di Adri Nieuwhof
Una recente ricerca rivela che ben uno su sette investitori istituzionali olandesi hanno escluso le aziende coinvolte nell'occupazione israeliana della Palestina nel corso degli ultimi cinque anni .
"Questa è un’indicazione che misure del genere non sono infrequenti", spiega il nuovo rapporto. "Molti di questi investitori istituzionali non hanno reso pubblica questa decisione".
Il rapporto sottolinea che molti tra quelli che hanno risposto all’indagine temono "di essere denunciati dalle ONG, partecipanti o clienti se si espongono pubblicamente”.
Ciò suggerisce che l'ondata di notizie recenti sul disinvestimento europeo dalle aziende israeliane e da quelle legate all’occupazione potrebbe essere solo la punta dell'iceberg.
Redatto dall’Associazione olandese degli investitori per lo sviluppo sostenibile (VBDO), il rapporto rivela come alcuni investitori hanno escluso le aziende per il loro ruolo nella occupazione israeliana della Palestina.
Molti investitori vedono tali esclusioni come decisioni politiche .Ma la Guida dei Principi delle Nazioni Unite per le imprese e diritti umani - nota anche come Quadro Ruggie - prevede espressamente che, in situazioni di conflitto armato, le imprese devono rispettare le norme del diritto internazionale umanitario, tra cui le Convenzioni di Ginevra. Inoltre, l'Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE) ha integrato il Quadro Ruggie nelle sue linee guida per le imprese multinazionali.
I ricercatori hanno inviato un questionario a 50 fondi pensione, 30 compagnie di assicurazione e 10 banche olandesi. A tutti è stato garantito l'anonimato ai fini della relazione. Ventinove sono le istituzioni che hanno risposto.
Ho parlato con il direttore del VBDO Giuseppe van der Helm del nuovo rapporto. Egli definisce le organizzazioni non governative (ONG) "la coscienza della società" sostenendo che hanno un ruolo importante da svolgere nelle questioni etiche di disinvestimento.
La paura di esporsi e essere screditati
Secondo il rapporto, molti investitori istituzionali hanno familiarità con gli aspetti giuridici e morali degli investimenti e dei rischi e delle responsabilità associati a tali investimenti che possono comportare il coinvolgimento nelle violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani.
Le risposte anonime al sondaggio mostrano che una percentuale significativa di investitori istituzionali hanno partecipazioni nelle dodici aziende messe in evidenza dal VBDO per il loro ruolo nelle violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani nella Palestina occupata.
Le dodici compagnie sono : G4S , Caterpillar , Veolia , Heidelberg Cement , Motorola , Hewlett Packard, Dexia , Sodastream , Volvo , le banche israeliane , Elbit e Africa Israele .
Il loro coinvolgimento nell’occupazione varia: ad esempio, la fornitura di attrezzature di sicurezza, l’avere filiali o stabilimenti di produzione negli insediamenti o il furto di risorse naturali.
Gli investitori istituzionali spesso trovano difficile definire la loro posizione. Le parti interessate spesso sono consapevoli di decidere un investimento sulla base di criteri non finanziari, come quello di "prendere una posizione politica."
Gli intervistati affermano anche che gli investimenti legati alla Palestina occupata "sono stati resi progressivamente più pubblici." Solo pochi investitori istituzionali seguono una politica specifica su questo tema. Ho chiesto a Van der Helm di specificare il timore degli investitori di esporsi ed essere screditati.
Dice che se gli investitori decidono di escludere una società per il suo ruolo nella occupazione della Palestina "questo può diventare il bersaglio della lobby pro-Israele che chiede che essi proseguano tali investimenti." Al tempo stesso, "gli investitori rischiano di danneggiare la loro reputazione assumendosi la responsabilità di non seguire le linee guida dell’OCSE in relazione agli investimenti nella Palestina occupata. Essi possono essere presi di mira da campagne pubbliche".
Van der Helm pensa che questo potrebbe spiegare perché le aziende sono riluttanti a prendere una decisione sul disinvestimento o l'esclusione di una società. Ma "è una questione complicata, perché il 70/80 per cento del valore di una società non è tangibile e comprende la reputazione, la benevolenza e il marchio."
Assumersi la responsabilità
Van der Helm sottolinea l'importanza del fatto che banche, compagnie di assicurazione e fondi pensione si assumano la loro responsabilità. "Infatti, gli investimenti legati alla Palestina occupata sono politicizzati e sensibili" dice. “Ma le linee guida dell'OCSE e i principi delle Nazioni Unite per gli investimenti responsabili sono molto chiari".
La relazione contiene un capitolo sul diritto internazionale e sui territori palestinesi occupati, che chiarisce le responsabilità delle imprese e degli investitori.
Il Quadro Ruggie, che fa parte delle linee guida OCSE, stabilisce che gli investimenti con gravi effetti negativi sui diritti umani prescrivono all'investitore di "cercare di usare la propria influenza per porre fine alle violazioni o di ritirarsi dal finanziamento se ciò si rivelasse impossibile." La responsabilità non è legata al volume delle azioni nella "società che partecipa alle violazioni dei diritti umani."
Secondo il rapporto, tutti gli azionisti hanno una responsabilità.
IL VBDO caldeggia che gli investitori olandesi prendano sul serio queste responsabilità, dice Van der Helm. Inoltre, "il mancato rispetto delle linee guida dell'OCSE da parte degli investitori o imprese con sede in uno dei paesi firmatari può portare a sollevare il caso davanti a un punto di contatto nazionale dell'OCSE. Questo avrà un impatto negativo sulla reputazione di un'azienda", dice Van der Helm, che consiglia agli investitori "di discutere il loro dilemma con le parti interessate che aiuteranno a prendere una decisione".
Ruolo importante delle ONG
Il movimento per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni è una rete internazionale di organizzazioni non governative, movimenti sociali, sindacati e cittadini interessati.
Van der Helm conferma che le ONG hanno un ruolo importante da svolgere nel promuovere investimenti sostenibili. Egli considera le ONG come i "portatori della coscienza della società che hanno molte competenze." Il suo consiglio alle ONG che chiedono il disinvestimento dalle aziende coinvolte nell'occupazione della Palestina è quello di "fornire agli investitori informazioni fattuali, di esprimere il loro sostegno con fiducia e dire le cose come stanno."
Il VBDO organizzerà una tavola rotonda con gli investitori e le ONG per dare un seguito alla relazione.
Fonte: Electronic Intifada
Traduzione di BDS Italia