LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

La Coalizione We Divest si unisce ai lavoratori, agli ambientalisti e alle organizzazioni che lottano per mettere le corporazioni davanti alle proprie responsabilità nel congratularsi con il gigante dei fondi pensioni TIAA-CREF per aver rimosso il pacchetto azionario di Veolia Environment Sa (VIE:EN Paris) dal suo paniere Social Choice Funds. A Luglio 2013, il sito web di TIAA-CREF mostrava un investimento del suo Social Choice Funds di oltre 1,2 milioni di $ in azioni Veolia. Oggi ne mostra zero. TIAA-CREF detiene ancora però azioni Veolia nei suoi fondi normali.

Lincoln Pain, professionista di pianificazioni finanziarie garantite specializzatosi per più di 27 anni nel campo degli investimenti socialmente responsabili, ha affermato: “Alcuni di noi della comunità degli investimenti socialmente responsabili si stanno ponendo questa domanda: ha senso possedere azioni di una corporazione che viola il diritto internazionale in Palestina e che commette così tanti abusi ambientali?”

L’accordo fa parte della proposta presentata per permettere ad Israele di partecipare al programma Horizon 2020; il riconoscimento non significa pregiudicare i confini permanenti, da determinare nel corso dei negoziati.

Israele ha fornito all'Unione europea una proposta finale per la formulazione del contratto che disciplina la cooperazione scientifica israeliana e la partecipazione al programma Horizon 2020. La partecipazione di Israele al programma di ricerca dell'Unione europea per il periodo 2014-2020, noto come Horizon 2020, è diventata controversa a causa delle nuove sanzioni europee contro gli insediamenti ebraici al di là della Linea Verde. Nella nuova formulazione consegnata agli alti funzionari europei a Bruxelles, Israele ha accettato per la prima volta di riconoscere la politica dell'UE di non consentire il trasferimento dei finanziamenti comunitari ad enti ubicati negli insediamenti e di accettarla.

A Luglio, l’Unione Europea ha proposto un divieto di assistenza finanziaria alle organizzazioni israeliane in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza - divieto che il Segretario di Stato John Kerry ha invitato a posticipare. Lo scorso mese, l’Autorità Palestinese ha chiesto a 50 paesi di tutto il mondo l’applicazione di pressioni economiche alle compagnie che hanno attività nelle colonie israeliane.

Anonymous ha risposto.

di Alex Kane

L'acquisto di prodotti come macchinari Sodastream potenzia il dominio di Israele sui palestinesi. 

Quando arriva l’ora del pagamento annuale delle tasse, ogni cittadino americano dà a Israele 21,59 dollari di aiuti militari, secondo la U.S. Campaign to End the Occupation (Campagna degli USA per la fine dell'occupazione). Ma non è l'unico modo in cui i cittadini americani contribuiscono al sistema militare israeliano, che da 46 anni occupa la terra palestinese, e al progetto di insediamento in Cisgiordania che accompagna l'occupazione. 

I consumatori non lo sanno, ma l'acquisto di prodotti come Sabra hummus e Sodastream (macchine per produrre acqua gasata, ndt ) potenzia l’occupazione militare di Israele in Palestina. Alcune aziende hanno stabilimenti situati in una delle 125 colonie ufficialmente note nella Palestina occupata, le quali in base al diritto internazionale sono illegali. 

Altre aziende contribuiscono al mantenimento dell'occupazione attraverso la cooperazione con le Forze di Difesa Israeliane (IDF), il cui obiettivo principale è quello di proteggere gli insediamenti illegali e di esercitare il dominio sulle vite di milioni di palestinesi. L'acquisto di questi prodotti dà profitti alle aziende che sfruttano le terre e le risorse palestinesi. 

Insieme a Grecia e Usa, l'esercitazione più grande mai svoltasi in Israele. Si chiama Blue Flag

di Manlio Dinucci

I cacciabombardieri italiani Tornado, Eurofighter 2000, F-16 Falcon e altri, che nel 2011 bombardarono la Libia partecipando a 1182 missioni nell'operazione Nato «Unified Protector», sono di nuovo pronti al decollo. Non per una nuova guerra alla Libia, ormai disintegrata e nel caos (anche il terminale del gasdotto per l'Italia è sotto attacco), ma per preparare altre guerre. Parteciperanno in novembre alla più grande esercitazione di guerra aerea mai svoltasi in Israele.

di Antony Loewenstein

Il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), una crescente iniziativa palestinese che va ad attaccare le relazioni istituzionali con le colonie illegali israeliane, ha guadagnato molta popolarità. In Australia, il movimento è cresciuto lentamente, dato che Israele continua a sottrarsi alla legislazione internazionale, ed ora sta affrontando una delle sue più grandi sfide agli occhi dell’opinione pubblica.

Shurat HaDin – Centro Legale di Israele (ILC) è un’organizzazione israeliana che si proclama essere un’associazione civile per “combattere a favore dei diritti delle centinaia di persone vittime del terrorismo”. In questi giorni ha portato Jake Lynch [in foto], direttore del Centro per la Pace e per gli Studi dei Conflitti (CPACS), davanti la Corte Federale australiana. Secondo ILC, Lynch avrebbe infranto il decreto contro la discriminazione razziale del 1975 rifiutandosi di sponsorizzare la candidatura del suo collega israeliano Dan Avnon. Lynch e il CPACS aderiscono al movimento BDS, e poichè Avnon lavora alla Hebrew University of Jerusalem - un centro culturale chiave preso di mira dal BDS [1] per via della sua cosiddetta complicità con le colonie illegali – Lynch aveva declinato di essere nominato come suo referente.

Il capo di stato maggiore dell'aeronautica Preziosa a Tel Aviv in vista delle esercitazioni Bandiera Blu. Intanto l'aviazione israeliana accresce le capacità di attacco

di Stephanie Westbrook

Un nuovo piano dell'aeronautica israeliana mira ad aumentare di 10 volte il numero di obiettivi che è in grado di rilevare e distruggere. È quanto ha dichiarato il capo delle Operazioni Aeree della Israel Air Force (IAF), Brigadier Generale Amikam Norkin, in un intervista esclusiva con Defense News. Il nuovo piano, Expanding Attack Capacity (EAC), punta ad un uso "massiccio, persistente e punitivo" della cosiddetta "forza aerea di precisione" per ridurre la durata delle guerre future e evitare l'uso di forze di terra, considerato costoso e dannoso in termini diplomatici. 

Il Consigliere per la sicurezza nazionale uscente, Yaakov Amidror, ha detto domenica che se i colloqui di pace di Israele con i palestinesi si dovessero bloccare, la pressione internazionale su Israele potrebbe aumentare, il ché potrebbe comportare boicottaggi più severi.

"È chiaro a tutti che gestire la pressione internazionale dipende dai progressi dei negoziati, e se i colloqui fallissero, si darà a tutti coloro che sono interessati a boicottarci tutte le ragioni per farlo", ha detto Amidror, notando in particolare i divieti europei, che crede possano aggravarsi.

Inoltre, ha aggiunto, se gli Stati Uniti dovessero perdere la loro influenza nel Medio Oriente, così sarà anche per Israele, sottolineando che "tutti quelli che vogliono che Obama perda potere devono tener conto di ciò. Anche Israele perderebbe il suo potere e le due cose sono collegate".

L’Università di Bergen in Norvegia ha deciso di non assegnare un contratto per la sicurezza alla società G4S a causa di "danni alla reputazione" che risulterebbero dai rapporti con una impresa coinvolta nella violazione dei diritti umani contro il popolo palestinese e in altre parti del mondo.

Il giornale Klassekampen riporta la notizia che sebbene la G4S abbia presentato l'offerta più bassa in gara, l'Università di Bergen ha aggiunto altri 2,5 milioni di corone norvegesi (Euro 310.000), cifra stimata dei costi per tener conto dei potenziali danni alla sua reputazione.

Ingvild Skogvold ha tradotto degli estratti pertinenti dell’articolo:

"Abbiamo un chiaro insieme di valori fondamentali. Entrare in rapporti con le società che non hanno lo stesso quadro etico risulterebbe dannoso per l’immagine della nostra istituzione. Questo è specificamente legato alla copertura mediatica delle attività della G4S in Cisgiordania", ha detto Dag Rune Olsen, rettore dell'Università di Bergen.

“Gli Accordi di Oslo si sono rivelati uno strumento capace di annientare il movimento nazionale di resistenza palestinese, e di assicurare a Israele il controllo della vita quotidiana della popolazione occupata senza dover rispondere di alcuna responsabilità.” Incontro nel villaggio di Bil’in con Michel Warschawsky, storico attivista israeliano, direttore dell’Alternative Information Center.

di Stefano Nanni da Bil’in, Territori Palestinesi occupati

Michel Warschawsky non è un attivista qualunque. Nato nel 1949 da una famiglia ebrea ortodossa di origine francese, arrivò in Israele per la prima volta nel 1965 per studiare nella yeshiva (scuola dedicata agli studi del Talmud e della Torah) Mercaz Harav.

Due anni più tardi la guerra del 1967 segnerà l’inizio dell’Occupazione israeliana in Palestina: per Warschawsky è questo un momento di svolta sia individuale che politica, e che lo porterà ad essere uno degli attivisti anti-sionisti più importanti nel panorama israeliano. 

La sua lunga carriera politica – ripercorsa recentemente in un’intervista realizzata da Haaretz – è strettamente legata al mondo del pacifismo e della sinistra israeliana. Come testimoniato dalla partecipazione all’Organizzazione Socialista Israeliana Maptzen (“Compasso”), nata nel 1962 da dissidenti del Partito Comunista Israeliano e attiva fino alla fine degli anni ’80, che proponeva un’analisi e un’opposizione radicali al sionismo; dalla fondazione di Yesh Gvul (“C’è un limite”), movimento di soldati riservisti che nel 1982 si rifiutarono di servire nell’esercito nel corso della guerra contro il Libano; e infine dalla creazione nel 1984 dell’Alternative Information Center, Ong israelo-palestinese di è cui direttore, che rappresenta ancora oggi una fondamentale risorsa di informazione alternativa.