WSC PAL)
- Union of Palestinian Women's Committees
- Nawa for Culture and Arts Association
- Al Karmel Association
- Aisha Association for Women and Child Protection
- The National Society for Rehabilitation
- Baitona Association for Community and Development
- Civic Coalition for the Defense of Palestinian Rights in Jerusalem
Lista dei firmatari internazionali
Argentina
- Liga Argentina por los Derechos Humanos
- Jóvenes con Palestina
Austria
- Women in Black (Vienna)
Bangladesh
- La Via Campesina South Asia
Belgio
- La Centrale Generale-FGTB
- European Trade Union Network For Justice in Palestine (ETUN)
- De-Colonizer
- Association belgo-palestinienne WB
- Viva Salud
- CNCD-11.11.11
- Vrede vzw
- FOS vzw
- Broederlijk Denle
- Belgian Campaign for Academic and Cultural Boycott of Israel (BACBI)
- ECCP (European Coordination of Committees and Associations for Palestine)
Brasile
- Coletivo Feminista Classista ANA MONTENEGRO
- ESPPUSP - Estudantes em Solidariedade ao Povo Palestino (Students in Solidarity with the Palestinian People - USP)
Canada
- Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network
- Just Peace Advocates
Colombia
- BDS Colombia
Egitto
- Habitat International Coalition - Housing and Land Rights Network
Finlandia
- Finnish-Arab Friendship Society
- ICAHD Finland
Francia
- Collectif Judéo Arabe et Citoyen pour la Palestine
- Union syndicale Solidaires
- Mouvement International de la Réconciliation (IFOR)
- Forum Palestine Citoyenneté
- CPPI SAINT-DENIS [Collectif Paix Palestine Israël]
- La Cimade
- Union Juive Française pour la Paix (UJFP)
- Association des Universitaires pour le Respect du Droit International en Palestine (AURDIP)
- Association France Palestine Solidarité (AFPS)
- MRAP
- Association "Pour Jérusalem"
- One Justice
- Syrian Center for Media and Freedom of Expression (SCM)
- Plateforme des ONG françaises pour la Palestine
- ritimo
- CAPJPO-EuroPalestine
Germania
- German- Palestinian Society (DPG e.V.)
- ICAHD (Israeli Committee Against House Demolitions) Germany
- BDS Berlin
- AK Nahost Berlin
- Juedische Stimme für gerechten Frieden in Nahost e.V
- Versöhnungsbund Germany (International Fellowship of Reconciliation, German Branch)
- Attac Germany Federal Working Group Globalization and War
- Salam Shalom e. V.
- German-Palestinian Society
Grecia
- BDS Greece
- KEERFA – Movement United Against Racism and Fascist Threat
- Network for Political and Social Rights
- Encounter for an Anti-capitalist Internationalist Left
India
- Delhi Queerfest
- NDCW-National Dalit Christian Watch
- INDO-PALESTINE SOLIDARITY NETWORK
- National Alliance for People's Movement
- Jammu Kashmir Coalition of Civil Society
Irlanda
- Gaza Action Ireland
- Ireland-Palestine Solidarity Campaign
- Irish Football Fans Against Israeli Apartheid
- Students For Justice in Palestine - Trinity College Dublin
- People Before Profit
- United Against Racism – Ireland
- Peoples Movement - Gluaiseacht an Phobail
- Centre for Global Education
- Galway Anti Racism Network
- Industrial Workers of the World (Ireland)
- Black Lives Matters Kerry
- Anti Deportation Ireland
- Academics for Palestine
- Kairos Ireland
- Irish Congress of Trade Unions
- Independent Workers Union
- CorkCouncil of Trade unions
- Sligo/Leitrim Council of Trade Unions
- Galway Council of Trade Unions
- Workers Solidarity Movement
- Trade Union Friends of Palestine
- Sadaka - The Ireland Palestine Alliance
- Trócaire
- Brazilian Left Front
- Peace and Neutrality Alliance
- MASI
- Irish Nurses and Midwives Organization (INMO)
- Queer Action Ireland
- Abolish Direct Provision Ireland
- Union of Students in Ireland
- Comhlámh Justice for Palestine
- Irish Anti-War Movement
- Jewish Voice for a Just Peace – Ireland
- Shannonwatch
- Fingal Communities Against Racism
- SARF - Solidarity Against Racism and Fascism
- Mandate Trade Union
- Irish Muslim Peace & Integration Council
Italia
- W.I.L.P.F. – ITALIA
- Rete Radié Resch gruppo di Milano
- Centro Studi Sereno Regis
- Pax Christi Italia - Campagna Ponti e non Muri
- Rete Radié Resch - gruppo di Udine
- Rete-ECO (the Italian Network of Jews against the Occupation)
- Nwrg-onlus
- Centro di Salute Internazionale e Interculturale (CSI) – APS
- Italian Forum of Water Movements
- Fondazione Basso
- Amici della mezzaluna rossa palestinese
- Donne in nero Italy
- Rete Romana Palestina
- AssoPacePalestina
Lussemburgo
- Comité pour une Paix Juste au Proche-Orien
Malesia
- BDS Malaysia
- Malaysian women coalition for al Quds and Palestine
- Muslimah Interest Zone & Networking Association (MIZAN)
- Pertubuhan Mawaddah Malaysia
- Muslim Care Malaysia
- National Union of Malaysian Muslim Students (PKPIM)
- Citizens International
Messico
- Coordinadora de Solidaridad con Palestina
Mozambico
- Justiça Ambiental / Friends of the Earth Mozambique
Norvegia
- The Palestine Committee of Norway
- Association of Norwegian NGOs for Palestine
Filippine
- Karapatan Alliance Philippines
Sudafrica
- #Africa4Palestine
- Workers' World Media Productions
- World Beyond War -- South Africa
- Lawyers For Human Rights
- SA BDS Coalition
Spagna
- ASPA (Asociación Andaluza por la Solidaridad y la Paz)
- Rumbo a Gaza
- Mujeres de Negro contra la Guerra – Madrid
- Plataforma por la Desobediencia Civil
- Asamblea Antimilitarista de Madrid
- SUDS - Assoc. Internacional de Solidaridad y Cooperación
- Red Cántabra contra laTrata y la Explotación Sexual
- ICID (Iniciativas e Cooperación Internaciona para el Desarrollo)
- Desarma Madrid
- Ecologistas en Acción
- Human Rights Institute of Catalonia (Institut de Drets Humans de Catalunya)
- Associació Hèlia, de suport a les dones que pateixen violència de gènere
- Servei Civil Internacional de Catalunya
- Fundación Mundubat
- Coordinadora de ONGD de Euskadi
- Confederacion General del Trabajo.
- International Jewish Antizionist Netwoek (IJAN)
- ELA
- Penedès amb Palestina
- La Recolectiva
- Institut de Drets Humans de Catalunya
Sri Lanka
- Sri Lanka Journalists for Global Justice
Svizzera
- Collectif Action Palestine
- Gesellschaft Schweiz Palästina (Association Swiss Palestine)
- Gerechtikgiet und Frieden in Palästina GFP
- Collectif Urgence Palestine-Vd
- BDS Switzerland
- BDS Zürich
Olanda
- Groningen-Jabalya
- WILPF Netherlands
- Palestina Werkgroep Enschede (NL)
- Black Queer & Trans Resistance NL
- EMCEMO
- CTID
- Breed Platform Palestina Haarlem
- docP - BDS Netherlands
- Stop Wapenhandel
- Transnational Institute
- Palestina Komitee Rotterdam
- Palestine Link
- Christian Peacemaker Teams – Nederland
- Soul Rebel Movement Foundation
- The Rights Forum
- Nederlands Palestina Komitee
Timor-Est
- Comite Esperansa / Committee of Hope
- Organização Popular Juventude Timor (OPJT)
Tunisia
- Tunisian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel (TACBI)
Regno Unito
- Architects and Planners for Justice in Palestine
- Jewish Network for Palestine
- UK-Palestine Mental Health Network
- War on Want
- Palestine Solidarity Campaign UK
- Campaign Against Arms Trade
- Jews for Justice for Palestinians
- ICAHD UK
- Al-MUTTAQIIN
- Scottish Jews Against Zionism
- Cambridge Palestine Solidarity Campaign
- Craigavon Council of Trade Unions
- Sabeel-Kairos UK
- End Deportations Belfast
- NUS-USI
- UNISON Northern Ireland
- Scottish Palestine Solidarity Campaign
- Scottish Palestinian Forum
- San Ghanny Choir
- Scottish Friends of Palestine
Stati Uniti
- Berkeley Women in Black
- USACBI: US Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel
- Labor for Standing rock
- United Methodists for Kairos Response
- Stand With Kashmir
- Grassroots Global Justice Alliance
- Jewish Voice for Peace
- Labor for Palestine
- Jews for Palestinian Right of Return
- Jewish Voice For Peace Central Ohio
- Minnesota Break the Bonds Campaign
Yemen
- Mwatana for Human Rights
Fonte: Al-Haq
Traduzione di BDS Italia
Comunicato di BDS Italia
Le foto ufficiali di martedì 15 settembre alla Casa Bianca non porteranno alla pace o alla giustizia. È un accordo cinico da parte di governanti israeliani, emiratini, bahraini e statunitensi, corrotti e fanatici, che aumenterà la brutale repressione e violazioni dei diritti dei palestinesi.
I dittatori degli Emirati Arabi Uniti e del Bahrain stanno svendendo il popolo palestinese, ignorando i propri cittadini, per i loro interessi guerrafondai e capitalisti. I loro accordi con Trump e Netanyahu non faranno che intensificare il furto di terre, la pulizia etnica e l'assedio di 2 milioni di palestinesi nel ghetto di Gaza da parte dello stato israeliano dell'apartheid.
In cambio ai palestinesi è stato sempre offerto, uno staterello-fantoccio sotto il controllo di Israele in qualche pezzo di Cisgiordania, Gaza resterà isolata, prigione per i suoi 2 milioni di abitanti, il resto dei palestinesi resterà invisibile e disperso. Fine del diritto all'autodeterminazione e dei diritti fondamentali.
Emirati, Bahrain e i paesi che si uniranno a loro, si adeguano alla linea dettata dagli USA, adottata dall’Unione europea e dalla maggior parte dei governi, incluso quello italiano: fare affari e programmi insieme all’intoccabile Israele. I palestinesi, sostenuti dalla maggioranza dei popoli del mondo arabo e dai progressisti in tutto il mondo, continueranno a resistere all'oppressione israeliana e a insistere sul loro diritto alla libertà, alla giustizia e all'uguaglianza.
La risposta del movimento BDS: intensifichiamo la pressione per sanzioni legali immediate e mirate, incluso un embargo militare, per fermare l'annessione (che continua nei fatti), l'occupazione e l'apartheid di Israele.
BDS Italia