LIBERTÀ. GIUSTIZIA. UGUAGLIANZA.

Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni per i diritti del popolo palestinese.

di Michele Giorgio

Gerusalemme, 27 novembre 2013, Nena News - L'Unione Europea e Israele hanno raggiunto un compromesso che consente loro di firmare l'accordo di cooperazione scientifica noto come Horizon 2020. Lo scrive il quotidiano Haaretz che ritiene "superata" l'impasse nei negoziati tra le due parti legata alle "Linee Guida" dell'Ue, comunicate nei mesi scorsi, che vietano investimenti nelle colonie israeliane nei Territori palestinesi e siriani occupati. Israele investirà 500 milioni di Euro e riceverà da Horizon 2020 nei prossimi anni 1,4 miliardi di Euro.

Il compromesso, ha aggiunto Haaretz, sarebbe stato raggiunto dal ministro della giustizia Tizpi Livni e dal capo della diplomazia Ue Catherine Ashton dopo - dice il giornale - una maratona telefonica.

Quali siano i punti centrali di questo compromesso non è ben chiaro. Secondo una nota ufficiale diffusa ieri sera da Israele «L'accordo rispetta pienamente i requisiti giuridici e finanziari dell'UE, rispettando allo stesso tempo le sensibilità politiche di Israele e delle sue posizioni di principio». Parole che potrebbero voler dire che l'Ue eviterà nel testo dell'accordo di descrivere la Cisgiordania, Gaza, Gerusalemme Est e le Alture del Golan come "Territori occupati", come affermano in modo netto le risoluzioni dell'Onu e la Convenzione di Ginevra. Secondo Israele quei territori non sarebbero "occupati" ma "al centro di una disputa territoriale".

Gli accordi per Horizon 2020, e' convinzione generale in Israele, rappresentano un'occasione d'oro per gli istituti di ricerca scientifica del Paese e l'esclusione da quel programma avrebbe potuto avere ripercussioni specie per le università. 

Ieri il ministro degli esteri Avigdor Lieberman e il suo viceministro Zeev Elkin, esponenti della destra ultranazionalista e alfieri della colonizzazione dei Territori occupati, avevano messo in guardia da un "cedimento politico" di Israele sulle colonie per non fornire un precedente che i palestinesi potrebbero usare al tavolo degli asfittici "negoziati di pace" ripresi lo scorso luglio su pressione degli Stati Uniti.

 

 

Fonte: nena-news.globalist.it