L’imminente esibizione del teatro nazionale nella colonia di Kiryat Arba dimostra che il boicottaggio contro l’attività israeliana in Cisgiordania da solo non potrà mai destabilizzare l’occupazione.‭

di Michel Warschawski

Quante volte siamo stati attaccati come sostenitori del movimento di Boicottaggio,‭ ‬Disinvestimento e Sanzioni‭ (‬BDS‭) ‬per aver sostenuto il boicottaggio accademico e culturale di Israele‭? ‬Decine di volte,‭ ‬anche dai cosiddetti attivisti di sinistra.‭

‬La cultura è neutra,‭ ‬dicono i cinici sia da destra che sinistra.‭ ‬La cultura non è‭ (‬e non deve essere‭) ‬legata al conflitto coloniale in Palestina.‭ ‬La cultura è,‭ ‬infatti,‭ ‬la Svizzera del conflitto‭!
E,‭ ‬comunque,‭ ‬accademici e produttori culturali sono dalla‭ “‬nostra‭” ‬parte.‭ ‬Non meritano di essere puniti.‭

‬A questo punto è importante ricordare che il BDS non prende di mira individui o opere specifiche,‭ ‬ma piuttosto istituzioni ed eventi.

‬La recente decisione dell’Habima Theater di esibirsi negli insediamenti di Kiryat Arba dimostra come questa presa di posizione culturale sia insostenibile.‭ ‬Il nome stesso dell’Habima Theater è la prova dell’inutilità della cosiddetta rinuncia della cultura alla politica.‭ ‬Una decisione governativa presa nel‭ ‬1958‭ ‬ha modificato il nome di questa vecchia e nobile istituzione in‭ “‬Habima National Theater‭”‬.‭ ‬E‭’ ‬quindi impossibile separare il teatro dal suo ruolo nazionale.

‭Oggi Habima è il fiore all’occhiello delle istituzioni culturali israeliane.‭ ‬Situato a Tel Aviv,‭ ‬si rivolge a un pubblico nazionale e internazionale.‭ ‬Proprio come tutte le altre principali istituzioni culturali israeliane,‭ ‬riconosce che parte della sua missione è quella di rappresentare lo stato di Israele nel mondo e promuovere un’immagine positiva di esso‭ ‬-‭ ‬anche se solo per garantirsi un continuo finanziamento.‭

La storia di cui ci occupiamo oggi è invece incentrata sul prossimo spettacolo dell’Habima Theater nella colonia israeliana di Kiryat Arba in Cisgiordania,‭ ‬nel distretto di Hebron.‭ ‬L’Habima si è assunto la responsabilità politica della sua decisione.‭ ‬Vale la pena citare la dichiarazione della compagnia sulla questione:‭ “‬La gestione del teatro rifiuta con disgusto qualsiasi appello ad escludere cittadini ed ad escludere città e condanna ogni tentativo di boicottaggio culturale in qualsiasi luogo in cui vivano cittadini israeliani.‭”
“Siamo interessati a continuare a fornire un elevato livello culturale ai cittadini israeliani‭”‬,‭ ‬aggiunge.‭

‬Tutti i‭ “‬cittadini israeliani,‭” ‬tutte‭ “‬le comunità israeliane‭”‬:‭ ‬qui l’Habima,‭ ‬insieme a molti altri operatori culturali israeliani consapevoli portatori di cultura e illuminismo vogliono semplicemente cancellare la Green Line che separa oggi Israele dai Territori Occupati.‭

‬Ancora un altro presunto progressista,‭ ‬il giornalista Ali Karp,‭ ‬ha scritto sul quotidiano israeliano Haaretz:‭

‬”Il teatro nazionale di Israele deve esibirsi in Kiryat Arba‭ ‬…‭ ‬La voce della sinistra,‭ ‬la voce dell’umanesimo e l’opposizione all’occupazione‭ ‬…‭ ‬deve essere ascoltata soprattutto dalle persone che vivono negli insediamenti‭ ‬…‭ ‬In altre parole,‭ ‬dobbiamo convincere chi si è perduto.‭”

Volendo stare alla logica di Karp,‭ ‬sarebbe la mancanza di cultura a spiegare la violenza coloniale dei residenti di Kiryat Arba.‭ ‬Un po‭’ ‬di Molière,‭ ‬di Shakespeare o di Hanoch Levin e i coloni diventeranno pacifisti con colombe di carta al posto delle pistole.‭

Per quanto mi sforzi di capire Karp ed i suoi amici della sinistra sionista,‭ ‬non riesco a vedere come,‭ ‬con lo spettacolo a Kiryat Arba,‭ ‬gli attori del Teatro convinceranno i cosiddetti‭ “‬lost ones‭” (‬quelli che si sono persi‭) ‬del fatto che vivono dove non dovrebbero vivere.‭ ‬Al contrario,‭ ‬il teatro nazionale di Israele portando a Kiryat Arba i suoi spettacoli supporta il progetto di normalizzazione dei coloni che,‭ ‬con il tempo,‭ ‬si convinceranno che non ci sarà alcuna differenza tra l’insediamento di Kiryat Arba e la città di Kiryat Ata a Haifa.‭

In ogni caso,‭ ‬il semplice fatto che persone istruite come Karp o il direttore dell’Habima Theater ignorino la Green Line dovrebbe porre fine al dibattito tra un boicottaggio della occupazione o un boicottaggio di Israele.‭ ‬Qui si tratta infatti di boicottare Israele e le sue istituzioni‭ ‬-‭ ‬non solo gli insediamenti e i loro prodotti.‭ ‬Questo è l’unico modo da sempre per‭ “‬convincere quelli che si sono perduti‭” ‬e che costituiscono la stragrande maggioranza dei cittadini israeliani.‭

Fonte:‭ ‬Alternative Information Center

Traduzione di ‬Invictapalestina.org‭