LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Il Sud Africa torna a regolare le esportazioni di beni prodotti in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati. Ieri il governo sudafricano ha imposto nuove normative in merito all'etichettatura dei prodotti provenienti dai Territori: "Siamo tutti d'accordo che tali beni debbano indicare con chiarezza da dove provengono, così che i consumatori possano compiere scelte informate. Secondo la nostra legge sulla protezione dei consumatori, questi hanno il diritto di conoscere l'origine dei beni che acquistano", ha detto Sidwell Medupe, portavoce del Dipartimento del Commercio e l'Industria.

Ovvero, nella pratica, le nuove etichette apposte sui prodotti delle colonie non riporteranno "Made in Israel", ma specificheranno l'esatta origine. Alcuni esempi: i beni provenienti da Gaza saranno etichettati come "Made in Gaza-Israel", quelli dalla Cisgiordania come "West Bank-Israel" e quelli da Gerusalemme Est "East Jerusalem-Israel". Un modo per riconoscere i beni prodotti da compagnie e aziende palestinesi, secondo il governo, e per non confonderli con quelli di compagnie israeliane.

Secondo l'esecutivo, i leader della comunità ebraica sudafricana sono d'accordo con l'iniziativa appena presa, dopo aver mosso riserve in passato, definendo il piano "discriminatorio e divisivo". Lo scorso anno il ministro sudafricano Rob Davies aveva emesso una dichiarazione ufficiale con cui avvertiva i commercianti "di non etichettare erroneamente i prodotti provenienti dagli TPO come prodotti israeliani", sottolineando però che non si trattava di un boicottaggio economico né del primo passo verso il divieto all'ingresso di prodotti israeliani in Sud Africa.

Non si tratterebbe del primo caso. Il mese scorso il governo olandese ha emesso una direttiva che prevede di indicare l'esatta origine dei prodotti provenienti da Israele e Palestina, mentre a settembre era stata l'Unione Europea a avviare una discussione sulla possibilità di bandire i beni prodotti nelle colonie israeliane. Normativa mai adottata, a cui al contrario è seguito un rafforzamento dei rapporti commerciali israeliani con i Paesi membri della UE.

Fonte: Nena News