LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

Comunicati

Comunicati di BDS Italia, del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC) e della Campagna palestinese per il boicottaggio accademic e culturale di Israele (PACBI)

Il 26 ottobre, Israele ha arrestato Salah Khawaja, noto difensore dei diritti umani palestinese, irrompendo nel suo appartamento a Ramallah alle 2 di notte. 

In 21 giorni, ufficiali dei servizi segreti israeliani hanno sottoposto Khawaja a 40 interrogatori, della durata da 8 a 16 ore, praticamente ininterrottamente. 

Salah Al Khawaja, 45 anni, ha dedicato la sua vita alla difesa dei diritti umani dei palestinesi e al sostegno delle comunità locali. Al Khawaja fa parte del comitato di coordinamento di Stop the Wall, è membro della segreteria del Comitato Palestinese per il Boicottaggio, il Disinvestimento e le Sanzioni (BNC) ed è uno dei leader di Iniziativa Nazionale Palestinese (Mubadara). E' ampiamente rispettato per il suo lavoro, ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali della società civile ed ha anche incontrato la comunità diplomatica in Palestina in molte occasioni.

» Per maggiori informazioni e gli ultimi aggiornamenti, vedi il sito di Stop the Wall

Clicca per inviare una lettera alle autorità italiane ed europee per esigere che prendano misure per il suo immediato rilascio.

»Tweetare a: @FerrarelleIT

Attivisti per i diritti umani che si oppongono al regime israeliano di occupazione e di apartheid hanno protestato davanti ai ristoranti Musket Room a New York, all'Ami Jean a Parigi e al Maruja Limón in Galizia, così come davanti ai  ristoranti di altre città, a causa della loro partecipazione a un evento culinario a Tel Aviv, volto a mascherare la violenta repressione di Israele nei confronti dei diritti umani dei palestinesi.

Definito dagli stessi organizzatori israeliani come un'offensiva di "gastro-diplomazia", la Round Tables Tour, che si svolgerà dal 6 al 26 novembre, porta chef di 13 ristoranti internazionali a Tel Aviv per un evento culinario sponsorizzato dal governo israeliano e da Ferrarelle. Anche il governo spagnolo, che a parole denuncia gli illegali insediamenti israeliani, ha dato il suo patrocinio alla manifestazione insieme a Golan Heights Winery, un'azienda che trae profitti dall’occupazione e dall'annessione delle alture del Golan da parte di Israele.

Durante la sua visita in Israele, nel corso di un incontro con la comunità italiana, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha parlato della “grande amicizia” che lega l’Italia e Israele e ha affermato che “l'Italia è decisamente contraria al boicottaggio di Israele”, considerandolo “inammissibile”.

Quello che Mattarella dovrebbe considerare “inammissibile” sono le politiche di occupazione, di espropriazione, di apartheid e di colonizzazione che Israele porta avanti da decenni indisturbato e nella più assoluta impunità.

L’appropriazione di terre e di risorse palestinesi, la costruzione del Muro e l’espansione delle colonie, i bombardamenti e il blocco illegale della Striscia di Gaza, la detenzione di prigionieri politici, anche minori, il sistema di oltre 50 leggi che discrimina i palestinesi cittadini di Israele, gli oltre 7 milioni di Palestinesi costretti a vivere nei campi profughi o in esilio, tutto questo sì è inammissibile.

Non solo il boicottaggio di Israele è ammissibile, ma è anche una risposta necessaria ed eticamente corretta alle continue violazioni israeliane del diritto internazionale e dei diritti umani. Una risposta resa ancora più doverosa dalla mancanza di volontà dei governi e delle istituzioni preposte a richiamare Israele alle sue responsabilità.

da CONDIVIDERE

 Tra l'8 e il 26 novembre 2016, cuochi provenienti da 13 famosi ristoranti di città di tutto il mondo trascorreranno una settimana di cucina a Tel Aviv, come parte di un'iniziativa di pubbliche relazioni per portare prestigio internazionale all’ambiente culinario di Israele. Lo spettacolo delle tavole rotonde culinarie è patrocinato dai ministeri del governo israeliano, dalla municipalità di Tel Aviv e da imprese che operano negli insediamenti illegali israeliani.

English version

No alla Convention ReMax a Roma

Dal 19 al 21 ottobre, a Roma si terrà la convention europea della ReMax, società immobiliare statunitense, tra le più grandi del mondo, con 100.000 agenti impegnati a vendere ed affittare case, appartamenti e locali in quasi 100 paesi.

ReMax fa parte di quel mondo societario che si arricchisce sul mercato del mattone e, di conseguenza, sulla necessità primaria di ciascun abitante del pianeta ad avere un'abitazione degna.

Hanno scelto Roma per tenere la loro festa, fatta di cocktails, incontri e "fun nights". Ma Roma è "fun" solo per chi diventa ricco col business del mattone.

Solo a Roma, la cosiddetta "città dei palazzinari", dove speculatori del calibro di Caltagirone, Salini, Parnasi e Toti, fanno affari grazie anche a società d'intermediazione come la ReMax, sono oltre 100.000 le persone costrette a vivere in emergenza abitativa, 23.000 famiglie in lista per l'assegnazione di una casa popolare che non arriva, oltre 9.000 sfrattati all'anno. A fronte di decine di migliaia di case vuote.

Chi ha scelto di speculare e vivere sulla mercificazione del diritto all'abitare è, di fatto, responsabile, di questa situazione.

Ma a ReMax non basta lucrare sul mercato immobiliare romano, italiano ed internazionale, ha scelto di farlo anche sulle violazioni di Israele dei diritti dei palestinesi.

ReMax Israele, che fa parte di ReMax Europa, vende e affitta case nelle colonie israeliane per i soli ebrei costruite su terre rubate ai palestinesi. ReMax Internazionale prende l'1 percento da ogni vendita e così trae profitti dalla colonizzazioni israeliana. ReMax, in effetti, è l'agente immobiliare dell'occupazione israeliana.

Action Alert! 

Di fronte allo sciopero della fame tuttora in atto da parte di prigionieri politici palestinesi e in risposta alla loro richiesta di intensificare la campagna ‘Stop G4S’, il Comitato Nazionale Palestinese del BDS (BNC), la più ampia coalizione della società civile palestinese che è a capo del movimento globale BDS, fa appello alle persone di coscienza perché rafforzino la campagna di boicottaggio contro G4S a causa del suo pesante coinvolgimento in gravi violazioni israeliane del diritto internazionale.


Ci sono quattro cose che potete fare per dimostrare la solidarietà con i palestinesi in sciopero della fame nelle prigioni israeliane:

Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC) risponde alla piattaforma politica del Movement for Black Lives (M4BL): "Ci impegniamo a collocarci fermamente e stabilmente in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli neri negli Stati Uniti e in tutto il mondo, sostenendo le richieste e le proposte politiche di questa piattaforma."

Il Comitato Nazionale Palestinese per il BDS (BNC), la più grande coalizione della società civile palestinese che guida il movimento globale BDS, condivide la stimolante e liberatoria piattaforma politica rilasciata la scorsa settimana dal Movement for Black Lives (M4BL) con le richieste concrete per il diritto, la libertà e la giustizia dei neri. Ci impegniamo a collocarci fermamente e stabilmente in solidarietà con le nostre sorelle e fratelli neri negli Stati Uniti e in tutto il mondo, sostenendo le richieste e le proposte politiche di questa piattaforma.

a cura del Comitato nazionale palestinese per il BDS (BNC)

La decisione di creare questo gruppo di esperti (taskforce) anti-BDS è stata presa dal ministro per gli Affari strategici, Gilad Erdan e dal ministro degli Interni, Arye Dery.

Il Comitato nazionale palestinese per il BDS, la più grande coalizione della società palestinese alla guida del movimento globale di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) per i diritti palestinesi, condanna fermamente l'istituzione di una taskforce per identificare gli attivisti internazionali e i gruppi di attivisti del BDS allo scopo di rifiutare loro l'ingresso nel paese o deportarli dal paese.

Il movimento globale, a guida palestinese, di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) fu avviato undici anni fa come un mezzo non violento ed efficace per sostenere in tutto il mondo, da parte di individui e organizzazioni progressiste, la lotta del popolo palestinese a favore dei nostri diritti, ai sensi delle leggi internazionali.

Ispirato alla lotta contro l'apartheid in Sud Africa e al movimento per i diritti civili degli Stati Uniti, il BDS oggi è ampiamente riconosciuto come in possesso di un impatto strategico nel contrasto al sostegno internazionale verso il regime israeliano di occupazione, colonialismo e apartheid nei confronti del popolo palestinese.

Non essendo riuscito a fermare l'imponente diffusione del sostegno pubblico al movimento BDS in tutto il mondo, Israele ha avviato contro il movimento una guerra disperata e pericolosa di repressione e di demonizzazione che ci ricorda i momenti più bui del maccartismo negli Stati Uniti.

Tuttavia, il supporto per il BDS ha continuato non solo a crescere - ha accelerato. Governi occidentali, partiti politici di punta e le più importanti organizzazioni per i diritti umani di tutto il mondo hanno recentemente riconosciuto il BDS come un mezzo legittimo di difesa non violenta e di campagna per la libertà, la giustizia e l'uguaglianza della Palestina.

Quello che segue è una panoramica degli sviluppi del movimento BDS finora nel corso del 2016. Abbiamo già pubblicato resoconti sui grandi successi del BDS durante il 2014 e nel corso del 2015.

È quasi da non credere la nota della regione Sardegna sull’incontro dell’ambasciatore israeliano Naor Gilon con il presidente Pigliaru. Il presidente della Regione Sarda esprime “apprezzamento” per il “modello d’eccellenza” israeliano. Tutto questo mentre in tutto il mondo c’è una crescente presa di coscienza sulle quotidiane ingiustizie e violazioni dei diritti umani che il governo dell’apartheid israeliano infligge ai palestinesi. E in tutto il mondo si moltiplicano le iniziative di boicottaggio di Israele attraverso il BDS.

È umiliante per tutti i sardi vedere il proprio presidente sdraiarsi a tappetino davanti all’ambasciatore di uno dei regimi più autoritari e sanguinari di questo pianeta.