Richard Falk, Osservatore Speciale dell’ONU per la Situazione dei Diritti Umani nei Territori Palestinesi Occupati, ha descritto nel suo report all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite come il governo belga sia responsabile del finanziamento di colonie illegal in Cisgiordania tramite la banca Dexia.
Per il secondo anno consecutive, Richard Falk ha esaminato le politiche di Dexia Bank nei Territori Palestinesi Occupati attraverso la sua sussidiaria Dexia Israel. Nel suo report sottoposto all’Assemblea dell’ONU, le critiche verso il governo belga sono state particolarmente dure. Il governo del Belgio è l’azionista di maggioranza di Dexia Bank con il 50,02% del pacchetto azionario; Dexia Bank che a sua volta è proprietaria per il 66% di Dexia Israel. Falk ha spiegato molto chiaramente nel suo report che tutto ciò può comportare a serie conseguenze.
Richard Falk vede almeno cinque elementi che mettono il governo belga in una difficile posizione:
1. Poichè il Belgio ha sottoscritto le Convenzioni di Ginevra, e Dexia Israel viola l’Articolo 49 (p 6) di queste convenzioni, il Belgio viene a mancare nel suo dovere di impegnarsi nel rafforzare questi accordi (p.15 del report)
2. L’Osservatore Speciale afferma che Dexia Israel viola i diritti umani. Poiché il governo belga è l’azionista di maggioranza, il Belgio deve prendere tutti i possibili provvedimenti per prevenire queste attività e/o sanzionare Dexia Israel (p. 15-16)
3. Richard Falk ha anche criticato Dexia perchè si è ritirata da Global Compact, strumento di auto-regolamentazione delle Nazioni Unite di cui Dexia era membro. Tutto ciò è alquanto sorprendente, in quanto il ritiro di Dexia Bank è avvenuto ad Aprile 2013, dopo che il governo belga divenne azionista di maggioranza (p. 16)
4. Secondo Falk, si potrebbe applicare il Codice Penale Internazionale. Il Belgio è uno dei firmatari dello Statuto di Roma. Ne consegue che i cittadini belgi rientrano nella giurisdizione delle Corte Penale Internazionale, che potrebbe indagare se lo staff di Dexia Bank sia coinvolto in crimini di guerra. (p. 16-17)
5. Lo Stato del Belgio può essere ritenuto responsabile per I Danni causati dalla sua banca. Questo potrebbe portare al pagamento di danni e risarcimenti. (p. 17)
Infine, nella sua conclusione, Falk critica il governo belga e chiede alle ONG e alle organizzazioni dei diritti umani belghe di continuare a portare pressione al governo affinchè termini il suo coinvolgimento nella colonizzazione illegale dei Territori Palestinesi Occupati.
Il report completo di Richard Falk, Osservatore Speciale dell’ONU.
Lo stesso giorno, Richard Falk ha salutato la decisione della multinazionale olandese Royal HaskoningDHV di terminare il suo contratto con la municipalità di Gerusalemme per la costruzione dell’ impianto di trattamento di acque nere di Kidron, designato per servire esclusivamente le colonie illegali israeliane a Gerusalemme Est. [1]
“L’impianto di trattamento fognario sarebbe servito a rafforzare ulteriormente l’annessione israeliana di Gerusalemme Est, azione considerate universalmente come violazione della legge internazionale e delle risoluzioni ONU” ha affermato Falk, incaricato dal Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU per monitorare e documentare la situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati del 1967.
E ha anche sottolineato come “sia incoraggiante che le corporazioni internazionali stiano prendendo sul serio le responsabilità sociali e soppesando le conseguenze legali, i costi finanziari e i rischi che la propria reputazione corre nell’essere coinvolti nel mantenimento e nell’espansione delle colonie israeliane illegali nella Palestina occupata.”
Nella sua dichiarazione ufficiale, Royal HaskoningDHV, la più grande compagnia ingegneristica olandese, ha spiegato che “durante la fase di progettazione e dopo alcune dovute consultazioni coi vari stakeholders, la compagnia è arrivata a capire che il future coinvolgimento nel progetto poteva essere una violazione della legge internazionale.” L’Osservatore Speciale Falk ha elogiato la decisione come un riconoscimento delle politiche di pressione portate avanti da esperti legali e da attivisti dei diritti umani nei confronti delle corporazioni.
“La decisione dell’azienda olandese è parte del crescente trend contro il rifiuto israeliano di voler rispettare la legge internazionale e le decisioni della Quarta Convenzione di Ginevra riguardanti l’occupazione militare” ha aggiunto Falk.
[1] http://www.bdsitalia.org/index.php/ultime-notizie-sulbds/816-impresa-olandesa-ritira-progetto-acque-fognarie
Fonte: occupiedpalestine.wordpress.com
Traduzione: BDS Italia