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Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Notizie BDS

Notizie internazionali del movimento globale BDS.

Di seguito, riportiamo il testo dell’interrogazione parlamentare fatta il 25 Novembre 2013 dall’On. Arturo Scotto sul prossimo vertice bilaterale Italia-Israele che avrà luogo a Roma il 2 Dicembre 2013.

Atto Camera
Interrogazione a risposta in commissione 5-01551

Presentata da SCOTTO Arturo

Testo di: Lunedì 25 novembre 2013, seduta n. 124

di Andrew Rettman

BRUXELLES – Le scarse pubbliche relazioni israeliane hanno visto l'UE applicare le nuove norme sui fondi alla ricerca, ma gli stati membri dell'UE hanno compensato Israele con un regalo alle Nazioni Unite.

In base all'accordo sui finanziamenti, l'UE e Israele stanno per firmare un memorandum d'intesa sulla partecipazione di Israele al programma di ricerca dell'UE "Horizon 2020". Le sovvenzioni verranno regolate dalle nuove linee guida dell’UE, secondo le quali imprese e istituzioni israeliane non possono spendere un centesimo di soldi dell'UE su attività nei Territori palestinesi occupati.

Funzionari che conoscono il testo del memorandum hanno detto all’EUobserver che includerà un'allegato in cui Israele afferma di non riconoscere le linee guida. Ma hanno descritto l'allegato come "futile ... una foglia di fico".

di Nino Lisi

Ma chi crede d’essere l’esimio signor Naor Gilon? E qual è l’idea che ha del rapporto tra gli Stati, ancorché – malauguratamente, nel caso di specie – alleati, e quale la sua concezione della democrazia?

Sono interrogativi che sorgono per il fatto che il signor Gilon si è creduto in diritto, da ambasciatore in Italia dello Stato di Israele, di inviare in data 4 aprile di questo anno una lettera ufficiale, su carta intestata dell’ambasciata, al sindaco di un Comune della Repubblica Italiana stigmatizzando che un membro della Giunta Comunale “per mezzo del suo sito internet e del suo profilo Youtube ha diffuso notizie e caricato video che riprendono le azioni di boicottaggio dei prodotti israeliani” e attivisti che descrivono Israele “come uno Stato che promuove l’apartheid”.

Sembra dunque che il signor Gilon ritenga che l’alleanza con Israele implichi un rapporto di subordinazione dell’Italia, poiché dà per pacifico che il nostro paese dovrebbe consentire che l’ambasciatore di uno Stato straniero richiami all’ordine il primo cittadino di un proprio Comune. Appare inoltre evidente che il medesimo signor Gilon ignora che se uno Stato ha delle doglianze nei confronti di un altro Stato può solo esporle attraverso gli appropriati canali diplomatici e con precise modalità.

di Michele Giorgio

Gerusalemme, 27 novembre 2013, Nena News - L'Unione Europea e Israele hanno raggiunto un compromesso che consente loro di firmare l'accordo di cooperazione scientifica noto come Horizon 2020. Lo scrive il quotidiano Haaretz che ritiene "superata" l'impasse nei negoziati tra le due parti legata alle "Linee Guida" dell'Ue, comunicate nei mesi scorsi, che vietano investimenti nelle colonie israeliane nei Territori palestinesi e siriani occupati. Israele investirà 500 milioni di Euro e riceverà da Horizon 2020 nei prossimi anni 1,4 miliardi di Euro.

Gli attivisti in solidarietà con la Palestina in Francia stanno celebrando questa settimana una vittoria alla più alta Corte d’Appello Penale del paese, che conferma il precedente proscioglimento di un attivista in un caso legale derivante da una protesta in cui si chiedeva il boicottaggio delle merci israeliane.

La sentenza sferra un duro colpo agli sforzi – supportati dal governo – di usare la repressione legale per mettere fuorilegge le campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) in Francia.

La vittoria alla Corta francese è arrivata proprio nel momento in cui il Partito di Sinistra di Francia è diventato il primo partito politico del paese a sostenere ufficialmente il BDS.

di Marco Santopadre

E’ con questa parola d’ordine che in tutta Italia movimenti e comitati di solidarietà con il popolo palestinese si stanno mobilitando da settimane per contestare un vertice tra il governo italiano e quello israeliano fissato finora a Torino il prossimo 2 dicembre ma che ora sembra che verrà spostato (forse a Roma?).

Un vertice all’insegna della cooperazione militare, ha sottolineato ieri pomeriggio la giornalista Stefania Limiti aprendo un seminario organizzato da varie realtà romane all’interno del Cinema Occupato Volturno, a due passi dalla Stazione Termini. “L’Italia è protagonista della cooperazione con Israele, e dal punto di vista del mercato di armi è al secondo posto solo dopo gli Stati Uniti con 500 milioni di euro di scambi nel settore bellico solo nel 2012” ha ricordato l’animatrice del Comitato per non dimenticare Sabra e Chatila, denunciando che ciò avviene in un contesto in cui Israele continua ad essere attiva nella destabilizzazione e nella balcanizzazione del Vicino Oriente. Il che non impedisce alla Nato di proseguire un processo di integrazione di Israele che vede nelle esercitazioni congiunte nel Negev israeliano un momento saliente. Le ragioni per dire ‘no’ all’amicizia e alla cooperazione tra Italia e Israele sono infinite, sottolinea Limiti, sottolineando in particolare due aspetti: la natura colonialista di uno stato che persegue la guerra e la pulizia etnica nei confronti dei palestinesi e la natura aggressiva ed egemonica della nuova destra sionista che ormai governa Israele da una decina d’anni e che ha visto l’ascesa della famiglia Netanyahu sostenitrice del progetto della Grande Israele. Conseguenza del fallimento degli accordi di Oslo, ha avvertito Limiti, è che in questi venti anni Israele ha perseguito una continua colonizzazione con l’obiettivo di rendere impossibile la costituzione di uno Stato Palestinese indipendente, facendo mancare – come hanno denunciato anche le Nazioni Uniti – la continuità territoriale e le risorse minime necessarie. “Non vogliamo che l’Italia faccia parte dei Cani del Sinai” ha affermato Stefania Limiti, utilizzando una formula utilizzata nel 1967 dall’intellettuale livornese Franco Fortini in riferimento ai sostenitori di Israele. La giornalista ha concluso il suo intervento con l’invito a non dividersi nel sostegno a una o all’altra fazione palestinese ma a concentrarsi sulla solidarietà nei confronti del popolo palestinese e dei suoi interessi generali, prendendo a punto di riferimento coloro continuano a perseguire la resistenza.

Francois Hollande, mentre era in visita in Israele, ha dichiarato agli esponenti politici israeliani più autorevoli di: "non avete mai rinunciato alla democrazia, al pluralismo, ai diritti."

Riteniamo quindi necessario ricordare in questa sede come lo Stato di Israele violi costantemente il diritto internazionale. I 1.5 milioni di abitanti della striscia di Gaza vivono tuttora in una prigione a cielo aperto a causa del blocco illegale imposto da Israele. Israele detiene ancora migliaia di prigionieri politici palestinesi, e non sarà la recente liberazione di 26 di essi che cambierà la situazione, visto che solo un paio di giorni più tardi altri quattro palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano. Il piano Prawer per giudaizzare il Negev continua a prevedere la delocalizzazione di quasi 70.000 cittadini beduini palestinesi di cittadinanza israeliana in città-riserve. La colonizzazione della Cisgiordania procede senza sosta: anche quando il segretario di Stato americano, John Kerry – anche lui visibilmente in imbarazzo per l’operato del governo israeliano - era in visita nel paese, le autorità hanno annunciato nuove autorizzazioni per la costruzione di 5000 alloggi a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. Infine, il Governo israeliano non ha alcuna intenzione di rispettare i confini di un ipotetico Stato palestinese, in quanto ha indicato la sua ferma volontà di mantenere una presenza militare nella Valle del Giordano e di proseguire con il progetto di costruzione di una "barriera di sicurezza" tra la Cisgiordania e la Giordania, dal momento che quella già esistente tra Israele e il Sinai egiziano sarebbe terminata.

di Michael Deas

Due importanti università della Gran Bretagna hanno deciso di non assegnare alla G4S contratti per il controllo dei servizi di sicurezza dei loro campus a seguito di campagne organizzate dagli studenti che hanno criticato l'azienda. La G4S ha un ruolo importante nella fornitura di servizi di sicurezza e dispositivi per carceri, insediamenti e posti di blocco israeliani.

La G4S era tra i primi probabili vincitori di importanti contratti con il King’s College di Londra (KCL) e all'Università di Southampton, avendo già fornito servizi a entrambi gli atenei.

Ma la scorsa settimana le due università hanno annunciato di aver scelto altre società per la gestione della sicurezza dei loro campus.

Azione Palestina di King’s College di Londra, il gruppo studentesco di solidarietà con la Palestina, che ha avviato la campagna universitaria contro la G4S, ha detto in un comunicato che la decisione dell’università era merito di uno "sforzo continuo di resistenza e del sostegno da parte degli studenti e dello staff del KCL".

Silvan Shalom è ministro per lo Sviluppo regionale, ministro per lo Sviluppo del Negev e della Galilea e ministro dell’Energia e dell’Acqua: si trova nel deserto per una riunione di gabinetto che si svolge vicino alla tomba di Ben Gurion nel giorno del suo anniversario. Il Consiglio dei ministri, in Israele, si tiene la domenica, ma Shalom trova un po’ di tempo per un’intervista ed è ansioso di parlare del gas che potrebbe cambiare l’economia e la situazione politica israeliana. 

Che cosa avete trovato?  

«Abbiamo trovato il giacimento di gas naturale chiamato “Leviatano” e questo ci permetterà di esportarne circa il 50%, cominciando da Cipro, Grecia e Italia. In un recente viaggio in Italia il primo ministro Enrico Letta e altri ministri mi hanno detto che vorrebbero ospitare il porto per il gas israeliano previsto in Europa. Dobbiamo valutare se questo sarà trasportato attraverso un gasdotto o se dovremo renderlo liquido e quindi spedirlo via nave. Ci sono diverse opzioni. Per esempio vorremmo costruire un collettore sottomarino con Cipro e Grecia». 

Dopo essere stati contattati dall’organizzazione in solidarietà e per i diritti umani dei palestinesi BDS Sud Africa, il rinomato “Trauma Centre”  di Cape Town ha tagliato i suoi legami e rescisso il contratto con la controversa compagnia di sicurezza G4S. James Taylor, presidente del Trauma Centre, ha spiegato la decisione dell’organizzazione in un comunicato ufficiale postato su internet:

“Il Trauma Centre è impegnato nella creazione di una società scevra da violenze e torture e nell’educazione dei diritti umani… perciò apprendiamo con grande preoccupazione le gravi accuse di complicità nell’illegale incarcerazione e torture dei palestinesi in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati mosse contro la compagnia di sicurezza G4S…tali azioni violerebbero i principi fondamentali che costituiscono la base della nostra esistenza come organizzazione per i diritti umani. Per queste gravi preoccupazione, che violano i nostri valori fondamentali, il Consiglio del Trauma Centre ha deciso di terminare i rapporti dell’organizzazione con G4S.”