No alla Convention ReMax a Roma
Dal 19 al 21 ottobre, a Roma si terrà la convention europea della ReMax, società immobiliare statunitense, tra le più grandi del mondo, con 100.000 agenti impegnati a vendere ed affittare case, appartamenti e locali in quasi 100 paesi.
ReMax fa parte di quel mondo societario che si arricchisce sul mercato del mattone e, di conseguenza, sulla necessità primaria di ciascun abitante del pianeta ad avere un'abitazione degna.
Hanno scelto Roma per tenere la loro festa, fatta di cocktails, incontri e "fun nights". Ma Roma è "fun" solo per chi diventa ricco col business del mattone.
Solo a Roma, la cosiddetta "città dei palazzinari", dove speculatori del calibro di Caltagirone, Salini, Parnasi e Toti, fanno affari grazie anche a società d'intermediazione come la ReMax, sono oltre 100.000 le persone costrette a vivere in emergenza abitativa, 23.000 famiglie in lista per l'assegnazione di una casa popolare che non arriva, oltre 9.000 sfrattati all'anno. A fronte di decine di migliaia di case vuote.
Chi ha scelto di speculare e vivere sulla mercificazione del diritto all'abitare è, di fatto, responsabile, di questa situazione.
Ma a ReMax non basta lucrare sul mercato immobiliare romano, italiano ed internazionale, ha scelto di farlo anche sulle violazioni di Israele dei diritti dei palestinesi.
ReMax Israele, che fa parte di ReMax Europa, vende e affitta case nelle colonie israeliane per i soli ebrei costruite su terre rubate ai palestinesi. ReMax Internazionale prende l'1 percento da ogni vendita e così trae profitti dalla colonizzazioni israeliana. ReMax, in effetti, è l'agente immobiliare dell'occupazione israeliana.
Durante le indagini per il rapporto "Occupation Inc." di Human Rights Watch sulle imprese che traggono profitti dall'occupazione israeliana, un agente della ReMax Israele ha affermato, "Non compro da e non vendo ad arabi. Non si tratta di razzismo, è solo che preferisco non avere a che fare con loro". Al novembre 2015, ReMax aveva in vendita 80 case in 18 colonie per un valore totale di oltre $36 milioni.
Negli Stati Uniti è nata la campagna per fare pressione su ReMax affinché rispetti i diritti dei palestinesi. La campagna fa parte del movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) nei confronti di Israele che mira ad isolare Israele, e le imprese internazionali complici, come è stato fatto con il Sudafrica dell'Apartheid.
Lo scorso giugno alla sua assemblea nazionale, la chiesa Presbiteriana USA, con 1,7 milioni di membri, ha votato a favore di una mozione di condanna della ReMax. Pochi giorni prima dell'assemblea, l'amministratore delegato della ReMax ha scritto ai leader della chiesa per dire, anche se con linguaggio fumoso, che non avrebbe più tratto profitti dalla vendita di case nelle colonie. Questo impegno è stato prontamente smentito da ReMax Israele, che ha affermato l'intenzione di continuare a vendere case nelle colonie.
Al momento che le politiche israeliane di colonizzazione vanno avanti al ritmo delle ruspe, e a Roma la speculazione immobiliare lascia tante famiglie senza casa, non è accettabile che la ReMax tenga la sua festa/convention.
La città di Roma non starà a guardare.
Ci vediamo in città.
Roma Contro ReMax
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